Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

martedì 18 settembre 2012

La sacra impronta di Buddha.

Durante il regno di re Songhtham del periodo di Ayutthaya un gruppo di monaci thailandesi si reco’ in pellegrinaggio a Sri Lanka, il primo paese fuori dall’India dove il buddhismo aveva messo radici ed era diventata la religione piu’ importante, dopo la morte di Buddha.
Il loro proposito era visitare l’Impronta di Buddha che sapevano esisteva su una delle piu’ alte montagne dell’isola, il picco di Adamo.I monaci del paese chiesero loro: “Perche’ siete venuti qui? In base ai sacri libri c’e’ un’Impronta di Buddha proprio nel vostro Paese”.Al ritorno in Thailandia i monaci si recarono a visitare re Songhtham e riportaro la notizia che prontamente ordino’ una vasta ricerca nella nazione.Era l’anno 1623 e il governatore della provincia di Saraburi mando’ un messaggio al re. Diceva che un cacciatore di nome Bun aveva scoperto una grande impronta su una roccia vicino ai piedi di una collina conosciuta come la Collina d’Oro. Bun aveva colpito e ferito usando l’arco un cervo, che era corso via ed era scomparso nella fitta foresta. Dopo poco il cervo era riapparso, apparentemente completamente guarito.Il cacciatore rimase attonito: “Cosa era successo a quel cervo? Come era possibile: normalmente un animale colpito a poche possibilita’ di sopravvivere...”.Per poter capire un fatto che sembrava essere soprannaturale Bum decise di esplorare l’area e si addentro’ nella fitta boscaglia. Trovo’ un buco in una roccia pieno d’acqua pura e limpida. Bevve l’acqua e le macchie, che aveva sempre avuto sul corpo e che a volte gli creavano dolore, miracolosamente scomparvero. Lentamente e a fatica Bun svuoto’ di tutta l’acqua il buco nella roccia e trovo’ quella che aveva la forma di una grande impronta. Capi’ cosi’ che era stata quell’acqua benedetta dal tocco dell’impronta sacra che aveva permesso al cervo di sopravvivere. Sapendo del deisderio del re di trovare l’Impronta di Buddha, Bun riporto’ la notizia della scoperta al governatore di Saraburi. Questi si reco’ sul luogo a ispezionare e capi’ che quanto Bun aveva detto era vero: l'Impronta di Buddha era stata trovata.Quando il re ricevette il messaggio del governatore fu felice. I miracolosi poteri dell’impronta sulla collina provavano senza ombra di dubbio che apparteneva a Buddha ed era quella di cui i monaci di Sri Lanka avvevano parlato.Il re decise di lasciare subito Ayutthaya per poter vedere l’impronta. Fece la prima parte del viaggio su un fiume, approdando in un luogo conosciuto come Tha Reua o “approdo delle barche”. Da li continuo’ via terra, con Bun come guida.Il re rimase affascinato di fronte al sacro luogo, accese molte candele e bastoncini si incenso e onoro’ la sacra reliquia piu’ e piu’ volte. Diede poi ordine di dedicare alla reliquia l’area circostante per un raggio di venti chilometri, di costruire un tempio nel luogo e una strada larga venti metri che andasse da Tha Reau alla Collina d’Oro, una distanza di 26/27 chilometri. Sulla riva del fiume fu anche costruito un padiglione reale e il luogo fu chiamato Tha Chao Sanuk o “l’approdo del piacere reale”.Dopo la morte di Songhtham, molti successivi re di Ayutthaya periodicamente visitarono l’impronta. Queste visite avvenivano nel periodo dopo la fine del raccolto.Il Tempio dell’ Impronta di Buddha divenne sempre piu’ ricco e carico di tesori, ma durante la presa di Ayutthaya da parte dei Birmani, nel 1767, la citta fu saccheggiata e rasa al suolo e cosi’ successe anche per il tempio e le sue ricchezze che furono depredate.Re Rama I, fondatore della dinastia Chakri, ordino’ che il tempio fosse ricostruito ma di Phra Phuttha Bat si parlera’ in altra parte. 

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