Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

giovedì 21 aprile 2011

Periodo di Rattanakosi, monarchia costituzionale: 1977-2006.

Nell’ottobre del 1977 un’altra sezione dell’esercito attuo’ un colpo di stato che rimpiazzo’ Thanim col generale Kriangsak Chomanand. Nel 1978 il governo offri’ un’amnistia ai thai che si erano uniti ai comunisti e che desideravano tornare per lavorare e costruire una prospera nazione. Da questo momento le forze thailandesi dovettero combattere contro la situzazione risultante dall’invasione vietnamita della Cambogia. Ci fu un’altro fiume di rifugiati e forze vietnamite e dei Khmer Rouge che periodicamente violavano i confini ed entravano in territorio thailandese provocando scontri lungo il confine. Nel 1976 si raggiunse un accordo con Pechino, Deng Xiaoping, avrebbe cessato di sostenere il Partito Comunista di Thailandia e da parte sua la Thailandia avrebbe offerto sicuro rifugio ai Khmer Rossi che fuggivano a ovest dopo l’invasione della Cambogia. Le rivelazioni dei crimini perpetrati dai Khmer Rossi ridussero fortemente il fascino che il comunismo aveva su alcuni thailandesi.
La posizione di Kriangsak come Primo ministro divenne presto insostenibile e fu costretto a dimettersi nel febbraio 1980, in un momento di crisi economica.
A Kriangsak successe il comandante in capo dell’esercito generale Prem Tinsulanonda, un monarchico con la fama di essere incorruttibile.
Fra il 1979 e il 1988 le forze vietnamite che avevano occupato la Cambogia facevano frequenti incursioni nel territorio thailandese per cercare guerriglieri ribelli che pensavano si fossero nascosti nei campi di rifugiati. Fra il 1985 e l’88 truppe vietnamite facevano frequenti incursioni nei campi profughli vicino al confine, dato che il paese rimaneva con la Cina il maggior maggior sostenitore della resistenza Khmer.
La maggior parte deg;li anni ’80 videro la Thailandia avviarsi sempre di piu’ verso la democrazia, in un processo che era controllato da Prem e dal re. I due preferivano le regole costituzionali ed agirono per porre fine ai violenti interventi militari.
Nell’aprile del 1981, un gruppo di popolari giovani ufficiali dell’esercito chiamati “I Giovani Turchia” fecero un colpo di stato e presero il controllo di Bangkok. Essi dissolsero l’Assemblea Nazionale e promisero rapidi cambiamenti sociali. La loro posizione apparve poco sicura quando Prem accompagno’ la famiglia reale a Korat, con questo gesto il sostegno del re diventava chiaro, inoltre truppe fedeli alla monarchia si erano gia’ schierate sotto il palazzo con l’intenzione di ricatturare la capitale in un contrattacco senza spargimento di sangue.
L’episodio fece crescere ancora di piu’ il prestigio della monarchia e miglioro’ la figura di Prem come uomo moderato. Un compromesso fu quindi raggiunto. Le ribellioni finirono e molti degli studenti guerriglieri tornarono a Bangkok grazie all’amnistia. Nel dicembre 1983 il comndante in capo dell’esercito thailandese accetto’ la bandiera del partito comunista di Thailandia in una cerimonia molto publicizzata che si tenne a Ban Bak. Qui i combattenti comunisti e i loro sostenitori consegnarono le armi e giurarono fedelta’ al governo. Prem dichiaro’ la fine delle ostilita’. L’esercito’ ritorno’ alle sue baracche e un’altra costituzione fu promulgata e fu creato il Senato per bilanciare il potere dell’Assemblea Nazionale. Le elezioni furono indette per l’aprile del 1983, esse diedero a Prem ora nei panni di un politico civile una larga maggioranza nella legislatura.
Quando fini’ la guerra fredda con il collasso dell’Unione Sovietica e coi venti di liberalizzazione che periodicamente temperano il comunismo cinese i tai si sentirono liberi di seguire i loro interessi interessandosi meno delle politiche e dei desideri dei maggiori paesi industrializzati. Essi sembrarono prestare piu’ attenzione per quanto riguarda i loro problemi come la distruzione dell’ambiente e gli effetti negativi del turismo di massa e della realizzazione dei propri traguardi nella regione e nel mondo.
Prem beneficio’ anche di un’accellerata rivoluzione economica che investi’ tutto il Sudest asiatico. Dopo la recessione degli anni ’70 l’ecomia ricomincio’ a crescere, per la prima volta la Thailandia divenne un importante paese industriale che esportava all’estero prodotti finiti, come parti di computer, prodotti tessili e delle calzature, riso, gomma e stagno. Con la fine delle guerre in Indocina e delle insurrezioni il turismo si sviluppo’ rapidamente e divenne una delle voci piu’ importanti dell’attivo. La popolazione urbana continuo’ a crescere rapidamente ma la popolazione in generale comincio’ a declinare a causa della crescita del tenore di vita anche nelle aree rurali, solo l’Isan continuava a rimanere indietro. Anche se la Thailandia non cresceva velocemente come velocemente come le "Quattro Tigri asiatiche" (cioè Taiwan, Corea del Sud, Hong Kong e Singapore) realizzo’ una crescita molto sostenuta.
Prem mantenne il suo ufficio per otto anni, sopravvivendo a due ulteriori elezioni, quelle del 1983 e 1986, ma la rinascita della democrazia richiedeva leader con idee piu’ avventurose e il cambio ci fu nelle elezioni del 1988 che portarono in primo piano il generale Chatichai Choonhavan. Prem fu invitato dai principali partiti ad essere premier ancora un’altra volta ma rifiuto’.
Il loro vero volto e i loro scopi Chatichai e i suoi fedeli lo mostrarono breve tempo dopo dato che tutto il tempo fu principalmente dedicato a rivedere, a loro favore, alcune maxi commesse, prima fra tutte quella affidata alla CP Telecom da 100 nilioni di baht. Febbraio era il momento della guerra del Golfo e a livello internazionale ci sono probemi piu’ gravi, il vero problema, non dichiarato, ma evidente nei fatti, e’ questa maxi commessa affidata alla CP Telecom che rischiava di spostare i rapporti di forza in modo non favorevole ai militari rivali. Permettendo a una parte dei militari di arricchirsi con contratti governativi Chatichai provoco’ la fazione comandata dai generali Sunthorn Kongsompong, Suchinda Kraprayoon e altri generali che accusarono il governo di corruzione favorita dal sistema dei voti comprati. Questi organizzarono un colpo di stato che attuarono il 21 febbraio 1991 e cambiarono il governo di Chatichai che definivano “Buffet Cabinet”.
Il 23 di febbraio Arthit Kamlangek, ex comandante dell’esercito che rivistiva la carica di vice primo ministro nel governo Chatichai, viene assegnato agli arresti domiciliari. Stessa sorte per Chatichai che in partenza per Chiang Mai, dove si trova in quel momento il re, di vede fermare prima di arrivare all’udienza. E’ ovvio che Chatichai vistosi in pericolo tento’ di ottenere un’udiena reale che se concessa avrebbe sottinteso che ogni mossa della nuova leadership contro di lui era contraria alla volonta’ reale.
Con la riuscita del golpe, Chitichai viene deposto e viene formato un consiglio nazionale per il mantenimento della pace (National Peace Keeping Council ) che doveva restare in carica fino allle nuove elezioni, A presiedere il consiglio era il generale Sunthon, assistito dai capi delle tre armi, rispetto ai quali in posizione di preminenza e’ il generale dell’esercito Suchinda, che tre giorni dopo il golpe dichiara di essersi incontrato con il sovrano il giorno 20 e di averlo informato. Avere o non avere l’appoggio del re e’ sempre stato importante n Thailandia, come in tutti i paesi, lo e’ a maggior ragione con re che, essendo un sovrano illuminato, e’ molto amato dal popolo. Avere piu’ o meno il suo appoggio, significa avere l’appoggio della stragrande maggioranza della nazione. Alla fine oltre al re anche gli USA presero posizione e per mezzo dell’ambasciatore O’Donohue fecero sapere che anche loro a Chatichai avevano dato il benservito. D’altronde le ragioni addotte dai golpisti per il loro intervento, compravendita di voti e corruzione, esistevano nel paese da decenni.
Il consiglio elesse a Primo ministro Anand Panyarachun, che tuttavia era responsabile verso i militari di quanto faceva.
Le reazioni al colpo di stato, se d’apprima erano improntate alla comprensione, visto il successivo comportamento dei militari golpisti diventano preoccupate.
La bozza di una nuova costituzione affida ai militari il ruolo di supervisori negli affari ministeriali. Anche i giornali sono preoccupati: un’altra clausola della bozza della costituzione autorizza il primo ministro ad interim e il capo del “Movimento per il Mantenimento della Pace” ad agire contro chiunque si comportasse da sovversivo per quanto riguasse la publica morale, l’ordine e la sicurezza del paese. A circa 2 mesi dal golpe, il 15 aprile, venivano poi sciolti i 61 sindacati della funzione publica, in essere dal 1973. Definiti dal generale Suchinda un serio pericolo per lo sviluppo della nazione. Al contrario, Pramote Nakhonthap, parlando all’Universita’ Thammasat defini’ barbaro non il comportamento dei sindacati ma quello della nuova leadership di governo e disse che l’ostacolo principale allo sviluppo dela democrazia thailandese non erano i mercati di voti ma i continui golpe militari.
I sindacati da parte loro portarono la questione di fronte all’Organizzazione Internazionale del Lavoro, che si era riunita i primi di giugno a Ginevra, mentre la Federazione Americana del Lavoro chiedeva al preisidente Bush di ritirare alla Thailandia lo stato di GSD, che la includeva fra le nazioni favorite con cui gli USA avevano rapporti preferenziali.
Contro la criminalita’ invece la giunta mette a segno nqualche buon colpo., l’intreccio fra malavita e affari rimaneva rimaneva tuttavia molto stretto. Questo in modo particolare nel campo della droga i cui proventi illegali venivano reinvestiti nel settore immobiliare a Bangkok. Esistevano poi seri problemi per il trafico illegale delle specie in pericolo. Un rapporto del WWF, presentato nel 1991 al Cites denunciava la corruzione e la leggerezza dei controlli dei doganieri thailandesi.
In campo economico restavano molti problemi economici. Che sono e restano irrisolti. I salari e le condizioni di vita degl;i operai, ad esempio, elemento essenziale per l’avvio e la sopravvivenza di imprese nel settore delle esportazioni, non possono essere migliorate, nonostante siano di 10 volte inferiori a queele dei paesi svilupati. Questo a causa della forte concorrenza che si e’ creata nel Sudest asiatico.fra i vari paesi fornitori di manodopera.
Le misure di Anand oneste e anticorruzione si dimostrarono popolari . Altre elezioni generali si tennero nel marzo 1992. Vinse la coalizione che aveva a capo Suchinda Kraprayoon che divenne Primo ministro, rompendo una promessa che aveva fatto in precedenza al re e alimentando i vasti sospetti che dicevano che il nuovo governo era un regime militare mascherato. La Thailandia del 1992 non era pero’ il Siam del 1932 e l’azione di Suchinda porto’ in strada centinaia di migliaia di persone, nella piu’ grande dimostrazione che mai si fosse vista in Bangkok. A capo della manifestazione c’era il precedente governatore di Bangkok, il maggior generale e leader pacifista Chamlong Srimuang.
Si cominciarono a alzare barricate, la sommossa si stese di quartiere in quartiere, Srimuang viene arrestato e con lui 3,000 persone. Si ricorre al coprifuoco. Niente da fare la protesta si allarga. Suchinda porto’ le unita’ militari che gli erano fedeli all’interno della citta’ e tento’ di sopprimere la dimostrazione con la forza, guido’ cosi’ un massacro fatto per le strade di Bangkok in cui morirono 400 persone e ci furono altrettanti feriti e cio’ anmche se alcuni generali rifiutarono di partecipare alla soppressione A un certo punto duemila militari circondano il palazzo reale, con la scusa di difendere il re e la sua famiglia, in realta’, forse, prendendoli in ostaggio. Si sparsero voci che c’era una spaccatura nelle forze armate. Temendo una guerra civile re Bhumibol intervenne, chiamo’ Suchinda e Chamlong in una riunione, impose loro di trovare una soluzione per la pace. L’intervento del re alla fine del confronto del 1992 fu ampiamente publicizzato. Sua Maesta’ comando’ ai leader delle due maggiori fazioni di andarlo a trovare e le televisioni di tutto il mondo mostrarono il leader dei dissidenti politici e il supremo comandante dell’esercito strisciare sulle ginocchia e farsi avanti sui gomiti fino ad arrivare di fronte al re.
Il 20 maggio l’esercito si ritiro’ e alcuni generali furono ritirati dalla loro posizione di influenza. Suchinda rassegno’ le dimissioni. Nel cuore, nell’animo, nella mente di tutti, una speranza: “ Quei morti, quei feriti, forse, sono serviti a qualcosa. Forse qualcosa e’ cambiato.” Si tennero nuove elezioni e ne usci’ un governo di civili, che duro’ fino ai primi del 1995, quando il primo ministro dissolse il parlamento e ordino’ nuove elezioni.
Il re designo’ Anand come Primo ministro ad interim, almeno finche’ non si fossero tenute nuove elezioni nel settembre 1992 che portarono al governo il Partito Democratico, guidato da Chuan Leekpai. Chuan fu un competente amministratore che rimase al potere fino al 1995, quando egli fu sconfitto alle elezioni da una coalizione composta da conservatori e partiti provinciali guidati da Banharn Silpa-Archa. Accusato di corruzione fin dall’inizio, il nuovo governo fu costretto a chiamare nuovamente il popolo alle urne nel 1996. Questa volta, sebbene di stretta misura, vinse il New Aspiration Party che era guidato dal generale Chavalit Yongchaiyudh.
Appena assunta la carica di Primo ministro Chavalit si dovette confrontare con la crisi finanziaria asiatica del 1997 e qui fu molto criticato per il modo in cui tento’ di risolvere la crisi e dovette dare le dimissioni. Nel novembre 1977 Chavalit si dimise e Chuan ritorno’ al potere. Chuan arrivo’ a un accordo con il Fondo Monetario Internazionale che stabilizzo’ la moneta e permise interventi del Fondo che intervenne nell’economia thai. In contrasto con la precedente storia del paese la crisi fu risolta con regole civili e procedure democratiche. Durante la campagna elettorale per le elezioni del 2001 gli accordi di Chuan con il Fondo Monetario Internazionale e l’inizione di fondi per rilanciare l’economia furono motivo di un grande dibattito. La campagnia di Thaksin si scaglio’ invece contro i vecchi modi di fare politica, la corruzione, il crimine organizzato e la droga. Nel gennaio 2001 Thaksin riporto’ una schiacciante vittoria alle urne, vincendo il mandato popolare con più voti di quelli che qualsiasi altro premier thai ha mai avuto in una libera elezione dell'Assemblea nazionale.
Thaksin si trovava circa nella stessa posizione in cui si trovava Berlusconi in Italia, egli era proprietario di una larga porzione delle azioni della Shin Corporation, una delle maggiori compagnie di telecomunicazioni in Thailandia, egli sposto’ la sua societa’ nel nome di alcuni suoi domestici e dell’autista nell’attesa che i figli crescessero e raggiungessero l’eta’ per possedere azioni. Il problema delle azioni e’ stato poi, nel corso degli anni, portato in tribunale che ha deciso a favore di Thaksin, stabilendo che un primo ministro puo’ tranquillamente detenere azioni. Anche se questa sentenza lo ha di liberato da questo fatto i partiti politici di opposizione e molti thailandesi non hanno accettato la sentenza del tribunale.
Una volta al potere Thaksin si e’ occupato della rapida ripresa della Thailandia e ha ripagato tutti i debiti ottenuti dal Fondo Monetario Internazionale prima del tempo. Nel 2002 la Thailandia e Bangkok in particolare stavano attraversando un nuovo boom economico. Come le produzioni di bassa fascia si trasferirono in Cina e in altri paesi con bassi salari la Thailandia sposto’ la sua produzione su beni di lusso piu’ sofisticati destinati sia a una crescente classe media interna che all’esportazione. Il turismo e in particolare il turismo sessuale rimasero due grandi fonti di reddito, l’ultimo nonostante frequenti campagne da parte del governo che cerca di controllare la vita notturna del paese. Thasin vinse con una maggioranza ancor piu’ grande le elezioni del 2005, assicurandosi il secondo mandato consecutivo.
Tuttavia Thaksin divenne uno dei piu’ controversi premier in una Thailandia democratica. Mentre era applaudito come un abile leader i suoi critici si facevano sempre piu’ severi. Negli anni iniziali del suo potere fu accusato di avere proprieta’ nascoste, fu sempre in guerra con i giornalisti, furono criticate le sue relazioni con la giunta del Myanmar, la sua guerra alla droga porto’ all’uccisione di migliaia di semplici persone sospettate attirandosi critiche da gruppi sui diritti umani sia a livello interno che internazionale. I rapporti sui suoi abusi e sui suoi conflitti di interesse erano in continuazione sbandierati.
Nel dicembre 2005 il proprietario di media Sonthi Limthongkul lancio’ una campagna anti Taksin dopo che un suo analista di notizie che lavorava in un programma televisivo ed era acuto critico di Thaksin fu licenziato. Il movimento creato da Sonthi accusava Thaksin di abuso di potere, corruzione, violazione dei diritti umani e immoralita’, le accuse includevano un improprio passaggio di mano durante le privatizzazioni delle PTT e dell’EGAT, l’ingiusto U.S.-Thailand free trade agreement, la corruzione che aveva imperato nei progetti per il nuovo aeroporto di Suvarnabhumi e ai conflitti di interessi dovuti al fatto che la famiglia Shinawatra continuava a essere padrona della Shin Corporation. Nel gennaio 2006 la famiglia Shinawatra vendette le sue azioni ma per una condizione nella legge thailandese non dovevano pagare tasse sui guadagni di capitale. Anche se perfettamente legale Sonthi, la sua Alleanza Popolare per la Democrazia, e l'opposizione sostennero che la vendita esentasse era immorale. Sonthi e il l’Alleanza Popolare per la Democrazia organizzarono proteste di massa per mesi. Nel febbraio 2006, Thaksin rispose chiamando alle elezioni anticipate in aprile. L'opposizione boicotto’ le elezioni, costringendo la Corte Costituzionale ad annullare i risultati elettorali. Un'altra elezione fu prevista per ottobre 2006. 

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