Un canale, khlong Lod era stato scavato durante il periodo di Thonburi, formando un’isola artificiale conosciuta come Rattanakosin, che era l’epicentro della nuova capitale.
La visione di Rama I era di rendere Bangkok simile a Ayutthaya per dare un senso di patrimonio comune e di continuita’ alla storia thai. Le macerie di Ayutthaya furono trasportate lungo il fiume su barche e divennero palazzi, templi, fortificazioni della nuova capitale. Artigiani che erano sopravvisuti al sacco di Ayutthaya riprodussero le forme del palazzo dell’antica citta’. Seguendo poi la regola di Ayutthaya che un palazzo reale doveva avere una cappella reale. Fece costruire Wat Phra Kaeo. Per far rivivere il concetto del governante divino, appena completa il Gran Palce nel 1786 fece costruire Wat Suthat con il vicino tempio brahmino.
Dal tempo di Rama I i re di Thailandia, ognuno a modo proprio, hanno tentato di restaurare l’antica cultura precedente alle invasioni birmane. La prima e piu’ importante decisione di Rama fu quella di spostare la capitale da Thonburi a Bangkok, sull’altra sponda del fiume Chao Phraya. Questa decisione fu causata dal fatto che Thonburi era attraversata da un corso d’acqua e quindi meno difendibile. Bangkok era allora un semplice villaggio di pescatori, ma era un luogo piu’ facilmente difendibile da possibili invasioni.
I vecchi forti e nura della citta’ furono demoliti e sostituiti da mura e fossati di maggior ampiezza, nuovi fossi e canali furono scavati, tenendo conto anche dei trasporti e del consumo di acqua. Fu iniziata la costruzione del Grand Palace e del Palazzo di Fronte. Il nome Bangkok, “villaggio delle prugne selvatiche” non era certo consono per una capitale e fu cambiato il nome in “Krung Ratanakosin Indra Ayuthaya” dal Buddha di Smeraldo, che Rama I, quando era generale aveva riportato dal Laos.
Dopo il collasso del regno di Ayutthaya si richiedeva un processo di ricostruzione della nazione. Non e’ che col cambio di posizione della capitale le guerre terminavano e infatti, anche in questo periodo, ci saranno guerre con i birmani, i khmer, gli annamesi o vietnamiti. Verranno espansi i confini della nazione, a nord conquistando il Lan Na, gli stati shan in Birmania e Sip Song Panna in China, a sud con la conquista di della Malacca, di Pattani, di Pera Trangkanu, del Kelatan, di Saiburi, oggi parte della Malesia. Re Rama I, immaginava almeno una parte di tutto questo e fece in modo che la sua capitale avesse la miglior posizione possibile.
La costruzione del Palazzo di Fronte e’ una delle consuetudini che nel primo periodo Rattanakosin furono adottate da Ayutthaya, questa tradizione diceva che il re doveva designare il suo fratello piu’ giovane come vice re o secondo re e strategicamente sistemarlo in un palazzo di fronte al palazzo principale in modo da proteggerlo. Questo era il Palazzo di Fronte. A Bangkok il Palazzo di Fronte e’ il luogo dove si trova oggi, morta la tradizione, il Museo Nazionale. Il vice re o secondo re era designato per sostituire il re in caso di sua morte. La pratica continuo’ con la famiglia Chakri fino al 1855.
Rama I restauro’ molta parte del sistema sociale e politico del regno di Ayutthaya, promulgo’ un nuovo codice di leggi, ristabili’ le cerimonie di corte e impose disciplina al monacato buddhista, la cosidetta Sangha. Il suo governo fu composto da sei grandi ministeri ognuno dei quali con a capo principi reali. Quattro di questi amministravano particolari territori: il Ministero della Difesa il sud, Il Ministero degli Interni il nord e l’est, il Ministero delle finanze e degli affari esteri l’area a sud della capitale e il Krommueang. Gli altri due ministeri erano quello delle terre e quello della corte reale. L’esercito era controllato dal fratello del re, l’uparat. I birmani vedendo il disordine che aveva accompagnato la caduta di Thaksin nel 1785. Il re permise loro di occupare il nord e il sud ma suo fratello guido’ l’armata siamese nel Siam occidentale e sconfisse le forze birmane nella battaglia di Kanchanaburi. Questa fu l’ultima invasione anche se nel 1802 forze birmane dovettero essere cacciate dal Lan Na. Nel 1792 i siamesi occuparono Luang Prabang e posero molta parte del Laos sotto il loro diretto controllo. Essendo anche la Cambogia governata dal Siam al tempo della sua morte nel 1809 governava su un regno considerevolmente piu’ grande della moderna Thailandia.
Bangkok continuo’ a crescere costantemente anche dopo la sua morte, cio’ grazie ai suoi due successori Rama II e Rama III. Questi tre sovrani ebbero in totale 166 figli. L’ascesa al trono di Re Mongkut, 1851, porto’ grandi cambiamenti e segno’ la riapertura del Siam all’Occidente dopo quasi 170 anni di isolamento.
La divisione della societa’ era fra coloro che amministravano e coloro che venivano amministrati. Le persone erano o nobili, quindi possessori di terre, o comuni, in cui erano compresi gli schiavi. Il concetto era basato su credenze khmer induiste ed era supportato dal sistema buddhista. Gli schiavi fu legalmente la popolazione comune prevalente fino al 1905. Il ritorno degli europei era stato osteggiato da Rama I e Rama II.
Nel 1825 i britannici mandarono un’altra missione a Bangkok, guidata dall’emissario dell’East India Company, Henry Burney. I britannici avevano annesso il sud della Birmania e cosi erano i nuovi vicini del Siam ad ovest, essi avevano inoltre esteso il loro controllo sulla Malesia. Il re era riluttante ad aderire alle domande dei britannici ma i suoi consiglieri lo avvertirono che il Siam poteva fare la stessa fine della Birmania mentre adesso i britannici erano accomodanti. Cosi’ nel 1826 il Siam concluse un primo trattato commerciale con un potere occidentale, il Trattato Burney. Sotto questo trattato il Siam si dimostro’ disposto a stabilire un sistema uniforme di tassazione, a ridurre le tasse sui traffici commerciali e ad abolire alcuni dei monopoli reali. Come risultato di questo il commercio del Siam aumento’ rapidamente, sempre piu’ stranieri si trasferirono in Bangkok e la cultura occidentale comincio’ a diffondersi cio’ anche grazie al fatto che il il trattato Burney permise ai missionari cristiani di rientrare nel regno. Il regno divenne ricco e il suo esercito bene armato.
Nel 1827 fu domata una ribellione laotiana guidata da Anouvong, in questa guerra il Siam distrusse Vientiane costringendo una gran quantita’ della popolazione a trasferirsi in Isan e dividendo il
Laos in piccole unita’ per evitare altre insurrezioni. Nel 1842-45 il Siam intraprese una vittoriosa guerra contro il Vietnam, che contrastava il dominio siamese sulla Cambogia.
Una parte dell’eredita’ lasciataci da Rama III e’ anche nel complesso templare di Wat Pho che egli allargo’ ed abbelli’ con nuovi templi.
I missionari vennero in Siam e costruirono ospedali, orfanatrofi, scuole che ancora esistono oggi. Essi importarono anche la prima macchina da stampa e da scrivere, da cui eliminarono due lettere dell’alfabeto tai per sistemare il resto dei tasti disponibile. L’influenza combinata di Europei e Americani risulto’ anche in cambiamenti dei vestiti, del cibo, dei costumi e dell’architettura.
Il ben conosciuto assioma: “Prima la Croce, dopo la bandiera” si espanse in tutta l’Asia. Fucili, cannoni, navi da guerra, il telegrafo elettrico tutto questo pose problemi a un paese che ancora dipendeva da un corpo di elefanti, canoe, piccola artiglieria e magia per la sua difesa. Era questo il momento in cui i paesi europei si approriavano di paesi sottosviluppati in tutte le parti del mondo. La Spagna e il Portogallo avevano mostrato la strada, stabilendo enormi imperi, Francia, Inghilterra e Olanda le avevano seguite.
Con lo slogan summenzionato cambiamenti erano ovunque e ovunque erano a svantaggio degli asiatici, appare evidente che i missionari tentassero di convertirlo al cristianesimo ma egli era un fervente buddhista e un orgoglioso nazionalista e contro questo Re Rama IV rispose ai missionari cattolici :
“Dateci la vostra istruzione e i vostri ospedali, ma tenete le vostre superstizioni per voi stessi. Noi abbiamo le nostre.”
Negli anni ’40 del XIX secolo appare evidente che l’indipendenza siamese era in pericolo questo si capi’ drammaticamente quandop esposlose la guerra dell’oppio in Cina, 1839–1842, nel 1950 i britannici e gli americani mandarono missionari a Bangkok che chiedevano la fine di tutte le restrizioni sui traffici, un governo per il Siam di tipo occidentale e la legge di extraterritoriarialita’ il governo di re Mongkut rifiuto’ in un primo momento.
Nel 1855 arrivo’ una nuova missione britannica comandata da Sir John Bowring, governatore di Hong Kong. La richiesta era di modifiche immediate e queste stavolta erano sostenute dal dichiarato uso della forza. Il re prontamente accetto’ le nuove richieste che comprendevano una limitazione dei dazi all’importazione del 3%, un’abolizione dei monopoli reali sui commerci e la concessione dell’extraterritorialita’ ai sudditi britannici.
Come accadde ovunque in Asia, specie in questo caso, leggi furono anche forzate in Siam. A quel tempo il paese non aveva un sistema di leggi formali codificate. Tutto cio’ che c’era era cio’ che il re aveva espresso in editti, no in pratiche e costumi locali. Gli europei trovarono difficile avere a che fare con questa situazione e domandarono il diritto di exraterritorialita’ in Siam per i loro sudditi. Il che significava che uno straniero non poteva essere portato di fronte a una corte siamese ma soltanto di fronte a una corte consolare della sua propria nazionalita’ e un eventuale crimini veniva giudicato secondo le leggi della sua nazione. Cosi’ gli stranieri in qualsiasi caso essi avessero con altri e persino con i siamesi dovevano essere giudicati da un tribunale del loro paese. Dove questo era del tutto sbagliato secondo il punto di vista del governo siamese era che gli Inglesi a un certo punto dichiarono che non solo loro ma anche i cittadini delle loro colonie erano coperti da questo diritto. Cosi’ che indiani, malesi, birmani e cinesi di Hong Kong erano coperti da questo diritto. Lo stesso fecero i francesi con vietnamiti, cambogiani, laotiani, e indiani di Pondicherry. Quersto compromise cosi’ tanto la sovranita’ del Siam che le sole persone che erano sottoposte alle sue corti e alle sue leggi e varie altre persone, generalmente asiatiche, e questo a patto che la disputa non fosse con nessuna persona, istituzione o compagnia che erano protette dal diritto di extraterritorialita’. Anche Cina e Giappone furono obligate ad accettare questo concetto che esse considerarono umiliante ed offensivo per gli interessi della propria nazione.
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