Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

domenica 30 marzo 2014

Torna l’Affare del Diamante Blu. Alte gerarchie militari alle sbarre.

Un giallo  nella migliore tradizione di Agatha Christie, una saga che sarebbe piaciuta a John Galsworthy, una storia reale che ha avvelenato i rapporti Arabia Saudita/Thailadia negli ultimi 24 anni.
Verra' finalmente emessa domani dalla Corte di prima Istanza thailandese la sentenza  sulla sparizione dell'uomo d'affari saudita Mohammad al-Ruwaili e in Saudi Arabia molti sperano che finalmente giustizia sia fatta. La sparizione e' da mettere in relazione con la nota vicenda del diamante blu, il furto di preziosisissimi gioielli ai danni di un principe saudita, avvenuto nel 1989 (puoi leggere qui l'intera vicenda), che porto' ad altre storie collaterali come questa, che nel loro insieme resero sempre piu' tesi i legami tra l'Arabia Saudita e la Thailandia.
Le relazioni Thailandia Arabia Saudita divennero gelo fin da quando un bidello thailandese che lavora nel palazzo di Riyadh del principe Faisal rubo’ circa 100 kg di gioielli, tra cui un favoloso diamante blu,.i gioielli appartenevano alla famiglia reale saudita, era il 1989.
Un anno dopo, un uomo d'affari saudita, vicino alla famiglia reale che indagava sul caso sarebbe stato rapito e presumibilmente ucciso a Bangkok, la sua scomparsa fu seguita dall’uccisione di tre diplomatici sauditi.
Il trentenne, uomo d'affari, fu sentito per l'ultima volta il 12 febbraio 1990. Data in cui aveva parlato con sua moglie 15 per minuti.
Nessuno dei casi è stato completamente risolto, in 24 anni nessuno e’ stato definitivamente condannnato per il rapimento e gli omicidi, solo piccole figure hanno pagato. Alcuni dei gioielli rubati furono recuperati e restituiti ma molti risultarono falsi. Il cosi' detto "Blue Diamond", il diamante di inestimabile valore da cui prende nome il caso, non è mai stato recuperato. Esiste non esiste? E’ un mistero, ma fra gli stessio thailandesi ci sono voci per cui alcuni dei gioielli, tra cui il prestigioso diamante, sono attualmente in possesso di persone altamente influenti.
Questo lasciar passare anni per avere una giustizia definitiva ha gelato il rapporti tanto che le due nazioni quasi non si parlano. L'Arabia Saudita ha un'ambasciata a Bangkok e la Thailandia ha un'ambasciata a Riyadh, ma la rappresentanza è al ilivello di mero incaricato d'affari piuttosto che a livello di ambasciatori, come era stato fin dal 1966. Le relazioni tra i due Paesi furono istituite nel 1957 e centinaia di migliaia di thailandesi sono andati, nel corso di decenni, in Arabia Saudita per lavorare. L’Affare del Diamante Blu rimise tutto in discussione e sempre sono sono stati messi a dura prova negli ultimi 25 anni.
Come risultato, l'Arabia Saudita non rilascia visti di lavoro ai Thai e scoraggia i  cittadini thailandesi dal visitare il paese. Il numero di lavoratori thailandesi in Arabia Saudita è sceso da oltre 200.000 prima del furto di circa 10.000 nel 2008 .
Un viaggio in Thailandia da Arabia Saudita richiede una visita di lavoro ufficiale da parte del governo . Visite aziendali personali devono essere autorizzate dalla Camera di Commercio e Industria. Il turismo in Thailandia non è consentito per legge e violare questa proibizione porta a pesanti penali, i trasgressori possono essere oggetto di inchiesta e sottostare a una forte multa o al carcere. Il numero di pellegrini musulmani thailandesi permesso di eseguire l'hajj è stato strettamente limitato.
Ḥajj è il pellegrinaggio islamico canonico alla Mecca e nelle sue prossimità. Esso costituisce il quinto dei pilastri dell'Islam. Il ḥajj obbliga ogni fedele che ne abbia le possibilità fisiche ed economiche a compiere, almeno una volta nella vita, i riti che compongono il ḥajj, tra cui il viaggio alla Mecca, che appunto si trova in Arabia Saudita. Questa penalita’ e’ fortemente sentita nelle provincie musulmane del sud Thailandia specie in Narathiwat, Pattani e Yala dove i musulmani raggingono il 30,4% della popolazione, ma piu’ in generale da tutti i musulmani che vivono in Thailandia, il 3% circa nelle altre parti del paese.
Il bando ai lavoratori thailandesi in Arabia Saudita fu confermato lo scorso anno quando il ministero dell'Interno saudita rigetto' la richiesta del ministero del lavoro saudita per assumere cameriere dalla Thailandia.
Negli ultimi anni, ci sono stati segnali di un disgelo dei rapporti e un editorialista sostiene che la vera causa di tutto questo sia la rivalità nel Golfo tra Iran e Arabia Saudita, e il fatto che il regno saudita veda la crescente influenza dell'Iran in Thailandia uno svantaggio per i suoi rapporti con il Paese."
E’ un’opinione personale ma a me questo sembra alquanto strano dato che i rapporti Thailandia Iran hanno origini secolari, vedasi Sceicco Ahmad Qom, e attraverso i secoli si sono sviluppati, vedasi la dinastia da lui derivata quella dei Bunag, inoltre dato che prima della suddetta vicenda, cioe' nel periodo che va dal 1957 al 1989 i rapporti fra i due paesi erano buoni l’ipotesi mi sembra ingiustificata.
Sono cinque le persone accusate di aver rapito e ucciso l'uomo d'affari saudita: Somkid Boonthanom, un ex ispettore generale di polizia; Sorarak Jusanit, sovrintendente di polizia in Mae Hong Son, Praphas Piyamongkol, sovrintendente di in Ubon Ratchathani, il tenente colonello Suradej Udomdee e il sergente maggiore Prasong Thongrung.
Un altro ufficiale il tenente colonello Suvichai Kaewpluek, è stato un testimone chiave nel caso.
Il passare del tempo ha reso il caso estremamente difficile da perseguire . Un testimone chiave, il tenente colonnello Suwitchai Kaewphaluek, era fuggito negli Emirati Arabi Uniti diversi anni fa .  
I pubblici ministeri lo avevano intervistato lì , ma la Corte costituzionale non aveva ritenuto valida la sua testimoniaza perché gli avvocati degli imputati non erano presenti, essi si erano rifiutati di di recarsi negli Emirati Arabi Uniti , insistendo sul fatto che che l'audizione di testimoni all'estero è illegale.Poi il Department of Special Investigation lo aveva messo sotto la sua protezione.
Rumori aveva intanto provocato nei giorno scorsi il fatto che il giudice che si era interessato per tre anni del caso era stato rimosso e un altro giudice era stato nominato appena una settimana prima della sentenza. Il capo della missione saudita ha affermato che le autorità tailandesi non hanno dato alcuna spiegazione ma che egli confida nel fatto che il governo thailandese ha mantenuto una stretta vigilanza sul caso ed è sensibile al miglioramento dei rapporti fra le due nazioni che è rimasto gelido per più di 20 anni e la sentenza sul caso al-Ruwaili dovrebbe essere la chiave per il ripristino delle relazioni.
Come Mr. Abdulelah Alsheaiby, incaricato d'affari saudita in Thailandia, ha dichiarato a  Khaosod: "Il verdetto è molto importante. E' il mezzo per ripristinare un rapporto tra due paesi, il ritorno alla normalità dipende da questo caso". egli prosegue sicuro "Abbiamo detto ai funzionari thailandesi molte volte che il nostro rapporto sarà di nuovo normale, quando giustizia sara' fatta".
Una volta che il verdetto sara' letto e in base al suo contenuto il governo saudita in unione con una commissione speciale nominata dal re dell'Arabia Saudita delibererà sulla prossima azione.

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