lunedì 16 aprile 2012

Andhaka e la cecita' dello spirito.

Andhaka fu il terzo figlio di Shiva e Parvati. Nelle Shiva Purana si dice che dopo che quando Parvati chiuse gli occhi di Shiva con le sue mani delicate le tenebre avvolsero il mondo. Le mani della dea sudarono per il caldo provocato dagli occhi di Shiva, lo smalto si sciolse e una goccia cadde, subito si trasformo' in un bambino orribile, un demone, cieco e macabro. Parvati, dato che questa era la sua vera natura, si prese cura amorevolmente di questo bambino demone che era suo figlio.
La dea senti' la supplica del demone Hiranyaksha e gli affido' il figlio, perche' lo allevasse con gli Asura. Fece cio' pensando che Hiranyaksha non aveva figli. Piu' tardi Andhaka divenne re del regno appartenuto al padre adottivo.
Subito dopo essere diventato re scopri' che suo cugino complottava per spodestarlo, dispiaciuto si ritiro' nella foresta per meditare e praticare tapasya. Digiuno' e rimase su una gamba sola per piu' di un milione di anni, tagliandosi parti del corpo e offrendole in sacrificio a Brahma mentre lo aspettava.
Brahma finalmente apparve e Andhaka gli chiese di poter avere la vista e diventare immortale, in modo che nessuno potesse ucciderlo, ne' dio, ne demone, ne' umano. Questo sembro' veramente troppo al dio, quell'essere che aveva davanti voleva diventare la piu' potente creatura dell'universo. Brahma acconsenti' ad accordare la grazia solo quando Andhaka disse che ci sarebbe stato un caso in cui sarebbe morto, se avesse desiderato di sposare la donna che era stata sua madre.
Grazie al dono di Brahma Andhaka mando' tre generali Duryodhana, Vighasa e Hasti a conquistare il Paradiso. Sconfisse Indra e gli altri dei, li fece suoi vassali, divinita' che a lui dovevano pagare le tasse.
Andhaka ritorno' a casa e quando il cugino seppe cio' che aveva fatto gli restitui' il regno anzi pur di avere il suo perdono gli regalo' anche il suo, ponendo cosi' fine alla lite e mettendo a tacere tutti i problemi.
Andhaka ora regnava su tre regni, aveva una magnifica reggia sul monte Mandara, un palazzo che aveva rubato. Aveva tutto cio' che si poteva desiderare, tutto eccetto che una moglie, era e viveva solo.
Alcuni milioni di anni piu' tardi tre dei generali si trovarono nella grotta di Shiva e Parvati ma non li riconobbero. Essi videro la bellezza straordinaria della donna e pensarono che fosse fantastica per il loro re. Corsero a dare la buona notizia a Andhaka, il re li rimando' indietro con la richiesta per la donna di sposarlo. Shiva rifiuto' e Andhaka, certo della sua immortalita', si presento' alla grotta per dare battaglia. La battaglia che ne segui' duro' per centinaia di anni, alcune fonti riportano 500, e coinvolse dei e demoni. A un certo Punto gli dei stavano vincendo ma il generale Vighasa apri' la sua grande bocca e li mangio' tutti. Il generale demone Shukracharya intanto scorrazzava nel campo di battaglia portando nuovamente i demoni morti alla vita. Nandi, Indra, Vishnu combattevano con gli altri dei ma Shiva che non era ancora intervenuto decise che quello era il suo momento.
Uccise Vighasa, gli apri' lo stomaco e gli dei uscirono. poi a sua volta inghiotti' Shukracharya, cosi' che non pote' piu' far rivivere i morti. Ma le armi degli dei facevano ben pochi danni ad Andhara, lo colpivano, da lui usciva sangue ma quel sangue produceva schifezze che a loro volta combattevano. Shiva creo' allora una dea chiamata Yogeshvari e le assegno' il compito di bere il sangue di Andhaka prima che toccasse terra. Gli altri dei crearono Matrika. Alla fine rimasero solo Shiva e Andhaka e Shiva uccise il demone spingendo il suo tridente nel petto del proprio figlio. Andhaka fu poi purificato e resuscitato dal tocco del Dio, divenne attendente di Shiva e Parvati.
In una variante del mito Andhaka è allevato da Shiva e Parvati, ma si invaghisce della madre e tenta di violentarla, costringendo Shiva a intervenire. Entrambe le versioni del mito di Andhaka mettono in evidenza la lussuria innaturale di Andhaka per la madre, lussuria che e' un prodotto della sua cecità e incapacità di riconoscere i torti morali.
Alcuni commentatori dicono che la simbologia di Andhaka parte dalla sua ciecita' e si riferisce al passaggio dell'anima che nata cieca si dirige verso l'illuminazione attraverso conflitti morali, dell'anima che e' soggetta alle leggi del karma e che non può essere ignorata a causa della sua natura divina, delle sue relazioni col divino.



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