domenica 4 settembre 2011

Singhakraiphob.

C'era una volta un re chiamato Innumart che governava la citta' di Konja. Il re aveva una moglie chiamata Chanthorn. La coppia reale governava la citta' senza avere un erede che succedesse al trono.
In quel tempo nel mare attorno alla citta' c'era una banda di pirati che attaccava e saccheggiava le navi, poi andava a nascondersi su un'isola. Non c'era nessuno che potesse catturarli o sconfiggerli cosi le persone vivevano sotto una costante paura di essere attaccate dai famosi pirati.
Un giorno i pirati rubarono una nave da carico, il loro leader prese la moglie del proprietario della nave come propria moglie. I due vissero insieme fino a che non ebbero un figlio. Sembro' che la nascita del bambino portasse fortuna ai pirati che da quel momento ebbero successo in tutte le imprese che tentavano, riuscivano ad attaccare sempre le navi coi migliori carichi a razziare i palazzi con le maggiori ricchezze, cosi' diventavano sempre piu' ricchi. Il capo dei pirati continuo' a derubare le sue vittime fino a che il bambino non raggiunse l'eta' di sette anni. La popolazione era stanca della costante minaccia alle loro  vite e alle loro proprieta' cosi' mando' una lagnanza al re che mando' soldati per sopprimere i pirati e i loro complici. Tutti i pirati furono uccisi, solo il figlio del capo riusci' a salvarsi. I soldati lo portarono davanti al re che subito sviluppo' una particolare simpatia per lui e volle adottarlo come figlio.
I suoi consiglieri e gli ufficiali anziani provarono a protestare contro questa decisione portando ad esempio il cattivo sangue di suo padre, il re non ascolto' nessuno di loro dato che pensava e lo disse che il ragazzo era innocente. Adottando il ragazzo il re gli diede il titolo di principe e il nuovo nome di Kongkapralai che significa "venuto dal mare". Quando il ragazzo raggiunse l'eta adulta il re lo nomino' vicere' e costrui' per lui un palazzo senza sapere che in futuro il figlio che aveva adottato avrebbe portato grande miseria sia a lui che ai suoi sudditi.
Sfortunatamente piu' il principe cresceva piu' diventava crudele. Si comportava in modo conforme all'antico proverbio thai che dice: "E' molto difficile domare la prole di una tigre o di un coccodrillo". Di notte il principe si travestiva spesso in una persona comune e guidava i suoi bravi a molestare l'innocente popolazione.Arrivo' il tempo per la coppia reale di avere il proprio figlio, una divinita' maschile volle nascere nel grembo della regina. Una notte la regina sogno' che il sole cadeva, essa lo afferrava e lo inghiottiva ma subito un witthayathorn, un tipo di divinita' il cui rango e' minore di quello della divinita' che vivono nell'Himalaya e il cui compito e' di prendersi cura del Dio Shiva, venne ad aprirle il petto e porto' il sole lontano da lei. Gli astrologi predissero che la regina avrebbe avuto un figlio che avrebbe avuto grandi meriti ma la coppia reale avrebbe avuto una cattiva fortuna nei tre mesi successivi  dato che il figlio tanto amato avrebbe creato loro cosi' tanti problemi da farli allontanare dalla citta'. Inoltre dopo la nascita del figlio essi sarebbero stati separati da lui ma tutto sarebbe finito bene e si sarebbero riuniti felicemente.
Dopo aver ascoltato questa predizione re Innumart si innervosi' moltissimo e chiese una soluzione ma gli astrologi insistettero che non c'era soluzione che questo era il loro destino La regina piu' tardi rimase in stato interessante. Tutti erano felici escluso il figlio adottivo la cui gelosia aumento' giorno dopo giorno, cosi' porto' i suoi uomini ad assediare la capitale. e chiese l'espulsione del re e della regina cio' giusto perche' pensava che il nascituro lo avrebbe reso insignificante agli occhi di tutti dato che egli non era il vero figlio della coppia reale. Cosi' voleva la citta' per due motivi, non perdere il trono e vendicarsi di re Innumart che aveva condannato a morte il suo vero padre
In mezzo alla confusione che si abbatte' sulla capitale il re disse a tutti di scappare pensando a salvare la propria vita. Sebbene il re e la regina tentassero di raggiungere un compromesso il principe Kongkapralai non volle ascoltarli.
Prostata da grandi sofferenze la coppia cadde al suolo e perse coscienza. Preso da simpatia per loro il dio Indra venne a liberarli e li porto' in una lontana foresta e li lascio' alle cure di altre divinita'.
Alla sera il cattivo principe riusci' a prendere pieno controllo della capitale e si arrabbio' moltissimo non trovando la coppia reale di cui intendeva vendicarsi. Proclamo' se stesso nuovo re e impose una legge ferrea e crudele per tenere a freno i nuovi sudditi.
Mentre camminava nella foresta con la moglie il re pensava all'ingratitudine di quel figlio adottivo e agli avvisi di consiglieri e ufficiali anziani che volevano impedirgli di adottare il figlio del pirata. Era amareggiato nel vedere il suo regno caduto nelle mani di un tiranno, tuttavia era contento di essere rimasto vivo. il re e la regina rimossero tutti gli oggetti di valore dal loro corpi e li posero in una borsa, si vestirono da persone ordinarie e si diressero verso un villaggio, per la strada incontrarono dei cacciatori.
Quando fu loro chiesto, dai cacciatori, il re e la regina risposero che venivano dalla citta' di Mithila e si erano persi nella foresta. Preso da una forte simpatia per loro uno dei cacciatori di nome Perg invito' la coppia a stare con la sua famiglia. Mentre stava con il cacciatore la coppia lo aiuto' svolgendo diversi lavori che mai aveva svolto prima perche' ci pensavano i loro servitori.
Arrivo' il tempo per la regina di dare alla luce il bambino. Al momento della nascita ci fu una gran tempesta con molti tuoni e fu come che qualcuno avesse agitato violentemente la terra. Il rumore provocato dal grande fenomeno naturale fu udito da un bramino di nome Wirunchai che era un grande scienziato della citta' di Mithila. In quel periodo egli era gravemente ammalato ma si fece forza, consulto' i suoi libri e subito capi' le cause di quegli avvenimenti. Cosi' chiamo' suo figlio, un ragazzo di 12 anni di nome Thepchinda, vicino al suo letto e gli disse di andare a sudovest e cercare un ragazzo che aveva grandi meriti, doveva fare in modo che quel ragazzo diventasse il suo rifugio per il futuro. Dopo aver dato al figlio un testo in cui era predetto il carattere del grande uomo, il bramino mori' tranquillamente.
Dopo la cremazione del padre, Tepchinda lascio' la casa alle cure dei suoi servi e comincio' a cercare il grande uomo indicato dal genitore. Dopo dieci giorni di viaggio raggiunse la capanna della coppia che era al lavoro nei campi e aveva lasciato il bambino nella capanna da solo. Avendo sentito il pianto del bambino il ragazzo comincio' a cercare finche' vide il bambino nella capanna. Dopo aver esaminato il carattere del bambino egli seppe che corrispondeva perfettamente a quello descritto nel libro datogli dal padre. Cosi' consolo' il bambino. lo prese fra le braccia e si diresse verso la citta' di Mithila.
Mentre camminava nella foresta Thepchinda, con il bambino fra le braccia si perse e capito' nell'area controllata da un gigante di nome Phinthumarn. Il gigante era stato posto dal dio Indra a guardia di una grotta di vetro dove crescevano particolari erbe sacre. Il gigante possedeva un magico potere che poteva essere usato solo nell'area stabilita dal dio Indra, al di fuori di quest'area il gigante perdeva il potere.
Quando vide il gigante il bambino si mise a piangere in modo forte, il ragazzo lo nascose allora fra gli arbusti. Il gigante li vide e disse loro di uscire altrimenti li avrebbe mangiati entrambi. Dopo aver visto il bambino e il ragazzo ne rimase affascinato e decise di adottarli come figli, disse loro che non aveva nessuna intenzione di mangiarli se fossero stati d'accordo su questo. Tepchinda non aveva alternative e accetto' la proposta senza porre alcuna condizione. Il gigante ne fu felice e porto' il bambino ad alimentarsi col latte di una leonessa che era sua amica. In questo modo il bambino guadagno' la forza di un leone. Cosi' i due ragazzi vissero col gigante che si prendeva cura di loro. Piu' tardi il gigante chiamo' il bambino Singhakraiphob che significa "Bravo come un leone" e gli insegno' tutti i tipi di conoscenze che possedeva.
Un giorno quando Singhakraiphob raggiunse l'eta' di 14 anni il gigante disse ai due ragazzi di prendersi cura della grotta dato che doveva andare a sorvegliare cosa accadeva nella foresta. Istrui' entrambi a non entrare nella stanza interna. Quest'istruzione del gigante accese pero' la curiosita' di Singhakraiphob che persuase il riluttante Thepchinda ad infilarsi nella stanza che era molto grande e bellissima. Nel mezzo della stanza c'era uno strano albero che sembro' loro bellissimo e le cui foglie avevano vari colori.
Senza ascoltare l'avvertimento di Thepchinda Singhakraiphob prese una foglia rossa e la mangio', Thepchinda esito' ma poi decise di imitarlo. In poco tempo i corpi dei due ragazzi si trasformarono in quelli di due Naga, un serpente mitico. Si spaventarono moltissimo e non sapendo piu' cosa fare, cominciarono a piangere e a gridare. Tornato dalla foresta il gigante non trovo' i figli adottivi, si mise a cercarli e trovo' i due naga che piangevano. Capi' la situazione e li brontolo' entrambi per non aver ubbidito balle sue parole. Egli poi prese dell'acqua da una depressione, un buco sulla superficie di una roccia, comincio' a bagnare i corpi dei naga e disse loro di berla. In un momento i due naga sparirono, trasformandosi, e tornarono i ragazzi.
Da quel giorno Singhakraiphob fu affascinato dal miracolo della sacra pianta e volle provare di nuovo, ma come prima cosa prese l'acqua dalla depressione per usarla nel suo esperimento. Accompagnato da Thepchinda, Singhakraiphob entro' nella grotta e mangio' una sacra foglia dal sacro albero, questa volta bianca, si trasformo' in una scimmia. Dopo aver bevuto l'acqua torno' normale. Prese allora una foglia gialla che trasformo' il suo corpo in oro, un'altra volta dopo aver bevuto l'acqua benedetta torno' normale.
Piu' tardi Thepchinda racconto' a Singhakraiphob l'intera storia su come erano arrivati a vivere col gigante ma menti' dicendo che essi erano fratelli i cui genitori erano morti tanto tempo fa. Dopo aver conosciuto la verita' Singhakraiphob convinse Thepchinda a scappare dal gigante, una sera quando il gigante ando' a dormire i due ragazzi mangiarono le sacre foglie, si trasformarono in due pappagalli e volarono dalla grotta dritti verso la citta' di Mithila.
Svegliatosi e non trovando i figli adottivi il gigante vide solo alcune foglie cadute dall'albero, grazie alla sua grande forza il gigante riusci' a raggiungere i due ragazzi trasformati in pappagalli e li prego' di tornare alla grotta, i ragazzi insistettero che volevano partire. Con le lacrime agli occhi per il dolore il gigante ebbe un attacco di cuore e mori'. Provando affetto per quell'essere con cui erano vissuti tanto tempo ne cremarono il corpo e gli rivolsero l'ultimo tributo prima di riprendere il loro cammino.
Thepchinda porto' Singhakraiphob nella sua vecchia casa e disse a tutti di non dire a Singhakraiphob che in realta' non erano fratelli. Tuttavia uno degli amici di suo padre, che era anche un bramino, non a conoscenza del fatto che l'amico era morto, venne in visita. Il bramino fu sorpreso nel vedere Singhakraiphob e chiese chi fosse, Thepchinda rispose mentendo che il giovane uomo era il suo fratello piu' giovane. Il bramino non gli credette e biasimo' Thepchinda perche' le menzogne violavano le regole dei bramini che dicevano sempre la verita'. Singhakraiphob udi' cio' che i due si dicevano cosi' chiese la verita' a Thepchinda che era ancora riluttante a dirla.
Un giorno mentre Thepchinda era lontano Singhakraiphob corruppe un servo che disse che non sapeva un gran che ma era sicuro che per molto tempo Thepchinda era stato l'unico figlio del bramino chiamato Wirunchai.
Con questo solo indizio nella testa Singhakraiphob si mise alla ricerca dei suoi veri genitori. Segretamente lascio' la casa trasformandosi in un bramino poi mangio' una foglia verde del sacro albero e si trasformo' in un pappagallo che volo' diritto in cielo. Essendo pero' arrivato per lui il tempo di avere una ragazza una divinita' lo ispiro' a volare alla citta' dei demoni chiamata Maran, che era governata da un re demone chiamato Chaturapak, questo re aveva una moglie chiamata Monthawadi. La loro adorata figlia, di nome Sroisuda, se ne stava tranquillamente in giardino. Il pappagallo, Singhakraiphob, vide la bella principessa e si innamoro' di lei. Le ando' vicino e ammiro' la sua bellezza. Il pappagallo parlante piacque alla principessa che lo invito' ad andare a vivere a palazzo. Vivendo con la principessa il pappagallo dovette rivelare chi veramente era, si trasformo' in un essere umano, amoreggio' con lei e infine ne vinse il cuore.
la coppia inizio' a vivere segretamente insieme come marito e moglie. Con l'aiuto delle foglie dell'albero sacro, durante il giorno Singhakraiphob si trasformava in un pappagallo e solo di notte si rivelava per quell'affascinante uomo che era. I due vissero insieme fino a che la principessa non rimase in stato interessante. Singhakraiphob a quel punto la convinse a fuggire con lui altrimenti il padre di lei avrebbe sicuramente punito entrambi. Al tramonto Singhakraiphob mangio' tre foglie dell'albero sacro e si trasformo' in una scimmia, recito' poi una parola magica che gli avrebbe dato il potere di volare, poi tenendo la principessa fra le braccia se ne volo' via.
Il re dei demoni mando' i suoi uomini a catturare la coppia ma tutti furono sconfitti da Singhakraiphob.
Mentre la coppia stava dormendo nella foresta un whittayathorn, un tipo di divinita', vide la principessa e si innamoro' di lei, tento' di rapirla ma la principessa uso' un trucco per eliminarlo. La coppia continuo' il suo viaggio per un po' fino a che non si trovo' di fronte il padre della principessa. Il re dei demoni era furioso, fu capace di riprendersi indietro la figlia ma non riusci' a catturare Singhakraiphob.
Nello stesso tempo Thepchinda ritorno' a casa e non trovo' Singhakraiphob, provo' a cercarlo, tutto fu vano, penso' allora di cercare i genitori di lui. Giro' un po' ovunque chiedendo se qualcuno conosceva due genitori che avevano perso il loro bambino. Ma messuno sembrava conoscerli, incontro' pero' la moglie del cacciatore che aveva ospitato la coppia reale. La donna gli disse che conosceva un re e una regina che avevano sofferto a lungo e avevano perso un bambino. La coppia era ora tornata a governare il suo regno dopo che cortigiani e soldati fedeli, stanchi della tirannia della persona che aveva usurpato il trono lo avevano ucciso. Cosi' Thepchinda ando' alla citta' di Konja, incontro' i sovrani e racconto' loro l'intera storia mostrando l'anello che era appartenuto a Singhakraiphob. Thepchinda passo' altri tre mesi in cerca dell'amico e quando lo trovo' gli racconto' dei suoi veri genitori che stavano aspettando il suo ritorno. Singhakraiphob voleva riprendersi prima la moglie ma Thepchinda gli ricordo' la gratitudine verso i genitori. Alla fine Singhakraiphob acconsenti ad andare ad incontrarli, essi furono felicissimi di vederlo, lo accolsero con amore e gli offrirono il trono e designarono Thepchinda vicere'.
Pur circondato da servi e da bellissime donne il nuovo re era ancora infelice dato che ricordava in continuazione sua moglie. I suoi genitori erano addolorati da quella situazione e provavano simpatia per lui, cosi' mandarono un messaggio con delle offerte al re dei dermoni chiedendogli la mano della figlia per il proprio figlio. In quel periodo la principessa Sroisuda aveva dato alla luce un bel bambino che era stato chiamato Ramwong e aveva in quel momento circa un anno. Il re rifiuto' la proposta di matrimonio che anzi intensifico' la sua rabbia dato che faceva in modo che lui perdesse la faccia, cosi' guido' il suo esercito contro re Singhakraiphob che tento' di calmare il suocero senza successo, a questo punto Singhakraiphob non sapeva piu' cosa fare e penso' anche di uccidere l'altro re. Intervenne la regina dei demoni che disse a tutti di dimenticare il passato e per quanto la riguardava lei si sentiva una nonna felice. Dopo che la situazione fra le due citta' si fu normalizzata, Singhakraiphob disse a suo figlio di stare nella citta' di Maran mentre lui e la madre sarebbero andati a governare il loro regno. Cosi' la storia finisce con tutte le persone buone felici e contente.

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