Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

martedì 13 marzo 2012

Susan Aldous l'Angelo del carcere Bang Kwang, Bangkok.

I detenuti del famigerato carcere Bangkwang in Bangkok, Thailandia la chiamano "il loro angelo", i malati di mente in alcune dei maggiori ospedali psichiatrici della Thailandia la chiamano il medico bianco e migliaia delle persone che vivono nelle baraccopoli più sporche delle citta' del Sud-Est asiatico semplicemente la chiamano la loro amica.
Il suo nome è Susan Aldous, 51 anni, nata nel 1960 a Melbourne da madre che nonostante vari tentativi di Susan non conobbe mai personalmente la madre e di un padre che mai seppe di averla avuta. Fu abbandonata e fu adottata. La vita con la famiglia adottiva e con la sorella Annabel trascorse tranquilla. Susan visse i primi anni con pochi problemi se si esclude la scuola.
A 12 anni comincia a bere, a praticare l'amore libero poi e' affascinata dalla cultura hippy e arriva a conoscere le varie droghe: Fu questo un periodo in cui Susan poteva distruggere se stessa. Questo periodo dura quattro anni, a sedici il cambiamento, incontra un gruppo di Cristiani e questi la convincono: "Cosa se ne fa di una vita del genere? Perche' si sta distruggendo? Perche' non dedicare quella vita che lei sta buttando via agli altri, alleviando le sofferenze deglio altri, seguendo la strada indicata da Cristo?" Quelle parole le danno da pensare la convincono, smette con la droga e l'alcol e si dedica completamente al suo prossimo. Insieme con questo gruppo di Cristiani comincio' a scrivere lettere e a vistare i carcerati, a visitare le case di persone disabili per capire come potevano aiutare, oltre a questo al sabato sera organizzavano party per i giovani.
A 17 anni conobbe Peter, Peter le chiese di sposarlo. vissero e lavorarono insieme per due anni aiutando le persone. .
Quando crebbe a causa del suo bellissimo aspetto fisico, dei suoi capelli biondi, occhi azzurri, figura minuta, e del carattere estroverso, Susan fu assunta per lavorare in un club di alta classe il Playboy Bunny club a Melbourne. Cio' accadde dopo che il gestore la vide distribuire opuscoli religiosi all'angolo di una strada.
"Ho solo pensato, dove va la gente quando e' sola e ha problemi? Essi non vanno in chiesa. Vanno in un bar. Così ho pensato che quello era il posto perfetto per raggiungere le persone."
Fu in quel periodo mentre guardava la luna su una spiaggia che vide la luce, in quel momento prese la sua decisione, doveva andare dove stavano le persone che non possedevano niente, doveva andare in Asia. Si diede tempo tre mesi, poi sarebbe partita per la sua destinazione. Quando torno' al club l'aspettava una sorpresa. Erano ormai sei mesi che lavorava li e in questo tempo si era sempre dimostrata onesta e affidabile e le veniva offerto in posto di manager, le fu detto che c'era un solo problema: aveva trasformato il club in una chiesa, doveva smettere di parlare di Dio ai clienti. Con la decisione che aveva gia' preso la risposta le usci' rapida: "No, grazie, me ne vado in Asia".
La Prima destinazione in Asia fu la Malesia, Penang, qui organizzo' un teatrino per i bambini con marionette che aveva comprato in Australia, inoltre istitui' un servizio per aiutare i disabili dell'area. Rimase in Penang circa un anno poi per problemi di visto dovette muoversi e passo' in Indonesia. Non aveva nessun desiderio di essere coinvolta o lavorare per chiese o gruppi cristiani che erano troppo burocratici e si lasciavano facilmente coinvolgere in lunghe discussioni sulle teorie.
Prima di recarsi in Indonesia aveva conosciuto un miliardario di quel paese, una persona con diverse proprieta' che intendeva donarne una per aprire un centro di riabilitazione per drogati vicino a Jakarta, ovviamente Susan era pronta per questa nuova sfida. Lei passa gli anni successivi interessandosi del progetto in Indonesia e dei poveri di diversi paesi, finche' le giunge la chiamata di un suo amico dalla Thailandia che la invita a recarsi li, Susan decide di cambiare paese e recarsi li.
In Thailandia il suo amico le diede un lavoro, doveva guardare i suoi figli, nel tempo libero comincio' ad interessarsi dei detenuti nelle carceri e per far questo doveva intrattenere rapporti con le stazioni di polizia, Susan suscito' spesso i sospetti delle autorità, per esempio, la polizia segreta Thai la tenner sotto sorveglianza per tre mesi. Infine gli agenti che la sorvegliavano ammisero che non era possibile scoprire niente di male contro di lei, inoltre lei si muoveva intorno alla capitale ad un ritmo frenetico, che non riusciva nemmeno a tenere il passo con lei. Soccombendo al suo fascino frizzante, la polizia segreta la assunse per insegnare loro l'inglese, riuscendo cosi' a trovare lavoro presso la Polizia Turistica. E' questo lavoro che le permettera' di avere il visto a lungo termine e sempre grazie a questo lavoro Susan e' coinvolta col Dipartimento del Benessere Giovanile. Una delle persone che conosce in questo periodo e' Nial, se ne innamora e dalla relazione nasce una bambina, a cui fu dato il nome di Tanya. Purtroppo per incomprensioni e problemi non capiti la relazione con Nail finisce e i due ritrivandosi piu' tardi resteranno ottimi amici.Lui si rivelera' un ottimo padre per la figlia.
Verso la metà degli anni '80, Susan stava facendo raccolta di fondi per diverse ONG del Sudest asiatico e dava una mano in un campo profughi lungo il confine tra Thailandia e Cambogia. Un virtuale terra di nessuno per i khmer che non potevano tornare a casa per timore di persecuzione politica, e non potevano essere rinviati in un paese terzo, il campo, noto come Sito 2 aveva una popolazione di 150.000 ed era la piu' grande concentrazione di cambogiani fuori di Phnom Penh. Spogliati della loro forza politica, ma non la loro potenza di fuoco, i Khmer Rossi lanciavano colpi di mortaio e attacchi furtivi.. "Una settimana prima stavi lì a parlare con una famiglia, ti allontanavi, tornavi dopo una settimana per vedere che la loro capanna era stata bombardata e tutta la famiglia era stata uccisa." Questo disse piu' tardi dei quell'esperienza la Aldous.
Un'altra volta, la ONG per cui lavorava aveva 2.000 paia di scarpe da distribuire. Una volta che fu annunciata la notizia all'altoparlante, i rifugiati si riunirono a migliaia intorno mentre le guardie con M-16 erano li per mantenere la pace. Cosi' Susan racconta l'episodio:
"E 'stata la cosa più orrenda che abbia mai vissuto era una bolgia, era una follia. Come si fa a dire di no a qualcuno? Come si fa a scegliere? Quindi abbiamo dovuto buttare le scarpe li in mezzo alla folla. Dopo non so' per quanto rimasi li' con una scarpa in mano, ero ridotta a un relitto a livello emotivo. Poi abbassai lo sguardo per vedere una donna che aveva perso la gamba per una mina e non aveva una scarpa sul suo piede. Le lasciai la scarpa che mi era rimasta e come scoprii in seguito, la scarpa calzava perfettamente. Sono scoppiata a piangere. Era troppo!".
I controlli tuttavia non cessarono diversi anni fa Susan e sua figlia si trovavano in una pista di pattinaggio in un centro commerciale di Bangkok. Si accorsero che avevano walkie-talkie nascosti sotto le loro camicie: "Quando i poliziotti sono sotto copertura sono simili na giornalisti o tossicodipendenti" Disse la figlia. Susan ridendo: "Oh, mi dispiace" "Non ti preoccupare, siamo abituati agli abusi," Al che Susan: "Ma quando ho una paura devo affrontarla.". Gli uomini erano tutti seduti in una pIsta di pattinaggio, tutti senza pattini. Susan si avvicino' a loro: "Di quale corpo siete?" Ed elenco' tutti i corpi della polizia e dell'esercito thailandese, poi aggiunse: "E vi fanno lavorare la domenica, siete proprio povere cose". Non potevano parlare! Erano sbalorditi! Susan non era sicura di quello che aveva fatto e pensava che potevano ucciderla. Ma uno di loro parlo' nel suo walkie-talkie e rapidamente si dispersero.
Susan ha donato i suoi ultimi 27 anni agli altri portando conforto e cure a migliaia di persone che hanno avuto la sfortuna e non la colpa di essere nate nella trappola della poverta' e che ai piu', specie ai turisti, restano nascoste nei sottosuoli, nelle fetide baraccoli, nelle affollate prigioni di quello che viene chiamato il Paese del Sorriso.
Susan Aldous lavora sei giorni alla settimana per aiutare chi ha bisogno di aiuto, tre giorni alla settimana li dedica alla prigione di Bangkwang, una prigione ben nota su cui sono stati scritti diversi libri, dove il requisito minimo per entrare e' 30 anni e il massimo la pena di morte, questi condannati devono portare ceppi 24 ore al giorno. Le condizioni della prigione centrale di Bangkok sono tremende, cosi dure che il carcere si e' guadagnato il titolo di Hilton Bangkok. Le condizioni di sovraffollamento sono difficili da sopportare e i thailandesi hanno dato un altro nome alla prigione "La Grande Tigre" per la sua capacita' di divorare i detenuti. Questa prigione fu studiata per ospitare 3,500 in poco tempo le persone recluse sono diventate 7,000 persone. Per queste 7,000 persone prima che arrivasse Susan a migliorare la situazione erano a disposizione 80,000 baht (2000 euro) all'anno per cure mediche. Ancora qualcosa che occorre sapere e' che in Thailandia in modo abbastanza simile a cio' che dovrebbe avvenire in Italia la pena dovrebbe essere riabilitativa. Se ben ricordo la legge italiana, addirittura quella thailandese andrebbe oltre in quanto prevede che la pena non deve guardare il crimine ma prendere in considerazione anche la persona che commette il reato, della sua famiglia e delle possibilita di riabilitazione. Il problema quindi e' che la legge esiste ma che nessuno si e' mai preoccupato della sua applicazione.
Susan si reca a visitare i detenuti stranieri in questa e nelle piu' famigerate prigioni in Thailandia, qui entra e porta una parola di conforto a criminali accusati di omicidio o stupro, di traffico di droga ma pur sempre esseri umani che in quelle prigioni, lontane da casa si sentono abbandonate, oppure negli ospedali psichiatrici
Coloro che riescono a sopravvivere a decenni di abusi fisici malnutrizione, violenza e mancanza di assistenza sanitaria spesso perdono la vista quando diventano anziani.
Susan riusci' a capire il problema e qualcuno le fece una donazione da mettere in una buona causa. lei fece in modo che gli occhi delle persone anziane venissero controllati Organizzo' una squadra di ottici optometristi e ottenne il permesso per introdurre macchine per testare gli occhi all'interno del carcere di massima sicurezza e per i prigionieri, fu un'esperienza straordinaria. Alla fine delle visite in collaborazione con il Prison Causarina a Perth, in Australia, dove i detenuti fissano circa 20.000 paia di occhiali rotti ogni anno e li distribuiscono ai paesi del Terzo Mondo Susan ha aiutato decine di detenuti anziani, la maggior parte dei quali non erano mai stati da un oculista prima a recuperare la loro vista.La dusciplina all'interno del carcere era cosi' radicata che i prigionieri non osavano mettersi gli occhiali e fu necesserio dare l'ordine perche' lo facessero. Naturalmente quest'operazione fu ripetuta.
Tramite One Life at a Time Susan e' riuscita a realizzare diversi altri progetti per i detenuti. In uno di questi la sig.ra Aldous ha acquistato sacchetti di articoli da toeletta e cibo per 53 detenuti, in un'altro progetto penne, carta, parei e federe per 100 detenuti, e in un terzo ha cucinato un pasto a casa per 100 detenuti anziani che ha aiutato a servire. Queste opere di Susan si sono ripetute di frequente, inoltre, in collaborazione con un gruppo di dentisti di Singapore, ha organizzato visite dentistiche, ha messo a posto il depuratore dell'acqua che prima arrivava da un fiume inquinato. Grazie a lei si è anche deciso di installare ventilatori a soffitto all'interno delle celle per combattere il caldo insopportabile. Ha comprato cuscini e materassi, qui non siamo in Italia, quii in prigioni come questa non ci sono fronzoli.
Susan lavora anche con gli abitanti degli slum, aiuta le persone a superare le loro dipendenze da droghe presso centri di riabilitazione, distribuisce dolci ai bambini di un orfanotrofio cinese e tiene corsi gratuiti di lingua inglese per i ragazzi di strada e gli avvocati. Altrettanto importante passa una parte del suo tempo con la figlia Telya di 21 anni.
La vita Ms Aldous 'a Bangkok è straordinaria e inusuale. Come detto Susan si mise a viaggiare in Asia quando aveva 20 anni, senza soldi e nella piena convinzione che aiutare la gente avrebbe permesso la sua sopravvivenza. "Non ho mai perso niente quanto ho donato" e' una delle sue affermazioni preferite.
Ovviamente lei sa che le persone che aiuta sono criminali e molti meritato di essere in prigione, ma vede e capisce anche che queste persone hanno bisogno di aiuto piu' di chiunque altro. Ms Aldous dice che molti dei prigionieri che ha consigliato sono diventati suoi amici, e ha respinto l'idea che il suo lavoro possa essere pericoloso, ha anche portato sua figlia, Talya, ad incontrare alcuni di loro. A livello psicologico e emozionale cio' che fa Susan e' parlare con loro, dir loro che non sono stati dimenticati, che c'e' ancora qualcuno a cui importa di loro. Cosi' Susan Aldous, l'Angelo di Bangkwang, ha illuminato e continua ad illuminare la vita di molti prigionieri nel piu' famoso carcere di Bangkok.
Il cristianesimo è una forza trainante dietro il lavoro della sig.ra Aldous e Madre Teresa è la sua ispirazione, ma lei non è un missionario che è andato in un paese in via di sviluppo per convertire i non credenti. Susan raramente va in chiesa e confessa che per suo lavoro in Thailandia e' stata piu' dentro templi buddisti che dentro chiese cattoliche
"L'amore e' condivisione, gentilezza, cura, preoccupazione,questa è la religione per me," ha detto. "Non è una cosa che fai la domenica. E 'qualcosa che si vive tutto il giorno tutti i giorni. Io lavoro con i buddisti, io lavoro con i musulmani, e lavoro con gli ebrei. Io lavoro con tutto e tutti. Non importano le chiese perché credo che con amore noi possiamo lavorare tutti insieme e io credo che Dio è amore ".
Durante una di queste visite In Bang Kwang, Susan fece la conoscenza di detenuto americano di nome Garth Hattan, I due cominciarono a scambiarsi lettere Susan era impressionata dall'eloquenza delle sue lettere, Susan gli disse che stava per diventare uno scrittore, e che le sue esperienze dietro le sbarre avrebbe toccato le vite di innumerevoli altri. Garth si mise a ridere di lei, ma Susan aveva ragione. Per i primi tre anni della loro relazione, non ebbero nessun contatto perché Garth pensava che non sarebbe stato in grado di controllare i suoi desideri, e lui si trovava in una gabbia con circa 60 altri prigionieri e i loro parenti seduti attorno ai tavoli. Alla fine, si sedettero discretamente in un angolo filtrando. In quei giorni Garth le chiese di sposarlo e le diede un anello che era appartenuto a suo nonno. Lei disse di sì.
Dopo aver scontato otto anni della sua pena, Garth è stato rispedito negli Stati Uniti. Nel giro di poche settimane, la coppia pote' sposarsi in California.
Oggi gli obiettivi di Susan a Bangkok sono semplici, vuole garantire a Talya di crescere in modo sicuro e bene, vuole continuare a prendersi cura degli ultimi vuole entrare in contatto con la gente e continuare a motivare le persone ad aiutare gli altri.
Nel frattempo ha scritto due libri: "Ladyboys " e "The Angel of Bang Kwang Prison", oggi anche in edizione elettronica.
Coloro che fossero interessati a contattare Susan Aldous possono scrivere a: onelifesusan@hotmail.com.

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