domenica 1 aprile 2012

Tiziano Terzani, "Un'altro giro di giostra"


"La storia di questo viaggio non è la riprova che non c'è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. E' così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. Non ci sono scorciatoie che posso indicare. I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo".
Da "Un altro giro di giostra" , Tiziano Terzani.

Sat Nam, la Via dello Yoga. - Anam, il senzanome.
Ultima intervista a Tiziano Terzani 
Terzani nasce a Firenze, nel quartiere Monticelli, il 14 settembre 1938 da genitori appartenenti alla classe operaia, il padre, Gerardo, era meccanico con una piccola officina a Firenze, la madre, Lina Venturi, faceva cappelli per una sartoria. Con la massima semplicita' essi gli inculcarono nobili principi. L'infanzia passo' fra ristrettezze economiche ma Tiziano mostro' sempre un'acuta intelligenza e un grande desiderio di studiare. Frequento' le scuole prima presso il convento di San Piero a Monticelli, poi passo' all’istituto primario Gian Battista Niccolini di Legnaia.
Il padre ogni estate portava con sé il bimbo all’Orsigna, un remoto borgo della montagna pistoiese, Il luogo diventa subito e rimarra' per sempre il luogo prediletto di Terzani, in una vita errabonda quello che non lascera' mai, fino a decidere  di morire li.
La sua voglia di studiare la sua intelligenza portano i sui insegnanti a consigliare ai genitori di fargli proseguire gli studi. Nonostante i soldi fossero pochi la famiglia impegna tutto cio' che ha al monte di pieta' e gli compra gli abiti a rate per permettergli di proseguire, lo iscrivono cosi' al liceo classico Galileo di Firenze. Tiziano capi' i sacrifici che il padre e la madre facevano per lui e finita la scuola, a sedici anni, nelle vacanze estive, andava a fare il lavapiatti in Svizzera. Questo del liceo e' anche il periodo in cui comincia a fare il giornalista, guadagnandosi cosi' qualche altro soldo. Fa il cronista sportivo per il Giornale del Mattino.
Si diplomo' col massimo dei voti, era pronto a entrare in banca, la Banca Toscana, visto il curriculum scolastico voleva offrirgli un posto. Ma lui capisce subito che quel posto va contro il suo carattere. Lui chiuso in un ufficio? Prima di accettarlo vuole tentare altro. Questo qualcos'altro gli cambio' completamente la vita, tenta di essere ammesso al prestigioso Collegio Medico-Giuridico della Scuola Normale Superiore dell'Universita' di Pisa, oggi Scuola Superiore Sant'Anna di Studi Avanzati, una delle eccellenze nel panorama universitario italiano. Ci sono solo cinque posti liberi e centinaia di candidati che arrivano a Pisa da tutt'Italia, arriva secondo ha una borsa di studio e si iscrive a giurisprudenza. Ha come compagno di corso Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio. Si laurea in giurisprudenza nel 1961.
In quegli anni due disgrazie accadono in famiglia nel 1958 si ammala di una grave infezione da tubercolosi che lo riduce quasi in fin di vita, un anno dopo una trombosi colpisce il padre e lo rende inabile al lavoro. Crescono cosi' le ristrettezze economiche.
Vorrebbe perfezionare il suo inglese e studiare diritto internazionale, cerca di iscriversi per un master alla Leeds University, in inghilterra, ma fallisce. E' senza soldi, costretto a tornare a casa e accettare la proposta di lavoro della Olivetti. Alla Olivetti fa carriera rapidamente inizia dalla catena di montaggio, passa alle vendite porta a porta, poi all'ufficio personale, qui ha un buon incarico che gli piace, deve viaggiare in Europa e nel resto del mondo per assumere laureati per le varie filiali. Uno dei vari benefit aziendale gli permette di avere la moglie al suo fianco. Si sposa con Angela il 27 novembre '62.
Angela Staude, di origine tedesca, ma nata, nel 1939, in Italia, a Firenze, dove la famiglia si era trasferita. Il padre di lei e' il pittore Hans-Joachim e la madre l'architetto Renate Moenckeberg. Una famiglia che vanta fra i propri avi esploratori e accademici. E 'stata una unione d'amore, amicizia intellettuale e intenso sostegno reciproco. Hanno avuto due figli, Fulco e Saskia.
Nel 1965, viaggia per l'azienda in molte aree del mondo, fra le altre due sono quelle che provocheranno in lui alcune decisioni. In Sud Africa comimncia a scrivere per l'Astrolabio, una rivista di sinistra diretta da Ferruccio Parri, da qui affronta principalmente le tematiche dell'apartheid e dello sfruttamento sociale del continente africano: temi dei suoi primi scritti giornalistici da questo viaggio matura la decisione di lasciare la Olivetti, di fare il giornalista e lo scrittore, esplorando attentamente il mondo, scrivendone. Lo stesso anno e' in Giappone, e' il suo primo contatto con l'Asia un ulteriore passo verso la decisione di cambiare radicalmente lavoro, stavolta nella consapevolezza che cio' che voleva esplorare era quell'immenso continente. .
Nel 1967 di ritorno da un viaggio in Australia e Thailandia si mette in aspettativa con la Olivetti e grazie a una borsa di studio offertagli dalla Columbia University di New York studia storia e cultura cinese e apprende la lingua. Frequento' l'universita' dal 1967 al 1969. Torna in Italia in agosto con una nuova laurea e un figlio, Folco.
In Italia comincia a lavorare come giornalista per il quotidiano il Giorno, ma nel cuore e nell'anima ha l'Asia, cosi' bussa alla porta di molti altri giornali, sparsi un po' in tutta Europa, ha la cultura adatta, sa parlare 5 lingue: francese, inglese, portoghese, tedesco e cinese ma sembra che a nessuna delle principali testate europee importi qualcosa di tutto questo, infine Der Spiegel accetta le sue proposte di collaborazione e lo manda a Singapore, ha un contratto come freelance per un anno, puo' aprire un ufficio, ha la copertura per tutto l'Estremo Oriente. E' qui che Terzani si trasferisce nel 1971 portandosi dietro la moglie, Angela Staude,e i loro due figli piccoli, una piccolissima, di pochi mesi, Saskia, che nasce nel mese di marzo di quell'anno . Da qui mandava notizie su Hong Kong, Pechino, Tokyo, Bangkok e Delhi, da qui collaboro' anche con i quotidiani italiani Corriere della Sera e La Repubblica, l'Espresso. Lavorava anche per radio svizzere e TV in italiano con Leandro Manfrini. Nel frattempo, con discrezione inviava regolarmente informazioni sulla politica dell'Asia orientale alla Banca Commerciale Italiana, che era diretta da Raffaele Mattioli.
Quando Terzani sbarca in Asia e' disilluso dal capitalismo occidentale e per un qualche tempo vede la soluzione nel comunismo asiatico. Ma ben presto capisce che forse non c'e' nessuna soluzione, anche il comunismo non aveva quelle risposte che lui cercava e cio' da qualsiasi parte guardava sia in Vietnam, sia in Cambogia che in Cina.
Da' un'ottima prova iniziale di se stesso appena arrivato a Singapore inizia una una grande offensiva del Vietnam del Nord, parte e racconta la guerra del Vietnam per Der Spiegel e per alcuni giornali italiani, Il Giorno, per cui aveva lavorato e aveva continuato a tenere una collaborazione esterna, e l'Espresso. I reportage che invia in questo periodo, da tutti ritenuti ottimi, diventeranno poi un libro " Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973", pubblicato da Feltrinelli, in cui descrive le ultime fasi della guerra del Vietnam.
Da questo momento le esperienze di Terzani in Asia sono descritte in articoli e saggi su giornali, così come nei numerosi libri che ha scritto. In un periodo in cui i giornalisti italiani erano poco conosciuti a livello mondiale, l'Italia ha avuto, grazie a Der Spiegel, un corrispondente e scrittore di primo piano sulle grandi crisi asiatiche.
Nel ’74 dopo aver cessato definitivamente la collaborazione con «Il Giorno» collabora per un breve periodo al «Il Messaggero».
Alla fine della guerra del Vietnam, raggiunge Saigon da dove racconta la conquista della capitale del Vietnam da parte dei Vietcong e la fuga degli ultimi occidentali a bordo di elicotteri americani, lui rimase lì per qualche tempo, insieme a pochissimi altri giornalisti, e vide i cambiamenti che venivano apportati, descrisse come avvenne la trasformazione del paese dove esistevano industrie corrotte e città-bordello e scrisse approvandolo, sul sistema di rieducazione. Oltre ad articoli per diversi giornali esce da questa esperienza un libro "Giai Phong! La caduta e la liberazione di Saigon" edito da Feltrinelli nel 1976.
Da Singapore si sposta a Hong Kong nel 1975, qui gli viene dato anche un nome cinese Deng Tiannuo, "celeste / divina promessa", nome che pero' ha smesso di usare dopo uno spiacevole incidente in Cina nel 1984.
Da Hong Kong segue le notizie della Cina del dopo Mao e compie i primi viaggi nel paese. Dal 1977 segue anche cosa succede in Cambogia, prima nelle mani dei khmer rossi poi invasa dal Vietnam. Non riesce nemmeno minimamente a immaginare quello che stava succedendo in Cambogia, i milioni di persone torturate e uccise.
Nel 1979 dopo quattro anni di soggiorno in Hong Kong va a vivere in Cina si muoveva come e' abituato a muoversi un occidentale, viaggia per il paese, da solo o con la famiglia. Il partito lo fa controllare ma lui sfugge spesso alla sorveglianza. Deve farlo perche vuole vedere la Cina come e' e non come gliela vorrebbero far vedere. Vede cosi' una Cina diversa da come appare in quel periodo sui giornali, affamata, povera, distrutta dal maoismo. Basta! Il partito non e' abituato a tanta liberta' individuale. nel 1984 lo fa arrestare, lo accusa di attivita' controrivoluzionarie viene arrestato, rieducato per un mese e quindi espulso definitivamente dal paese. Il tradimento del patrimonio del paese e del suo meraviglioso passato si trova in "La porta proibita", un libro publicato da Longanesi, molto critico sulla Cina post-maoista.
Nel 1981 scrive il libro "Olocausto in Cambogia" dove descrive il suo viaggio a Phnom Penh, dopo l'intervento vietnamita. In questo periodo' rischio' di essere condannato a morte mentre cercava di documentare la nuova Cambogia democratica. I Khmer Rossi volevano ucciderlo dopo il suo arrivo nella città di confine di Poipet, gli salvo' la vita la sua conoscenza della lingua cinese.
Terzani è stato accusato di aver deliberatamente ignorato le atrocità commesse dai Khmer Rossi per motivi ideologici, come corrispondente in Cambogia a metà degli anni 1970. Si è scusato quando i fatti divennero noti, circa 1980, e pubblicamente ha fatto ammenda per miopia sua e dei suoi colleghi.
Dopo l'espulsione dalla Cina, nel 1984, vive per un breve periodo a Hong Kong, poi si sposta a Tokyo dove rimase fino al 1990. Qui e' soggetto a una forte depressione e vive il suo peggior periodo professionale. Forse si era illuso che il Giappone fosse diverso e l'incontro con un paese ormai completamente dedicato al consumismo, dove le sole leggi che valgono sono quelle del mercato e che per questo ha abbondanato le sue tradizioni prima gli crea una violenta emozione, poi la conferma giornaliera lo prostra completamente. Dal Giappone comunque segue le vicende della rivoluzione contro Marcus nelle Filippine, senza pero' perdere di vista il Sudest Asiatico.
Nel 1988 lascia La Repubblica, a cui aveva collaborato fin dagli inizi e inizia a colaborare col Corriere della Sera.
Nel settembre 1990 lascia Tokyo e si trasferisce a Bangkok. Nel 1992 publica "Buona notte, signor Lenin" sul Il crollo del sistema sovietico. Nell'estate del 1991 alla notizia del golpe contro Garbaciov si precipita a Mosca e riesce a seguire in diretta il crollo dell'Unione Sovietica. Il libro è stato selezionato per "Thomas Cook Award", il premio inglese per la letteratura di viaggio.
Nel 1995 esce quello che e' forse il libro piu' noto, "Un Indovino mi disse", Terzani descrive i suoi viaggi in tutta l'Asia via terra e via mare, seguendo i consigli e l'avvertimento di un indovino di Hong Kong che gli aveva detto di evitare i viaggi in aereo per tutto il 1993. Naturalmente deve comuinicare questo cambiamento a Der Spiegel, dato che deve continuare a fornire notizie. Il giornale non ha niente da dire, lo stesso Terzani spieghera' piu' tardi cosa ha pensato di questo:
"Se si lavora per una grande rivista come questa, ci si può permettere pazzie, perché forse porteranno a qualcosa di diverso."
Un capitolo del libro è interamente dedicato a Ferdynand Ossendowski, viaggiatore polacco. Ryszard Kapuściński ha scritto su questo libro "Un grande libro scritto nelle migliori tradizioni del giornalismo letterario ... profondo, ricco e riflessivo". Terzani e Kapuściński hanno condiviso la stessa visione del giornalismo.
Nel 1994 si stabilisce a New Delhi, in India, con la moglie Angela, scrittrice, e i due figli. E' questo il paese che maggiormente influira' sul suo cammino spirituale.
E' nell'agosto 1996, interrompendo un rapporto durato 25 anni Terzani lascia Dier Spiegel e se ne va in pensione.
Nel 1997 a Terzani è stato conferito il "Premio Luigi Barzini all'inviato speciale".
Nel 1998 esce "In Asia" un libro a meta' strada fra la cronaca e la biografia. E' una raccolta dei suoi migliori scritti.
Nel 2002 ha pubblicato "Lettere contro la guerra," sull'l'intervento militare in Afghanistan e la guerra voluta dagli Stati Uniti contro il terrorismo. Il libro nasce come risposta alle invettive anti-islamiche pubblicate dalla giornalista e scrittrice italiana Oriana Fallaci sul quotidiano Il Corriere della Sera il 29 settembre 2001.Lo scritto è molto forte per il suo contenuto ed è respinta da tutti gli editori nel mondo di lingua inglese.
Da questo libro inizia un pellegrinaggio che lo porta a intervenire in diverse scuole e a congressi publici, questo e' anche il periodo in cui comincia a sostenere Gino Strada e Emergency.
Nel suo ultimo libro "Un altro giro di giostra" viene publicato nel 2004, Terzani parla della sua malattia un cancro allo stomaco che alla fine lo ha portato alla morte nel 2004, ma non prima di avere viaggiato e cercato attraverso paesi e civiltà, alla ricerca di una cura sia essa data dalla medicina occidentale o da quella alternativa e di una nuova visione della vita. E' il viaggio piu' difficile da lui intrapreso, alla ricerca di una trovata pace interiore che gli fara' accettare tranquillamente la morte.
Terzani passò i primi anni 2000 nel confinamento sul regione montuosa dell'Himalaya, in una piccola capanna che affittava per meditare e lavorare sui suoi libri. Ha solo raramente visitato la sua famiglia in Italia, ma ha dovuto desistere dal suo isolamento, quando la sua malattia avanzava troppo. Tornato in Italia, trascorse gli ultimi mesi della sua vita con la moglie e il figlio in Orsigna, un piccolo villaggio tra le montagne dell'Appennino in provincia di Pistoia che egli considerava "il suo vero, ultimo amore".
Terzani passo' in un altro corpo il 28 luglio 2004, a 66 anni. I suoi ultimi ricordi sono registrati in un'intervista per la televisione italiana dal titolo "Anam", una parola indiana che significa letteralmente "colui senza nome", un appellativo che gli era stato dato nel corso di una esperienza in un ashram in India.
Il suo libro testamento "La Fine e il mio inizio" e' stato scritto con il figlio Folco e publicato postumo nel marzo 2006, ha venduto 400.000 copie in 4 mesi. Il tema della New Age è stato attaccato da fonti cattoliche romane, come il quotidiano Avvenire. Tuttavia, Terzani in Un Altro giro di giostra è scettico circa la New Age.
Alltro libro di Terzani uscito pstumo e' "Fantasmi - Dispacci dalla Cambogia".
Terzani è il soggetto di un film 2011, basato sul suo ultimo libro, "La fine è il mio nuovo inizio", rappresenta i suoi ultimi giorni, nell'estate 2004, quando ha ceduto al cancro, i giorni in cui racconta al figlio Folco le avventure della sua vita, i suoi viaggi, e le sue opinioni filosofiche sulla vita e la morte. Il ruolo del malato in pensione Terzani, che vive tra le montagne della Toscana vestito e curato, proprio come un sadhu indiano, è interpretato dallo svizzero-attore tedesco Bruno Ganz e il figlio dall'attore italiano Elio Germano. Il film ha ricevuto recensioni positive nella stampa europea.
I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue: tedesco, francese, polacco, spagnolo, portoghese, olandese, turco, sloveno, giapponese, cinese, russo, ungherese e dagli editori provenienti di India (inglese), Thailandia (in inglese), Brasile (portoghese) e Argentina (spagnolo).
Terzani conosceva bene il contesto storico e politico asiatico, ma aveva anche un profondo interesse per gli aspetti filosofici della cultura del continente. Anche se non credente, ha sempre cercato nei suoi viaggi gli aspetti spirituali dei paesi che si visitano. La penetrazione dei valori materialistici occidentali nelle societa' asiatiche in precedenza caratterizzate da un forte spiritualismo dominante e' cio' che ha caratterizzato la sua carriera. La disponibilità cinese a sacrificare tutto per fini economici, la mania giapponese per la crescita, il tradimento delle promesse della rivoluzione vietnamita, l'unità indiana di acquisire armi nucleari e il flirt pericoloso del mondo islamico con la jihad sono tutti gli aspetti dello stesso degrado che lui descrive.

Sito Ufficiale di Tiziano Terzani su Internet: http://www.tizianoterzani.com/



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