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Nel buddhismo Mara e' il demone che tenta Gautama Buddha cercando di sedurlo con la visione di bellissime donne, che in varie leggende si dice fossero sue figlie.
Nella cosmologia buddhista Mara personifica l'imperizia, la morte della vita spirituale. Egli e' un tentatore che distrae gli uomini dalla vita spirituale tramite seduzioni mondane o facendo si che il negativo sembri positivo.
I primi buddhisti tuttavia piuttosto che vedere Mara come un demoniaco, il piu' potente, signore di tutti i demoni, lo vedevano come un rompiscatole. Molti degli episodi in cui egli aveva relazioni col Buddha erano rappresentati con toni umoristici.
- Klesa-Mara o Mara come personificazione di tutte le emozioni peccaminose.
- Mrtyu- Mara o Mara come morte, nel senso del continuo ciclo di nascite e morti.
- Skandha-Mara o Mara ome metafora della totalita' delle esistenze condizionate.
- Devaputra-Mara o Mara come figlio di un deva o Mara che e' un essere esistente in opposto alla metafora.
I primi buddhisti riconoscevano sia l'esistenza letterale di Mara sia l'esitenza psicologica, cioe', l'interpretazione. Mara era visto come avente un'esistenza vera e propria, come le varie divinita' del pantheon vedico ed era descritto come primaria forza psicologica, una metafora dei vari processi di dubbi e tentazioni che costruiscono le pratiche religiose.
Buddha che sfida Mara e' una delle piu' comuni rappresentazioni delle scritture buddhiste. Il Buddha e' mostrato con la sua mano sinistra sul grembo con il palmo volto verso l'alto e la sua mano destra sul suo ginocchio destro. Le dita di questa mano toccano la terra, chiamandola a testimone della sconfitta di Mara e del raggiungimento dell'illuminazione.
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