Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

venerdì 11 aprile 2014

Truffe e imbrogli: bere dopo l'orario di chiusura.

Dire che era contento non poteva dirlo, troppe fregature in pochi giorni, troppi soldi buttati al vento. Pero' quella mattina sarebbe andato dove voleva essere fin dall'inzio: il Gran Palace e Wat Phra Kaeo, due delle massime espressioni dell'architettura thai.
Si era vestito appropriatamente niente maniche ne' pantaloncini corti, niente magliette o camicette che non coprono niente, niente sandali. Prese il taxi dell'albergo, scese di fronte al complesso monumentale, sapeva che il biglietto doveva conservarlo, nei prossimi 7 giorni voleva visitare la Vimanmek Mansion e anche li sarebbe stato valido.    
Wat Phra Kaeo e' una delle piu’ abbaglianti attrattive di tutta la Thailandia, una delle piu’ grandi meraviglie dell’Asia, uno dei principali monumenti architettonici del nostro pianeta: Wat Phra Kaeo o Tempio del Buddha di Smeraldo o per essere piu’ corretti Wat Phra Sri Ratanasasadaram.
     
Il tempio del Buddha di Smeraldo si trova nell’area del Grand Palace. Ha un’area per ospitare l’immagine di Buddha ma, diversamente da qualsiasi altro wat thailandese non ha aloggi per i monaci e questo lo pone in una categoria particolare nella classificazione dei wat della nazione. La parete interna forma una galleria per i dipinti murali che rappresentano la storia del Ramakian nel suo intero.
Ci sono sette entrate al tempio. Nella parte ovest ci sono tre portali conosciuti come: l’Eremita, Koeysadet (Dietro) Gate e Sanam Gai Gate. Nella parte est ci sono due portali chiamati Koeysadet (Fronte) Gate e Na Wua Gate. Il primo e’ molto bello. Nel lato nord c’e’ un solo portale chiamato Viharn Yod Gate e un solo portale si trova anche nella parte sud chiamato Phra Sri Ratanasasada Gate che porta alla parte centrale del Grand Palace.
Il tempio ospita varie strutture e oggetti religiosi compreso il Phra Ubosot, l’immagine del Buddha di Smeraldo e’ conservato in esso, il Sala Rai attorno al Phra Ubosot, l’edificio con l’immagine di Buddha Ratchaphongsanusorn, l’edificio con l’immagine di Buddha Ratchakoramanusorn, la Torre della Campana, l’edificio con l’immagine di Biddha Khanthararat, il Phra Mondop, l’edificio con l’immagine di Buddha Monthientham, l’edificio con l’immagine di Buddha Nang, l’edificio con l’immagine di Buddha Viharn Yod, il Prasat Phra Thep Bidorn, il chedi Phra Sri Ratana, l’elefante fuso in metallo arrangiato attorno al Phra Mondop, la miniatura di Angkor Wat, immagini di Buddha e le Otto Sfere.
Il Grand Palace occupa un’area di 132 rai, circa 211,200 mtq, fu iniziato nel 1783 con la costruzione delle fortificazioni e dei portali che circondavano il palazzo. Nel secondo regno il Grand Palace fu espanso verso sud e furono aggiunti i forti, il che porto’ la sua area totale a 152,5 rai, 244,000 mtq. La lunghezza delle mura era 410 metri a nord, 510 metri a est, 360 metri a sud e 630 metri a ovest.
 Il Grand Palace si divide in tre aree:
La zona esterna situata di fronte al palazzo nel lato nord. Qui erano situati numerosi uffici governativi, compresi quelli per militari ufficiali, il dipartimento del porto e il tesoro reale.
La zona mediana situata al centro del palazzo, dove si trovano il Mha Phra Prasat e il Phra Ratchamontien. Fu fino al 1925 la residenza del re, della regina, dei principi, delle principesse, delle concubine reali, delle lady in attesa e degli ufficiali femminili.
La zona interna nel retro del Grand Palace e’ formata dalla zona dove i membri femminili della famiglia reale, gli attendenti, i principi sotto i 13 anni vivevano la loro fanciullezza.
Rimase fino alle 15:30 orario di chiusura, prese il taxi e si fece portare in albergo, se si vuole veramente visitare il complesso occorre cammiare e stanca.
Riposo' tre ore, sarebbe inutile negare sapeva gia' dove voleva andare quella sera, solito posto avrebbe rivisto Noi? Ormai non ci sperava, chissa' dov'era a quell'ora?
Torno' al ristorante italiano in Patpong stavolta scelse un'aragosta, semplicemente eccezionale..... anche dopo lo svuotamento delle tasche.
Dopo cena al solito ando' in quel locale, quello era per lui l'unico riferimento rispetto a Noi, se lei non tornava li non sapeva dove cercarla.
Passano le ore, un'ora, due... "Niente, magari domani" tre, quattro, l'una  . Molti locali della zona chiudevano alle due, quello no, all'una e lui non aveva voglia di andare a dormire.
Gli si avvicina una persona elegantemente vestita:
"Salve, sono  Kop, il proprietario nessuna voglia di andare a dormire vero? Perche' on si ferma ancora un po' con noi?"
Sembra un'offerta gentile, niente altro. Una gentilezza fatta a cliente che da diverse sera frequentava il locale.
Come cliente era riimasto solo, oltre a lui le ragazze e parte del personale. Le ragazze  non hanno niente da fare quindi si raccolgono vicino a lui, si strofinano vicino al suo corpo  loro sono per la maggior parte nude, un piccolo bikini svela le loro grazie.
"Mi offri da bere?", "Ho sete!", "Un drink, per favore". Ormai non chiedono neppure, ordinano direttamente. Quelle ragazze sanno cosa bere, Premium whisky a 330 baht (7,5 euro) a bicchiere.
Dopo un bicchiere capisce e ordinato un whisky si rifiuta di prederne altri, non serve a niente le ragazze continuano a bere e lui a pagare. Sa che quello che sta facendo e' illegale, quindi non osa neppure lamentarsi. Ci mancherebbe, sarebbe ridicolo se dovesse conoscere le prigioni thai.
A un certo punto Franco si alza e dice che va a letto, e' un coro: "No, no, ancora un poco, un'ultima  bevuta, poi andiamo tutti ".
Franco chiede il conto che arriva, quasi subito: 12.000 baht (270 euro). Non ha quei soldi con lui e lo dichiara apertamente, nessun problema, sotto c'e' un ATM, lo accompagneranno.
Prova a lamentarsi di quel conto esorbitante, gli fanno rudemente capire che non e' il caso. Paga il conto lo lasciano andare. Non potra' tornare mai piu' in quel locale, Noi e' persa per sempre. Lui nel timore di quello che poteva succedere non aveva bevuto, non era ubriaco, frastornato per l'ennesimo imbroglio di cui era stato vittima ma non per l'alcol decise di reggiungere l'albergo a piedi, un chilometro e mezzo, due.
Si mise in cammino, pensava, aveva voglia di tornare a casa, in Italia. In tre o quattro giorni di Thailandia ne aveva avuto abbastanza. Tiro' avanti, aveva fatto ottocento metri:
"Aspetta, Aspetta".
"Col cavolo" penso' Franco "Sono stanco di rimanere fregato". Accelero' il passo.
"Mi vuoi aspettare, per favore?"
Quella voce credeva di conoscerla "Macche' ci sono centinaia di voci che si assomigliano. Devo andare piu' in fretta".
"Smettila, vuoi farmi morire? Non posso camminare in questo modo!"
Ormai Franco correva.
 "Ti vuoi fermare, ma non hai capito? Sono Noi".
Fu un milionesimo di secondo. Franco era immbile, un blocco di ghiaccio, fermo.
Si volto' lentamente, ancora non ci credeva in quel momento il cuore sembro' balzargli fuori dal petto, era eccitato "Noi, possibile che fosse lei, veramente?"
Ormai l'aveva li davanti, bella come un angelo, fasciata in uno splendido abito di seta color blu notte, i suoi capelli erano sciolti al vento, che nella notte aveva cominciato a spirare abbastanza forte.
"Noi..."
Le si avvicino', le prese le mani nellle mani, una ciocca di capelli le cadde di fronti agli occhi, gliela scosto' con una carezza della mano.
"Bella, meravigliosa stupenda. L'essenza della prima donna, Eva".
E la Thailandia gli appariva ora tutta in altro modo, il miglior Paese al mondo, il luogo dove voleva vivere perche' lei li viveva. Si era innamorato all'improvviso adesso se e rendeva conto, non aveva mai creduto ai colpi di fulmine adesso ci credeva. E lei era li, bella come una dea, un essere incredibile, l'unica donna di cui gli  importava e gli sarebbe sempre importato al mondo.
Alzo' le mai verso il suo volto Le stampo' un bacio sulla bocca, lei rispose. Si baciarono, si accarezzarono a lungo, poi si sedettero, due anime al centro del buio universo pieno di stelle. 
Volevano raccontarsi l'uno all'altra, volevano ascoltarsi.
Rimasero li ore donandosi con le parole.
Noi le parlo’ di lei, della povera vita nelle campagne dell’Isan da quel luogo da cui era fuggita appena un mese prima per andare a prostuirsi, per dare finalmente da mangiare a suo figlio, alla sua famiglia. La sera che lo aveva incontrato aveva deciso che quella non sarebbe stata la sua vita. Franco sapeva che lei era sincera, si stava in qualche modo donando a lui in quel momento e non poteva essere diversamente, quel dono non poteva essere che vero.
Poi fu la volta di Franco on le chiese perche' era scappata la prima sera, se lei avesse voluto glielo avrebbe raccontato in seguito, poi pennsava di aver capito. Lui comincio' a raccontarsi, le disse della sua vita da contadino, di come aveva messo su un allevamento con 200 mucche, delle galline nell’aia, dei conigli nelle gabbie, dell’idea di comprare altra terra e metter su un allevamento di struzzi. Del poco divertimento, del molto lavoro. Quel viaggio lo aveva aspettato anni.
Li tenendosi abbracciati erano come due navi alla deriva nel cuore della notte, certe pero’ che avrebbero, insieme, guadagnato il porto.
Un gong scosse Franco da quel torpore, controllo l’ora, le cinque.
“Noi tu cosa fai? Dove vai ?”
“Vengo con te”.
“Io vado a letto, dobbiamo dormire almeno alcune ore”.
“Io vengo a letto con te”.
“A dormire pero’, abbiamo tempo”.
“Mai ipotecare il futuro, vedremo...”. e lei sorrise maliziosa guardandolo direttamete negli occhi.

La truffa della chiusura avviene nei bar e si ha nel momento in cui una persona e’ tranquilla e rilassata e sta bevendo tranquillamente. Il proprietario nota che il cliente non ha nessuna voglia di andarsene  e lo invita a continuare a bere dopo l’orario di chiusura. La serracinesca del locale viene abbassata e dal quel momento il cliente e’ un illegale e sta contravvendo alla legge. Essersi posto in questa situazione gli costera’ molto caro.
Ci sono diversi tipi di persone che sono ideali per questa truffa, un cliente come Franco che e’ da diverse sere si reca nel locale e ha sempre dimostrato di non controllare il conto  oppure una persona generosa che lascia laute mance e che in quel momento e’ un po’ ubriaco. Quando la serracinesca viene chiusa il pollo viene circondato dalle ragazze, che non si sono ancora cambiate e che sono in reggiseno e mutande. Strusciamenti, toccamenti, palpeggiamenti convincono il malcapitato a pagar loro da bere.  Non una birra, una spay o altro di simile ma i liquori piu’ cari, quelli da  300-400 baht (6.5-9 euro) a bicchiere.
La truffa normalmente si aggira intorno ai 10/15 mila baht (225-335 euro). Se non li avete in tasca verrete trattato come la peggior persona di questo mondo. Sarete accompagnati da energumeni al piu’ vicino ATM, sarete tenuto costantemente sotto controllo perche’ non ci siano fughe. Sicuramente non sara’ una bella situazione per voi.
In Thailandia e’ pieno di residenti occidentali che sono caduti in questa truffa. Al rifiuto di pagare viene chiamata la polizia e questa vi oblighera’ a saldare il conto. Dato che alla fine dovrete in ogni modo cacciare soldi tanto vale farlo subiito e non starci a pensare. Potreste anche rischiare violenze priima che arrivi la polizia.
C’e’ un’unica soluzione: non accettare l’invito a bere dopo l’orario di chiusura, quando un locale chiude andatevene, come fanno tutte le persone.

Indietro: L'imbroglio dei sarti.

Il personaggio di Franco Scocciafava e altri personaggi che potranno apparire nel corso della narrazione sono di pura fantasia e non si riferiscono a nessuna persona vivente presente o passata.  Questi personaggi sono utilizzati a fini esplicativi per poter meglio mettere in rilievo un certo argomento. Sono invece vere, cioe' prese dalla realta' di ogni giorno le vicende che loro accadono, come le truffe e gli imbrogli, anche se nella realta' queste vicende potrebbero accadere in forma leggermente diversa, quelle qui illustrate seguono lo schema generale. I pensieri e le critiche che Franco Scocciafava pensa non sono attribuibili ad altra persona se non allo stesso autore, che se ne fa responsabile. 


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