venerdì 24 gennaio 2014

Allah vietato alle minoranze (un articolo di Francesco Tortora).

Un articolo di Francesco Tortora in data 09/01/2014.

Malaysia, Cristiani e Islamici
Allah vietato alle minoranze
Il tema è nelle mani dell’Alta Corte di Giustizia 
per decidere sulla sua costituzionalità
Vi è calma in Malaysia. Ma si tratta solo di calma apparente, gli osservatori di cose malesi sanno bene che il fronte religioso nazionale è tutt’altro che chiarito nei suoi contorni. Certo, non vi sono manifestazioni di protesta o atti vandalici meritevoli di essere menzionati nei pressi delle chiese cattoliche, almeno così è stato nell’ultimo fine settimana trascorso ma è altrettanto vero che le animosità tra le varie componenti religiose in Malaysia sono molto probabilmente tutt’altro che sedate.
In verità, un po’ tutti in Malaysia – e non solo gli osservatori dell’andamento della società civile – sono ormai ardentemente desiderosi di un quadro normativo che chiarisca le vicende relative al diritto di espressione religiosa e di credo, tutte tematiche si trascinano da anni e con incerti destini. La gran parte dei cittadini malesi di estrazione islamica affermano che si tratti di tematiche di acquisizione abbastanza recente nella Penisola Malese, come il divieto per i non-islamici di usare la parola “Allah”, fatto ritenuto recentissimo. Ma che recentissimo è solo in apparenza, a dire il vero, in quanto si tratta di un atto giuridico che retrodata al 2 dicembre 1981. Accadde con la pubblicazione di Al-kitab, la Bibbia stampata in Malaysia in Bahasa e che fu bandita basandosi sul fatto che la Bibbia in lingua malese era “pregiudizievole per gli interessi nazionali e la sicurezza della Federazione” così che fu deciso che la pubblicazione in quella forma e lingua era “bandita sull’intero territorio nazionale della Malaysia”. Negli anni successivi s’è assistito sia a misure applicative blande della legge mentre in altri momenti vi sono state restrizioni aggiuntive. In generale –in ambito governativo – si è concesso alla componente cristiana di avere qualche incertezza andando a verificare però – volta per volta – come i cristiani stessi applicassero certe parole arabe, per evitare di mandare in confusione poi gli stessi islamici mischiando il linguaggio corrente usato sia dagli islamici sia dalla stessa società malese nella sua interezza.

In pochi si è stati correttamente informati in modo esaustivo su questa materia alquanto complessa soprattutto in merito alle conoscenze relative ai principi giuridici applicati in sede federale circa l’uso di parole arabe da parte di non-islamici. Ma fin dal 2007, quando la pubblicazione cattolica The Herald ha portato la materia relativa al bando di usare la parola Allah fino all’Alta Corte di Giustizia, dopo aver ricevuto varie raccomandazioni e lettere contenenti resoconti personali, si sono create delle astiosità e si è aperta definitivamente una frattura una tra islamici e cattolici nella Nazione tutta. (Per la notizia completa di Francesco Tortora vedi l'articolo sull'Indro).

Francesco Tortora e' l'autore di "Da Thaksin a Yingluck: la Saga dei Shinawatra", il suo ultimo libro  e dei precedenti "Note asiatiche", "Asian Diary. Storie di popoli e di individui nei Paesi dove sorge il sole", "Livin' in BKK. Everyday Life in Bangkok between Modernism and Tradition". per una sua breve biografia vedi: "Il mio diario - Francesco Tortora". Francesco Tortora e' il corrispondente asiatico dell'Indro.






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