Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

martedì 11 febbraio 2014

Mai più emigrati schiavizzati (Un articolo di Francesco Tortora).

Un articolo di Francesco Tortora in data 10/02/2014.

Indonesia
Mai più emigrati schiavizzati
La “Black List” di Nazioni che non rispettano 
i Diriti dei lavoratori all’estero

Bangkok - Trovare o cercare lavoro all’estero è una soluzione di vita sempre più diffusa, in epoca di crisi, non solo in Italia ma anche in varie parti d’Asia. Anzi, a ben vedere e coi numeri alla mano, l’Asia è spesso stata più avanti in tale ambito, si tratta di vere e proprie migrazioni di ampie fette di popolazione che caratterizzano vari contesti asiatici, tema sul quale molte Nazioni d’Asia hanno dovuto curare attentamente il proprio repertorio legale e giuridico, in alcuni casi anche più volte. E tutto questo già da tempo prima che la migrazione per motivi di lavoro caratterizzasse lo scenario attuale della crisi globale. Ovviamente qui non ci si riferisce alle ondate migratorie di altre epoche, ondate che hanno segnato la Storia del genere umano e cambiato i connotati alle varie culture di riferimento che sono via via sempre più diventate un melting pot, un meticciato culturale che oggi è alla base della cultura statunitense come di alcune Nazioni dell’Unione Europea rispetto a quanto non è accaduto in culture più 'chiuse' verso l’esterno.

L’Indonesia, ora, si trova ad essere uno spartiacque importante, da questo punto di vista: una delle principali economie emergenti-emerse a livello planetario, la più popolosa Nazione islamica del Mondo, si ritrova a fare i conti con la fame globale del lavoro a basso costo da una parte e l’erosione dei diritti dei lavoratori dall’altra. E su questo secondo punto non è più disposta a vedere la propria classe operaia e lavoratrice compressa al di sotto della soglia del rispetto del Diritto del Lavoro quando essa opera e lavora all’estero. Fattore che diventa particolarmente spinoso ed acido quando si tratta di donne indonesiane appaltate per lavorare in Nazioni diverse dall’Indonesia spesso ristrette in condizioni di vera e propria schiavitù.Attualmente vi sono circa 900.000 lavoratori e lavoratrici indonesiane che lavorano all’estero, tutti da considerare fonte di miliardi di Dollari USA in controvalore che vengono iniettati nelle vene dell’economia indonesiana e già il repertorio linguistico della politica indonesiana oggi si ripopola di parole che invocano la necessità di ideare forme che sostengano il ritorno della forza lavoro indonesiana in Patria, anche e soprattutto per recuperare spazi di dignità a favore delle donne-lavoratrici indonesiane.
Ora le istituzioni governative in Indonesia progettano di fermare questa fuoriuscita di propri lavoratori dai confini nazionali entro la data del 2017. Bisogna però verificare con circospezione quale sarà la risposta dell’apparato industriale e più latamente lavorativo indonesiano. Alcuni studiosi ed osservatori australiani suggeriscono di prefigurare piani migratori dopo aver analizzato e messe in atto delle forme di lavoro temporaneo per la manodopera indonesiana all’estero che, però, nel frattempo ha avuto modo di lavorare in Nazioni a sviluppo economico avanzato e quindi può approfondire e formarsi professionalmente portando con sé, al rientro, nozioni e avanzamenti professionali che possono tornare utili successivamente allo sviluppo economico della propria Madrepatria. E’ ormai chiaro a tutti che la materia del Diritto del Lavoro (negato) all’estero per la manodopera indonesiana sarà colonna portante del linguaggio di quella parte della scena politica indonesiana che parla il linguaggio della Destra e nazionalista del Paese in aperta consonanza coi sentimenti sempre più diffusi nella Nazione. Proprio con un occhio rivolto al vicino australiano, la Destra indonesiana annota che non solo le condizioni dei propri lavoratori all’estero sarà certamente parte del repertorio dell’agone politico indonesiano ma anche la non-dimenticata vicenda dello spionaggio attuato dai servizi australiani ne sarà parte consustanziale. (Per la notizia completa di Francesco Tortora vedi l'articolo sull'Indro).


Francesco Tortora e' l'autore di "Da Thaksin a Yingluck: la Saga dei Shinawatra", il suo ultimo libro  e dei precedenti "Note asiatiche", "Asian Diary. Storie di popoli e di individui nei Paesi dove sorge il sole", "Livin' in BKK. Everyday Life in Bangkok between Modernism and Tradition". per una sua breve biografia vedi: "Il mio diario - Francesco Tortora". Francesco Tortora e' il corrispondente asiatico dell'Indro.



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