Sono alberi che raggiungono un’altezza dagli 8 ai 15 mt., con un diametro che oscilla fra i 50 e i 100 cm., le foglie sono opposte e molto grandi e l’albero le perde nella stagione delle piogge. I fiori, bianchi e profumati, sono raccolti in inflorescienze. La pianta fruttifica dall’eta’ di 20 anni circa e i suoi frutti sono rotondi e commestibili. Il legno a un colore che varia dal giallo pallido al bronzo, qualche volta al rosso, con venature verdastre, a volte nere e grigie. E’ molto resistente dato che contiene una resina oleosa naturale che le da’ questa caratteristica. Al tatto e alla vista appare oleoso e con il caratteristico odore del cuoio vecchio.
In termini botanici appartiene al regno delle Plantae, divisione: Magnoliophyta, classe: Magnoliopsida, ordine: Lamiales, famiglia: Verbenaceae, genere: Tectona. Ne esistono di tre specie: Tectona grandis, Tectona hamiltoniana, Tectona philippinensis. La collocazione del genere Tectona nella famiglia delle Verbenacee è stata recentemente messa in discussione dall'analisi filogenetica. Secondo l'ultima classificazione Angiosperm Phylogeny Group il genere va spostato nella famiglia delle Lamiacee.
Delle tre specie quella che qui interessa e’ quella della Tectona grandis, o teak comune, che e’ quella che normalmente si trova in Thailandia, in altri luoghi dell’Indocina e in India, e’ la specie piu’ importante data la grande produzione. Fra parenesi la Tectona hamiltoniana e’ originaria del Myanmar e la Tectona philippinensis come dice il nome delle Filippine. La differenza fra i legni della Thailandia e della Birmania e’ che i primi possiedono, a volte, contrafforti irregolari che generano sezioni orizzontali molto irregolari e lontane dalla circonferenza mentre quelli birmani sono piu’ regolari e quasi cilindrici.
In Thailandia lo sfruttamento economico del teak fu iniziato da compagnie straniere nel XIX secolo e da allora comincio’ ad arrivare in Europa, dove fu molto apprezzato per le sue caratteristiche e trovo’ allora principalmente utilizzo nell’industria navale. Non c’erano regole che ne controllavano il taglio e lo sfruttamento delle aree forestali era concesso da governanti locali. Nel 1896 si istitui’ il Reale Dipartimento delle Foreste per gestire tutte le zone forestali del paese. Da allora lo sfruttamento degli alberi sarebbe dovuto essere fatto col metodo selettivo sulla base del tasso di crescita di ciascuna specie di albero e della sua estensione. E’ ovvio che, anche se questa era la legge, cio’ non avvenne.
In questo paese le attivita’ agricole sono considerate la principale fonte di impiego, si calcoli che circa l’80% della popolazione dipendeva da attivita’ agricole e forestali per vivere. Quando la popolazione aumento da 26.4 milioni di persone nel 1964 a 58 milioni in 1992 e’ ovvio che qualcosa doveva succedere. L’alto tasso di crescita doveva essere pagato con un onere che ando’ a carico delle foreste. La maggior parte delle risorse forestali furono distrutte per lasciar posto a zone agricole capaci di produrre generi alimentari che sostenessero la nuova popolazione o per provvedere entrate che aumentassero il loro livello di vita. Vaste estensioni di foreste furono e hanno continuato ad essere distrutte fino ad anni recenti.
Il governo varo’ il primo Piano Quinquennale di Sviluppo Economico e Sociale Nazionale nel 1962. In esso si enfatizzava l’efficiente uso delle risorse nazionali che dovevano servire, si, a una produzione agricola i base ma che doveva preservare le risorse per il futuro. Questa la legge ma le risorse forestali continuarono ad essere sfruttate pesantemente fino a raggiungere un livello di degrado. L’area totale coperta da foreste, che in precedenza era del 75%, scese al 28%, pari a 14.4 milioni di ettari. Si arrivo’ cosi’ al Settimo Piano (1992-1996) che si poneva l’obbiettivo di conservare appena il 25% dell’area forestale.
Oggi il teak, grazie alle sue caratteristiche di resistenza alle intemperie, data dalla presenze di olioresine nelle cellule e alla sua stabilita’ anche durante forti variazioni di umidita’, alla salsedine, che metterebbero a dura prova qualsiasi altro legno, continua ad essere impiegato nella cantieristica navale dove serve soprattutto nella realizzazione di ponti di navi e nell’arredamento delle imbarcazioni senza richiedere alcun trattamento preservante, ma viene largamente impiegato nella produzione di pavimenti, serramenti, di mobili da giardino e recipienti per acidi.
Ancora oggi qualche volta si sente parlare di “teak Siam”, il termine e’ di origine commerciale, esso risale ai tempi in cui la Thailandia portava questo nome ed esportava gran parte del teak in Europa, con l’andare del tempo e’ probabile che questo termine sparira’ dalla circolazione dato che oggi la Thailandia esporta il teak solo sotto forma di manufatti.
In Bangkok, per gli appassionati di questo materiale, c’e’ quella che viene considerata la piu’ grande casa costruita in teak al mondo: il Vimanmek Palace, una residenza reale.
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