Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

mercoledì 15 marzo 2017

Problemi forestali.

E' bene dire subito che i disastri ecologici causati dalla Thailandia nei decenni passati appaiono irrimediabili. Un’altro dato e’ che l’Occidente e l’Europa si sono comportate in modo altrettanto grave, e anche se questa non deve essere una scusa, e' quanto vi diranno i thai se fate loro una critica del genere.
Giusto 50 anni fa la Thailandia era coperta da foreste e la popolazione praticava l’agricoltura del “taglia e brucia” con la presunzione che le risorse si sarebbero rigenerate da sole.
Nei primi tentativi della Thailandia di lasciare il mondo sottosviluppato giocarono un importante ruolo le foreste, le piante e gli animali che vivevano nel suo territorio. Il taglio e la raccolta di legnami pregiati, fatta senza restrizioni servirono ai mobilifici che divennero famosi ma sono oggi in declino a causa della scarsita’ di materie prime anche se vengono importate dai paesi vicini.
Le cause principali degli squilibri ambientali sul suolo thailandese possono cosi’ essere individuate:
ampliamento della coltura del riso a partire dall'XIX secolo per trasformare il paese da produttore per i propri bisogni a esportatore;
- ampliamento delle culture agricole in risposta a una crescita rapida della popolazione, il che porto’ da otto a venti milioni gli ettari coltivati;
- una diminuzione di un terzo della superficie forestale per far posto ad essi;
- il già citato disboscamento per sfruttare il commercio del legno pregiato e favorire l’inserdiamento di impianti turistici.
Lo sfoltimento delle foreste, sopratutto di quelle del Nord ha causato una diminuzioni delle precipitazioni e di conseguenza una diminuzion degli approvvigionamenti da serbatoi di superficie.
Nel 1988 un disastro successe in Surat Thani, una provincia del sud. Centinaia di tonnellate di legno tagliato frano’, travolgendo al suo passaggio villaggi e popolazioni. Questo disastro fece nascere una lega ambientalista e tutti i tagli di legname furono banditi in Thailandia nel 1989, quindi oggi in Thailandia e’ illegale vendere legname tagliato dopo quella data, e cio' comporta che tutto il legname che viene lavorato e' importato, inoltre la mancanza di legname in commercio, e dato che le piu' belle case thailandesi sono sicuramente quelle in legno, ha fatto nascere il ricco mercato delle vecchie case in legno che comprate nei villaggi vengono poi trasportate a Bangkok.
Il governo ha introdotto un certo numero di misure per risolvere una situazione ambientale che si stava avvicinando a un punto di non ritorno. Queste misure comprendono la creazione di 34 parchi nazionali e riserve e di sette parchi marini ed e’ stata anche introdotta una specifica legislazione per proteggere piante e animali in via di estinzione con lo scopo di portare la percentuale di territorio coperta da foreste al 40% entro il 2050. Thai e stranieri, frequentatori del paese, sono tutti d’accordo che la Thailandia deve proteggere il suo ambiente se non altro per ragioni economiche. Il turismo, una voce importamte del bilancio nazionale, e’ stato il responsabile sia del degrado, specie di zone costiere, sia per un aiuto alla conservazione, attraverso l’eco-turismo. La Thailandia ha firmato con l‘ONU la Convenzione internazionale sul commercio delle specie in estinzione, ha cominciato ad affrontare il problema delle acque di rifiuto nei fiumi e nelle aree costiere e ha imposto la chiusura dei ristoranti che offrivano carni di animali della foresta nel menu’. Come in molti altri paesi questo ha incrementato le opportunita’ di corruzione e le autorita’ specie il Royal Forest Department hanno ingaggiato una continua lotta contro quelli che distruggono le bellezze della Thailandia per ottenerne guadagni a breve termine.
Altro problema lo smaltimento dei rifiuti urbani e extraurbani civili, della plastica in special modo. La Thailandia si sta trasformando lentamente in un tappeto di immondizia, abbandonata nell’acqua, nei fiumi e nel mare senza alcuna consapevolezza di cosa questo fra non molto rappresentera’. C’e’ poi la disinvoltura delle grandi industrie della carta, petrolchimiche e della canna da zucchero. Considerata un’utopia l’impiego di depuratori per l’aria non si e’ ancora arrivati all’applicazione di depuratori che filtrino le micidiali sostanze riversate ogni giorno ovunque, e fra queste vanno inclusi i milioni di quintali di pesticidi e diserban ti impiegati ogni giorno in campo agricolo.
Naturalmente la follia dell’uomo appare insignificante se paragonata allo tsunami del 2004 che distrusse alcune delle piu’ belle zone in Pukhet. Tuttavia la ricostruzione e la preservazione dell’ambiente rimane un ruolo per thai e turisti, insieme anche questi ultimi possono far molto nel preservare e ricostruire l’amnbiente e molto spesso possono farlo con piccoli gesti.

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