Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

lunedì 26 marzo 2012

Principe Christoph di Hohenhole-Langenburd.

Conosciuto come Kiko, persona mondana europea e membro del jet set internazionale, era nato a Losanna in Svizzera, il 18 novembre 1956, figlio maggiore del principe Alfonso di Hohenlohe-Langenburg (1924-2003) e sua prima moglie, la principessa Ira von Furstenberg, nipote di Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat. Il padre, Alfonso von Hohenlohe, era famoso, fra l'altro per aver trasformato l'antico villaggio di pescatori di Marbella in una località alla moda per il jet set di attori di Hollywood e aristocratici europei durante gli anni 1960 e 1970. Qui cominciarono ad arrivare artisti del calibro di Grace Kelly, James Stewart, Tony Curtis e Sean Connery, reali europeo come il duca di Windsor, sceicchi arabi e dittatori del Sud America.
Christoff "Kiko" Hohenlohe, 49 anni, persona facoltosa, appartenente al jet set internazionale si trovava in quel periodo in Thailandia dove aveva soggiornato per una settimana presso la Spa si lusso Chiva-Som di Hua Hin, per perdere peso.
Dopo il soggiorno nella Spa il principe voleva tornare in quella che considerava una delle sue case, ad Honolulu, nelle Hawai ma il volo che intendeva prendere era pieno, poteva partire solo dopo tre giorni, cioe' sabato 29, a quel punto il visto sarebbe scaduto. La legge sull'immigrazione in situazioni come questa non e' poi cosi' terribile, oggi per ogni giorno di overstay si pagano 500 baht, 12.5 euro. Sapemdo come muoversi sicuramente non ci sarebbe stato nessun problema per quei pochi giorni.
Fu arrestato il 29 luglio 2006, mentre si trovava in aeroporto per aver falsificato documenti, nella fattispecie, il visto sul passaporto, alterandone la data. Funzionari dell'immigrazione notarono la presunta alterazione e da li parti' l'incarcerazione e l'accusa. Fu perquisto e interrogato e poi portato a un posto di polizia, dove rimase due giorni.
Nonostante i tentativi di convincere un giudice, che vide quarantotto ore dopo l'incarcerazione, di non aver avuto intenzione di commettere un delitto, ma semplicemente di andarsene il piu' in fretta possibile dalla Thailandia fu mandato alla prigione di Klong Prem che è stata piu' volte condannata da Amnesty International per le condizioni disumane. Qui fu posto in una cella con altri 40 detenuti.
In cella non si sa' cosa sia successo. La madre lo vide il venerdi e stava bene, come puo' star bene uno a cui la testa era stata completamente rasata, come puo' star bene uno che all'improvviso pensa di vivere in un incubo e si ritrova con le catene ai piedi. Comunque aveva voglia di mangiare, tanto che le chiese una Sprite e un panino, la notte fra il sabato e la domenica si senti' male, la notte fra domenica e lunedi' era morto.
Hohenlohe che era indebolito dopo una notevole perdita di peso avvenuta presso la spa, è crollato ed è stato lasciato sul pavimento nella cella della  prigione per quattro ore mentre gli altri detenuti gridavano per attirare l'attenzione delle guardie. Fu portato in un ospedale il 5 agosto.
Morì il 6 agosto 2006 per massiccia insufficienza organica, la dichiarazione dei medici dell'ospedale e' stata che sia morto per coma diabetico. causata da acidocetosi.
L'autopsia è stata eseguita subito, come è obbligatorio in casi come questi, a farla fu l'Ospedale Siriraj di Bangkok. I rapporti di questo ospedale dichiarano che e' morto per mancanza di insulina e un'infezione al sangue. Il certificato di morte afferma chiaramente la causa della morte: insufficienza organica causata da diversi fattori concomitanti come septicsemia, pneunomia grave, e cheto-acidosi diabetica.
Sua madre voleva portare il suo corpo in Svizzera per far eseguire unl'autopsia e determinare la causa della morte, ma non è stato possibile portare il suo corpo fuori dal paese senza imbalsamazione.
Tutta la storia appare assurda intanto la madre, Ira von Furstenberg ne' nessun altro familiare ha mai saputo che Kiko soffrisse di diabete. Altro fatto, la famiglia del principe e' di casa presso le maggiori famiglie regnanti europee, questo avrebbe dovuto rendere i thai piu' malleabili, visto il loro concetto nobilta' e monarchia, invece sembra che sia successo il contrario. C'e' chi si dice convinto che sarebbe bastata qualche telefonata fatta bene per ridare al principe la sua liberta' al contrario si arrivo' al punto di negare la liberta' provvisoria su cauzione. La liberta' su cauzione in Thailandia viene concessa per reati ben piu' gravi della falsificazione di un visto, perche' al principe fu negata? La madre dice che fu richiesta per tre volte, niente da fare. Le persone intorno alla famiglia dichiarano che ai Hohenloe-Langenburg non piace usare il loro stato e il loro potere. Ma questo sarebbe senz'altro stato il caso di farlo, non tanto di fronte alla morte, che in un primo era imprevedibile ma di fronte alla prigione. Se avessero usato il loro potere nessuno poteva trovare niente da ridere, tutti, potendo, si sarebbero comportati nello stesso modo con un figlio in una prigione thailandese.
Prima della sua morte, ha abitato a Honolulu, Hawaii, poi a Parigi e Ginevra, ma era un cittadino del Liechtenstein. Ora riposa nel cimitero di Marbella, accanto al padre, nella tomba di famiglia.
La famiglia in un primo momento ha pensato a un'azione legale contro la Thailandia, ma questo non avrebbe sicuramente riportato indietro Il principe Kiko e quindi l'azione e' stata lasciata cadere. Come ha detto la madre in un'intervista al Corriere della Sera nell'agosto del 2010 "La principessa e il figlio morto: "L'ho tradito, mi sono arresa"", troppo difficile la lingua usanze, costumi, modi di fare completamente diversi tutto si frapponeva e si frappone al fatto che Kiko possa avere giustizia.


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