Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

giovedì 27 marzo 2014

Il condizionatore paradossale (Un articolo di Francesco Tortora).

Un articolo di Francesco Tortora in data 24/03/2014.

Filippine
Il condizionatore paradossale
L’energia elettrica razionata, 
il gran caldo spinge ad un forte uso di condizionatori d’aria

Bangkok - Il paradosso filippino si svolge al fresco dei condizionatori d’aria: l’Arcipelago era sul punto di essere una delle economie emergenti dell’area, la vera novità economica sulla scena internazionale, dove altre Nazioni sono riuscite a farsi spazio come Brasile, Vietnam, Sudafrica e già altri Paesi, nell’esangue scena economica mondiale sferzata dalla Madre di Tutte le Crisi, stanno via via emergendo come il Myanmar oppure il Laos, Paesi che fino a pochissimo tempo fa nessuno avrebbe potuto immaginare se ne sarebbe parlato in questo modo. Poi gli eventi naturali, la devastazione che è seguita al Tifone Hayan hanno profondamente ridisegnato la mappa di quel che avrebbe potuto essere e che molto probabilmente è rimandato.

Resta sul terreno la asfitticità dell’apparato produttivo, il Bilancio del Governo centrale ha dovuto rivedere profondamente i propri orientamenti volti allo sviluppo ed oggi è tutto ciò che è destinato a risanare e riportare tutto al Ground Zero dell’economia nazionale. In questi giorni vi è consenso quasi unanime sul fatto che si prevedono come certe le riduzioni o le cadute nelle forniture di energia elettrica a causa del fatto che, complice la calura, l’innalzamento dell’uso di energia elettrica per azionare i condizionatori d’aria, metterà pressione sulle forniture energetiche. Così, in base alle previsioni di queste ultime ore, si avrà una fornitura energetica ristretta a Luzon mentre a Visayas e nel Mindanao le cadute di energia elettrica sono praticamente sicure.

Nello specifico, la zona a più forte rischio è quella di Mindanao, poiché a causa della stagione secca, il livello degli impianti idroelettrici avranno standard ridotti di acqua e quindi gli impianti stessi saranno costretti a girare a scartamento ridotto. A peggiorare ulteriormente le cose, i meteorologi hanno annunciato che vi è una forte probabilità che vi possa essere il ritorno del fenomeno atmosferico definito El Niño a partire dal mese di giugno, il che è una ulteriore minaccia di prolungamento del periodo secco. Le notizie delle ultime ore confermano che allarmi similari sono stati lanciati oltre che nelle Filippine anche in Australia, Indonesia e Malaysia. In frangenti come questi si popolano le tv ed i media in generale, di dibattiti su che cosa fare in periodi caldi come quelli in arrivo. Tra le soluzioni più chiare ed evidenti, viene ventilata quella della costruzione di un nuovo impianto capace di produrre energia.

Tra le altre proposte “classiche” potremmo dire, è quello della contrazione dei tempi della vita collettiva, portando, ad esempio, i cicli di lavoro al punto di avere una settimana con quattro giorni lavorativi. Bisogna però vedere cosa ne pensano i datori di lavoro. Un’altra proposta ancora è quella praticamente di portare le lancette in avanti di un’ora, ovvero ci cominciare a lavorare tutti un’ora prima degli orari consueti. In modo tale che il ciclo completo di lavoro permane coperto ma si comincia prima evitando di spendere un’ora di lavoro in più in coda alle fasce orarie dettate dalla calura. Questo porterebbe a risparmiare un’ora di picco alto di consumo energetico e significherebbe anche un’ora in meno di uso eccessivo di energia nell’arco di lavoro.

Nel medio e lungo periodo, vi è necessità di forme di intervento governativo per evitare le cadute di fornitura energetica così come accade ancor oggi nelle Filippine. Vi è ampia coscienza di essere in una fase cruciale, senza un valido sistema di distribuzione di energia per tutta la Nazione, non si potrà prefigurare né pianificare un sistema di sviluppo costante e stabile. Ci si chiede? Come si potrà mai impiantare un nuovo stabilimento o una nuova fabbrica se il sistema della distribuzione d’energia è inadeguato? E come si potrà mai pianificare alcunché se i costi dell’energia sono troppo alti? Affermano gli osservatori di cose nazionali: si tratta di disponibilità di risorse, più se ne hanno più il costo non sarà un vero problema. Altri funzionari ministeriali esperti in affari connessi con l’energia ed il suo sfruttamento affermano che non vi è solo una questione di approvvigionamento d’energia, in quanto questo è solo il lato più manifesto delle problematicità filippine in materia d’energia: un’altra questione su cui ragionarci su è un certo diffuso atteggiamento proprio di chi sta alla finestra a guardare, in particolar modo tra gli investitori i quali seguono gli effetti della riforma del settore energetico nell’egida dell’Atto di Riforma dell’Industria Idro-Elettrica del 2001. (Per la notizia completa di Francesco Tortora vedi l'articolo sull'Indro).


Francesco Tortora e' l'autore di "Da Thaksin a Yingluck: la Saga dei Shinawatra", il suo ultimo libro  e dei precedenti "Note asiatiche", "Asian Diary. Storie di popoli e di individui nei Paesi dove sorge il sole", "Livin' in BKK. Everyday Life in Bangkok between Modernism and Tradition". per una sua breve biografia vedi: "Il mio diario - Francesco Tortora". Francesco Tortora e' il corrispondente asiatico dell'Indro.




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