Nacque ad Alba nel 1865 come Camillo Richiardi, la seconda c l'aggiunse lui in seguito, da Giovanni e Rosa Volpino, frequento' l'Accademia Militare di Modena e la Scuola di Cavalleria di Pinerolo, da cui usci' come sottotenente ed ebbe come prima destinazione il Reggimento di Cavalleria di Genova prima di essere promosso tenente presso il Reggimento di Cavalleria Piemonte. Dopo sei anni di servizio chiese di essere esentato e grazie ai suoi collegamenti con il Colonnello Girolamo Emilio Gerini, un consulente militare in Siam vi si trasferì e si interesso' dell''organizzazione dell'esercito locale e dell'educazione di uno dei figli del re.
Lavoro' anche come corrispondente di guerra e invio' informazioni dalla Cina e dallEtiopia, alcuni storici ipotizzano che possa aver preso parte alla Battaglia di Adua. Nel 1895 si uni' al Generale Emilio Aguinaldo come mercenario nella lotta per l'indipendenza delle Filippine dalla Spagna.Nel 1899 si trasferisce in Sud Africa ed è diventato un amico fidato del generale boero Louis Botha. Successivamente, Ricchiardi prese il comando della Legione di Volontari Italiani, composta da 200 forti uomini quasi tutti italiani, fra cui immigrati nel Veld e ex soldati che avevano servito nel Regio Esercito o con Giuseppe Garibaldi. Stranamente suo figlio Ricciotti era dalla parte dei boeri mentre suo nipote Peppino si trovava coi britannici. Sotto la guida di Ricchiardi questa unita' si distinse per la sua competenza nello svolgere azioni di ricognizione e altri compiti, tipo kommando, richiesti dalla guerra asimmetrica. Non fu solo il coraggio della legione italiana che la rese famosa, ma anche il suo carisma e l'atteggiamento cavalleresco verso il nemico: ad esempio era normale inviare gli effetti personali delle vittime britanniche alle loro famiglie insieme a una lettera di condoglianze. Ricchiardi in questo periodo diventa una figura leggendaria.
Nonostante questo alcuni uomini erano veri e propri deliquenti, per la maggior parte ladri e a volte Ricchiardi dovette ripristinare la disciplina con misure severe ma mai che arrivassero al sangue. La prima operazione di successo effettuato dalla legione italiana fu la cattura di un treno blindato nei pressi di Chieveley, nel Natal. Tra i passeggeri che furono presi prigionieri vi era un giovane giornalista, Winston Churchill, Ricchiardi gli risparmio' la vita facendo finta di non vedere che cercava di nascondere una pistola e un caricatore di munizioni dum-dum, armi proibite, proiettili esplosivi vietati dalla convenzione di Ginevra. che avrebbero comportato la pena la morte. Ricchiardi chiese a Churchill cosa stesse facendo e quando questi rispose "Non lo so, l'ho appena raccolto nell’erba” fece finta di credergli. Churchill fu fatto prigioniero ma riusci' a fuggire. Al suo ritorno in Inghilterra, Churchill voleva entrare in politica aveva bisogno di gesta eroiche cosi' non parlo' mai della cattura da parte degli italiani.
Durante il suo soggiorno in Sud Africa, Ricchiardi sposo' Hannah Guttman, che aveva incontrato presso l'Ospedale Militare di Pretoria mentre recuperava da gravi ferite alle gambe che aveva subito nella battaglia di Colenso. Lei era parente del presidente Kruger e nipote del generale Joubert.
Il 19 maggio del 1900 l'esercito inglese si trovava vicino a Johannesburg, il presidente Kruger scappo' in treno, che da quel momento sarebbe stata la sede mobile del suo governo. Il 1 giugno 1900 Johannesburg cadde in mano ai britannici, Pretoria cadde il 4. I Boeri non si arresero e si diedero alla guerriglia, a Ricchiardi e ai suoi uomini fu dato l'incarico di distruggere tutti i ponti tra Pretoria e Machadodorp.
Al suo ritorno in Italia si impegno' a organizzare comitati pro-boeri e raccontare le sue avventure in una serie di libri.
Appassionato uomo d'affari si imbarco' in diverse imprese ogni volta che non era in guerra. Uno dei suoi partner fu Gastone Guerrieri, un nipote del re Vittorio Emanuele II. Si trasferi' poi in Argentina, dove fu nominato amministratore di una colonia di rifugiati boeri in Chubut. Successivamente si trasferì a Buenos Aires dove fu accolto con entusiasmo dagli studenti.
Nel 1923 fu colpito da un emorragia cerebrale che lo privo' dell'uso di varie funzioni corporee. I suoi ultimi anni furono spesi con la sua famiglia a Casablanca, in Marocco, dove morì il 21 gennaio 1940 e dove ora si trova sepolto.
Ha lasciato molti scritti e Mario Lupini ha scritto un libro su di lui nel 1989: “Camillo Ricchiardi: Boer War Hero”.
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