Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

sabato 22 ottobre 2011

La gru e il granchio.

C'era una volta una gru che viveva nei pressi di un piccolo stagno. Proprio accanto a questo c'era un grande albero con una fata che viveva in esso e che aveva imparato ad osservare i vari animali.
C'erano anche molti piccoli pesci che vivevano nel piccolo stagno, purtroppo per loro la gru aveva l'abitudine di afferrarli con il suo becco e mangiarli. A causa della siccita' che infestava la zona il livello dell'acqua nel laghetto stava diventando sempre più in basso, ciò rendeva più facile per la gru pescare i pesci, infatti diventava sempre piu' grassa.
Tuttavia, la gru si rese conto che non importa quanto fosse facile pescare i pesci, e non importa neppure quanti poteva mangiarne in quanto non si sentiva mai completamente sazia. Capito questo penso' che solo se avesse mangiato tutto il pesce nello stagno avrebbe trovato la vera felicità. "Quanti piu' ne mangio piu' saro' soddisfatta!" disse a se stessa. 
Al fine di catturare tutti i pesci nello stagno, la gru fece un piano che le sembro' molto intelligente. Avrebbe ingannato i pesci, li avrebbe portati a fidarsi di lei, e a questo punto se li sarebbe mangiati. Era sicuramente un bel piano ed era soddisfatta di se stessa per averlo pensato.
Per cominciare, la gru si sedette sulla riva e per convincere i pesci a fidarsi di lei assunse una posizione tranquilla e ascetica, come quella che assumono i santi uomini nella foresta.
I pesci andarono da lei e chiesero: "Signora gru, a cosa stai pensando?" La gru che aveva assunto un aspetto da santo rispose: "Oh miei cari pesci, mi rende triste pensare sul vostro futuro. Sto pensando al prossimo disastro!".
I pesci dissero: "Signora gru, ma quale disastro sta venendo su di noi?" Al che la gru rispose: "Guardate intorno a voi! C'è pochissima acqua in questo stagno, siete inoltre a corto di cibo da mangiare, questa grande siccità è molto pericolosa per voi, poveretti".
Poi il pesce chiese: "Cara gru, cosa possiamo fare per salvarci?"
"Miei poveri, piccoli figli", disse la gru, "dovete fidarti di me e fare come dico. Se mi permettete di venirvi a prendere nel mio becco, vi porterò, uno alla volta ad un altro laghetto, uno stagno molto più grande di questo. E' pieno d'acqua e ricoperto di bei fiori di loto. Sarà un paradiso per voi!"
Quando sentirono la parte che riguardava il becco, i pesci divennero un po 'sospettosi, dissero:
"Signora gru come possiamo crederti? Dall'inizio del mondo, non c'è mai stata una gru che voleva aiutare i pesci. Le gru hanno sempre messo i pesci nel becco solo per mangiarli. Questo deve essere un trucco oppure non e' che stai scherzando?"
La gru alzò la testa e assunse un atteggiamento il piu' dignitoso possibile, disse: "Per favore non pensare una cosa del genere. Non vedi che io sono una gru speciale? Devi fidarti di me. Ma se non mi credete, lasciate venire un pesce con me, io gli mostrerò lo stagno che ho detto. Poi, quando torneremo qui saprete che ci si può fidare".
Il pesce si dissero l'un l'altro: "Questa gru sembra così dignitosa, sembra una gru onesta. Ma nel caso si tratti di un trucco mandiamo con lei un pesce inutile, piantagrane. Questo sarà un test." Poi andarono a prendere un pesce giovane che era noto per essere il piu' zuccone della scuola e lo spinsero verso la riva.
La gru chinò la testa e prese il piccolo nel suo becco, poi spiegò le ali e volò a un grosso albero che si trovava sulla riva di uno stagno bello e grande. Proprio come la gru aveva detto, era coperto di bei fiori di loto e il pesce fu molto sorpreso di vedere un posto cosi' meraviglioso. Poi la gru lo portò di nuovo al suo stagno piccolo e quasi privo d'acqua, proprio come aveva promesso.
Arrivato a casa, il pesciolino descrisse le meraviglie dello stagno che aveva visto. Sentendo questo, tutti gli altri pesci divennero molto eccitati e sperarono di essere fra i primi a partire.
Il primo passeggero fu quello che aveva fatto il primo viaggio, quello che era stato giudicato un'inutile piantagrane e che poteva essere sacrificato. Ancora una volta la gru lo prese nel becco e volò verso il grande albero sulla riva del nuovo laghetto. Il piccolo pesce era sicuro che la gru stava per farlo cadere nello stagno meraviglioso, invece, la gru improvvisamente lo uccise, inghiotti' la sua carne e lascio' cadere le ossa a terra.
La gru ritorno' al vecchio stagno porto' un altro pesce in volo e lo mangio' allo stesso modo, e allo stesso modo, uno dopo l'altro, inghiotti' fino all'ultimo pesce!
La gru era cosi' piena di carne di pesce che faceva fatica a volare, non riusuciva quasi a tornare al primo laghetto. Comunque qui giunta controllo' bene bene che non fossero rimasti pesci da mangiare. Poi notò un granchio che strisciava solitario lungo la riva fangosa, a quella vista si rese conto che non era ancora completamente soddisfatta.
Così si diresse verso il granchio e disse: "Mio caro granchio, ho gentilmente portato tutti i pesci in uno stagno meraviglioso e grande, non lontano da qui. Perché vuoi rimanere qui da solo? Se vuoi fare come i pesci hanno fatto, ti prendero' nel mio becco, sarò lieta di portarti lì. Per il tuo bene, devi avere fiducia in me. "
Ma il granchio penso': "Non c'è alcun dubbio che questa gru ha lo stomaco cosi' gonfio perche' ha mangiato tutti i pesci. Il suo ventre è così pieno non riesce quasi a stare in piedi. Di lei sicuramente non ci si può fidare! Se riesco a convincerla a portarmi a un nuovo laghetto e a farmi mettere in esso, tanto meglio. Ma se lui cerca di mangiarmi dovrò tagliarle la testa con le mie chele affilate"
Poi il granchio disse: "Mia cara amica gru, ho paura che io sono troppo pesante per voi da portare in becco, a causa di questo sicuramente mi lasceresti cadere lungo la strada, sara' quindi meglio che mi aggrappi al vostro collo e poi potrete tranquillamente portarmi alla mia nuova casa ".
La gru era talmente abituata a giocare brutti scherzi ad altri, che non penso' minimamente che altri potessero giocarli a lei, sarebbe stata la stessa cosa anche se il granchio l'afferrava per la gola e penso' "Eccellente! Questo mi darà la possibilità di mangiare la carne dolce di questo sciocco granchio che mi mostra la sua fiducia.".
Così la gru permise al granchio di aggrapparsi al suo collo con tutte le otto chele, il granchio afferro' il collo della gru con i suoi artigli affilati. poi disse: "Ora gentilmente portami al nuovo stagno."
La sciocca gru con il collo stretto nelle chele del granchio volo' vicino al nuovo laghetto ma fece per atterrare vicino a un albero, .
Il granchio disse: "Ehi tu, stupida gru hai perso la tua strada? Non mi stai portando allo stagno! Perché non mi porti a riva e mi metti dentro?"
La gru disse: "Chi stai chiamando stupido? Non devo aver preso da te, tu non sei mio parente. Suppongo che tu abbia pensato che ti ho hai ingannato a darti un passaggio gratis. Ma qui di furbe ce n'e' una solo. Basta guardare tutte quelle lische di pesce vicino a quell'albero per capire che ho mangiato tutti i pesci, e ora mangero' anche te, stupido granchio! "
Il granchio rispose: "I pesci sono stati mangiati perché sono stati abbastanza stupidi da fidarsi di te, ma nessuno si fiderebbe di te ora. Perché sei riuscita a ingannare il pesce sei diventata talmente presuntuosa che pensi di poter ingannare chiunque. Ma io non mi sono lasciato ingannare e ora ti tengo per la gola, quindi se uno muore muoriamo entrambi!"
Solo allora la gru arrivo' a capire in quale pericolo si trovava, quindi prego' il granchio:
"Oh signor granchio, ti prego di liberarmi. Ho imparato la mia lezione. Puoi fidarti di me. Non ho alcun desiderio di mangiare un granchio bello come te".
Poi volò giù verso la riva e ha continuato, "Ora ti prego di liberarmi. Ti prego di aver fiducia in me."
Ma il saggio e vecchio granchio capi' subito che di una gru non ci si poteva mai fidare, non importava quello che lei diceva. Sapeva che se avesse lasciato andare la gru, sarebbe stato mangiato di sicuro. Così le taglio' il collo con i suoi artigli, proprio come un coltello affetta il burro! E la testa della gru cadde a terra. Poi il granchio striscio' in tutta sicurezza nello stagno meraviglioso.
Nel frattempo, la fata curiosa era andata al nuovo stagno e aveva visto tutto quello che era successo. Seduto sulla cima di un grande albero, disse in modo che tutti gli dei potessero sentire: 
"Chi e' vissuto di trucchi e menzogne non merita pieta' neppure nell'ora della morte!":

L'imbroglione che non e' piu' creduto, 
ha giocato il suo ultimo imbroglio.


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