Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

domenica 8 maggio 2011

Gli Akha.

I thailandesi li chiamano Ekaw. Per il popolo akha tutto comincia con una lunga migrazione dall’est del Tibet, avvenuta piu’ di 2,000 anni fa. Non ci e’ dato di sapere con esattezza quando decisero di stanziarsi in modo permanente nello Yunnan, dove diedero vita a uno stato e misero per iscritto le loro cronache. Ma le persecuzioni da parte cinese e forse alcune catastrofi naturali li spensero a spostarsi verso la regione degli altipiani. Attualmente si trovano principalmente in: Thailandia, Laos, Myanmar, Yunnan. In Thailandia gli akha si concentrano nel distretto di Mae Sai, sulle colline di Doi Mae Salong. Vivono in piccoli villaggi costruiti su palafitte e collocati a ridosso delle cime dei monti, a un’altezza di 1,000-1,400 metri. Le loro case sono costruite in legno e bambu’, usualmente sono a palafitta e hanno un tetto di densa erba. All’entrata di ogni villaggio tradizionale Akha sta’ un semplice portale in legno consistente in due pali con sovrapposto un lintello. Gli sciamani akha affiggono diversi incantesi in questo luogo in modo da impedire agli spiriti maligni di entrare. Vicino a questo portale sono figure di uomini e di donne, ognuno avente un esagerato organo sessuale, nella credenza che la sessualita’ umana e’ aborrita dagli spiriti.
Oggi gli akha sono una minoranza che si sposta attraverso le montagne della Birmania, della Cina e della Thailandia, senza alcuna speranza di tornare ad avere uno stato. In terra thai sono circa 48,500 individui e qui, unico paese dove non hanno mai subito persecuzioni, la piu’ povera fra le tribu’ delle montagne registra un certo incremento demografico.
Sono riconoscibili per l’incredibile quantita’ di gioielli in argento massiccio che indossano anche quando lavorano nei campi e dal costume indossato dalle donne. Una lunga giacca scura con maniche, gonna, pantaloni adornati da una fila di fili e pendagli, piu’ una cintura di monete d’argento e un copricapo adornato con gioielli in argento di poco costo e poco valore artistico e nastri colorati.
Di religione gli Akha sono animisti e credono nel potere dei fantasmi, della natura e degli antenati. Performano riti, compreso il sacrificio di animali. La ben nota Cerimonia dell’Altalena avviene fra la meta’ di agosto e la meta’ di settembre. Tra la piantagione e il raccolto.
Sempre accompagnate da cani, che spesso mangiano, con la pipa accesa fra le labbra, le donne akha simboleggiano e riassumono la Thailandia delle montagne nell’immaginario della gente straniera.
Il loro basso livello di educazione e il rifiuto di integrarsi nella societa’ thai ne fanno la piu’ povera fra le tribu’, che subisce molte discriminazioni anche dalle altre.
La presenza di akha in territorio thai non e’ soltanto molto recente, ma rimane secondaria anche in termini economici, essi coltivano riso e granturco . Con una sola eccezione, la tribu’ coltiva oppio che trasforma anche in eroina. Ma proprio per questo si trovano sempre in bilico fra schiavitu’ e ricatti da parte di chi gestise le file del commercio nel “Triangolo d’oro” e cio' ne fa la tribu’ piu’ miserevole e diseredata nel novero delle tribu’ delle montagne.

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