I thai del nord rappresentano il 32% dell’etnia thai, ma nonostante questa percentuale sono forse i meno politicamente e socialmente rappresentati nel paese.
Regno dei santuari e templi khmer del periodo di Angkor, il nordest corre per lunghi tratti nella zona di confine col Laos e la Cambogia. Lingua di confine e quindi incrocio/sovrapposizione di culture. Alla costruzione dei templi khmer e’ legata la storia del nordest, la loro presenza testimonia della contaminazione cambogiana e laotiana.
Il nordest e’ la zona piu’ povera del paese: arido, quasi totalmente privo di foreste, ad eccezione della zona ai confini con la Cambogia, minacciato senza tregua dalla siccita’. La mancanza di un adeguato sistema di canalizzazioni rende difficile poter far conto sui raccolti e cosi’ i contadini emigrano a migliaia verso la capitale per cercare lavoro come operai, braccianti, servitori. Si va via disposti a qualsiasi lavoro provvisorio, quando la miseria diventa inarrestabile. L’ignoranza, l’analfabetismo e l’impossibilita’ di comunicare in lingua thai, la maggior parte della gente del nordest parla dialetti lao o khmer, sono ostacoli insormontabili nella ricerca di un’occupazione qualificata. La poverta’ in cui versa il nordest non e’ un fatto endemico ma la conseguenza della politica del governo centrale, votata alla massima indifferenza verso questa parte del paese e alle migrazioni forzate del secolo scorso. Cosi’ sull’alopiano di Korat e lungo le sponde del Mekong si continua a coltivare juta e cotone ortaggi, riso, canna da zucchero, mais e topioca, il tutto in quantita’ ben lontane da quelle necessarie per raggiungere il livello di sopravvivenza. A cio’ si deve aggiungere una politica di sfruttamento delle foreste che ha reso aree un tempo fertili e coperte di boschi in altrettanti aridi deserti. Le guerre di Indocina, Vietnam e Cambogia che hanno impedito per lungo tempo la navigazione del Mekong hanno dato un ulteriore colpo di grazia al disastro economivo della zona. In questo periodo comunque c’erano gli americani. Finita la guerra del Vietnam, totnati a casa i marines il nordest era ripiombato nell’oblio, la speranza di un possibile sviluppo si era estinta. Non restava per i giovani della zona che la ricerca di un qualche lavoro a Bangkok, a Pattaya, a Phuket e qui si potrebbe aprire il discorso delle puttane, (chiamiamole per quello che sono, perche' qua dovrebbero chiamarsi delle lady?), delle cameriere.
A un certo punto il re comincio’ a visitare sempre piu’ frequentemente la zona e dal palazzo reale cominciarono a partire ordini insieme a progetti di sviluppo per la realizzazione di canali di irrigazione e dighe e strade che consentano il trasporto dei prodotti del nordest sui mercati del paese. Si cominciarono a costruire ospedali e universita', sulla scia di quella realizzata a Khon Kaen’ il tutto comincio’ a portare una maggiore ricchezza. Si aprirono supermercati accanto ad alberghi. A Udon Thani, ad esempio, vicino alla ferrovia, si e' costruito un ulteriore complesso commerciale faraonico, completato sara’ lungo sicuramente 700 metri, anche molto di piu’ se si calcola che e’ collegato al mercato notturno. Da notare che di complessi commerciali ce n’erano gia’ cinque e di grosse dimensioni. I thai del nordest. che hanno sempre amato la loro terra cominciano a tornare attratti da nuove possibilita’ di lavoro. E’ logico che la popolazione trarra’ grandi benefici da tutto questo ma per l’ennesima volta nell’ennesima parte del mondo stanno scomparendo i tratti tipici di un luogo.
Isan e’ una manipolazione linguistica del termine Isana, mediato dal regno mon-khmer, che governo’ la regione prima dei conflitti e delle influenze culturali si stampo cambogiano e indica la miscela linguistica fra cultura e linguaggio laotiano e thailandese. Khon Isan identifica la gente della regione quale popolo specifico.
Nel nordest si sviluppo’ una cultura del bronzo in eta’ neolitica , quella di Ban Chiang. I rapporti fra Ban Chiang e altre civilta’ del I millennio rimangono oscuri. all’inizio dell’era storica la regione era abitata da popolazioni mon-khmer. Sorsero numerose citta’ stato che risenttrono dell’influenza della cultura indiana. Furono sottomesse dal grande impero khmer di Angkor che nel XII secolo si estende a controllare tutto il nordest e in maniera rilevante buona parte della Thailandia odierna. Buriram, Korat e Sakon Nakhon furono importanti posti dell’impero. Le splendide rovine dei santuari di di Phimai e Phanom Rung stanno a sottolineare la floridita;’ economica e culturale di quel periodo. Fra l’XI e il XII secolo la composizione etnica delle zone periferiche cambia a favore della predominanza di persone di lingua thai nella valle del Chao Phraya. I lao restano predominanti nella valle del Mekong. Verso la meta’ del secolo successivo i thai acquistano autonomia e cominciano una rapida espansione a spese dei khmer. E’ possibile che per un certo periodo le comunita’ del nordest siano state lasciate a se stesse. Ramathibodhi I (T. 1351-1369) mosse guerra ai khmer e occupo’ persino Angkor, assicurandosi il controllo delle regioni piu’ fertili e popolose del Nordest. La configurazione della mappa antropologica odierna della zona ha inizio proprio da quella data. I soldati di Ramathibodhi si sposarono e si uniro9no a donne locali, creando il gruppo originario dei thai del nordest. la citta’ di Korat assunse allora il ruolo di importante provincia sempre considerata parte integrante della nazione e mai scordata o lasciata da parte. Fisicamente simili ai khmer i thai korat, o thai del nordest, parlano thai e hanno contribuito alla vita del paese in tutti i settori, compreso quelli polici e mitari.
Le provincie meridionali del nordest sono abitate da gente khmer. Difficile affermare con certezza se questi siano i discendenti non assimilati degli antichi khmer o se, con piu’ realistica ipotesi derivino da comunita’ immigrate nel secolo scorso. Il Siam, infatti, in seguito alle guerre cambogiane (1833-1848) mantenne la sovranita’ sulla Cambogia fino al 1867 e cedette alla Francia le provincie di Battambang e di Siam Rep, Angkor, solo nel 1902.
Le altre provincie del Nordest, l’Isan, sono abitate da genti di razza, origine e lingua laotiana. Appartengono a vari gruppi identificati come laowieng, yuai yo, laos kao, phuai. Circa 18 milioni di abitanti nel paese sono di lingua lao, essi arrivarono nella valle del Mekong agli inizi dell’VIII secolo, nel corso della storia i regno di Luang Prabang, Vientiane e Champasak furono in diversi e alterni periodi vassalli dei sovrani siamesi. Sotto la dinastia Chakri il Laos dipese in toto da Bangkok finche’ non venne ceduto alla Francia nel 1893. La presenza di lao in Thailandia e’ sopratutto il risultato della politica di guerra di Rama I e Rama III. Sul finire del XVIII secolo il primo condusse diverse campagne militari nel Nord, liberando il regno di Lanna dal giogo birmano. Il Laos coinvolto nella guerra venne raziato e depredato diverse volte. Il trasferimento di diversi gruppi laotiani sulla riva destra del Mekong e’ direttamente correlato con questa camagna militare.
Il popolamento forzato del Nordest avvenne sopratutto sotto il regno di Rama III, in seguito alla completa distruzione di Vientiane nel 1827. Interi villaggi furono razziati e trasferiti sull’altopiano di Korat o lungo la sponda destra del Mekong. La fondazione di centri come Nakhon Phanome Sakhon Nakhon si deve a questo periodo. Altre citta’ vennero fondate da principi laotiani emigrati di propria iniziativa in Siam e altre ancora si devono a prigionieri di guerra messi ai lavori forzati a migliaia di chilometri da casa.
I puthai sono anche oggi legati a credenze animistiche e venerano gli antenati ancestrali, i riti sciamanistici sono diffusi ovunque.
Poverta’ a parte, i riti e le abitudini dei lao dell’Isan sono molti simili a quelli dei thai, li differenza sopratutto la cucina i primi preferiscono il riso agglutinato i secondi quello cotto a vapore e la musica.
Oggi l’Isan esporta nel mondo la letteratura, la musica moderna, lo sport e il buon vivere della Thailandia rappresentati da Pira Sudam, dai Karabao per la musica e Maradon per il tennis, tre nomi ben conosciuti all’estero nati e residenti qui. Quanto al buon vivere ci riferiamo alla birra Singha e ai vini come il Chateau de Loei, il migliore naturalmente un Syrah Reserve, oppure un Gran Monte dell’altopiano di Korat, che stanno ottendo riconoscimenti a livello internazionale. Ma nel far tutto questo l’Isan si porta a braccetto la tradizione rappresentata da Phimai e Phanom Rung, dalla seta mudmee e dal mao lam.
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