Il sistema dei ranghi e dei titoli in Thailandia al
giorno d’oggi dalle Loro Maestà il Re e la Regina giù attraverso la nobiltà
fino alle persone comuni è abbastanza complesso e ha una storia interessante.
Il sistema attuale è derivato in modo abbastanza simile
da un sistema molto antico, risalente ai primi tempi del regno ed introdotto da Re U-tang o
Ramathibodi I (1314-1369) che è stato il fondatore e primo re del regno di Ayutthaya
(regno 1350-1369), con il Decreto Reale conosciuto come kotmonthianban o “per
la preservazione della famiglia del re” altrimenti conoscuta come Legge
Palatina o delle Regole di Palazzo. A parte il definire la dignità e l’onore
del re, dei figli, dei governanti e le regole concernenti i dipartimenti di
questi ultimi per assicurarsi che essi non commettessero offesa verso il re. La
legge divideva i figli del re in quattro ranghi in accordo allo status della
madre. Gli appartenenti ai primi due dei quattro ranghi principeschi avevano il
titolo per governare città provinciali, il loro rango era conosciuto col titolo
di Chao Fa. Lo stesso titolo è usato per i figli del re al giorno d’oggi.
Ciascun rango doveva riverire quello superiore, il che
voleva dire anche camminare dietro e salutare per primi. Inoltre il set da
betel e la sputacchiera, entrambi simboli di rango erano in oro smaltato in blu
per un Chao Fa mentre per gli altri principi era solo d’oro. Quando un Chao Fa
morivauna donna a lutto cantava gemendo una canzone funebre e la pira era
costruita al centro della città.
Chao Fa letteralmente significa “Signore del Paradiso”.
La Legge Palatina dice che egli doveva essere consacrato con acqua dallo stesso
vaso usato per consacrare il sovrano alla sua incoronazione. Subito dopo la
nascita di un Chao Fa speciali ninne nanne erano cantate con parole come : “Tu
sei venuto a governare il Paese a proteggere la Famiglia Reale e la
popolazione”. Anche le balie del Chao Fa avevano un titolo speciale.
Come il bambino cresceva si tenevano speciali riti, di
cui il taglio del ciuffo era forse il più elaborato di tutti.
Il sistema cambio’ un poco con re Trailokanat (regnato
1448-1488) che lego’ il titolo nobiliare alla terra. Un Chao Fa ha una dignità
o uno status più alto di quello degli altri principi. Questa dignità è
conosciuta in thai come sakdina che si puo’ tradurre “il potere dei campi”.
La
societa’ di Ayutthaya era divisa fra chi aveva, gli amministratori, e chi non
aveva niente, i comuni e gli schiavi. Il clero era considerato come
un’istituzione a parte. Re Trailok penso’ di controllare i signori feudali
ponendoli uno contro l’altro., in una pacifica competizione per ottenere
vantaggi dal re. Il Re può conferire
qualsiasi titolo a chiunque. Questo
avviene ancora oggi, un esempio fra altri è Charoen Sirivadhanabhakdi self man,
magnate e investitore thailandese, il 2⁰ più ricco thailandese e il 94⁰ a livello
mondiale, con un patrimonio netto stimato di US $ 14,7 miliardi di dollari
(2016). E' presidente di Thai Beverage, che produce la birra Chang. Il suo nome
di nascita era Khun Charoen, nel 1988 il re di Thailandia ha concesso alla
famiglia il titolo "Sirivadhanabhakdi". Quelli che ottengono questi
titoli cessato di essere conosciuto con i loro nomi di persone, e assumono come
nome il titolo loro conferito.
Cosi,
al tempo di re re Trailokanat la quantità di terra posseduta dipendeva dal
rango alla nascita ma anche dal rango conferito in seguito dal re. Si direbbe
che le corti d’Europa hanno fatto scuola da queste parti. Ma al contrario dell’Europa un titolo conferito non può
essere limitato all'inizio o alla fine del nome, ma deve essere frazionato in
tutto il nome. E' in qualche modo simile al sistema nobiliare, ma più
complicata e oscuro persino alla maggior parte dei thailandesi.
Riconosciuto
che la terra che un uomo contolla e’ la chiave della ricchezza e dello status
ed e’ spesso la causa di conflitti, re Trailok razionalizzo’ il sistema del
possesso individuale della terra. Sotto questo aspetto appellativi del re erano
“Il Signore della terra” o “Egli che governa la terra”. Questa legge fece in
modo che ogni uomo potesse incrementare i suoi possessi e il suo potere
attraverso il patronato reale.
A
ciascun uomo era dato un numero che corrispondeva all’ammontare di terra
posseduta. I massimi ufficiali i chao phaya avevano una saktina di 10,000 e con
questa saktina era loro permesso possedere 1.616,7 ettari di terra. Per
aumentare questa quota essi dovevano distinguersi in battaglie, cio’ dato che
nell’espansione territoriale di Ayutthaya le nuove terre conquistate erano date
ai nobili in accordo al loro coinvolgimento nella campagna. I comuni d’altra, a
meno che non avessero meriti speciali, avevano una saktina di 20 che
corrispondeva a a 4 ettari. Una saktina di 8 era sufficiente a sostenere una
famiglia di 4/6 persone comodamente. Comunque tutti potevano aumentare. Le
donne non erano escluse da questo sistema: una mia luang o moglie maggiore
aveva meta’ della saktina del marito, una mia noi, moglie minore, ne aveva un
quarto, una schiava non ne aveva per niente ma diventava mia noi se partoriva
un figlio col proprietario. Le dispute erano sedate con riferimento al grado di
sanktina. Se un uomo era multato l’ammontare della multa era relato al suo
grado. Se un uomo doveva essere compensato il compenso era sempre relato alla
sua saktina. Se due persone con differente saktina si incontravano per strada
chi ne aveva meno doveva salutare per primo, il sistema era efficace e semplice
in per se stesso ma adatto per quel tempo ma non al mondo commerciale di oggi e
fu abolito nel 1905.
Altra,
fra le numerose innovazioni,di re Trailok fu l’istituzione della posizione di
uparaja che si puo’ tradurre come “vicere”, questa posizione fu istituita per
regolarizzare la successione al trono, particolarmente difficile dato che
vigeva la poligamia. In linea generale uparaja era il fratello o un figlio del
re. Fino a quel momento l’egemonia del re di Ayutthaya era sempre stata basata
sul carisma per quanto riguarda eta’ e sostenitori. Senza sostenitori si
avevano frequenti colpi di stato e come al solito, le piu’ potenti figure erano
i generali che li organizzavano. Questa legge comunque risolse poco o niente
dato che nell’ultimo secolo prima della fine di Ayutthaya sanguinose lotte fra
principi e generali infestarono la corte.
Prima
del 1905 i comuni erano chiamati “phrai”. Nei tempi di Ayutthaya sia i comuni
che gli schiavi erano sotto il sistema delle corvè, del tutto simile a quella
che, anche in Europa, nel periodo del feudalesimo un vassallo doveva al suo
signore in piu’ o in sostituzione delle tasse. Essi erano utilizzati dall’elite
e dovevano fornire manodopera per benefici politici ed economici. Il sistema fu
istituito da Ramathibodi II (r.1491–1529). C’erano precise regole che
definivano e governavano le obligazioni dei phrai esse stabilivano che ogni
uomo libero doveva registrarsi come phrai con il signore locale Chao Nai. In
caso di guerra i maschi phrai erano immediatamente arruolati. Gli schiavi erano
un riconosciuto gruppo di civili, c’erano 7 categorie di schiavi, cio’
dipendeva dal metodo o dalla ragione della loro condizione: tutti i prigionieri
di guerra diventavano schiavi, debitori e bancarottieri diventavano schiavi per
pagare i loro debiti, non solo i genitori potevano per lo stesso scopo vendere
i figli, alcuni erano tali perche’ avevano venduto se stessi, altri erano nati
in questa condizione. Il concetto di schiavitu’ era, e ancora e’ molto diffuso
in Asia, come in altre parti del mondo.
Ricchezza,
status e influenza politica erano correlate. Il re concedeva campi di riso a
ufficiali di corte, governatori provinciali, comandanti militari per i servizi
che rendevano alla corona, sulla base del sistema della sakdina. La dimensione
totale dei terreni assegnati ad un ufficiale era in base al numero di persone
comuni che egli poteva far lavorare. L’ammontare di questa manodopera
determinava lo status della persona e la sua ricchezza riguardo a tutti gli
altri.
Le
riforme di re Trailok posero il re alla cima di una societa’ altamente
stratificata sia in senso politico che sociale. A dispetto di mancanza di prove
si crede che l’unita’ base dell’organizzazione del regno di Ayutthaya sia stato
il villaggio composto da case dove vivevano famiglie estese. I titoli per le
terre erano presi in consegna dai capi villaggio, che li tenevano in nome della
collettivita’ e i proprietari godevano dell’uso dell’uso della terra fino a che
la coltivavano. Questi capi villaggio diventavano poi cortigiani e governatori
tributari. Con un’ampio numero di terre da coltivare il regno dipendeva
dall’acquisizione di un’adeguata manodopera che lavorasse nelle fattorie e si
prodigasse nella difesa. Lo sviluppo di Ayutthaya creo’ un costante stato di
guerra e dato che nessuna delle parti nella regione possedeva tecnologie piu’
avanzate la vittoria nelle battaglie era spesso determinata dalle dimensioni
degli eserciti. Essendo allora il problema contrario a quello di oggi, dopo
ogni vittoria Ayutthaya portava via alla popolazione conquistata un certo
numero di persone obligandole a migrare nel proprio territorio, dove erano
assimiltate ed aggiunte alla forza lavoro.
Fuori
da questo sistema c’erano i monaci buddhisti, la sangha, a cui potevano unirsi
uomini cinesi e siamesi di qualsiasi classe. I monasteri buddhisti divennero
centri educativi e di cultura. In accordo con gli annali portoghesi nel 1511 i
cinesi erano gia’ fortemente presenti nell’economia. Essi avevano il monopolio
del riso, delle pelli, dello stagno, del pepe, dell’ebano, del rosewood. Fu in
questo periodo che i cinesi cominciarono ad entrare nel paese e cominciarono a
controllarne la vita economica creando problemi sociali. I cinesi non erano
obligati a registrarsi per la corvẻe, cosi’ erano liberi di muoversi in tutto
il regno dedicandosi ai commerci. Dal XVI secolo i traffici in Ayutthaya furono
controllati completamente dai cinesi e questi ricoprivano importanti cariche
sia nell’esercito che nell’amministrazione civile. Molti di questi cinesi si
recarono in Thailandia da soli, senza esser seguiti dalle famiglie e presero in
seguito mogli thai.
Nonostante
la mancanza di serenita’ e di toni idilliaci il regno di Ayutthaya fu piu’
colorato di quello di Sukhothai: la sua storia e’ piena di intrighi e segna il
primo contatto con gli europei. A Ramathibodi I si dovette la compilazione dei
Dharmashastra, un codice legale basato su fonti indiane e costumi tradizionali
thai, questo codice rimase in vigore fino al tardo XIX secolo.
La complessità del sistema spiega perchè per secoli sia
stato capito solo da poche persone ed occorre arrivare a Re Chulalongkorn che
scrisse il saggio “Ranghi e titoli thailandesi, inclusa un traslitterazione
del liniaggio tradizionale in Siam da Re Chulalongkorn” perchè
Per un periodo di
300 anni che va dal tardo Ayutthaya ai giorni della Bangkok di re
Chulalongkorn sette classi di persone erano qualificate per ottenere il titolo
di Chao Fa.
Al giorno d’oggi basta sapere che le Loro Maestà il Re e
la Regina sono di fatto alla testa della nobiltà e dell’aristocrazia di
Thailandia e che i loro figli sono chiamati Chao Fa nel linguaggio normale,
Chao Fa Chai se il figlio è maschio e Chao Fa Ying se femmina.
Siccome Nai Luang è un epiteto per un re, i figli di un
re sono chiamati anche Luk Luang "bambini reali, l’quivalte di principe o principessa
in italiano. Un linguaggio speciale deve essere adoprato quando si vuole
parlare con loro, anche se questo linguaggio è meno elaborato del rachasap con
cui si parla al re o alla regina.
Un maschio Luk Luang che non sale al trono al trono
assume un nuovo cognome reale, che di solito riflette il suo nome di nascit. il
cognome può essere utilizzato da sua moglie se lei è una cittadina comune di
nascita, possibilmente con Na Ayudhya aggiunto se lei non ha alcun titolo
nobiliare.
I figli di un Chao
Fa Chai sono conosciuti al giorno d’oggi come Phraong Chao, Sua Altezza Reale.
Se una femmina Phraong Chao sposa un comune perde il rango e il titolo
ufficiale.
Il figlio di un Phraong Chao maschio è Mom Chao, Sua
Serena Altezza. Se sposa un comune perde il titolo nobiliare e viene conosciuta
come Than Ying, seguito dal suo nome personale.
Questi tre ranghi Chao Fa, Phraong Chao e Mom Chao
costituiscono la nobiltà. Occorre parlare loro in rachasap, il linguaggio
reale, cio’ sia fra di loro che da parte dei comuni.
Titoli ereditari sotto quello di Mom Chao sono oggi
considerati comuni. Il figlio di un Mom Chao maschio è un Mom Rachawongse, se è
femmina è conosciuta come Chunying. Nome che è simile ma non deve essere
confuso con quello conferito in riconoscimento del buon lavoro fatto per lo
stato. Se una Mom Rachawongse sposa un comune mantiene il suo titolo ma prende
il cognomen del marito.
Il figlio/a di un Mom Rachawongse è un Mom Luang.
Il figlio maschio o femmina di un Mom Luang non ha titolo
ma mette Na Ayutthaya dopo il suo nome. Se maschio anche la moglie ha diritto
al suffisso. La figlia di un Mom Luang perde Na Ayutthaya quando si sposa e
prende il cognome del marito.
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