Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

mercoledì 20 giugno 2012

Jeremias van Vliet (1602 c.-1663 Mercante, viaggiatore. Olandese).

Vakantie Thailand 2009.
Jeremias van Vliet nacque intorno a 1602 a Schiedam, Olanda, come il piu' giovane di 5 figli di Eewout Hubybrechtszoon e di Maritage Cornelisdochter van Vliet, due cittadini benestanti della citta'. Dopo aver tentato per conto proprio vari lavori, tutti senza successo. Jeremias, nel 1628 decide di seguire gli esempi dei suoi due fratelli piu' anziani e si iscrisse nella Compagnia Olandese delle Indie Occidentali. Con questa idea nel maggio di quell'anno Jeremias si imbarco' sulla Het Wapen van Rotterdam "Le Armi di Rotterdam" come assistente che faceva rotta verso Batavia, l'odierna Jakarta. Dopo un lungo viaggio attorno al Capo di Buona Speranza e attraverso l'Oceano Indiano vi arrivò nel febbraio del 1629.
Dopo pochi mesi in Batavia, Van Vliet, nel giugno 1629, fu inviato in Giappone, assegnato a uno squadrone al comando di Willem Janzs, uno dei piu' esperti comandanti della Compagnia. che era stato mandato in Giappone perche' risolvesse le difficolta' che erano sorte fra la Compagnia e il Bakufu, un governatore del Giappone. Qui Jeremias staziono' al posto commerciale di Hirado, un luogo importante che dava alti profitti. Qui lavoro' per i tre anni passando dal ruolo di assistente a quello di giovane mercante. Imparo' il mestiere facendosi le ossa e imparando come si svolgevano i traffici fra Giappone, Taiwan e Siam, Sempre in questo periodo vide l'intensificarsi delle persecuzioni che il Giap[pone portava contro i cristiani e conobbe le persone che nel tempo sarebbero saliti a ruoli importanti all'interno della Compagnia. Nel gennaio 1633 era di nuovo in Batavia. Qui sali' ancora di piu di rango e passo' a quello di mercante, fu poi assegnato al mercante anziano Joost Schouten, che era stato da poco nominato direttore dell'ufficio commerciale a Ayutthaya, la capitale del Siam, diventando il suo vice. In quel momento Batavia aveva deciso grandi investimenti in Siam dato che era diventato evidente che questo paese poteva diventare un grande esportatore di pelli di cervo e legno duro che erano sicuramente alcune delle merci chiavi che potevano aprire le porte del ricco Giappone che era disposto a pagarle in oro e argento. Schouten e Van Vliet partirono per a Ayutthaya con la nave Delft, li avrebbero dovuto creare una postazione commerciale permanente. Nel 1634, dopo aver affrontato grandi spese, a sud della citta' si trovava un nuovo edificio in pietra a due piani che era il magazzino e la sede della compagnia.
Qui van Vliet assisteva Joost Schoutenb ma piu' spesso ne faceva le funzioni ed agiva egli stesso come direttore dato che Schoutenb era spesso via, richiamato a Batavia.
Fu durante uno di questi periodi in cui fungeva da direttore che si scateno' il famoso incidente del tempio. Era il 10 aprile 1636 e un gruppo di lavoratori della postazione commerciale di Ayutthaya della Compagnia Olandese delle Indie Orientali ubriachi profanarono uno dei piu' sacri templi di Ayutthaya, un atto di vandalismo che fece arrabbiare re Prasat Thong che ordino' che essi fossero condannati a morte utilizzando elefanti.
Questo momento fu terribile per van Vliet che per salvare la vita delle prersone che lavoravano per lui dovette accettare tutte le condizioni imposte dal re. Oltre a dover firmare un accordo scritto in cui si faceva personalmente responsabile per il futuro comportamento dei suoi lavoratori. dovette partecipare a una publica cerimonia al palazzo del re in cui fu obligato a porgere publiche scuse al sovrano per il comportamento dei suoi sottoposti e a promettere che in futuro solo persone di buone maniere sarebbero state mandate in Siam. A far tutto questo van Vliet fu in pratica obligato, il re fin dal 10 dicembre aveva messo suoi uomini a sorvegliare la postazione militare e nel fiume Chao Praya stazionavano navi da guerra, van Vliet aveva bisogno di manodopera thai per svolgere il proprio lavoroma il re aveva proibito a qualsiasi siamese di rifiutare quel lavoro. Van Vliet si appello' ad alti nobili del palazzo ma tutti gli davano la stessa risposta perche' fossero tolte tutte le restrizioni egli doveva comportarsi come sopra. Inoltre l'incidente costo' una gran quantita' quantita' di soldi per stoffe indiane, oro e gioielli, regali che dovettero essere fatti alle persone piu' importanti il maestro del porto, il cambellano, il principe ereditario, lo stesso sovrano.
In tutta questa faccenda nessuno capiva il comportamento del re, tutti ne erano stupiti. E' vero il comporta di quegli uomini era stato sacrilego ma non fino ad arrivare al puinto di condannare degli uomini a morte e far cessare il commercio della compagnia in Siam. Ci doveva essere qualcos'altro dietro. Molto probabilmente per capire quel comportamento occorreva indagare su cosa era successo prima.
Qualche tempo prima dell'incidente del 10 dicembre il 17 settembre 1636 Schoutenb aveva portato un ufficiale dell'ambasciata dei Paesi Bassi da re Prasat Thong. Schoutenb aveva risalito il Chao Phraya con due grandi navi ognuna contenente sui 200 uomini. Nel giorno stabilito le navi erano sbarcata ad Ayutthaya con una guardia di 100 uomini completamente armati. L'ufficiale doveva essere ricevuto da Prasaqt Thong con grande pompa e circostanze e l'ambasceria doveva consegnare al re una lettera di Frederick Henry in cui il principe si soffermava a considerare le buone relazioni fra i Paesi Bassi e il Siam. Inoltre oltre a consegnare al re molti rari e costosi doni mandati dal principe, Schoutenb diede al re una lettera del nuovo designato governatore generale delle Indie: Antonio van Diemen.. La lettera era scritta in un modo tale che non era per niente consono per rivolgersi al re del Siam. Quella lettera rivolta a un sovrano non poteva che sembrare un'offesa. Durante la grande e fastosa cerimonia van Vliet lesse la tettera al sovrano di fronte a tutti i mandarini e ai cortigiani. Il re rimase impassibile all'esterno, ma era evidente che si sentiva profondamente offeso da porele che non potevano provocare altro e sicuramente dentro di se comincio' a pensare vendicare quell'offesa e rivalersi sul nuovo direttore generale. Cosi' il 10 dicembre quando uomini olandesi ubriachi violarono la santita' di un luogo sacro gli offrirono l'opportunita' che aspettava da mesi.
Quando il governatore generale van Diemen ritorno' nell'agosto del 1637 da una campagna militare nelle Molucche trovo' il rapporto di van Vliet e capi' cosa era successo in Siam, rimase semplicemente oltraggiato e sorprendentemente l'oggetto della sua rabbia fu lo sfortunato van Vliet che in ogni senso si trovo' fra l'incudine e il martello. In una lettera del 4 settembre 1637 van Diemen negava a van Vliet la promozione dicendogli che poteva ritenersi fortunato di avere il grado di mercante, richiamandolo a Batavia per spiegare se stesso e prendersi una severa lavata di capo. Si intrattenne poi a spiegare a van Vliet come avrebbe dovuto agire e gli diede un sacco di bistruzioni su cosa doveva fare prima di tornare a Batavia. Fra queste mettere in catene i due giovani assistenti che aveva causato gli indenti del 10 dicembre. Doveva poi assicurarsi che i due, incatenati insieme, fossero apertamente portati, di fronte a tutti i siamesi alla nave Leyden, in modo che il re e i dignitari di corte venissero a saperlo.
Se i thailandesi avessero chiesto qualcosa doveva solo dire che avevano ricevuto ordini dal governatore generale di mandarli a Batavia. Allo stesso tempo doveva informare gli ufficiali della nave che appena la nave fosse salpata i due dovevano essere liberati dalle catene e lasciatiati liberi. Ancora van Vliet doveva incontrarsi col Berckelang per dirgli che il direttore generale era estremamente dispiaciuto sia per il modo in cui il re aveva trattato il suo popolo che per lo stazionamento delle guardie di fronte alla postazione commerciale, come se li ci fossero ladri e villani per questa ragione egli non aveva mandato al re la consueta lettera e i doni. Il re doveva anche sapere che sotto nessuna condizione il governatore generale avrebbe permesso che uno dei suoi sudditi fossero sottoposti alle leggi e ai costumi del Siam che la compagnia solamente aveva amministrazione giudiziaria sul suo popolo, che se il re avesse nuovamente istituito tali intollerabili procedure contro la sua gente l'alleanza coi Paesi Bassi sarebbe giunta alla fine e la compagnia avrebbe ritirato la sua postazione commerciale dal Siam e avrebbe cessato di investire nel paese. Infine doveva riferire al Berckelang che lui doveva recarsi a Batavia per apparire di fronte al governatore generale e riferirgli di persona. . .
Sebbene sembri alquanto improbabile che van Vliet si sia incontrato con Berckelang, i mandarini e lo stesso Prasat Thong dovevano aver avuto sentore che il governatore generale intendeva porre fine alle relazioni fra la compagnia e il Siam, per questo quando van Vliet parti' nel febbraio 1638 gli consegnarono lettere conciliatorie del re e del Berckelang in cui auguravano a van Diemen una lunga vita, gli auguravano vittoria contro il nemico e gli assicuiravano che essi desideravano mantenere la lunga amicizia con il re d'Olanda e il governatore generale.
Quando arrivo' a Batavia nell'aprile 1638 fu sicuramente un sollievo per van Vliet sapere che il governatore era lontano, impegnato in un'altra campagna contro le Molucche, dove si desiderava stabilire un monopolio commerciale. Attese il ritorno di van Diemen pensando che il governatore dovesse essere edotto sulla situazione in Siam e sui siamesi scrisse sul paese e sulla sua popolazione.
Nel luglio 1638 van Diemen ritorno' a Batavia cosi' alla fine van Vliet dovette incontrarsi con l'uomo che poteva innalzarlo o gettarlo nella polvere. Sebbene non sia rimasto nessun resoconto di questo incontro ma cio' che successe in seguito porta a due conclusioni. Invece di rimandarlo in Olanda in disgrazia, come aveva quasi sicuramente pensato di fare lo promosse a mercante anziano e lo nomino' governatore della postazione commerciale di Ayutthaya per tre anni. Cio' evidentemente significa che l'intelligenza di van Vliet aveva prevalso, la conoscenza che lui aveva nel paese dove lavorava, il libro che aveva scritto avevano convinto chi fino a un momento prima era un suo nemico. Van Diemen gli chiese comunque di essere piu' informato del paese dove van Vliet lavorava. Il nuovo governatore fece questo mandandogli nel 1640 manoscritti su cui aveva lavorato. In questi manoscritti diede anche un completo resoconto della della presa del potere da parte di Prasat Thong, dimostrando cosi' che il re del Siam era un usurpatore un uomo che nel 1629 aveva preso il potere grazie a una banda di mercenari giapponesi, procedendo poi all'eliminazione di tutti gli avversari politici compresa la legittima famiglia reale. . .
In tutto il periodo che passo' in Siam, cioe' fino al 1642, anno in cui lascio' il paese per mai piu' tornare, prese anche una concubina, Osoet Pegua,, nota anche come Tjau Soet. Era birmasna e veniva dal gruppo etnico Mon, insieme ebbero tre figlie.
Il 31 luglio 1638 mentre si trovava a Batavia aveva sposato Catharina Sweers. Il matrimonio presentava vantaggi per entrambi. Per van Vliet sposare Catharina rappresentava l'ingresso nella potente elite di Batava, dato che lei era sorella di Salomon Sweers che era un membro del Concilio delle Indie. Per lei rappresentava raggiungere una buona sicurezza finanziaria dato che il fratello le aveva confidato che van Vliet aveva accumulato una fortuna di 2 o 2,5 milioni di dollari odierni. Invero questo non sarebbe credibile se si pensa che pur buono che fosse il salario di direttore era l'unica sua entrata. Comunque grazie va Salomon e van Daimen van Vliet divenne nel settembre 1942 governatore di Malacca, la citta' nella pensola malese che gli olandesi erano riusciti a strappare ai portoghesi, dopo un lungo assedio, l'anno precedente.
La fortuna di van Vliet continuo' e nell'aprile 1645 poche settimane prima della morte di van Diemen fu nominato consigliere delle Indie Orientali. Ma poco dopo la morte di van Diemen fu accusato di corruzione e commercio privato su massiccia scala. Attivita' cui sarebbe stato tentato durante il suo governatorato di Malacca. Le accuse furono investigate e lui fu trovato colpevole su tutti i punti dalla corte che giudico' nell'agosto 1646 a Batavia. Fu sospeso dal suo ufficio, rango e salario. Van Vliet protesto' la sua innocenza e nell'ottobre 1646 dopo due mesi in aula riusci' a guadagnare suffuciente supporto dal Concilio delle Indie affinche fosse sospesa la sua pena. Fu tuttavia una vittoria che non servi' a niente dato che il nuovo governatore generale, Cornelius van der Lijn rifiuto' di rinominarlo governatore di Malacca e decise di rimandarlo indietro in Olanda. Ma probabilmente perche' continuava ad avere una posizione significativa nel Consiglio delle Indie Orientali e grazie all'aiuto del cognato riusci' a tornare in patria onorevolmente col grado di ammiraglio e una certa fortuna.
Dopo il suo ritorno nin Patria van Vliet quasi scompare dalle registrazioni storiche, anche se alcuni dettagli in realta si conoscono. Negli ultimi anni egli cerco' di recuperare le sue figlie ma la madre era ben connessa alla corte siamemese e riusci' sempre a rifiutare le sue richieste. Non rivide mai piu' nessuna di quelle persone lasciate nel Siam. Mori' dopo che si era ritirato nella sua citta' natale, nel febbario 1663, all'eta' di 61 anni.
Ottimo libro contenente tutti e quattro gli scritti di Jeremias van Vliet sul Siam e' "Van Vliet's Siam". E' un'ampia descrizione del regno dalla geografia, economia, società, politica e religione, un racconto della sanguinaria lotta prer la corona ed e' il diario durante quello che fu chiamato "incidente del picnic", che viene publicato per la prima volta. Gli editori aggiungono nuovi dettagli sulla vita di Van Vliet, la comunità olandese, la città di Ayutthaya, e la corte di re Prasat Thong, Oltre agli scritti di Jeremias van Vliet il libro e' scritto Chris Baker è co-autore di Thailandia: Economia e politica e A History of Thailand. Dhiravat na Pombejra insegna storia alla Chulalongkorn University. Alfons van der Kraan insegna alla School of Economics, University of New England, Australia. David K. Wyatt è John Stambaugh professore emerito di Storia presso la Cornell University.



Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...