Un film di Auguste e Louis Lumière arrivo’ nel sud-est asiatico nel 1894, e il 9 giugno 1897 fu proiettato a Bangkok, è la prima proiezione avvenuta in Thailandia.
La prima pellicola prodotta in Thailandia risale al 1897 e riguarda il viaggio di re Chulalongkorn in Europa, fu ripreso dal principe Sanbassatra, da quel momento il principe divenne il “padre del cinema thai” che da quel momento ad arrivare al 1927 si incentro’ principalmente su documentari.
Il nascere dell’industria cinematografica thailandese si inquadra fra il 1927 e il 1932, nel corso di quegli anni furono prodotti diciasette film, cui pero’ sono rimasti solo frammenti. Se si vuole ricordare un’industria che fu sicuramente fra i pionieri di questo periodo occorre parlare della Bangkok Film che fu la prima a lanciare l’industria cinematografica thailandese nel 1927, con un film muto Chok Sorn Chan. La maggior parte dei film fatti in Thailandia rimasero muti fino intorno agli anni ’60 questi film muti venivano ancora prodotti in gran numero intorno al 1970.
Per i film stranieri, fu Presto sviluppato un metodo di doppiaggio in cui un doppiatore forniva una traduzione simultanea del dialogo parlando thailandese in un microfono sul retro del teatro. Questi doppiatori dovevano svolgere tutti i ruoli dei film, sia maschili che femminili, così come effetti sonori, come versi di animali, auto e sparatorie. C'erano case cinematografiche che non potevano permettersi di fare film del suono, producevano il film muto e si affidavano a a un doppiatore che leggeva lo script. Questi film doppiati diventavano popolari come i film sonori, soprattutto se il doppiatore era ben noto. Questa tecnica è durata fino a questi ultimi anni, soprattutto per le proiezioni all'aperto di film alle fiere dei templi nelle zone rurali. Esempi di doppiatori al lavoro possono essere visti in Transistor Monrak (2000) e Bangkok Loco (2004).
Il primo film parlato arrivo’ in Thailandia nel 1928 e fece una dura concorrenza alle pellicole thai che erano mute nei cinema locali c’era un narratore che introduceva il film e un’orchestra tradizionale thai, che accompagnava la proiezione. Il primo film parlato thailandese fu Long Thang, prodotto dai fratelli Wasuwat, e proiettato per la prima volta il 1 aprile 1932. Nel 1933, usci’ Pu Som Fao Sap di Sri Krung, il primo film a colori tailandese. Il passaggio dalla pellicola a 16 mm. a quella a 35 porto’ al nascere delle sale cinematografiche e di una industria cinematografica vera e propria. Fu quello un periodo d’oro per il cinema thai. Si producevano in media 65 film all’anno.
Dopo questo periodo con l’avvicinarsi della seconda guerra mondiale e sotto la dittatura di Plaek Pibulsonggram le case cinematografiche furono sempre piu’ forzate a fare film di propaganda per sostenere il nazionalismo.
Al culmine dell’era dei 16 mm. un regista e produttore cinematografico Rattana Pestonji sostenne l’uso del 35 mm. che decisamente migliorava le qualita’ artistiche dei film thailandesi. Molti dei suoi film sono visti oggi come capolavori compresi Santi-Weena, il primo film thai a entrare in una competizione internazionale all’ Asia Pacific Film Festival in Tokyo, e Black Silk il primo a prendere parte a una competizione internazionale in Europa, il Festival del Cinema Internazionale di Berlino. Nonostante questi successi Rattana Pestonji fece relativamente pochi film egli si dedico’ principalmente a promuovere l’industria cinematografica e mori’ nel 1970.
La Thailandia ha visto un’esplosione della cinematografia nazionale negli anni ’70 quando il governo thailandese impose una forte tassa sui film di importazione, che porto’ a un boicottaggio dei film americani. Per compensare questa mancanza solo nel 1978 furono prodotti 150 film. Molti furono film a basso costo derisi da critici e studiosi, in pratica eliminata la concorrenza esterna all’interno si poteva produrre quello che si voleva. Gli anni fra i ’70 e io primi ’80 furono quindi limitati alla produzione di pellicole a basso costo d’azione o d’amore.
Il 1981 vide il ritorno dei film di Hollywood in Thailandia, mentre l’industria cinematografica thailandese era quasi morta fra gli anni ’80 e gli inizi del ’90 , si producevano circa 10 film l’anno. . Ma in questo periodo escono alcuni film e appaiono alcuni registi che entreranno di diritto nella storia della cinematografia thai.
E i maestri ci furono, tre principalmente: il principe Chatrichalerm Yukol, Vichit Kounavudhi e Euthana Mukdasanit, Pleng Sudtai, Vichit Kounavudhi, Jazz Siam.
Chatrichalerm Yukol faceva parte della famiglia reale i film importanti che lui produsse in questo periodo furono “Khao Chue Karn” e “Thep Thida Rong Raem”.
I due film piu’ famosi di Vichit Kounavudhi furono “Khon Phukao” e “Look Isan”, entrambi meta’ film meta’ documentario. Luk Isan, ragazzi del Nordest. basata su una novella dallo stesso nome. Luk Isan, ragazzi del Nordest, e’ la vera eccezione del periodo. Il film e’ del 1983 e si basa su una novella dello stesso nome, che narra la storia di una famiglia di agricoltori dell’Isan e le loro tribolazioni. Luk Isan fu il primo film a offrire uno spaccato di vita sociale.
Euthana Mukdasanit, che nel 1984 aveva diretto un film arrivato anche ai festival occidentali e vinto il premio come miglior film al Festival Internazionale del Cinema delle Hawaii, Peesua Lae Dokmai, “La farfalla e i fiori”, ha avuto un grande successo nel 1987 con Longkha Deang, un film musicale interpretato da un cantante molto popolare in patria e ambientato in un manicomio.
Pleng Sudtai di Pisan Akareserank del 1987 e’ il primo film mai realizzato di argomento gay mai realizzato in Thailandia e ha incassato in patria il corrispettivo di 1 milione di dollari ottenendo riconoscimenti all’Asian Pacific Film Festival di Taiwan. L’anno dopo lo stesso regista ha diretto una sorta di sequel Rak Taraman, che ha avuto un successo quasi equivalente.
L’anno dopo il consenzo dei critici e’ ando’ a un altto melodramma musicale, Ruen Pae, “la casa sul fiume”, di Vichit Kounavudhi, che adattava per lo schermo uno dei piu’ famosi racconti popolari thailandesi.
Per contro nel 1988 e’ naufragato miseramente l’ambizioso tentativo di Jazz Siam, un regista che ha voluto denunciare il ruolo reazionario che alcuni santoni possono giocare nella vita sociale del paese. Lo stile del film e’ molto realistico e la denuncia molto vibrante pero’ il film non ha avuto alcun successo anche per via del boicottaggio operato dai leader delle comunita’ religiose.
Il governo ha avuto una politica contraddittoria nei confronti della cinematografia. La tassazione sui film, in particolare sull’import-export e’ molto forte, ma ad essa corrisponde una totale deregulation per quanto riguarda la vigilanza commerciale. Infatti a Bangkok fiorisce il piu’ grande mercato clandestino di cd di tutto il Sudest asiatico, con la possibilita’ di reperire i film prima che vengano programmati nelle sale.
Nel 1980 il Ministero dello Spettacolo ha lanciato un’iniziativa promozionale che e’ sta denominata Tuk Kata Thong Awards, consiste di fatto nella distribuzione di un certo numero di oscar per il cinema thailandese, i premi previsti sono otto, fra cui compare anche il premio per il film che ha avuto il maggior successo commerciale.
Per il resto in questo periodo ci furono soltanto film americani o di importazione.
La crisi economica del 1997/98 non permetteva film da grandi budget, ma il gusto dei tai spinto dal fatto di voler comptere coi film stranieri fece spostare i budget disponibili dalla quantita’ alla qualita’. I film di qualita’ richiesti da crtitici, studiosi, direttori di televioni commerciali e di sale cinematografiche arrivarono e apparve una nuova generazione di registi thai, diversi dei quali hanno studiato filmografia all’estero, che crearono un boom nel periodo. Questi registi sono stati incoraggiati sia dalla critica thai che da quella internazionale che parlano di una nuova ondata thai. Questi registi favoriscono il realismo, l’innovazione e una forte identita’ thai.
Il primo film a soddisfare queste richiese e’ proprio del 1997 il dramma poliziesco di Nonzee, “2499 Antapan Krong Muang” che fece un record al botteghino incassando più di 75 milioni di baht.
Fun bar karaoke, di Pen-Ek Ratanaruang del 1997 e’ una satira sulla vita di Bangkok in cui i protagonisti principali sono un playboy di una certa eta’ e sua figlia, ha ricevuto acclamazioni dalla critica per il modo di dipingere il moderno modo di vivere urbano mescolato a saggio umorismo. Il film si distinse sulla scena internazionale al Berlin Film Festival ma ebbe un limitato successo di cassetta in casa. Fu la prima volta dopo venti anni che un film thailandese si presentava sulla scena internazionale.
Un avviso di cosa sarebbe successo nell’industria cinematografica thailandese si ebbe quando nel 1998 Nonzee Nimibutr fece uscire Nang Nak, un famoso riracconto della famosa storia dello spirito thai che ha avuto non meno di 20 precedenti edizioni cinematografiche. Questo film non solo ha un’eccelente azione e un ottimo detaglio ma an. che tenta di rendere Nang Nak uno spirito simpatico piuttosto che un fantasma orribile. Il fim divenne il piu’ grosso successo della storia thai, superando al botteghino anche i Titanic, conquistando premi per la miglior regia, la miglior direzione artistica e la miglior colonna musicale all’Asia-Pacific Film festival nel 1999. Incasso’ 149.6 milioni di baht, che forse oggi possono sembrare pochi per un film di successo ma fate un po’ voi I conti, in quel periodo un biglietto del ciema costava vin Thailandia 50/60 baht, oggi 43 baht sono circa un euro.
Wisit Sasanatieng che era gia’ conosciuto dagli addetti ai lavori per aver scritto lde sceneggiature di Dang Bireley's e Nang Nak usci’ con il film “Tears of the Black Tiger”, (Le lacrime della Tigre Nera), omaggio al film d'azione thailandese degli anni 1960 e '70. E 'stato il primo film thai ad essere incluso nel programma del Festival di Cannes.
Il successo dell’anno 2000 fu il film Satree lex di Yongyoot Thongkongtoon che drammatizza in modo umoristico la scalata sportiva di un team di volleyball di Lampang composto quasi interamente di travestii e transessuali. In casa questo film fu il secondo piu’ grosso successo di bo tteghino dell’anno e fu il primo film thailandese mai proiettato mai proiettato nei cinema d’essay in Europa e in America.
Un altro fim che richiamo l’attenzione internazionale, sempre nello stesso anno fu Sukhothay, film epico e storico diretto dal Principe Chatri Chalerm Yukol. 40 mesi e 20 milioni di dollari per fare un film che narra un ben conosciuto episodio della storia thai in cui una regina di Ayutthaya sacrifico’ se stessa nella battaglia di Hanthawaddy per salvare la vita del re. Sebbene ricco in costumi e scenari fu un fiasco all’estero e fu aspramente criticato perche’ poderoso e troppo lungo. Il leggendario produttore-regista americano Francis Ford Coppola riadatto’ il film per creando una versione piu’ corta e che soddisfasse i gusti internazionali rintitol;andolo Legend of Suriyothai, il fil non ebbe ugualmente successo.
Per capire che il ruolo della cinematografia thailandese nel mondo continuava a espandersi basta considerare i film successuvi fra cui l’acclamato Mon Rak Transistor di Pen Ek, del 2001. Esso prese un tema abbastanza normale nella cinematografia internazionale, l’odissea tragico comica di un giovane che tenta di diventare fanoso come cantante di luk thung, svuppando pero’ il valore della produzione fino a portarla a raggiungere i piu’ alti standard internazionali.
Questa nuova ondata di registi che erano arrivati al successo artistico e commerciale nacque una nuova generazione di registi cresciuti al di fuori del sistema tradizionale e spesso restrittivo degli studi thailandesi.
Il leader di questo movimento indie è Apichatpong Weerasethakul,con lui si arrivo’ a uno dei piu’ importanti momenti della cinematografia thai, questo successe a Cannes, nel 2002, il Premio di Speciale Considerazione fu assegnato al film Blissfully your, Sit Sanaeha. Fu premiato un film che mostrava un notevole lavoro e raccontava il romanzo fra una donna thai e un immigrato birmano illegale. Il film, premiato all’estero, ha ricevuto soltanto proiezioni limitate in Thailandia e un DVD del film è stata censurato.
Un’altro successi internazionale arrivo’ al festival di Cannes del 2003, che premio; il film di Apichatpong Tropical Malady, Sut Pralat, con il Premio della Giuria. Il film racconta una storia d'amore gay tra un soldato dell'esercito e un giovane ragazzo di campagna. Nessuno dei film di Aphichatpong ha comunque mai avuto successo in casa, dove sono considerati troppo occidentali. Miglior successo di botteghino sia in Thailandia che all’estero ricevette invece il film di Phrachia Pinkaew Ong Bak del 2004considerato uno dei migliori film sulle antiche arti marziali di tutti i tempi.
Fra gli altri registi indie Aditya Assarat, Anocha Suwichakornpong, Pimpaka Towira, Pramote Sangsorn, Thunska Pansittivorakul e Sompot Chidgasornpongse.
Un altro favorito, nello stesso anno del circuito dei festival e successo di botteghino in Thailandia fu il film di Jira Malikul Mekhong Full Moon Party, 15 Kham Deuan 11, che contrappone credenze folcloristiche sulle misteriose “palle di fuoco” che escono dal Mekong con lo scetticismo degli scienziati di Bangkok, dei media e del buddhismo thailandese. E’ anche il primo film parlato in dialetto isan con sottotitoli in thailandese.
Il problema del cinema thailandese era e rimane, tuttavia, come confrontarsi con il cinema americano e occidentale in generale, ricercando una produzione che sia culturalmente autonoma. E’ una contraddizione difficile da risolversi ed e’ abbastanza simile quindi al problema che ha l’Italia. Nel cinema thailandese esistono due tipi di produzione:
una produzione commerciale con film d’azione, di guerra, d’avventura, polizieschi che hanno circolazione anche in paesi confinanti, nel mercato dei cd. Questi film sono spesso le imitazioni povere dei grandi successi americani, come Rambo e Indiana Jones, e ogni tanto riescono a scritturare qualche star in declino del cinema americano. in questo caso arrivano, a volte, anche negli Stati Uniti e in Europa, sempre nel mercato dei cd. L’esempio piu’ noto e’ certamente Lost Idol, “L’idolo perduto”, diretto nel 1988 da Pongpat Chalong. Fin dal titolo il richiamo e’ alle avventure di Indiana Jones e nel cast spicca insieme ad altri idoli locali, il divo americano di serie B, Erik Estrada.
Una produzione di qualita’ che affianca la precedente. C’e’ in Thailandia una divisione netta fra publico di serie A che ama il cinema di qualita’ e e un publico di serie B che ama il cinema commerciale.I produttori devono dare a priori un;idea precisa di quale publico intendono soddisfare perche’ i due publici non si mescolano mai. Film coraggiosi, e di successo, dal punto di vista culturalesi sono registrati fin dagli anni ’80.
La Thailandia con i suoi meravigliosi paesaggi e il basso costo ha iniziato presto a proporsi sul mercato internazionale come luogo ideale dove girare scene di film. “Obbiettivo Burma” di Raoul Walsh, uno dei migliori lavori sulla seconda guerra mondiale e’ del 1945.
Ang Thong e’ lo scenario di una novella culto dello scritttore inglese Alex Gardlan. Il libro fu trasporto nel film dallo stesso nome, realizzato nel 2000, prodotto e interpretato da Leonardo di Caprio. Il principale protagonista, sia nel libro che nel film, trova una mappa nella stanza di un drogato che aveva commesso suicidio in un albergo di infimo ordine. La mappa lo porta a una piccola comunita’ di stranieri che vivono in segregazione in un’isola di maesta’ profonda. Tuttavia mentre Garland scelse Ang Thong per ambientare il suo racconto Hollywood per la sua versione prederri’ il mar delle Andamane e la scovolgente Maya Bay nell’isola di Ko Phi Phi Lek, che fa parte di un parco marino.
Anche gli italiani hanno utilizzato i set thailandesi per un certo numero di film, anche se il paese che fornisce le ;ocations per il maggior numero di film avventurosi rimangono le Filippine, dove l’industria e’ stata protetta fin dai tempi della dittatura Marcos. Non si tratta mai di film importanti, ma di piccoli lavori di imitazione di film americani che non escono quasi mai sugli schermi italiani, e che sono destinati sdopratutto ai mercati del Terzo Mondo.
“Da Bangkok all’inferno”, un film di Bruno Mattei del 1988, e’ stao interamente girato nelle Filippine, mentre “Fuga dall’arcipelago maledetto”, che per parte e’ ambientato nelle Filippine, e’ stato quasi totalmente girato in Thailandia. Cio’ da la dimensione del problema cui si accennava all’inizio: la difficolta’ per il cinema thailandese di mantenere una propria identita’ di fronte alla spinta del business. Un cinema nazionale e nello stesso tempo un cinema camaleontico si confrontano.Non e’ dato per adesso capire chi prevarra’. L’unica cosa certa e’ che l’affermarsi di una via o dell’altra non e’ priva di conseguenze per la cultura del paese.
Il Thai Short Film and Video Festival si tenne la prima volta nel 1997, il Bangkok Film Festival inizio’ nel 1998, e fu sostituito dal Bangkok International Film Festival nel 2002, il festival è organizzato dalla Autorità del Turismo della Thailandia. Il World Film Festival di Bangkok, promosso dal Gruppo Nazione Multimedia, iniziato’ nel 2003, e si svolge ogni anno nel mese di ottobre.
Nel 2007, fu iniziato in Bangkok il Digital Forum come una diramazione del Thai Short Film and Video Festival, per presentare lungometraggio indipendenti e produzioni digital-video. Sempre nel 2007 si ebbe la prima edizione del Festival del Cinema di Phuket.. Nel 2008 fu istituito l'annuale Phangan Film Festival a Koh Phangan, che da’ particolare attenzione al cinema indie spirituale ed ambientale di tutto il mondo. Nel 2009, ha avuto luogo per la prima volta la manifestazione consorella il Samui Film Festival in Koh Samui.
Il consiglio di censura continua ad operare in base a un Atto del 1930, per cui i proprietari di teatri e le emittenti televisive devono presentare i film che hanno intenzione di mostrare al Film Censorship Board per la visione. La prima commissione di censura includeva uomini e donne eletti dai ranghi dell'aristocrazia, il servizio civile e la polizia. Ogni film che passava la censura doveva includere un timbro su ogni bobina, e sugli stampati pubblicitari. La Polizia Nazionale era responsabile per lo screening film e video fino al settembre 2005, quando il Ministero della Cultura ha assunto la funzione. Tutti i VCD e DVD venduti per essere visualizzatila casa dove recare il segno che ha superato la censura.
Sui VCD e DVD prodotti in Thailandia i censori prestano una particolare attenzione contro le immagini di nudità, sesso, fumo, la presenza di alcol e di armi puntate verso la gente, tutte immagini che sono proibite in trasmissioni televisive. In certi casi, atti violenti potrebbero essere tagliati, sicuramente tagliati sono il sesso e la nudità.
DVD importati non sono generalmente alterati dalle autorità thailandesi, anche se i dipendenti del Ministero della Cultura stanno bene attenti e se del caso facciano pressioni sui rivenditori pregandoli vivamente di non importarli.
Fra i film la cui censura ha fatto scalpore c’e’ da ricordare Schindler's List, il motivo una scena di nudo. Tuttavia, a causa dello scalpore, provocato dalla stampa, il consiglio ha invertito la sua decisione.
Tutte le versioni della storia di Anna Leonowens e il re Mongkut (Rama IV) sono stati vietati in Thailandia, dalla prima versione del musical del 1956 “The King and I” al più recente film del 1999 quest’ultimo e’ stato censurato perche’ "alcune scene distorcono la storia e insultano il re " nonostante il fatto che un certo numero di modifiche sono state apportate allo script.
Più recentemente, un gruppo di cristiani tailandesi hanno protestato per il film “Il Codice Da Vinci” e hanno chiesto che fosse vietato. Il 16 maggio 2006, il Comitato censura tailandese ha emesso una sentenza che il film sarebbe stato mostrato, ma che gli ultimi 10 minuti sarebbero stati tagliati. Inoltre, alcuni sottotitoli in thailandese dovevano essere modificati per cambiare il loro significato e passi della Bibbia sarebbe anche citato all'inizio e alla fine del film. Tuttavia, il giorno dopo, la Sony Pictures si appello’ la sentenza, dicendo che avrebbe ritirato la pellicola se la decisione di tagliare non fosse stata annullata. Il gruppo di censura voto’ 6-5 che il film poteva essere mostrato senza nessun taglio ma che una dichiarazione doveva precedere e seguire il film, dicendo che era un lavoro di finzione.
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