Un articolo di Francesco Tortora in data 05/03/2014.
Visita cinese
Giappone, Germania e il “pentimento”
I fantasmi della Storia:
i tedeschi hanno ammesso i crimini commessi in passato.
I nipponici no
Bangkok
- Il
fatto che una delegazione cinese abbia compiuto una visita a Berlino nell’egida
dei buoni propositi del Presidente Xi Jinping,
una volta scoperto dall’uditorio più generale, ha svelato più di un aspetto
controverso, soprattutto alla luce della risonanza che tale incontro
diplomatico può avere nell’intero scacchiere asiatico. In realtà, l’elemento
dominante di tale visita è stato macroscopicamente evidente ai più: conoscere la “via tedesca” al
pentimento post Seconda Guerra Mondiale, per poi portare a casa una
specie di “feticcio” diplomatico, una specie di trofeo da mostrare
successivamente in Asia agitandolo davanti al volto del Giappone che quel pentimento non l'ha voluto
compiere al cospetto delle atrocità commesse in buona parte d’Asia durante la
Seconda guerra Mondiale. Per tutti questi motivi, Xi Jinping e il gruppo dei
suoi collaboratori diplomatici, avevano considerato in secondo piano tutta la
sequela di eventi pubblici che erano stati previsti, già distribuendo, come
petali sparsi sul tappeto rosso, elogi verso la Germania che aveva compiuto
nella sua Storia quei passi dolorosi lungo il cammino della contrizione mondiale.
Ebbene, mentre la delegazione cinese s’era immaginata già la
scena e la possibilità di conseguire un certo tornaconto, almeno in termini
d’immagine sul versante asiatico, la cruda realtà s’è dipinta di ben altri
colori. La Germania e la Cancelliera Angela Merkel si
sono mostrate tutt’altro che accondiscendenti verso questo progetto diplomatico
ed hanno chiaramente confermato di non volersi fare in alcun modo sponda per il
punto di vista cinese e di non voler essere coinvolte nel modus operandi cinese
volto a costringere il Giappone nell’angolo della diplomazia internazionale,
quasi fosse un Paese reietto e da abbandonarsi al suo destino fatto di
isolazionismo e solitudine. Molto probabilmente i cinesi hanno compiuto un
marchiano errore di valutazione, soprattutto equiparando la Germania al
Giappone nel manifestare rimorsi vero il proprio operato in quei frangenti
storici drammatici.
Il caso
certamente finirà presto nel dimenticatoio generale ma per la Cina si tratta di un
test importante e che dovrà far parecchio meditare nei tempi a venire.
Secondo gli osservatori asiatici, ma anche del resto del Pianeta, il primo
passo sbagliato che si può compiere in Asia, soprattutto da parte della Cina, è
quello di utilizzare le stesse categorie interpretative per definire e
analizzare il “caso” tedesco e quello giapponese, quasi fondendoli. Si tratta
di un punto di vista di parte che fa perdere per strada elementi valutativi
importanti. La Germania non è arrivata presto alla sua pubblica contrizione
verso il male procurato a numerosi altri popoli negli anni della Seconda Guerra
Mondiale. In effetti, si deve attendere di vedere la famosa foto che
ritrae Willy Brandt inginocchiato
al Mausoleo di Varsavia davanti al monumento ai caduti per mano nazista
(“Genuflessione di Varsavia” 7 Settembre 1970), quindi circa trent’anni dopo i
fatti dolorosi della Guerra Mondiale e dell’Olocausto. In precedenza, non vi
sono state molte parole spese sui tremendi accadimenti degli Anni Quaranta
caratterizzati in Europa dalla Germania nazista. C’è quasi un vuoto apparente,
fatto di rimozione collettiva. Quando, però, si diffuse la foto dell’allora
Cancelliere tedesco inginocchiato davanti al Monumento ai Caduti di Varsavia,
gran parte del Continente (che all’epoca dei fatti storici era stato devastato
e così profondamente ferito e soggiogato dai nazisti) hanno intuito che si
trattava di qualcosa di importante, quello che stava accadendo non era solo un
fatto di immagine, una celebrazione esteriore fatta per incassare
successivamente il plauso mondiale, nella commozione, ci si rese conto che la Germania aveva compiuto un
lungo cammino di riconquista interiore, una riconquista del Sé collettivo lunga,
penosa e dolorosa. (Per la notizia completa di Francesco Tortora vedi l'articolo sull'Indro).
Francesco Tortora e' l'autore di "Da Thaksin a Yingluck: la Saga dei Shinawatra", il suo ultimo libro e dei precedenti "Note asiatiche", "Asian Diary. Storie di popoli e di individui nei Paesi dove sorge il sole", "Livin' in BKK. Everyday Life in Bangkok between Modernism and Tradition". per una sua breve biografia vedi: "Il mio diario - Francesco Tortora". Francesco Tortora e' il corrispondente asiatico dell'Indro.
Home. ● Asia e Sudest asiatico. ● Thailandia. ● In pratica. ● Amici in Bangkok (sito web). ● Udon Thani, Isan, Thailandia (Pagina Facebook). ● Thailandia Oggi (News) ● Thaksin Shinawatra, una storia thailandese. ● Ma insomma me la vuoi raccontare sta' Thailandia? (Gruppo Facebook). ● I consigli di Consuelo Cannas (YouTube).
Facebook: Fabio ● Sanga. ● Francesco. ● Consuelo. ● Thansa (Bed).
Nessun commento:
Posta un commento