Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

domenica 1 maggio 2011

Cerimonia Sukhwan Nak e cerimonia delle ordinazioni.

La cerimonia delle ordinazioni e’ la piu’ importante cerimonia buddhista celebrata dai thai. Essa e’ preceduta da una cerimonia laica che ha la funzione di proteggere il candidato all’ordinazione dal potere dei cattivi spiriti. Questi infatti e considerato particolarmente vulnerabile da incidenti fra il periodo in cui gli e’ stata rasata la testa, che lo ha messo aparte fra gli altri uomini e l’ottenimento della salvezza all’interno dell’ordine monastico. Durante questo periodo egli e’ conosciuto come nak, letteralmente un dragone, riferendosi con cio’ al mito buddhista di un drago che voleva diventare monaco. L’uso di questo termine enfatizza la natura transitoria del candidato che in questo momento non e’ ne laico ne’ monaco. Probabilmente il termine funziona nello stesso modo di un soprannome per confondere gli spiriti. Che ci devono pensare due volte prima di attaccare un dragone.
La cerimonia sukhwan nak si svolge sia nella casa del candidato che nel sala del wat. Effettivamente per questa cerinmonia non c’e’ una regola: puo’ essere lunga e elaborata, come e’ sempre per il figlio di un phu yai, in questo caso avviene la sera precedente l’ordinazione, puo’ precedere il servizio di ordinazione e puo’ qualche volta essere omessa e l’aspirante monaco puo’ avere la testa rasata da un monaco, da un familiare, da un barbiere.
I capelli e le sopracciglia del nak sono rasati come simbolo di ripudio della vanita’ e della sessualita’, egli e’ poi vestito in bianco ed e’ al centro di una elaborata cerimonia a cui non partecipano i monaci anche se possono essere presenti. Il candiadato e’ condotto da un tradizionale maestro di cerimonie professionista che, insieme con i suoi assistenti, canta per circa 3/4 ore, ricordando le pene e le sofferenze della madre nel darlo alla luce e sottoliando l’importanza delle obligazioni filiali.
Questa cerimonia si conclude con parenti e amici che siedono in circolo tenendo il protettivo filo bianco e passandosi tre set di tre candele accese riunite insieme in senso orario, un’azione conosciuta come vientien. E’ consuetudine per gli ospiti offrire soldi al nak o donandogli appesi a ghirlande di fiori o deponendoli negli appositi vassoi.
Chiunque, comprese le donne, puo’ assistere a una cerimonia di ordinazione. Se invitato chi partecipa deve attendere alle necessita’ dei monaci durante il tempo che sta’ nel wat.
Il giorno seguente il nak e’ portato a spalla, sotto una grande ombrella al bot. Dopo aver fatto tre volte il giro del bot, il nak getta soldi nell’aria, un gesto che simbolizza il rifiuto dei piaceri materialied, quindi e’ portato all’interno del bot.
Il nak, che veste ancora di bianco si mette in ginocchio di fronte al padre, che gli da’ gli abiti color zafferano, che dovra’ indossare come monaco. Il padre lo porta poi dell’abate, che aspetta, con un minimo di altri quattro monaci, seduto su una piattaforma sollevata, di fronte all’immagine pricipale di Buddha. Dopo tre prostazioni, di fronte all’abate, il nak chiede il permesso di essere ordinato. L’abate prende le mani del nak, recita le scritture sull’impermanente natura del corpo umano e pone un pezzo di tessuto sul corpo del nak ad indicare l’accettazione per l’ordinazione. Il nak alora e’ portato fuori della vista e vestito con l’abito zafferano da due monaci che saranno i responsabili della sua istruzione. Egli poi richiede i 10 voti base per un monaco novizio e li ripete come gli vengono detti.
Nel passato era normale che passassero diversi anni come novizio prima della piena ordinazione. Oggi il prerequisito di quattro anni di scuola serve allo stesso scopo e le due cerimonie sono celbrate una dopo l’altra.
Il padre del candidato presenta la ciotola delle offerte e altri regali all’abate che pone la corda della ciotola sulla testa candidato in modo che possa appoggiarla sulle spalle. Il candidato poi guarda la statua di Buddha e risponde a domande destinate a controllare che le condizioni per entrare nell’ordine sono soddisfatte. I due maestri monaci poi chiedono agli altri monaci di accettare il nuovo membro e tengono un sermone sul modo di comportarsi di un monaco.
La cerimonia continua con tutti i monaci che salmodiano e il nuovo monaco che versa acqua da un contenitore in argento dentro una ciotola ad indicare che trasferisce tutti i meriti che gli derivano dall’essere monaco ai genitori, poi performa lo stesso rito per trasferire alcuni meriti agli antenati, che sono rinati da qualche parte e possono beneficiarne.
Cosi’ questa cerimonia centrale nella vita di ogni uomo thai, rafforza la sua identita’ come buddhista, lo taglia fuori dalla sua famiglia e segna la maturita’ adulta, allo stesso tempo rafforza il legame fra generazioni ed enfatizza l’importanza della famiglia e della comunita’.

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