martedì 8 gennaio 2013

Riti di consacrazione.

In fondo niente di dissimile da cio' che si puo' trovare nella religione cattolica. Noi come loro abbiamo i nostri riti di consacrazione e gli stessi oggetti che servono ai sacerdoti per dire messa: mi riferisco alle ostie e al vino restano solo semplici oggetti fino a che non vengono consacrati e trasformati nel corpo e nel sangue di Cristo.
Riti simili, di consacrazione, ci sono anche nella religione buddista. Le immagini di Buddha, gli edifici all'interno di un complesso templare, gli elementi atrchitettonici come i chofa, gli amuleti, i pa yan e molti altri oggetti devono sottostare ad alcuni riti o cerimonie per essere consacrati. Senza queste cerimonie, come e' per le ostie e il vino, essi sono solo oggetti od edifici normali.
Al livello piu' basso del processo che serve a rendere qualcosa sacro c'e' il pluk sek che e' quanto fa un monaco quando da una piccola immagine di Buddha a un laico, egli la porta vicino alla bocca e mormora alcune parole in pali, soffiando poi dolcemente sull'immagine, altrimenti puo' idealmente disegnare un yan sull'immagine di Buddha o sull'amuleto con le dita della sua mano destra mentre dice qualche parola in pali.
Dall'altra parte la piu' eleborata forma di cerimonia per rendere qualcosa sacro e' generalmente conosciuta col nome di phuttapisek o se si tiene all'interno di una celebrazione piu' grande come l'annuale festival del wat prende il nome di somphot.
La forma esatta con cui questa cerimonia si svolge puo' cambiare da luogo a luogo e da occasione a occasione ma le sue caratteristiche principali sono costanti. Questo e' sicuramente il piu' suggestivo ed elaborato rito che un visitatore puo' vedere in Thailandia ma le probabilita' di potervi assistere sono molto rare.
L'evento si terra' in una data che sia di auspicio e sara' largamente publicizzato, specie se sara' un somphot, questa publicita' e' dovuta anche al fatto che piu' persone parteciperanno piu' forte sara' il legame sacro. Monaci sono chiamati da tutte le aree circostanti e i monaci con esperienza sono particolarmente apprezzati.
A uno dei monaci piu' noti sara' chiesto di tenere un sermone mentre a una persona laica di alto status come un governatore provinciale, un ministro governativo, o un deputato sara' chiesto di presiedere la cerimonia. Le persone laiche sono invitate a portare i loro oggetti preziosi cosi' essi possano godere dell'intensa benedizione.
Il wat sara' stato preparato accuratamente in anticipo cosi' che tutte le immagini di Buddha possano partecipare alla benedizione ma anche perche' cosi' facendo la piu' grande quantita' di acqua benedetta puo' venir prodotta. Tutto cio' che puo' far parte della benedizione deve essere raggiungibile col sai sin, il sacro filo di cotone bianco, che al suo inizio sara' collegato alla principale immagine di Buddha. Questo significa che all'esterno dell'ubosot c'e' una vasta ragnatela di sai sin che include tutti quelli che hanno preso gli otto precetti, le loro macchine e motociclette sono state portate nell'area del wat per essere benedette, come d'altronde benedetta sara' l'intera zona.
I riti iniziano con una cerimonia bramina che si svolge all'esterno dell'ubosot per chiamare le creature celesti a proteggere l'area. I laici: uomini, donne, bambini che partecipano sono vestiti in bianco e hanno preso gli otto precetti. Di fronte a questi un monaco anziano, normalmente un Chao Kana Changwat terra' un sermone. I laici faranno poi offerte a questo monaco. Le persone laiche che presenziano alla cerimonia cominceranno ad accendere le sante candele sia nell'ubosot che nell'area circostante.
L'intera Sangha che partecipa salmodia i dieci barami del Buddha quando egli viene giu' dal paradiso per rinascere. Offerte sono poi fatte ai monaci da persone laiche.
Dentro l'ubosot un monaco con grande esperienza in meditazione siedera' tutta la notte, in meditazione di fronte alla principale immagine di Buddha. Quattro altri monaci siedono di fronte al Buddha ma ai quattro punti cardinali, guardando un posto. Questo gruppo di monaci sara' sostituito quattro o cinque volte nel corso della notte. essi salmodieranno in continuazione esclusi i pochi minuti fra un cambio e l'altro. Questi monaci richiedono uno speciale addestramento in quanto si tratta di un modo particolare di salmodiare, devono essere monaci che hanno passato nel monacato almeno cinque phansa.
All'esterno dell'ubosot le persone laiche che vestono di bianco, ubasok e ubasika, salmodiano tutta la notte. Essi cantano "Le Riflessioni sulla Triplice Gemma" 108 volte con nove intervalli fra ciascun gruppo di 12 ripetizioni. Le Riflessioni sulla Triplice Gemma" sono formate da 108 parole, 38 si riferiscono al Buddha, 14 al Dhamma e 56 al Sangha. Le persone laiche che eseguono questo salmodiare sono usualmente divise in tre gruppi, cosi' ciascun gruppo salmodia tre volte. Tutti si tratteranno tutta la notte. Quando le persone laiche hanno completato le 108 ripetizioni un gruppo di monaci salmodiera' la Metta Sutta e poi la Sutta conosciuta come "L'Apertura degli Occhi".
Questo completa la cerimonia.


  
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