Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

giovedì 27 marzo 2014

Diritti Umani L’ASEAN, i rifugiati, la Cina (Un articolo di Francesco Tortora).

Un articolo di Francesco Tortora in data 20/03/2014.

Diritti Umani
L’ASEAN, i rifugiati, la Cina
Il Sud Est Asia si chiede se ora è il tempo di chiedere alla Cina il rispetto delle minoranze.

Bangkok - Migrazione e rifugiati: compassione e rispetto dei diritti umani o diplomatica accondiscendenza nel nome delle buone relazioni? Le minoranze etniche sono da rispettarsi, come tutte le Convenzioni internazionali e le organizzazioni non-governative raccomandano oppure sono solo un fastidio, della polvere da nascondere sotto il tappeto dell’ipocrisia? Il dubbio è tornato prepotentemente in auge, negli ultimi giorni, questa volta nel nome di un’etnia forse solo artatamente circondata di critiche, gli Uighuri. Non si tratta del primo caso in cui un gruppo di rifugiati si sposti nell’area ASEAN negli ultimi anni. Ma generalmente, i Paesi Membri della Associazione degli Stati del Sud Est Asia hanno avuto comportamenti ruvidi nei loro confronti, scarsamente umani o sensibili verso di loro, deportandoli letteralmente in Cina dove la persecuzione nei loro confronti è già aspra ed inumana. Certamente tutto questo non può non far piacere ai cinesi ma oggi nell’ASEAN ci si chiede –nei media e tra gli opinion makers- se non sia giunto il momento di contribuire a definire la propria identità comunitaria ribadendo un fronte comune dotato di forza e dignità nei confronti del vicino “ingombrante” denominato Cina.

Alcuni cittadini uighuri sono stati trovati –come è noto- in una piantagione di alberi da gomma nella Provincia di Songkhla in Thailandia, martedì scorso. In base alle evidenze, parrebbe si tratti di persone provenienti dalla Regione Autonoma Uighura della Cina Occidentale Xinjiang dove altrettanto notoriamente è in atto un aspro conflitto di natura etnica. Li si è rintracciati in Thailandia un paio di settimane dopo il brutale attacco nella regione Sud Occidentale della Cina, nella città di Kunming, dove la Cina immediatamente ha lanciato l’accusa verso la Comunità Uighura bollata come la vera autrice dell’attentato di natura terroristica. In realtà, prove alla mano, ancor oggi è difficile affermare con certezza che sia stata la Comunità Uighura a determinare la morte di 29 persone ed il ferimento di altre 130. Ciò che è certo è che gli Uighuri, una comunità etnica di estrazione islamica, sono stati marchiati come separatisti terroristi. E così, le tensioni che già duravano da lungo tempo tra gli uighuri e la Cina oggi sono in una condizione persino peggiore, esacerbata dalla politica di Pechino basata sull’incoraggiare l’immigrazione di massa degli Han cinesi verso lo Xinjiang.

Perché i 220 uighiri abbiano preferito insediarsi, almeno temporaneamente, nella Provincia thailandese Songkhla rimane un vero mistero. Oltretutto vi sono numerose donne e bambini tra di loro. In quanto tali, potrebbero aver abbandonato la loro idea di un’autonomia dello Xinjiang oppure potrebbero avere un qualche coinvolgimento in attività anti-governative oppure avere situazioni di conflitto con i cinesi di etnia han nella propria terra. Oppure si tratta più semplicemente di persone normalissime che stiano solo cercando migliori condizioni di vita e lavorative. Infine, potrebbero essere vittime di traffici umani. In ogni caso, si tratterebbe di un gesto davvero disumano rimandarli a casa quando questa casa oggi è nelle mani dei cinesi i quali potrebbero sottoporli a forme aspramente punitive o restrittive non foss’altro che per il fatto che hanno abbandonato la propria terra senza permessi. A rigor di legge, sulla carta, secondo gli ordinamenti thailandesi, come per qualsiasi altro immigrato irregolare, essi dovrebbero essere sottoposti a processo, condannati per immigrazione irregolare e quindi rispediti alla Nazione di origine secondo stretta osservanza della propria legislazione in materia. Il che è quello che normalmente e puntualmente la Thailandia fa in questi casi.
(Per la notizia completa di Francesco Tortora vedi l'articolo sull'Indro).



Francesco Tortora e' l'autore di "Da Thaksin a Yingluck: la Saga dei Shinawatra", il suo ultimo libro  e dei precedenti "Note asiatiche", "Asian Diary. Storie di popoli e di individui nei Paesi dove sorge il sole", "Livin' in BKK. Everyday Life in Bangkok between Modernism and Tradition". per una sua breve biografia vedi: "Il mio diario - Francesco Tortora". Francesco Tortora e' il corrispondente asiatico dell'Indro.




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