martedì 20 settembre 2011

La prostituzione in Thailandia I parte.



Tutti quelli che sono stati in Thailandia e non solo ne conoscono le belle spiagge, i templi, le cascate, i mercati galleggianti, lo shopping a prezzi stracciati, la seta ma sicuramente molti conoscano anche il lato nero di questo paese il mercato del sesso, della prostituzione. E' quasi impossibile non sbattervi contro, magari si puo' riuscire ad evitare Patpong a Bangkok ma cosa succede quando arrivate a Pattaya, a Phuket, Ko Samui? Questa e' la parte scura della Thailandia quella che anche se non piace e' difficile da evitare. Ma perche' tutto questo mercato del sesso in Thailandia?

La storia e la legge.

 In Thailandia la prima volta che si sente parlare di prostituzione in note storiche e' sotto il regno di re Rama I. C'era una tassa sulle prostitute e sui bordelli chiamata "tassa per la strada". Quando Rama V abolì la schiavitù, alcune schiave furono consegnate a uomini proprietari di bordelli. La prostituzione fu legalizzata nel 1934 da Rama V. Egli espresse la sua preoccupazione per le prostitute che lavoravano con uomini come loro supervisori. La situazione era incline alle violenze e alle minaccie e il pericolo di diffusione di malattie veneree era grande. A causa di questi pericoli, Rama V ordino' che le prostitute fossero registrate in modo da poter ricevere cure mediche regolari. 
 
C'e' inoltre da dire che in questo paese, come in altri paesi del Sudest asiatico esiste un'antica e continua tradizione di testi legali generalmente conosciuta come letteratura Dhammasattha. Questi testi Dhammasattha sono storicamente legati alla letteratura brahmanico Dharmasastra, anche se sono molto significativamente influenzati dalla locale tradizione buddhista pali e dalla letteratura buddhista Theravada del Sud-Est asiatico. In questi testi la prostituzione e' variamente definita ma sempre fortemente condannata. Sebbene questi testi giuridici arrivarono a una fine agli inizi del XX secolo e' evidente che dopo esser durati secoli una qualche influenza l'abbiano avuta e continuino ad averla sia dal punto di vista legale che morale.

 
Il nascere di un mercato della prostituzione per stranieri in Thailandia si fa risalire alla presenza americana nel Vietnam cominciando dal 1957, anno dell'inizio della guerra. C'erano allora in Thailandia circa 20,000 prostitute, nel 1964 gli Stati Uniti stabilirono sette basi nel paese e il numero sali' vertiginosamente a 400,000. L'intero processo fu un accordo fra i due paesi Nel 1967 la Thailandia acconsenti' ad offrire servizi di riposo e ricreazione agli americani per il periodo della guerra del Vietnam. Nacque cosi' quello che fu conosciuto nel mondo occidentale come "un bordello all'americana". Ma come disse un deputato: "L'America ha bisogno di ragazze, noi abbiamo bisogno di dollari. Perche' non dovremmo accettare lo scambio? Questa e' un'inesauribile fonte di dollari per lo stato." Infatti la guerra del Vietnam fu responsabile per aggiungere qualcosa come 16 milioni di dollari all'anno nell'economia thailandese. 

 
Questa legge di Chulalongkorn rimase in vigore fino al 1960, anno in cui su pressioni delle Nazioni Unite la pratica della prostituzione fu dichiarata illegale in Thailandia. 

 
Con la fine della guerra del Vietnam i soldi che venivano dagli americani dovevano essere rimpiazzati. Lo furono rivolgendosi al turismo internazionale, c'erano gli alberghi, c'erano i luoghi di divertimento e c'erano le meravigliose ragazze orientali, occorreva solo cambiare cliente. Intere citta' che erano state create per il riposo degli americani, come Pattaya, si dedicarono al turismo internazionale mettendo nella lista per publicizzarsi anche la prostituzione.

 
Scriveva Jean-Claude Guillerbaud in "Un voyage vers l'Asia", 1979.
"Non c'e' bisogno di bighellonare a lungo bastano le bicocche di Klong Toy disseminate lungo le gru del porto, piene di marmocchi affamati e di malviventi; le terrazze di colore acido dell'Oriental Hotel, dove grappoli di turisti arrivati in charter si concedono una fetta di esotismo massaggi e brividi speziati inclusi nel "tutto compreso"; i quartieri cinesi di Yaowarat Road dove si danno convegno trafficanti, killer e onorevoli corrispondenti del grande Lao Su, re dell'eroina, intoccabile patrono delle carovane armate e delle raffinerie clandestine fra i monti di Chiang Mai, le officine pirata nascoste sotto fasulle ragioni sociali, dove sgobbano schiavi tredicenni venduti dalle proprie famiglie. E che altro? Si e' appena arrivati e gia' si sguazza nel sesso, nell'assassinio, nell'anarchia, nella corruzione. Una vera e propria caricatura. Questa e' l'Asia di Lucien Bodard: adescatrice, decadente, puttana, fino alla punta delle unghie dipinte di rosso delle danzatrici di Ramvong, e' la Shangai di prima di Mao, la Saigon-Cholon dei tempi frollati e delle ammucchiate del "bel mondo"... Un'unica differenza, quest'Asia estrema, velenosa e affascinante, ormai ve la offrono celofanata, disinfettata, preparata appositamente per il consumo di massa dei piccoli europei in vacanza. Tavola da surf e topless a Pattaya Paradise. Qui e' l'erotismo senza smancerie, senza fioriture, il commercio all'ingrosso, il brivido esotico a prezzi da saldo".

 
Sicuramente libri come questo ebbero una buona parte nel determinare il cambiamento.

              
La legge del 1960 fu in seguito rivista e rafforzata dal Prevention and Suppression of Prostitution Act, B.E. 2539 (1996). 

 
L'"Entertainment Places Act of 1966" è una delle leggi che regola i moderni centri massaggi, go-go bar, karaoke bar, stabilimenti balneari e strutture simili. Con questa legge tali istituti sono tenuti ad essere autorizzati. La legge non consente espressamente la prostituzione, ma permette che ci siano "fornitori di servizi" e "fornitori di servizi da bagno" differenziati dal personale regolare, non sessuale. Ad esempio, ci sono saloni di massaggio in cui gli uomini si recano a guardare le donne, che siedono separate da una parete di vetro, nota come l'"acquario", e possono scegliere chi vogliono specificando il numero appuntato sui succinti abiti della donna. La donna richiesta va in una stanza dove dovrebbero fare il bagno e massaggiare il cliente, ma in realtà fanno molto di più. Quindi in pratica i bordelli, li vogliamo chiamare case chiuse?, dove si pratica solo la prostituzione sono vietati ma ristoranti, karaoke, sale da massaggi go-go bar non sono proibiti dalla legge dato che non sono bordelli. 

 
Il Prevention and Suppression of Prostitution Act, B.E. 2539 (1996) (la "Legge prostituzione"), è il quadro legale centrale che vieta la prostituzione. La legge definisce la prostituzione come un qualsiasi atto compiuto per gratificare il desiderio sessuale di un altro in cambio di denaro o altra utilità, ma solo se è fatto "in modo promiscuo". La legge sulla prostituzione pero' non definisce che cosa costituisce esattamente un "modo promiscuo", e l'atto di prostituzione in se e  per se non è piu' fuorilegge, mentre lo è la sollecitazione, un crimine che è vagamente definito. Quindi una persona che sollecita i servizi di una prostituta è responsabile ai sensi della legge sulla prostituzione, se la sollecitazione è fatto "apertamente e senza vergogna o provoca fastidio al pubblico", la pena comunque è una multa fino a 1.000 baht (1 euro 42/43 baht).

 
Nell'agosto del 1997, la Camera dei Rappresentanti ha approvato un disegno di legge, Prostitution Prevention and Suppression Act of 1997, per vietare il riciclaggio del denaro sporco ottenuto dalla prostituzione e dal traffico di droga. Questa legge permette alle autorità di congelare i beni di persone che si presume siano coinvolte in questi traffici. Ai proprietari dei beni congelati viene richiesto di provare che questi sono stati guadagnati legalmente. L'applicazione di questa legge, che contiene altre norme, ha fatto si che molte persone che si prostituivano cambiassero lavoro  dai bordelli ai ristoranti e alle birrerie. Questo cambiamento li mette fuori della portata degli operatori sanitari, e ostacola gli sforzi per controllare le malattie sessualmente trasmesse da persone che si prostituiscono nel mainstream dei locali a luci rosse.

 
Nel 2003, il Ministero di giustizia ha preso in considerazione l'idea di legalizzare la prostituzione come un lavoro ufficiale pensando che ne sarebbero derivati benefici per la salute e il reddito imponibile e ha tenuto un publico dibattito sul tema. Legalizzazione e regolamentazione sono state proposte come un mezzo per aumentare le entrate, ridurre la corruzione e migliorare la situazione dei lavoratori. Tuttavia, l'idea non ha avuto seguito.


Con queste norme e' quindi evidente che la legge da' al massimo il diritto alle autorita' di detenere le sospette vittime del traffico ma non i sospetti trafficanti. e sono invece questi trafficanti che hanno fatto di citta' come Pattaya una multi-miliardaria multinazionale del sesso con collegamenti al traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco e una espansione del traffico delle donne che arriva oltre frontiera. Un business che produce ogni anno un ammontare pari al 50%-60% del budget del governo thailandese risultando quindi piu' lucrativo del traffico della droga. Una stima pubblicata negli Stati Uniti nel 2003, pone le entrate derivanti da questo commercio a  4.3 miliardi di dollari all'anno, ovvero circa il tre per cento dell'economia thailandese.


La locandina di uno dei tanti film thai che parlano di prostituzione.
 
Si puo' chiudere questa prima parte facendoci una domanda: perche' se altri paesi asiatici offrono lusinghe sessuali, cosi' tanti uomini vengono in Thailandia? I motivi sono vari e molto probabilmente sono gli stessi che spingono anche donne a venire da queste parti: il costo della vita e' basso, il tasso di cambio nonostante tutto e' favorevole, la gente e' cordiale, e la natura fa tutto il possibile per fare la sua parte. Se la Thailandia è ancora il paese più visitato nel Sudest asiatico, non è certo solo a causa del suo livello di prostituzione. Ogni anno, più di otto milioni di stranieri visitano la Thailandia, e vengono, perché sono interessati alla sua storia, alla sua cultura, alla sua bellezza straordinaria.

Il numero degli addetti

Le stime sul numero di prostitute variano molto e sono soggetti a polemiche. Uno studio del 1974 stabiliva il numero di prostitute in 500.000 a 700.000. Nel 2004 una stima del Dr. Nitet Tinnakul della Chulalongkorn University dà un totale di 2,8 milioni di lavoratori del sesso, di cui 2 milioni di donne, 20.000 maschi adulti e 800.000 i minori di età inferiore ai 18 anni.  E' stato suggerito, per esempio, che ci possono essere fino a 10.000 prostitute nella sola Koh Samui, una destinazione di solito non legata alla prostituzione, e che in media almeno il 10% dei dollari spesi da un turista sono destinati al commercio sessuale. Secondo un rapporto del 2001 dell'Organizzazione mondiale della sanita' il numero più attendibile è che ci sono tra i 150.000 e 200.000 lavoratori del sesso. Un recente sondaggio del governo ha scoperto che ci sono da 76.000 a 77.000 prostitute adulte nei soli stabilimenti di intrattenimento sociale,. tuttavia, le ONG credono ci siano tra le 200.000 e le 300.000 prostitute. In realta' se e' vero come e' vero:
 
- che se venti anni fa, la Thailandia era in prima linea come un paese di provenienza per le donne vittime della tratta, oggi Thailandia è diventata un paese di destinazione, che riceve donne provenienti dalla Russia, Jugoslavia, Polonia e Repubbliche Ceca e Slovacca, Sud America.

 
- che molte ragazze tailandesi, alcuni nella loro adolescenza, sono state scoperte in tempi diversi mentre lavoravano in bordelli di Sydney, in Australia. Ulteriori indagini hanno scoperto altri traffici verso il Nord America e l'Australia.

 
- che femmine russe che lavorano nel mercato della prostituzione a Pattaya e Bangkok, sono diventate comuni fin dal 1994. Anche se nessuno conosce il loro numero esatto si sa' che alcune sono fisse e centinaia vanno e vengono in aereo su ordini impartiti per lo più da facoltosi uomini thailandesi.

 
- che donne thailandia sono trafficate nei Paesi Bassi, in Germania,  nell'Unione Europea, in Giappone, in Australia, India, Malesia e in altre nazioni del Medio Oriente.

 
- che migliaia di donne dalle campagne della Thailandia, della Cina, Laos, Birmania e Cambogia sono vendute nei bordelli di Bangkok o in altri paesi da "mediatori di manodopera" senza scrupoli che spesso operano in sindacati internazionali organizzati.

 
- che un gran numero di donne e bambini provenienti dai paesi limitrofi sono adescati nella prostituzione e trattate attraverso i quattro punti di confine thai: Chiang Rai, Ranong e Mae Hong Son al confine birmano, Trat e Sa Kaew al confine con la Cambogia, Mukdahan e Nong Khai alla frontiera col Laos e Yala e Narathiwat al confine con la Malesia.

 
- che il 50% delle donne che si prostituiscono a Chiang Rai sono birmane. Migliaia di donne birmane indigene degli Stati Shan del nord e di Keng Tung nella Birmania orientale sono state vendute nei bordelli di Bangkok e di tutta la Thailandia.
 

appare evidente che quantificare l'esatto numero di donne coinvolte nella tratta e nella prostituzione e' ben difficile fa quantificare.
 
Anche se centri come Bangkok (Patpong, Nana Plaza, e Soi Cowboy), Pattaya e Phuket (Patong) sono spesso identificati come aree turistiche primarie per la prostituzione, con Hat Yai e in altre città vicine al confine malese che raccolgono chi e' in cerca di sesso da questa nazione, la prostituzione si svolge in quasi tutte le principali città e provincia del paese.

 
Anche Chiang Mai e Koh Samui (Chaweng e Lamai) sono grandi centri per la prostituzione. A Bangkok, il cosiddetto quartiere dei divertimenti di Ratchadaphisek, che corre lungo via Ratchadaphisek vicino all'incrocio Huai Khwang, ha diversi caratteristici locali di intrattenimento di grandi dimensioni che comprendono massaggi sessuali.
Nelle piccole citta' provinciali ci sono bar stile karaoke con donne, che oltre a cantare musica tradizionale Thai sono a volte impegnate nella prostituzione.

Le cause.
Le cause che spingono le donne alla prostituzione sono in Thailandia strettamente collegate con instabilità economica, la povertà e la mancanza di istruzione, ci sono più bordelli che scuole in questo paese. La maggior parte delle prostitute hanno solo quattro anni di istruzione obbligatoria. Sono sopratutto figlie di agricoltori, che devono lottare per sopravvivere economicamente, che non sono in grado di fornire l'istruzione superiore ai loro figli. Molti agricoltori sono poveri e ignoranti, non hanno una conoscenza adeguata di pianificazione familiare e di conseguenza hanno famiglie numerose che hanno creato un ulteriore onere economico così grave che cade anche sulle figlie più anziane che devono dare una mano. Questo spiega l'alta percentuale di prostitute che hanno molti fratelli, e sono molto spesso la più anziana delle figlie. I fattori economici causano ulteriori problemi: la rottura e le divisioni nelle famiglie, l'abbandono da parte dei mariti di mogli e figli, mariti che entrano nel gran numero di poveri delle campagne che vanno a cercare lavoro a Bangkok, spesso con scarso successo, dato che la maggior parte di loro sono inesperti. 

 
Le giovani donne, stanche di vivere in una povertà rurale e senza prospettive future, sono pronte e disposte a cogliere al volo, quasi senza pensarci, la possibilità di una nuova vita promessa da agenti, che con tatto approcciano i genitori della ragazza. Molte di queste giovani donne sono spesso esposte al sogno di vivere nel lusso, alimentato attraverso la televisione e da altri mass media. Vogliono le belle cose e uno stile di vita semplice e facile, la prostituzione sembra loro essere l'unico mezzo a disposizione per realizzare i loro sogni. 


Soprattutto tra gli adolescenti è un fatto normale seguire la guida del proprio gruppo composto da amici e coetanei. Ci sono ricerche che dimostrano che il 37% delle prostitute hanno cominciato a prostituirsi perché hanno seguito il modello stabilito dai loro amici. Il 55% del numero totale di donne coinvolte e il 75% degli uomini furono coinvolti nella prostituzione, quando avevano meno di 18 anni di età.

Al problema della prostituzione e al suo aumento contribuiscono anche valori sociali negativi, valori che denigrano le donne. E' questo', se tale si puo' definire, un valore che era presente nell'Italia di 40/50 anni fa, da noi ne furono fatti anche molti film. La societa' thailandese continua a porre l'accento sul valore della verginita': che deve essere preservata per il proprio marito. Provate a pensare questo in relazione alla dote, per ogni ragazza thailandese dovrebbe essere pagata una dote, lasciamo perdere sottigliezze per il momento. E' ovvio che avere o non avere avuto altri uomini influisce sull'ammontare della dote che deve essere pagata ai genitori. Il valore della verginita', che e' sopravvalutato, si puo' ritorcere contro. Ammettiamo un caso in cui la ragazza, poverina, non c'entri niente: violenza e stupro. La ragazza puo' pensare che una volta che ha perso la loro verginità, non ha piu' valore, e così credono che la loro unica opzione è quella di diventare una prostituta.

 
Altre ragazze diventano prostitute per un senso di dovere o obbligo verso i loro genitori, per condividere l'onere economico della famiglia. Quando la famiglia ha grandi debiti derivanti dalla mancata produzione agricola di un certo anno o anche semplicemente a causa di perdite di gioco del padre alle figlie maggiori si chiede un "sacrificio" per i loro genitori e i loro fratelli minori. Ci sono casi in cui i padri vendono e rivendono le loro figlie spingendole a prostituirsi per comprare mucche supplementari per l'agricoltura. Questo viene fatto nella convinzione che i bambini devono mostrare "gratitudine" verso i loro genitori. Quasi 300 milioni di dollari vengono trasferiti ogni anno alle famiglie rurali, da donne che esercitano la prostituzione nelle aree urbane, una somma che in molti casi supera il budget del governo-finanziato programmi di sviluppo.

Polizia e onorevoli.
Anche se il mercato del sesso rivolto a turisti e stranieri può essere considerato palese, l'industria che si rivolge esclusivamente agli uomini thailandesi non e' mai stata esaminata pubblicamente, per non parlare delle gesta sessuali di insindacabili funzionari thailandesi.

 
Il sostegno della prostituzione è diffusa negli ambienti politici, come riferito dalla BBC News nel 2003 "la direzione del partito Thai Rak Thai (quello di Thaksin) voleva bandire dal partito quei deputati che avevano amanti o visitavano bordelli. Un deputato disse in un'intervista al quotidiano The Nation che se la regola fosse stata applicata, il partito sarebbe stato solo in grado di mettere in campo circa 30 candidati, rispetto ai suoi più di 200 parlamentari effettivi".

 
Gli atteggiamenti verso le donne degli uomini thai sono stati chiaramente descritti in un'intervista rilasciata dal deputato Thirachai Sirikhan sempre a The Nation: "Avere una mia noi, amante, è diritto di un individuo. Non ci dovrebbe essere nessun problema fino a quando il politico non causa problemi alla sua famiglia o alla società".

 
Sia i politici che la polizia sostengono e indulgono nel settore della prostituzione apertamente. Khun Tavich, un veterano della politica a 76 anni è stato sulla graticola nel 2005 per avder messo in cinta una ragazza di 14 anni, che lavorava di fronte al palazzo del Congresso. E' ben noto, per esempio, che il padre di una femmina, membro del Parlamento, è il proprietario di un salone di massaggio, una struttura abbastanza deluxe con diverse storie di idromassaggio attrezzate.

 
Come se questo non bastasse Chuwit Kamolvisit, il proprietario di diverse sale di massaggio a Bangkok, considerato da molti un "padrino della prostituzione" in Thailandia, nel 2005 è stato eletto per un mandato di quattro anni alla Thai House of Representatives, ma nel 2006 la Corte Costituzionale lo rimosse dall'incarico. Nel mese di ottobre 2008 ha potuto partecipare fra le persone da eleggere alla carica di governatore di Bangkok, ma non è stato eletto. Egli ha rivelato nel 2003 che alcuni dei suoi migliori clienti erano i politici e alti funzionari di polizia, ai quali ha anche affermato di aver pagato, più di un decennio, più di 1.5 milioni di sterline in tangenti in modo che i suoi affari, il vero e proprio business di vendita di sesso, potessoro prosperare.

 
Questo puo' essere facilmente credibile se si pensa che la Thailandia e' al 78 posto per quanto riguarda la corruzione nella tabella 2010 di Transparency International. In Thailandia e' ampiamente accettato che ci siano imprese illegali che operano sotto il patrocinio della polizia. Ci sono anche prove che alcuni personaggi della polizia e militari partecipano attivamente in affari illegali. Alcuni dei racket di protezione che riguardano il gioco d'azzardo e la prostituzione si dice che siano nelle mani nell'esercito. Esponenti politici sono coinvolti. Nel corso degli anni diversi deputati si sono detti coinvolto in affari illegali.

 
Durante raid della polizia in alcuni saloni di Bangkok furono trovati poliziotti che stavano avendo rapporti con prostitute. Il capo della polizia Colonnello Varanvas Karunyathat  disse apertamente che gli ufficiali di polizia coinvolti dovevano necessariamente avere rapporti con le prostitute dovendo ottenere le prove per l'arresto. Questo non e' stato l'unico caso.


Alcune donne vittime di tratta, che erano state trattenute presso gli uffici immigrazione, furono scortate fuori sede durante la notte con il permesso degli ufficiali e fu ordinato loro di fare sesso con gli ufficiali. In un caso quattro ragazze del Laos furono violentate da un gruppo di detenuti in una stazione di polizia a Rayong, dove si trovavano agli arrestati con l'accusa di ingresso illegale e gioco d'azzardo. Questo e' un caso veramente strano in quanto le donne detenute per prostituzione devono essere isolate dagli altri detenuti.

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