Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

venerdì 21 ottobre 2011

Il principe del male e il sant'uomo.

C'era una volta re Brahmadatta che regnava in Benares, egli ebbe un figlio, che crebbe fino a diventare un uomo abbastanza crudele, il tipo che deve dimostrare di essere piu' cattivo di tutti gli altri. Era un bullo che costantemente offendeva e maltrattava la gente. Ogni volta parlava alla gente con un flusso d'oscenità, il suo carattere era sempre arrabbiato come un serpente sibilante che è appena stato calpestato.
Le persone all'interno e all'esterno del palazzo fuggivano da lui come si fugge da un demone affamato, lo evitavano, dato che il solo stargli vicino era come un granello di polvere negli occhi. Alle stalle tutti lo chiamavano il 'Principe del Male'. In breve, non aveva veramente un bel carattere!.
Un giorno il principe decise di andare a nuotare, andò verso il fiume con i suoi servi e assistenti, improvvisamente divenne quasi buio come se fosse notte. Una tempesta enorme si stava avvicinando. Essendo conosciuto per il suo carattere duro e crudele il principe doveva sempre dimostrare che non aveva paura di niente. Così urlo' ai suoi servi: "Portatemi nel mezzo del fiume e fatemi il bagno, poi mi riporterete a riva."
Una parte del seguito esegui' i suoi ordini ma poi pensarono "Oggi abbiamo una grande possibilità! Qualunque cosa facciamo qui, il re non la potrà mai scoprire, quindi cerchiamo di uccidere il Principe del male. Con questo tempo il fiume sara' una trappola in cui andare a fondo. Vai buono a nulla!" E lo spinsero, lo gettarono e lo lasciarano andare nel fiume tempestoso.
Quando tornarono a riva, le altre persone che attendevano chiesero dove fosse il principe. Essi risposero: "Non lo sappiamo, quando la pioggia si e' avvicinata, deve aver nuotato più veloce di noi e deve essere tornato a Benares".
Quando tornarono al palazzo, il re chiese: "Dov'è mio figlio?" Dissero: "Non lo sappiamo, maestà. Quando la tempesta si avvicinò, abbiamo pensato: è tornato davanti a noi." Re Brahmadatta raccolse un gruppo dei suoi uomini che iniziarono a cercare il principe. Essi cercarono con grande cura, lungo tutte le rive del fiume, ma non riuscìrono a trovarlo.
Nel buio fra vento e pioggia il principe era stato spazzato via dal fiume in piena, per fortuna fu in grado di afferrare un tronco d'albero morto che galleggiava. Vi si aggrappo' freneticamente, con disperazione, temendo per la sua vita. Mentre veniva trascinato dalle onde il principe aveva una tremenda paura di annegare, piangeva come un bambino, terrorizzato indifeso!
Non molto tempo tempo prima di queste vicende, un uomo molto ricco era morto a Benares. Egli aveva sepolto il suo grande tesoro in riva al fiume, lungo lo stesso tratto in cui si svolgeva questa storia. La sua fortuna ammontava a 40 milioni di monete d'oro. Dato che era un uomo avaro e con un desiderio smodato per le ricchezze era rinato come un umile serpente, che ora strisciava sulla pancia mentre difendeva il suo tesoro.
In un'altro punto vicino alla sponda del fiume un altro ricco avaro aveva sepolto un tesoro di 30 milioni di monete d'oro, anche lui era avaro e dato che artigliava le ricchezze come un topo, come un topo d'acqua era rinato. Anche lui era rimasto a custodire il suo tesoro sepolto in quella zona.
Ed ecco. quando la tempesta si avvicinò, sia il serpente che il topo d'acqua dovettero abbandonare le loro tane che furono inondate dal fiume impetuoso. Nella paura di annegare entrambi si afferrarono al tronco che portava il principe spaventato, che in quel momento si stava lamentando, il serpente si arrampicò da una parte e il topo d'acqua dall'altra.
Nelle vicinanze c'era anche un alto albero di cotone con un giovane pappagallo appollaiato su di esso, quando la tempesta colpi' il fiume le radici dell'albero di cotone si spezzarono, il pappagallo si alzo' in volo, l'albero cadde nell'acqua. Quando il pappagallo cerco' di volare via il vento e la pioggia glielo impedirono e il pappagallo si trovo' sullo stesso legno morto in compagnia del serpente, del topo d'acqua e del Principe del male. Ora c'erano quattro creature sul tronco che fluttuava verso un'ansa del fiume.
Nelle vicinanze un sant'uomo viveva umilmente in una piccola capanna. era un Bodhisatta, un Essere Illumininato. Era nato in una ricca famiglia dell'alta classe di Kasi, quando era cresciuto, aveva rinunciato a tutta la sua ricchezza e alla sua posizione, ed era venuto a vivere da solo vicino al fiume.
Nel cuore della notte il sant'uomo senti' le grida di panico provenienti dal Principe del male e pensò: "Queste grida sono simili a quelle di un essere umano spaventato, il mio buon cuore non mi permette di ignorarlo, devo salvarlo."
Corse verso il fiume gridando: "Non avere paura, io ti salvero'!" Poi saltò nel torrente impetuoso, afferrò il tronco e uso' la sua grande forza per tirarlo a riva. Poi dopo aver aiutato il principe a rialzarsi sulla riva si accorse dei tre animali, porto' tutti nella sua capanna, anche se era poco accogliente. Pensando alla situazione da cui erano uscite quelle creature, sapendo chre sarebbero state meglio se si fossero scaldate, preparo' un bel fuoco, per primi fece scaldare gli animali intanto il principe rimase in attesa. Quando gli animali si furono scaldati tocco' al principe potersi scaldare. Poi porto' frutta e noci e ancora una volta ne diede prima agli animali mentre lascio' il principe in attesa.
Vedendo il comportamento del sant'uomo il principe del male si infurio':
"Quest'uomo stupido non si preoccupa affatto per me, un grande principe di sangue reale. Da' piu' importanza a quelle tre bestie." Pensare in questo modo lo porto' a odiare il Bodhisatta e a voler vendicarsi di lui.
Il giorno dopo l'eremita taglio' un tronco d'albero per farne pezzi di legna da bruciare in modo che i suoi ospiti potessero scaldarsi e per poter preparare loro il cibo. In pochi giorni i quattro erano forti e sani.
Il primo fu il serpente a dire addio all'uomo saggio. Avvolse il suo corpo, chino' la testa rispettosamente:
"Venerabile, avete fatto una grande cosa per me, io vi sono grato, e io non sono solo un povero serpente. In un certo luogo ho sepolto un tesoro di 40 milioni di monete d'oro, sono lieto di darle a voi. Tutto nella vita a un prezzo e voi mi avete salvato. Ogni volta che avrete bisogno di soldi, scendete la riva del fiume e chiamate forte: "Serpente! Serpente!"
Per secondo arrivo' il topo d'acqua a dire addio al sant'uomo. Si alzò sulle zampe posteriori e chinò il capo dicendo rispettosamente:
"Venerabile, avete fatto una grande cosa per me, io vi sono grato e io non sono stato sempre un povero topo d'acqua. In un certo luogo ho sepolto un tesoro di 30 milioni di monete d'oro, che volentieri do' a voi. Voi mi avete salvato e la vita non ha prezzo. Ogni volta che avrete bisogno di soldi scendete alla riva del fiume e chiamare forte "Topo! Topo!"
Tale grata generosità da un serpente e un topo d'acqua era sicuramente assai lontana dalla cupidigia e dall'avarizia che essi avevano nella loro precedente vite quando erano esseri umani
Poi venne il pappagallo a dire addio al sant'uomo, dopo aver chinato rispettosamente il capo, disse: "Venerabile, avete fatto una grande cosa per me, io vi sono grato, ma io non possiedo né argento né oro. Io sono solo un povero pappagallo, pero' se avrete bisogno delle migliori qualita' di riso scendete sulla riva del fiume e chiamare forte. 'Pappagallo! Pappagallo!' Io riuniro' tutti i miei parenti che verranno da tutte le foreste dell'Himalaya e vi porteremo carichi dei risi piu' profumati. Voi mi avete salvato e la vita e questo non ha prezzo!"
Infine il cattivo principe ando' a salutare il sant'uomo. Perché la sua mente era piena di veleno, per il modo come era stato trattato pensava solo alla vendetta e desiderava ucciderlo. Tuttavia, stranamante quando gli fu di fronte riusci' solo a dire: "Venerabile, quando diventero' re, venite da me e io vi daro' quello di cui avrete bisogno". Tornò a Benares e in breve ne divenne il nuovo re.
Dopo un po' di tempo il santo uomo decise di vedere se la gratitudine di quei quattro esisteva veramente. Primo scese sulla riva del fiume e gridò "Serpente! Serpente!" Al suono della prima parola, il serpente uscì dalla sua tana sotterranea, si inchinò rispettosamente e disse: "Sant'uomo, in questo punto sono sepolti 40 milioni di monete d'oro. Scava, prendile e portale con te!" "Molto bene", disse il santo: "Quando avro' bisogno verrò di nuovo".
Si congedo dal serpente, cammino' lungo la riva del fiume e gridò: '"Topo! Topo!" Il ratto d'acqua apparve e tutto ando' liscio come con il serpente.
Piu' avanti, gridò "Pappagallo! Pappagallo!", Il pappagallo volò giù dalla sua casa sulla cima degli alberi, si inchinò rispettosamente e disse: "Santo, avete bisogno di riso? Chiamerò i miei parenti e vi offriremo il miglior riso di tutta l'Himalaya". Il sant'uomo rispose: "Molto bene, quando avro' bisogno verrò di nuovo".
Infine ando' a trovare il re. Si avvicinò ai giardini reali e trovo' da dormire li' vicino. Al mattinata, in modo molto umile e dignitoso ando' a raccogliere cibo nella città di Benares.
Quella stessa mattina il re ingrato, seduto su un elefante reale magnificamente adornato, era uscito dalla reggia e stava visitando, accompagnato da un lungo corteo, la citta'. Quando vide l'Essere Illuminato che si avvicinava pensò: "Ah! Questo pigro vagabondo senza casa e' venuto per spremermi. Prima che possa vantarsi davanti a tutti di quanto ha fatto per me, devo farlo decapitare!"
Poi disse ai suoi servi: "Questo balordo deve essere mendicante che viene a chiedere qualcosa di valore. Non lasciare che il niente di buono si avvicini a me. Arrestatelo subito, legate le sue mani dietro la schiena, e frustatelo ad ogni angolo di strada, poi portatelo fuori dalla città per l'esecuzione e tagliateli la testa. Infine solleverete il suo corpo su un palo appuntito e lo lascierete visibile agli occhi di tutti. Questa e' la giusta fine dei mendicanti pigri! "
Gli uomini del re seguirono i suoi ordini crudeli, legarono il sant'uomo come un criminale comune. Lo frustarono senza pietà ad ogni angolo di strada poi si avviarono al luogo dell'esecuzione. Ma non importa quanto duramente lo picchiassero, quanto forte lo colpissero, egli manteneva la sua dignita'. Dopo ogni frustata egli semplicemente diceva in modo che tutti potessero ascolarlo: "Questo dimostra che il vecchio detto è ancora vero: 'Non c'è ricompensa a tirare un legno morto fuori da un fiume, per aiutare un uomo ingrato!'"
Alcuni dei presenti cominciarono a chiedersi perché egli diceva solo questo ad ogni angolo di strada, allora si dissero l'un l'altro, "Le pene di quest'uomo devono essere provocate da un uomo ingrato." Gli chiesero: "Oh santo uomo, hai fatto qualche servizio per un'ingrato?"
Egli racconto' tutta la storia e concluse: "Ho salvato questo re da una terribile alluvione, e il farlo ha portato questo dolore su di me che non ho seguito il detto dei saggi di un tempo, ecco perché ho detto quello che ho detto."
Sentita questa storia, il popolo di Benares si infuriò e si dissero l'uno all'altro, 'Questo buon uomo ha salvato la vita del re. Ma il re è così crudele che non ha riconoscenza. Come puo' un re simile portarci qualche beneficio? Può solo essere pericoloso per noi, prendiamolo! "
La loro rabbia si diffuse fra i cittadini di Benares che diventarono una folla, essi scagliarono contro il re frecce, coltelli, mazze e pietre. Poi ne gettarono il cadavere in un fosso a lato della strada. Successivamente elessero il sant'uomo loro nuovo re e gli affidarono il governo della citta'.
Poi un giorno il re decise di andare a vedere i suoi vecchi amici, cosi' si reco' con un grande corteo fino alla riva del fiume.
Egli chiamò "Serpente! Serpente!" Il serpente arrivo', saluto' con rispetto e disse: "Mio signore, se lo desiderate, siete i benvenuti vi porto al mio tesoro". Il re ordinò ai servi di scavare i 40 milioni di monete d'oro.
Andò a casa del topo dell'acqua e gridò: "Topo! Topo!" Anche lui apparve, offri' il suo rispetto e disse: "Mio signore, se lo desiderate, siete i benvenuti al mio tesoro". Questa volta servitori del re scavato 30 milioni di monete d'oro.
Allora il re chiamò "Pappagallo! Pappagallo!" Il pappagallo volo' al re, si inchinò rispettosamente e disse: "Se vuoi, mio signore, posso raccogliere il riso più eccellente per te". Ma il re santo uomo disse: "Non ora, mio amico. Quando il riso sara' necessario ne faremo richiesta a voi. Ora ti lascio, dobbiamo tornare in città."
Al suo arrivo a palazzo reale di Benares, il re aveva i 70 milioni di monete d'oro che furono messe sotto sorveglianza in un luogo sicuro.Fece fare una ciotola d'oro per ringraziare il serpente a cui aveva dato una nuova casa, un labirinto fatto coi migliori cristalli per ringraziare la riconoscenza del topo. e aveva una gabbia dorata, che si poteva aprire e chiudere dall'interno, da offrire in segno di riconoscenza al pappagallo.
Ogni giorno il re dava bignè di riso e il  miele più dolce su piatti d'oro al serpente e il pappagallo e su un'altro piatto d'oro dava il riso più aromatico e profumato al ratto d'acqua.
Il re divenne famoso per la sua generosità verso i poveri. Lui e i suoi amici animali vissero insieme in perfetta armonia per molti anni. Quando morirono rinacquero tutti come meritavano.

La gratitudine è una ricompensa,
a sua volta premiata.

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