Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

lunedì 30 maggio 2016

Il khon fra i beni immateriali dell'UNESCO.



La Thailandia ha proposto la tradizionale danza in maschera Khon, conosciuta per i suoi eleganti costumi e i dialoghi in versi, per l'inclusione nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell'Unesco.
Nel definire il Patrimonio immateriale dell’Umanità l’UNESCO parte dal concetto che il termine 'Patrimonio culturale' è cambiato nel suo contenuto in modo notevole negli ultimi decenni, in parte proprio a causa degli strumenti sviluppati dall'UNESCO. Il patrimonio culturale non si ferma a monumenti e collezioni di oggetti. Esso comprende anche le tradizioni o le espressioni di vita ereditate dai nostri antenati e trasmessi ai nostri discendenti, come le tradizioni orali, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti, feste, conoscenze e pratiche concernenti la natura e l'universo o le conoscenze e le competenze per la produzione tradizionale dell’artigianato.
Cosi oggi per l’Italia troviamo in questo patrimonio l’opera dei pupi (Sicilia), il canto a tenore (Sardegna), l’ artigianato tradizionale del violino a Cremona, Celebrazioni di grandi strutture processionali portate a spalla, la tradizionale pratica agricola di coltivare le viti "ad alberello" tipica della comunità di Pantelleria ma per la Thailandia ad oggi non si aveva alcuna proposta.
La notizia è di ieri, il khon sarà la prima di cinque icone culturali nazionali che il governo thailandese suggerirà all’Unesco una ogni ogni anno fino ad arrivare al 2021.
Al khon presentato quest’anno seguiranno la muay thai kickboxing, il massaggio tradizionale, il dramma danzato Nora e un set da pasto tradizionale tailandese.
Il khon rappresentata la danza classica thailandese. è una forma di dramma basato sul poema epico indù Ramayana che narra la battaglia tra Rama, un avatar di dio indù Vishnu, e Ravana, che rapisce la moglie di Rama.
Il Ramayana arrivo' con ogni probabilita' in Thailandia durante il periodo dell'indianizzazione, inizio primo millennio, portato da commercianti e studiosi che commerciavano con l'impero khmer.
I thai,  elaborarono una propria versione di questa epopea, che fu scritta per la prima volta volta da Rama I, in una versione che contiene 80,000 stanze ed e’ di ¼ piu’ lunga dell’originale in sanscrito. Anche se la trama rimane sostanzialmente la stessa i thai introdussero arriccimenti al Ramayana fornendo un maggior numero di dettagli biografici sul demone Ravana, Dasakantha, chiamato Thotsakan o 10 colli nel Ramayana, e di sua moglie Montho. . Hanuman, il dio scimmia differisce fortemente nelle due versioni, nel Ramayana segue stretti voti di castita’ si puo’ quasi definire, per natura, un dongiovanni.
Re Rama 2 (1766–1824) compose un’altra versione del Ramakien perche’ fosse usata nelle rappresentazioni classiche del khon, una forma di teatro interpretata da danzatori thai vestiti con elaborati costumi e maschere. La narrazione era data da un coro che si trovava a un lato del palco. Questa storia differisce in parte da quella narrata da Rama I, essa da un piu' ampio ruolo ad Hanuman, il re delle scimmie e aggiunge un lieto fine.
Il Ramakien e’ l’opera letteraria che piu’ ha influenzato la cultura thailandese. Presente in tutti i settori artistici trova una delle sue massime espressioni nella danza classica thailandese che e’ rappresentata dal khon, un dramma mascherato di estrema bellezza ritualistica, derivato dalle danze nei templi indiani, attraverso la corte di Angkor. Si crede che abbia avuto origini nel sud del paese, in Nakhon Si Tammarat, che ebbe i primi contatti con la cultura indiana, e da li si sia diffuso in Cambogia. Nessuna prova rimane di come avvenivano queste rappresentazioni in Sukhothai ma in Ayutthaya il dramma mascherato era certamente rappresentato nelle sale e nelle corti del palazzo, alla luce delle torce e senza scenario.
Il khon e’ quindi lo spettacolo artistico rappresentato per la corte reale, durante cerimonie regali. Era allora rappresentato da migliaia di ballerini, solo i ballerini che componevano la corte di Ravana, il personaggio terribile del Ramakien, il re dei demoni, erano un centinaio, ognuno con una distinta maschera. Oggi qualcosa del genere e’ impossibile da rappresentare, visto quali sarebbero le spese, il numero di ballerini e’ stato quindi ridotto. La storia riguarda un viaggio epico, si potrebbe paragonare all’Odissea di Omero o al mito di Giassone e gli Argonauti.
E’ un misto di ballo in musica, canzoni e testo recitato, il tutto accompagnato da orchestra e coro. I movimenti sono piu’ per i piedi che per le mani e ogni gesto e ogni passo della danza ha un distinto significato.
I veri spettacoli di khon sono raramente rappresentati al giorno d’oggi. Nonostante questo vi puo’ capitare di essere invitati da amici a godervi una rappresntazione di khon. Se questo accade i luoghi tradizionali per queste rappresentazioni sono il Teatro Nazionale, il Chalerm Krung Royal Theatre e certi ristoranti. Cio’ che si puo’ vedere nei ristoranti non e’ una reale produzione del dramma danzato e mascherato del teatro thailandese ma ne puo’ dare una seppur pallida idea. Un buon posto per un approccio piu’ leggero e’ il tempio di Lak Muang, a Bangkok, dove vengono rappresentate danze offerte per grazia ricevuta. Qui si puo’ intervallare alla danza lo spettacolo offerto dai fedeli in preghiera, delle bancarelle, del via vai della gente, qui il tutto diventa avvincente. In tutti i casi se vi riesce di essere spettatore di una rappresentazione di khon, ricordate che come molti farang all’opera non sarete capaci di seguire tutti i dialoghi che sono cantati e salmodiati in arcaico, troppo formale e poetico thai, ma in fondo ci si puo’ sempre informare prima su cio’ che accade sul palcoscenico.
"Uno dei motivi per cui è scelto di Khon tradizionale per primo è che esso mostra perfettamente la saggezza culturale thailandese", ha detto il ministro della Cultura Vira Rojpojchanarat. Sua Maestà la Regina è uno dei principali sostenitori di Khon e delle forme d’arte associaciate che comprendono il disegno dei costumi.
Il governo ha reagito alla chiamata di Unesco per la conservazione culturale, dando pieno appoggio ad una nuova legge relativa al patrimonio culturale. Il Ministero degli Affari Esteri sta anche preparando per fare della Thailandia un membro della Convenzione Unesco-sponsorizzato per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che ha circa 150 membri.

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