Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

giovedì 7 giugno 2012

Marco Polo e il Siam.

Annoyz view,
Marco Polo nacque il 15 settembre 1254 a Venezia da famiglia patrizia di facoltosi mercanti, che si era trasferita nella citta' lagunare da Sebenico, in Dalmazia. Invero non si sa' se la famiglia appartenesse alla nobilta' veneziana, quello che e' certo e' che l'estrazione non era umile dato che le tre figlie e lui stesso sposarono persone appartenti all'aristocrazia.
Il padre e lo zio erano spesso in viaggio per il loro lavoro e i loro viaggi in quel periodo duravano anni. L'Oriente in un periodo in cui non c'erano aerei, treni, macchine o che altro e tutto si svolgeva fra barche a vela e vie carovaniere, specie lungo la via della seta era molto, molto lontano. E il lontano oriente era la destinazione principale dei fratelli Polo. Basti pensare che quando Nicolo' e Matteo tornano dal loro viaggio in Oriente, dove avevano visitato la corte di Qubilai, il conquistatore e unificatore della Cina, il piu' famoso dei discendenti di Gengis Khan, alla cui corte avevano soggiornato ottenendo importanti privilegi e forse titoli nobiliari, Marco che non si sa se alla partenza del padre fosse nato aveva quindici anni. Il viaggio dei Polo era iniziato nel 1255 aveva raggiunto la Cina nel 1262, erano passati per il Bukhara, nell'odierno Uzbekistan e il Turkestan cinese, arrivando a Khanbaliq, il nome mongolo dell'odierna Pechino alla corte di Kublai Khan (1260-1294) ripartirono dopo un anno, nel 1266, come suoi ambasciatori. Portavano una lettera per il Papa con la richiesta di mandare chierici istruiti a evangelizzare le popolazioni mongole pagane. Arrivarono in Italia a Roma nel 1269. Erano stati in viaggio 14 anni.
Quando decisero di ripartire Marco aveva l'eta' adatta per andare con loro. Era la primavera o l'estate il 1271 e dovevano portare a Kublai Khan la risposta di Papa Gregorio X e Marco accompagno' il padre in un viaggio che passo' attraverso l'Anatolia e l'Armenia, attraverso' il Tigri, toccando probabilmente Mossul e Bagdad, raggiunse il porto di Ormuz, forse con l'intenzione di proseguire il viaggio via mare. Continuarono invece a seguire la via terrestre e, attraverso la Persia e il Khorasan, raggiunsero Balkh e il Badakhshan, superarono, in quaranta giorni, il Pamir e scesero verso il bacino del Tarim, attraversarono il deserto di Gobi giungendo ai confini del Catai, nel Tangut, la provincia più occidentale della Cina. Quindi proseguirono lungo il Fiume Giallo, arrivando infine a Khanbaliq, Un viaggio che richiese tre anni e mezzo.e che giunse alla corte di Qubilai, nel distante impero cinese, allora chiamato Ca-thai, nel 1275.
Qui Marco conquisto' subito il grande monarca, che aveva anche il nome di Kublai Khan, raccontandogli, come avevano fatto in precedenza il padre e lo zio, i costumi e le tradizioni europee. I divertimenti allora non erano poi tanti e Kublai Khan ne era affascinato.
Quando i due mercanti arrivarono a Pechino l'imperatore fu contento di rivederli, fu anche affascinato dal giovane Marco che egli invito' a palazzo.
In breve importanti posizioni all'interno della corte cinese furono date a tutti e tre i veneziani ed essi vissero nel paese per alcuni anni. Marco studio' il cinese e in breve riusci' a parlarlo. Quando Marco raggiunse l'eta' dei 21 anni Kublai Khan comincio' ad affidargli incarichi importanti. All'inizio l'imperatore gli diede il compito di ispezionare le regioni confinanti del Tibet e dello Yunnan. Lavoro' bene e da allora divenne informatore e ambasciatore dell'imperatore presso tutti i popoli dell'impero e gli fu concesso il titolo equivalente a messere. In questa sua attivita' Marco si trovo' anche a viaggiare in terre mai visitate da europei ed ebbe molte strane avventure fra le tribu' chre allora popolavano l'Asia. Il giovane Marco seppe guadagnaesi le ricompense che Kublai Khan gli concedeva e arrivo' ad essere il governatore di una grossa citta' cinese. Cio' accadde nel 1278, quando fu eletto governatore di Hang-chou, una citta' che era stata già capitale, sotto la dinastia dei Sung, del reame dei Mangi.
Alla fine tutti e tre, Marco, il padre e lo zio desiderarono tornare a Venezia. Avevano servito Kublai Khan fedelmente e lui lo sapeva ed fu riconoscente, nel modo in cui poteva esserlo l'imperatore di un grande paese, colmo' i Polo di ricchezze anche nel tentativo di trattenerli, non voleva che se ne andassero.
Gli avvenimenti erano questi quando a Pechino arrivo' un'ambasceria da parte del re di Persia. Il sovrano desiderava sposare la figlia di Kublai Khan, la principessa Cocachin ed aveva mandato l'ambasceria a chiederne la mano, la proposta fu accettata e furono preparate quattordici grandi navi per trasportare i partecipanti alle nozze.
La principessa era grande amica di Marco e insistette col padre perche' gli permettesse di partecipare al matrimonio, il padre diede il consenso e fu cosi' che i tre veneziani lasciarono la Cina.
La flotta con i partecipanti alle nozze salpo' da sud, nel mare della Cina. Fu un lungo e pericoloso viaggio, con fermate in Borneo, Sumatra, Ceylon e altri luoghi, fino a che le navi arrivarono nel Golfo Persico e la principessa pote' sbarcare in tutta sicurezza. I tre Polo furono intrattenuti dai persiani per una settimana in modo munifico, ricevettero tutti preziosi regali da portare in patria.
Alla fine i tre lasciarono gli amici si diressero verso il Mar Nero e presero una nave per Venezia.
Erano passati 15 anni dalla partenza, erano stati via cosi' a lungo che nessuno li riconosceva, neppure gli amici e i parenti. Vestivano secondo la moda tartara, a volte parlavano il cinese fra loro, fu difficile convincere le persone che essi erano membri della famiglia Polo. Piu' che cercavano di dimostrarlo meno erano creduti, nessuno voleva credere che erano quelli che essi dichiaravano. Alla fine ebbero un'idea, organizzarono una grande e magnifica cena per familiari e amici. Quando gli ospiti arrivarono i tre li ricevettero indossando magnifici abiti cinesi di raso cremesi, Dopo la prima portata essi apparvero con abiti di damasco cremesi, dopo la seconda portata gli abiti diventarono di velluto cremesi, finche' alla fine della cena si presentarono con abiti che solo ricchi veneziani potevano permettersi. A quel punto i tre annunciarono che avevano qualcosa da far vedere che avrebbe fatto piacere agli astanti.e fecero portare nella stanza i cappotti tartari con cui erano tornati a Venezia, ne aprirono tagliandole le cuciture e dall'interno cominciarono a uscirne rubini, smeraldi, diamanti. Era la piu' preziosa collezione di gioielli che mai si fosse vista in Venezia. Tutti gli ospiti si persuasero immediatamente che i tre erano chi dichiaravano di essere.
Al tempo in cui Marco Polo ritorno' a Venezia, la citta' era in guerra con Genova. Le due citta' si scontravano per la supremazia nel commercio mondiale. In una grande battaglia i veneziani furono completamente sconfitti. Marco Polo partecipo' alla battaglia e con molti altri uomini fu catturato dal nemico. Passo' dal 1298 al 1299 in prigionia, in un carcere genovese. Uno dei suoi compagni era un abile scrittore, Rustichello da Pisa e Marco gli detto le sue esperienze in Cina, Giappone e nei paesi dell'Estremo Oriente. Copie del manoscritto esistono ancora oggi, una si trova in una libreria di Parigi, fu portata in Francia nel 1307. Un'altra copia si trova a Berna. Il libro fu poi tradotto in una quantita' di lingue cosi tutti in Europa, e poi nel mondo, impararono di Marco Polo. Il libro fu famoso in italiano come "Il milione", in inglese come "The Travels of Marco Polo" e in francese come "Le divisament dou monde" che si puo' tradurre come "La descrizione del mondo" che rimse seza alcun dubbio la piu' importante descrizione dell'Eursasia del XII secolo almeno fino alla publicazione in arabico dell'ugualmente grande Rihla o "Il viaggio di Ibn Battuta", viaggiatore islamico, nel 1355.
Si dice che dopo centosettantacinque anni un'altro famoso italiano lesse il libro, Cristoforo Colombo. Si pensa che egli lesse la descrizione di Giava, Sumatra e dell'Oriente fatte dal veneziano e che egli abbia pensato di raggiungere le stesse terre navigando dall'altra parte e scopri' cosi' Haiti e Cuba. Cosi' Marco potrebbe aver suggerito ba Colombo il viaggio che porto' alla scoperta dell'America.
Marco Polo mori' a Venezia l'8 gennaio 1324, e' ancora oggi considerato il piu' grande viaggiatore di tutti i tempi.
Come per ogni personaggio illustre, come per ogni avvenimento importante le diatribe su Marco Polo sono state tante. Una delle piu' importanti fu quella a cui diede origine la direttrice del Dipartimento cinese della British Library, quando nel 1995 scrisse il libro Marco Polo è andato in Cina? nel quale contraddiceva il fatto che Marco Polo fosse giunto in Estremo Oriente. Marco Polo sarebbe stato al massimo sul Mar Nero, dove era la sede dell'attivita' della famiglia. Era questo un luogo di frontiera, li giungeva molti viaggiaviatori e Marco avrebbe semplicemente raccontato a Rustichello quanto loro raccontavano a lui, praticamente il Milione sarebbe un libro di storie di altri. A parte alcune incongruenze il dubbio sarebbe dato dal fatto che nel libro non si menzionano fatti che avrebbero sicuramente stupito un viaggiatore: le bacchette per mangiare, la tradizione del te', e sopratutto la muraglia cinese, ma fatto che sconfesserebbe tutto: perche' se Marco e i Polo erano persone cosi' importanti in Cina non c'e' alcuna presenza dei tre veneziani negli archivi cinesi dell'epoca.
Le idee della Wood sono state esaminate da diversi storici e si e' verificato che gli errorei non erano di Marco ma parte della traduttrice del Milione in inglese, parte dimenticanze di Marco e parte licenze artistiche di Rustichello.
Al contrario c'e' una prova inconfutabile dei viaggi di Marco in quelle lontane terre. Nel Conciliator Differentiarum il celebre fisico e astrologo Pietro D'Abano parla di una conversazione avuta con Marco Polo nel 1303, il veneziano fa alcune osservazioni astronomiche e le illustra con degli schizzi. Il Conciliator Differentiarum fu poi analizzato nel 1997 dallo studioso J. Jensen che giunse alla conclusione che Marco doveva per forza essere stato a Sumatra e nel Mar Cinese meridionale per avere quelle conoscenze. Oggi la storia che Marco Polo non sia mai stato in Cina viene compresa fra le leggende metropolitane.
Una domanda che puo' interessarci come conclusione e' se ci sono state state e dove sono arrivate le relazioni fra Marco Polo e il Siam. Prima di esaminare questo occorre dire che appare evidente che in ogni modo Marco deve avere conosciuto dei siamesi. In Cina Marco aveva un'alta carica vicino all'imperatore ed era consuetudine in quel periodo nel Sudest asiatico mandare ambasciate augurali all'imperatore della Cina. Sia il re di Louvo che quello di Sukhothai mandarono ambasciate a Kublai Kan nel tempo in cui Marco viveva in Cina. Ambasciate partirono da Louvo nel 1289 e nel 1291, da Sukhothai nel 1281 e 129. Re Ramkhamgaeng stesso si reco' in Cina nel 1294.
Oggi molti storici pensano che Marco si riferisse al Siam quando parla di un paese chiamato Locac. Per centinaia di anni si e' pensato che con questop termine egli si riferisse all'isola indonesiana di Giava, ci fu anche chi arrivo' a ipotizzare l'Australia del sud. Ricerche piu' recenti suggeriscono invece che Marco con Locac tentasse di rendere la parola cinese Lo-huk e questo era il nome che i cinesi usavano per il regno khmer di Louvo, al giorno d'oggi Lopburi.
Cosi' Marco descrive Locac:
"... Si raggiunge un paese grande e ricco che fa parte del continente e si chiama Locac. I suoi abitantio adorano idoli Suoi abitanti ad adorare gli idoli. Essi hanno la loro lingua e sono governati da un re che non paga omaggio a un altro. La situazione del paese è tale da proteggerlo da qualsiasi attacco nemico. Se si potesse facilmente attaccare il Gran Khan farebbe presto a portato sotto il suo governo.
In questo paese il legno pregiato viene prodotto in grandi quantità. C'è una incredibile quantità di oro, vi si trovano elefanti e molti animali da cacciare, sia con i cani che con gli uccelli. Da qui vengono esportate tutte quelle conchiglie di ciprea, che, in corso ad altri paesi, sono lì utilizzate come soldi. Qui si sviluppa una sorta di frutto, chiamato berchi, delle dimensioni di un limone, e con un sapore delizioso. Oltre a queste cose, non c'è altro da dire se non che il paese è selvaggio e montuoso, ed è poco frequentato da stranieri. Il re non vuole che gli stranieri visitino la sua terra. Vuole che i suoi tesori e le altre questioni segrete del suo paese siano note il meno possibile al resto del mondo".
Altro momento in cui Marco sembra parlare della Thailandia e' quando Kublai Khan affido' a Marco Polo una missione diplomatica. L'imperatore gli chiese di accompagnare una grande spedizione militare che parti' nel 1287 diretta verso sudovest il cui risultato fu la conquista dello Yunnan e il saccheggio di Pagan in Birmania. Polo nel suo libro parla con una certa estensione dello Yunnan e piu' brevemente dei regni vicini.
Fra queste terre ce n'e una che e' spesso stata discussa il cui nome e' Cangigu, una terra che si trova 30 giorni dopo il Bengala. Invero non c'e' nessuna prova se Marco abbia mai visitato questo paese o se la descrizione che ne fa nel Milione e' opera di informazioni raccolte durante l'invasione Mongol delle vicine Yunnan e Birmania. Tuttavia la descrizione che ne viene fatta lascia chiaramente intendere che si tratta di un regno thai che si trovava a sud dello Yunnan. Per rifarsi alle parole di Marco Polo:
"Cangigu ha il proprio re. La popolazione e' idolatra e parla un proprio linguaggio. Essi sono sottomessi al Grand Khan e gli pagano un tributo annuale. Il re e' cosi' lascivo che, vi assicuro ha trecento mogli. Sebbene nessuna donna nel paese eccella in bellezza, egli le prende per mogli. La provincia e' ricca d'oro. Abbonda anche di spezie preziose di tutte le sorti; ma essi sono molto lontani dal mare per questa ragione sono di poco valore come merci e sono vendute a molto poco.
C'e' pieno di elefanti e di animali di molti altri tipi e non c'e' mancanza di giochi. la popolazione vive di carne, latte e riso. Non hanno vino d'uva ma fanno un eccelente vino di riso e spezie. Tutte le persone, maschi e femmine, hanno la pelle decorata nel modo seguente. Hanno la pelle tutta coperta con pitture di leoni, draghi, uccelli e valtri oggetti, fatti con aghi in modo tale che diventano indelebili. Essi li fanno sulle loro facce, sui colli, sulle pancie, sulle mani, sulle gambe e in ogni parte del corpo. Essi fanno questo come atto di gentilezza, piu' elaboratamente uno e' decorato, piu' grande e prestante e' considerato. Prima di tutto un uomo puo' avere tali immagini disegnate come egli desidera in nero su tutte le parti del suo corpo. Questo avvine mentre egli e' trattenuto mani e piedi e due o piu' persone lo tengono.
Quindi l'artigiano prende cinque aghi, quattro ndi essi raccolti insieme a quadrato e il quinto al centro comincia il suo lavoro su tutto il corpo tirando fuori l'immagine che era stata precdentemente disegnata. Subito appena i buchi sono fatti viene applicato l'inchiostro e poi la figura come disegnata appare dai buchi. Durante il processo la vittima soffre quelle che possono considerarsi le pene del Purgatorio. Molti muoiono per la gran perdita di sangue".
A prima vista guardando la descrizione data sopra puo' sembrare impresa difficile se non impossibile identificare Cangigu, tuttavia ci sono alcuni indizi, anche se il regno di Lanna era ancora a divenire e quindi a maggior ragione Chiang Mai, alcuni storici autorevoli, basandosi sulle informazioni geografiche e naturalmente il costume dei tatuaggi, hanno asserrito che Cangigu si trovava da quelle parti. Il popolo del Lanna o dell'attuale nord della Thailandia era da lungo tempo conosciuto come "Lao dalla pancia nera" per la loro tradizione di portare estesi tatuaggi. Queso nome li distingueva dalle popolazioni di Lanchang o Laos che erano chiamati "Lao dalla pancia bianca" perche' non usavano tatuarsi.
Se c'e' qualcosa che nel brano iniziale non torna e' il latte, che e' sicuramente un errore o di Polo stesso o dei successivi trascrittori. Nessuna persona, di nessuna eta' al tempo di Marco Polo beveva latte in tutto il Sudest asiatico e sarebbe stato cosi' per ancora 600 anni.
L'orientalista Henry Yule era bene a conoscenza che le descrizioni di Polo predatavano la fondazione di Chiang Mai e identifico' questo primo stato thai con Muang Yawng o Mong Yong nello stato Shan orientale, il che potrebbe essere possibile.
La questione stava in questi termini quando usci' un libro "Lanna nell'istoriografia cinese" dell'Istituto di Studi Asiatici della Chulalongkorn University. Il volume stabilisce due ulteriori relazioni fra il Nord Thailandia e la prima Cina Yuan. Da questo studio si impara che Yuan Shi lo storico ufficiale della dinastia Yuan, fu il primo a menzionare un paese thai cosi' parlandone: "Ba Bai Xifu nel 1284, tre mesi prima che Kublai Khan attaccasse Pagan e iniziasse la conquista culturale cinese dello Yunnan". Questa fu una novita' sorprendente e cio' che la rende tale e' il nome Ba Bai Xifu che e' cinese e che puo' essere tradotto "Ottocento mogli" Dagli annali di Yuan e' chiaro che i cinesi e i loro governanti mongoli alla fine del XIII secolo credevano che il re di Ba Bai Xifu era lascivo e virile e questo combacia con la descrizione che Marco Polo fa del re di Cangigu. Puo' essere una coincidenza ma cio' che riferisce Yuan Shi porta fortemente alla possibilita' che Cangigu e Ba Bai Xifu fossero lo stesso luogo, il nascente regno di Lanna, governato nel 1284 da re Mengrai e che sarebbe andato a fondare Chiang Mai 12 anni dopo, dalla sua vicina capitale di Chiang Rai, che in ogni caso era piu' vicino allo Yunnan che Chiang Mai.
La possibilita' di poter identificare Ba Bai Xifu col Lanna aumentano se si guarda la "Nuova Storia Yuan" dove si puo' leggere:
"Il territorio di Ba Bai Xifu e' esteso, i fiumi e le pianure coprono un'area di diverse migliaia di li (1 li=0.5 km). C'e' una gran quantita' di elefanti e i prodotti locali comprendono diversi tipi di legni di sandalo. I nativi apartengono alle tribu' Bo o Baiyi con tatuaggi dipinti fra i loro occhi e le sopracciglie. Essi sono devoti buddhisti e non amano uccidere. In ogni villaggio c'e' un tempio e in ogni tempio c'e' una pagoda, cosi che di entrambi se ne contano migliaia.
Volendo continuare a identificare Ba Bai col Lanna il cinese Siyi Guankao nota che:
"A est di Ba Bai e' la terra di Laowo (Lanxang o Lao), a sud e' Bole Man (che e' stata identificata con Sukhothai); a nord si trova Mong Khun (Kengtung)... 38 stadi a nord e' dove si trova il governo provinciale dello Yunnan (in Kunning)... attraverso le colline scorre un fiume (probabilmente il Mae Kok). Il sud appartiene a Ba Bai, il nord appartiene a Mong Lu (Sipsongpanna) e Mong Khun (Kentung)."
Tutto questo rende perfettamente chiaro che la Ba Ban Xifu degli annali cinesi fu certamente uno dei regni thai del Lanna molto meno certo continua ad essere cosa sia stata Cangigu per Marco Polo anche se le traduzioni e la publicazione delle fonti suddette in Thailandia fa si che questo appaia piu' probabile e non meno. Se si potesse dimostrare che cosi' e' Marco Polo sarebbe il primo occidenatale a ar friferimento al Lanna, predatando Ralph Fitch, il primo europeo a viaggiare e a scirivere su Chiang Mai, circa tre secoli dopo.
Un altro momento in cui Marco Polo puo' essere stato in Thailandia e' durante il suo viaggio di ritorno a casa. Il viaggio che porto' Marco in Cina avvenne via terra ma quello di ritorno avvenne per mare. Questo avvenne perche' stava usufruendo di un passaggio offertogli dal corteo matrimoniale che stava accompagnando la principessa di 17 anni dal futuro marito, il figlio dei ub nipote di Kuhblai Khan, che governava una buona parte della Persia. l viaggio per mare parti' da Quanzhou e si diresse Sumatra, dove rimase per cinque mesi aspettando i venti monsonici . A quel puntpo risalirono la costa ovest della Malesia e attraversarono l'Oceano Indiano. E a questo punto che Marco scrive che le navi si fermarono in una zona dove c'erano diverse isole prima di attraversare l'Oceano Indiano. Sfortunatamente Marco non identifica queste isole con un nome, quel che e' certo e' che in quel tempo normalmente le navi usavano l'isola di Phuket p[er rifornirsi di cibo e acqua, con una buona percentuale di essere nel giusto possiamo a questo punto asserire che Marco era arrivato in Thailandia.



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