Un giallo nella
migliore tradizione di Agatha Christie, una saga che sarebbe piaciuta a John
Galsworthy, una storia reale che ha avvelenato i rapporti Arabia
Saudita/Thailadia negli ultimi 24 anni.
Verra' finalmente emessa domani dalla Corte di prima
Istanza thailandese la sentenza sulla
sparizione dell'uomo d'affari saudita Mohammad al-Ruwaili e in Saudi Arabia
molti sperano che finalmente giustizia sia fatta. La sparizione e' da mettere
in relazione con la nota vicenda del diamante blu, il furto di preziosisissimi
gioielli ai danni di un principe saudita, avvenuto nel 1989 (puoi
leggere qui l'intera vicenda), che porto' ad altre storie collaterali come
questa, che nel loro insieme resero sempre piu' tesi i legami tra l'Arabia
Saudita e la Thailandia.
Le relazioni Thailandia Arabia Saudita divennero gelo fin
da quando un bidello thailandese che lavora nel palazzo di Riyadh del principe
Faisal rubo’ circa 100 kg di gioielli, tra cui un favoloso diamante blu,.i
gioielli appartenevano alla famiglia reale saudita, era il 1989.
Un anno dopo, un uomo d'affari saudita, vicino alla
famiglia reale che indagava sul caso sarebbe stato rapito e presumibilmente
ucciso a Bangkok, la sua scomparsa fu seguita dall’uccisione di tre diplomatici
sauditi.
Il trentenne, uomo d'affari, fu sentito per l'ultima
volta il 12 febbraio 1990. Data in cui aveva parlato con sua moglie 15 per minuti.
Nessuno dei casi è stato completamente risolto, in 24
anni nessuno e’ stato definitivamente condannnato per il rapimento e gli omicidi,
solo piccole figure hanno pagato. Alcuni dei gioielli rubati furono recuperati
e restituiti ma molti risultarono falsi. Il cosi' detto "Blue
Diamond", il diamante di inestimabile valore da cui prende nome il caso, non
è mai stato recuperato. Esiste non esiste? E’ un mistero, ma fra gli stessio
thailandesi ci sono voci per cui alcuni dei gioielli, tra cui il prestigioso
diamante, sono attualmente in possesso di persone altamente influenti.
Questo lasciar passare anni per avere una giustizia
definitiva ha gelato il rapporti tanto che le due nazioni quasi non si parlano.
L'Arabia Saudita ha un'ambasciata a Bangkok e la Thailandia ha un'ambasciata a
Riyadh, ma la rappresentanza è al ilivello di mero incaricato d'affari
piuttosto che a livello di ambasciatori, come era stato fin dal 1966. Le
relazioni tra i due Paesi furono istituite nel 1957 e centinaia di migliaia di
thailandesi sono andati, nel corso di decenni, in Arabia Saudita per lavorare. L’Affare
del Diamante Blu rimise tutto in discussione e sempre sono sono stati messi a
dura prova negli ultimi 25 anni.
Come risultato, l'Arabia Saudita non rilascia visti di
lavoro ai Thai e scoraggia i cittadini thailandesi
dal visitare il paese. Il numero di lavoratori thailandesi in Arabia Saudita è
sceso da oltre 200.000 prima del furto di circa 10.000 nel 2008 .
Un viaggio in Thailandia da Arabia Saudita richiede
una visita di lavoro ufficiale da parte del governo . Visite aziendali
personali devono essere autorizzate dalla Camera di Commercio e Industria. Il
turismo in Thailandia non è consentito per legge e violare questa proibizione porta
a pesanti penali, i trasgressori possono essere oggetto di inchiesta e
sottostare a una forte multa o al carcere. Il numero di pellegrini musulmani
thailandesi permesso di eseguire l'hajj è stato strettamente limitato.
Ḥajj è il pellegrinaggio islamico canonico alla Mecca e nelle sue
prossimità. Esso costituisce il quinto dei pilastri dell'Islam. Il ḥajj obbliga
ogni fedele che ne abbia le possibilità fisiche ed economiche a compiere,
almeno una volta nella vita, i riti che compongono il ḥajj, tra cui il viaggio
alla Mecca, che appunto si trova in Arabia Saudita. Questa penalita’ e’
fortemente sentita nelle provincie musulmane del sud Thailandia specie in Narathiwat, Pattani e Yala dove i musulmani raggingono il 30,4% della
popolazione, ma piu’ in generale da tutti i musulmani che vivono in Thailandia,
il 3% circa nelle altre parti del paese.
Il bando ai lavoratori thailandesi in Arabia Saudita
fu confermato lo scorso anno quando il ministero dell'Interno saudita rigetto'
la richiesta del ministero del lavoro saudita per assumere cameriere dalla
Thailandia.
Negli ultimi anni, ci sono stati segnali di un
disgelo dei rapporti e un editorialista sostiene che la vera
causa di tutto questo sia la rivalità nel Golfo tra Iran e Arabia Saudita, e il
fatto che il regno saudita veda la crescente influenza dell'Iran in Thailandia
uno svantaggio per i suoi rapporti con il Paese."
E’ un’opinione personale ma a me questo sembra
alquanto strano dato che i rapporti Thailandia Iran hanno origini secolari,
vedasi Sceicco Ahmad Qom, e attraverso i secoli si sono sviluppati, vedasi la
dinastia da lui derivata quella dei Bunag, inoltre dato che prima della suddetta
vicenda, cioe' nel periodo che va dal 1957 al 1989 i rapporti fra i due paesi
erano buoni l’ipotesi mi sembra ingiustificata.
Sono cinque le persone accusate di aver rapito e
ucciso l'uomo d'affari saudita: Somkid Boonthanom, un ex ispettore generale di
polizia; Sorarak Jusanit, sovrintendente di polizia in Mae Hong Son, Praphas
Piyamongkol, sovrintendente di in Ubon Ratchathani, il tenente colonello
Suradej Udomdee e il sergente maggiore Prasong Thongrung.
Un altro ufficiale il tenente colonello Suvichai
Kaewpluek, è stato un testimone chiave nel caso.
Il passare del tempo ha reso il caso estremamente
difficile da perseguire . Un testimone chiave, il tenente colonnello Suwitchai
Kaewphaluek, era fuggito negli Emirati Arabi Uniti diversi anni fa .
I pubblici ministeri lo avevano intervistato lì , ma
la Corte costituzionale non aveva ritenuto valida la sua testimoniaza perché
gli avvocati degli imputati non erano presenti, essi si erano rifiutati di di
recarsi negli Emirati Arabi Uniti , insistendo sul fatto che che l'audizione di
testimoni all'estero è illegale.Poi il Department of Special Investigation lo
aveva messo sotto la sua protezione.
Rumori aveva intanto provocato nei giorno scorsi il
fatto che il giudice che si era interessato per tre anni del caso era stato
rimosso e un altro giudice era stato nominato appena una settimana prima della
sentenza. Il capo della missione saudita ha affermato che le autorità
tailandesi non hanno dato alcuna spiegazione ma che egli confida nel fatto che
il governo thailandese ha mantenuto una stretta vigilanza sul caso ed è
sensibile al miglioramento dei rapporti fra le due nazioni che è rimasto gelido
per più di 20 anni e la sentenza sul caso al-Ruwaili dovrebbe essere la chiave
per il ripristino delle relazioni.
Come Mr. Abdulelah Alsheaiby, incaricato d'affari
saudita in Thailandia, ha dichiarato a
Khaosod: "Il verdetto è molto importante. E' il mezzo per
ripristinare un rapporto tra due paesi, il ritorno alla normalità dipende da
questo caso". egli prosegue sicuro "Abbiamo detto ai funzionari
thailandesi molte volte che il nostro rapporto sarà di nuovo normale, quando
giustizia sara' fatta".
Una volta che il verdetto
sara' letto e in base al suo contenuto il governo saudita in unione con una
commissione speciale nominata dal re dell'Arabia Saudita delibererà sulla
prossima azione.
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