Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

venerdì 15 aprile 2011

Periodo di Ayutthaya, 1675-1767.

Nel XVII secolo durante il regno di Re Narai, 1656-1688, la corte di Ayutthaya vide la presenza di un gran numero di europei. Fra questi nascevano figure di grandi avventurieri tutti occupati ad attingere quanto piu’ potevano alle immense ricchezze che quel regno offriva loro. Il capostipite dei quali fu Constantin Phaulkon o Falcon che arrivo' in Ayutthaya nel 1675, su una nave inglese, la Phoenix. Era questi un greco di Cefalonia che sia era unito alla Compagnia Inglese delle Indie dell’Est e che poi in pochi anni era arrivato al grado do barcalon del re, come appare chiaramente dai documenti. In effetti egli era come un ministro degli esteri con l’incarico di condurre gli affari del re, il che comprendeva contrattare con i commercianti stranieri ed ottenere da essi i massimi e i minimi prezzi possibili.
Falcon rimanere famoso nella storia thailandese per il suo devoto servizio a Re Narai che lo rese nobile. Phaulhon aiuto’ il re con gli stranieri, specialmente con la Francia. Come era costume nel XVII secolo non fu avverso a riempire le sue tasche con oro e argento stranieri. Cio’ disturbo’ enormemente i suoi precedenti datori di lavoro, gli inglesi. Intorno al 1680 Phaulkon incoraggio’ Re Narai a entrare in corrisponfenza con Re Luigi XIV di Francia, la piu’ potente monarchia del tempo in Europa.
Ma contro di lui i cortigiani tai erano invidiosi della posizione assunta da questo straniero e tramano. L’occasione per loro arriva. Phaulkon fece del suo meglio per convincere le missioni di Luigi XIV che Re Narai era interressato si a cannoni, armi e a soldati francesi che insegnassero ai siamesi ad usarle ma anche al cristianesimo. Luigi XIV non era solo chiamaro “Re Sole” ma anche il ”Piu’ cristiani dei re” quindi era interessato all’espandersi dell’influenza della Chiesa Cattolica. Penso’ che ci sarebbero stati sicuramente vantaggi per la Francia ad espandere il cristianesimo nel lontano est, non foss’altro, con l’auto della Spagna nelle Filippine, per contrastare gli interessi protestanti olandesi e inglesi nella regione.
Cosi’ Re Luigi non fece obbiezioni a fornire un vescono e alcuni preti per istruire Re Narai. In questa ambasceria egli incluse anche un distaccamento di soldati, armi e cannoni, come gli era stato richiesto. Questo puo’ sembrare incredibile oggi, ma non lo era per Luigi XIV.
Constantine Phaulkon aveva vinto la confidenza e la fiducia di Re Narai completamente e aveva maneggiato per esaferare a Re Luigi l’interesse del re Siamese nella sua religione, facemdo balenare di fronte a lui una possibile conversione di Re Narai al cattolicesimo.
Phaulkon aveva giocato un doppio gioco con entrambi i re e questo era stato notato sicuramente dagli invidiosi cortigiani di Ayutthsaya, aveva disinformato entrambi i re sulle reali aspirazioni e desideri di uno e dell’altro. Lo scopo era sicuramente la ricerca di vantaggi commerciali per il Siam e per se stesso. In questo aggrovigliato affare Phaulkon intelligentemente gioco’ francesi, olandesi e inglesi mettendoli uno contro l’altro. Da allora i tai sono diventati espertissimi di questa forma di politica, per la maggior parte delle volte esercitata a proprio vantaggio.
Una delle conseguenze di tutto questo fu che Re Narai mando’ ambascerie in Europa, una delle quali si disperse nel mare vicino al Sud Africa, e Re Luigi rispose mandando suoi rappresentanti ad Ayutthaya.
Dunque l’occasione tanto aspettata si era presentata, fra i nobili, capeggiati da Phra Phetraja, un importsante nobile di corte, cke aspirava al trono, gia’da lungo tempo l’influenza di Phailkon su Re Narai era vista con occhio storto ma ora si era di fronte a un tentativo da parte della Francia di sovvertire il re e il regno stesso. Era troppo, il buddhismo in Thailandia non si tocca, ne ora ne’ allora. A causa di questo nel 1688 esplode una ribellione. Phra Phetraja disse Re Narai era malato, lo confina a palazzo e lo isola dal resto del mondo. Intanto prende il comando
Fa condannare a morte Phaulkon ma, contro l’usanza del tempo ne risparmia moglie e figli, i francesi rispediti a casa. Re Narai muore in pochi giorni, morte naturale o assassinato?
Si interrompono cosi’ i rapporti con l’Europa, Ayutthaya chiude le porte al resto del mondo e resteranno chiuse per 170 anni.
Da allora Phra Phetraja viene visto nella storia thailabdese come un eroe che ha salvato il paese dai disegni del re di Francia e la parola farangset che non significa altro che “francese” continua, per alcuni tai, ad avere una connotazione negativa da queste parti. Il problema e’ che i francesi non hanno fatto nei secoli successivi niente per riabilitarla, non ci hanno senz’altro provato quando per le loro mire imperialistiche e coloniali si impadronirono e portarono via alla Thailandia la Cambogia e il Laos e neppure quando nel 1893 attacco’ le coste del Siam a Samut Prakan o quando per essere sucura del buon comportamento dei thailandesi occuparono l’intera provincia di Chanthaburi, prendendo alcuni ostaggi, e non restituendo l’una e gli altri fino al 1907.
Sfortunatamente per gli altri bianchi una parte della parola farang ha sporcato non solo i francesi ma tutti i Caucasici nello stesso modo.
Lo zenit di Ayutthaya fu nel XVII secolo quando le mura della citta’ erano piu’ di 60 km. in circonferenza.
Questo lo splendore, la ricchezza e la potenza di Ayutthaya, tre carsatteristiche che non potevano nonm provocare le invidie dei birmani.
La chiusura delle frontiere e l’indebolimento che ne consegui’ era l’occasione che aspettavano i birmani, pensano che dovrebbe essere facile occupare un regno minato dall’isolamento e dalla decadenza e intensificano la loro azione.
Nel 1758 , sotto il regno di Re Ekatat, il re birmano Hsibyushin (Regno 1763-76), terzo re della dinastia Alaungpaya, assali’ Ayutthaya, la citta’ non fu in grado di resistere a un lungo assalto e nel 1767, dopo un assedio durato due anni, i birmani entrarono in citta’, la saccheggiarono e incendiarono, la rasero al suolo, distruggendo tutto quanto trovarono.
In quei tempi le immagini di Buddha, troppo grandi per essere nascoste o troppo pesanti per muoverle venivano spesso coperte con mattoni e stucco in modo che sembrassero statue ordinarie, una che si dice sia la poi’ grande immagine di Buddha d’ro esistente fu scperta a causa di un incidente quando si tento’ di muoverla, era troppo pesante e la corda della gru che l;a sollevava si ruppe, coprendo lo stucco che la ricopriva e rivelando la sua vera batura. Essa so trova in Wat Traimitr, chiamato anche Wat Yaowarat in Chinatowm.
Nel caos di quegli ultimi giorni gli abitanti di Ayutthaya riempirono giare di argilla per l’axqua con i loro valori, sigillandoli e seppellendoli o facendoli rotolare dentro i canali o nei fiumi. Per piu’ di 200 anni inesperti sommozzatori si sono tuffati,rischiando la vita, per scoprire e salvare le giare che contenevano tessuti lussuosi, ornamenti in filigrana d’oro e tanti altri tipi di ricchi oggetti di quei giorni.
Nel 1970 scavi fra le rovine di un monumento buddhista una cassa di ornamenti d’oro. In questo caso, differentementemente dalla maggior parte degli altri i manufatti possono essere visti nel Museo nnazionale di Ayutthaya. La sorte di quasi tutte le altre scoperte purtroppo e’ quella dei mercati di antiquariato illegali.
Spari’ cosi’ un’intera cultura in quanto molta dell’architettura, arte e letteratura segui’ la distruzione. I maggiori talenti del regno furono portati via e con essi la sua ricchezza. Archivi e librerie che contenevano la storia del paese furono messi al rogo. Un visitatore delle rovine della citta’ nel XIX secolo scriveva;
“Le mura della citta’; sono diroccate, dense e impenetrabili masse di erbaccia, ramo rott o morti di grandi alberi coprono la vasta desolazione.’
Ayutthaya non riusci’ mai a riprendersi da questo fatto e oggi non che una delle provincie di minore importanza avvolta fra le rovine del suo passato. Le rovine possono essere visutate ma si tratta piu’ che altro di mattoni fra i campi o di mura diroccate di torri. Cio’ perche’ palazzi, uffici, case di gente ordinaria erano costruite in legno principalmente di bambu’ con tetto in paglia o erba secca che bruciarono quando i birmani saccheggiarono e incendiarono la citta’.dato che i templi erano spesso fatti in mattoni, coperti di stucco, essi rimasero a dimostrare la grandezza della citta’. I birmani resero schiavi e portarono al di la della frontiera la popolazione di Ayutthaya compresi monaci, suonsatori di corte e ballerine, ufficiali e artigiani, poeti e letterati, ognuno carico con una parte del bottino. Le piastrelle dorate dei tetti dei templi scomparirono e cosi’ le persone di esperienza e conoscemza. Tutto cio’ per la cultura del Siam fu pressoche’ fatale non solo gli invasori si caricarono di oggetti di valore ma essi distrussero biblioteche, librerie, archivi, statue e anche i piatti d’oro con le iscrizioni dei nomi e delle date di ciascun re di Ayutthaya e il loro regno. Con questa distruzione molta della storia siamese scomparve .
Anche l’ultimo re scomparve. Due corpi quasi simili furono identificati come il re. Non fu mai certo se fosse uno o l’altro. Un re successivo diede a entrambi cremazione regale. Pero’ c;’e’ chi pensa che il veto re mori’ in catene, durante la lunga marcia verso la Birmania, sopraffatto dal dolore, dal dispiacere e dalla rabbia.
Molti tai oggi non provano simpatia per i birmani, a causa di queste guerre e della distruzione causata.
Il regno di Ayutthaya era durato per 400 anni e aveva dato 34 re. Il questo periodo Ayutthaya fu una delle piu’ grandi e ricche citta;’ del sudest asiatico, molte volte le dimensioni della Londra e della Parigi del tempo. Fu un centro di scambio fra l’est e l’ovest, il malese era usato come lingua nel commercio. Fu in questo periodo che in opposizione alla monarchia paternalistica di Sukhothai la monarchia divenne assoluta e santificata.

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