Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

mercoledì 23 febbraio 2011

Foresta tropicale monsonica.

Questo tipo di foresta si trova a nord della foresta pluviale tropicale e la differenzia il fatto che e’ soggetta a cambiamenti annuali nella direzione prevalente dei venti. Si trova quindi in aeree che hanno circa latitudine 15, sia rispetto al Tropico del Cancro che a quello del Capricorno. Coprono non solo la Thailandia, specie il nord, ma anche il Vietnam del sud, il Laos del sud, il Myanmar, il nordest dell'India, il Bangladesh e alcune regioni come il sud della Cina. Tutte queste regioni hanno una caratteristica in comune: sperimentano un clima tropicale monsonico e sono soggette al vento del nord che soffia giu’ dal secco e fresco altopiano del Tibet da ottobre a marzo portando tempo secco e a sua volta il vento del sud soffia dall’Ocenao Indiano da aprile a settembre, stagione dei monsoni, portando tempo umido. Le foreste tropicali tipiche di questa regione sono dominate da alberi decidui e semidecidui di Dipterocarpaceae, Fabaceae, e Verbenaceae. 
Comparate con le foreste tropicali pluviali le foreste monsoniche hanno alberi diversi e piu’ bassi a causa del minor ammontare di piogge, una canopia piu’ bassa e con meno strati, foglie piu’ piccole ma della stessa forma in quanto questo e’ di aiuto a far fluire l’eccesso di acqua nella stagione delle piogge, una minore biomassa plantare, una minor produttivita’ netta e un diametro di crescita degli alberi piu’ basso. Gli alberi decidui perdono le foglie durante la stagione secca in modo da prevenire un uso eccessivo di acqua, inoltre gli alberi hanno radici che vanno in profondita’ a cercare l’acqua che manca in un certo periodo. Anche la quantita’ delle specie degli alberi e’ minore, cio’ per il fatto che qui esiste una stagione secca. I fenomeni riproduttivi sono differenti, nelle foreste tropicali monsoniche fenomeni di infiorescienza avvengono stagionalmente ogni anno. Il sistema di riproduzione e’ differente, anche se occorre dire che non ci sono sufficienti studi su questo per quanto riguarda le foreste monsoniche.
La penisola Indocinese era una volta coperta da foreste tropicali monsoniche ma la maggior patye sono scomparse per il taglio della canopia delle dipterocarpe e degli alberi da teak, cio’ specialmente in Thailandia. Il Laos e’ uno dei pochi paesi dove foreste monsoniche tropicali naturali e secondarie rimangono.
La foresta tropicale monsonica, che copre un terzo del territorio, non e’ un ambiente unico ma una sovrapposizione di ambienti. E’ una formazione vegetale densissima, tipica dei climi tropicali e equatoriali molto umidi, un ambiente che favorisce la comparsa di molteplici forme di vita.
Essa e caratterizzata da varieta’ di alberi decidui, che perdono le foglie nella stagione secca per conservare acqua.
Mentre nelle foreste dei climi temperati gran parte delle sostanze nutritive proviene dal terreno, nei paesi tropicali dove la terra e’ piu’ povera, esse si trovano piu’ in superficie; per questo gli alberi tropicali non radicano oltre gli 8 mt. di profondita’. Radici a pilastro o a trampoli sostengono gli alberi che crescono su terreni troppo molli.
La temperatura costante e l’elevata umidita’ favoriscono la crescita di liane e di altre specie epifite. una foresta monsonica si puo' suddividere nelle seguenti sezioni:
Humus: le piante, gli insetti e i funghi che prosperano a livello del suolo sono la base della catena alimentare. Questi funghi sono quasi microscopici e provocano la decomposizione delle foglie dei rami e quindi la formazione di sostanze nutritive di cui si cibano insetti come le le termiti, le formiche, ecc... che formano colonie e vivono sul pavimento forestale. Questo e’ meno denso che nella foresta tropicale pluviale.
Fino a 5 metri: il sottobosco e’ percorso da predatori come tigri e leopardi a caccia di cibo.
Da 5 a 24 metri sta’ il livello inferiore. Relativamente rado, costituisce un corridoio di passaggio per i binturong, i pangolini e gli zibetti dei palmizi che fanno la spola fra il terreno e la cima degli alberi in cerca di cibo.
Da 24 a 37 metri: la cupola. Il fogliame dei rami, spesso 7 metri che forma la volta della foresta, costituisce l’habitat di una gran varieta’ di animali. Scoiattoli volatili, gibboni e macachi vi trovano in abbondanza frutti, foglie e cortecce. Le foglie della cupola forestale modificano il proprio orientamento per catturare la massima quantita’ possibile di luce solare, la loro forma permette alla pioggia di scivolare e la pellicola oleosa che le ricopre le protegge dalle alghe microscopiche e dai muschi.
Dai 37 ai 49 metri: gli alberi giganti. I giganteschi alberi che emergono dalla cupola forestale danno nospitalita’ a pipistrelli insettivori, rapaci e calao. Fra essi si trovanono liane e piante epifite.
Fra gli animali che vivono o vivevano in quest’ambiente sono da ricordare il tapiro malese, il pangolino, il nicticebo, lo zibetto dei palmizi, il binturong, la pantera nebulosa, l’elefante asiatico e la tigre; fra le scimmie il reso; fra gli uccelli il leiothris lutea e la nettarina scura.
Bisogna osservare la zona a livello del terreno per capire fino a che punto le varie forme vegetali e animali cooperino al ciclo e al riciclo dei vari elementi che, decomponendosi, fertilizzano il suolo. Possono cosi’ svilupparsi nuove piante che a loro volta nutriranno direttamente o indirettamente gli animali della foresta, perpetuandosi in un ciclo naturale iniziato milioni di anni fa e minacciato oggi dalla deforestazione, dalla cultura a debbio e dagli interventi umani.



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