Liberamente, come entrambi sappiamo vuol dire:
Senza che nessuno tenti di prevenire o controllare qualcosa.
Senza che qualsiasi cosa fermi il movimento o il fluire di qualcosa.
Senza che qualcuno provi a evitare la verita’ anche se questa puo’ essere spiacevole o imbarazzante.
in modo onesto, senza che nessuno debba preoccuparsi di cio’ che le persone dicono o fanno.
in modo non forzato e libero.
Un pezzo di carta che e’ tradotto liberamente, puo’ essere non tradotto esattamente ma il significato generale e’ chiaro”.
Mi puo’ dire dove erano rispettate queste caratteristiche dato che, come dice mia sorella, io di quel contratto sapevo poco e niente, sapevo solo che veniva fatto, ma riguardo al resto non ero a conoscenza di clausole o niente altro e quel contratto non l’ho mai ricevuto. Questo in un’epoca in cui le informazioni hanno superato in velocita’ quella della luce.
Quindi si immagina la situazione in cui si e’ trovata Fiorenza? Da una parte il marito che lavora per Nannetti, dall’altra lei che ha firmato con Nannetti un contratto che non e’ valido.
Io, anche qui a mia sorella ho detto questo: “Se sono arrivato a capire come stanno le cose, tu me lo dici e non succede niente. Non litighiamo, io sto’ zitto e vengo in Italia a farmi una bella vacanza, ma voglio sapere”. Ci voleva tanto a dire: “Si, Fabio, la verita’ e’ questa”. Era subito finito li e non ci sarebbe stato bisogno di andare avanti. Quello che voglio io non sono soldi, non e’ qualcosa di concreto, voglio la verita’ di tutto questo comportamento nei miei, che non sta’ nelle carte che mia sorella Le ha portato, non sta’ in nessun foglio, c’e’ forse scritto nel contratto con Nannetti che io l’ho visto o che qua e’ arrivata una copia, se c’e’ scritto questo chiedo scusa e mi tiro indietro, c’e’ forse scritto nel contratto della vendita dell’Anchisa: “Una mia copia e’ arrivata in Thailandia”. No, perche’ se Lei mi dice che c’e’ scritto questo chiedo scusa sia a Lei che mia sorella e mi tiro indietro. Se in un sol posto in quelle carte c’e’ scritto o c’e’ la prova che uno solo di quei documenti, che portano la mia firma, io l’ho letto, uguale e’ il mio comportamento. Io non ho mai contestato quelle carte, non ho mai detto che non esistono, ho sempre e solo detto che non mi sono mai state mandate, che mia sorella e’ a conoscenza di questo, e che sebbene penso che esse non contengano niente di fatto male, mia sorella mi ha tolto il piacere di poterlo pensare al 100%. Perche’ non mi sono state mandate? Perche’ io imparo solo dopo tre anni le clausole di contratti che portano la mia firma da tre anni prima? Chi ha fatto questo mi ha dato oggi il diritto di pensare: ma in quelle carte c’e’ forse qualcos’altro? Qundi io ancora non capisco il comportamento della sua cliente: quello che c’e’ scritto in quelle carte al limite non e’ neppure in contestazione cio’ che e’ in contestazione e’ che io ad oggi quelle carte non le ho mai potute vedere e di questo comportamento lesivo dei miei diritti voglio e pretendo una spiegazione su questo. Non capisco quindi perche’ Fiorenza le porti quelle carte e con questo cosa vuole dimostrare: che quelle carte siano a mia conoscenza oggi, ne’ dopo cinque anni e mezzo ne’ mia sorella, ne’ nessun’altro puo’ dimostrarlo.
Mia sorella oggi dice” “Ma che danno ti ho fatto?”. O io sono cosi’ stupido che non capisco o lo e’ mia sorella perche’ sui vari codici ci sono non solo i danni materiali ma anche morali. A quel che sembra mia sorella non vuole capire che lei non puo’ creare una situazione che puo’ far star male altre persone, specie se queste persone stanno gia’ male di loro fisicamente. Mi hanno detto che per rifersi ai danni morali devo chiedere qualcosa, bene allora lo chiedo: un euro. Perche’ cio’ che mi interessa non sono i soldi ma il poter dimostrare che mia sorella ha torto, che nessuna persona si puo’ comportare come lei si e’ comportata, che questo non si ripeta altre volte nella nostra vita. Cosa fa mia sorella se solo si sente dare ragione si sente nel pieno diritto, quando io torno in Thailandia, di comportarsi nello stesso modo come si e’ comportata finora e magari con il pieno consenso della legge, se Lei riesce di fronte alla legge a confermare un giudizio a favore di mia sorella. E di poter offendere e far offendere per quel che racconta a mia medre non solo me ma chiunque sia entrato in questa storia il titolare dell’agenzia immobiliare, un maresciallo solo perche’ mi ha detto che per mia sorella il fatto della pensione ha rilevanza penale e via di seguito. “Questo e’ uno str...” e “Quest’altro e’ uguale” e’ quel che si sente nelle telefonate, e ci sono altre persone. Le faro’ sentire tutto questo. Magari dopo le facciamo sentire insieme alle persone interessate che sono state offese.
Fiorenza potrebbe interrompere tutto questo in un momento, basterebbero poche parole che io possa comprendere, qualcosa che dica chiaramente: “L’ho fatto per questo e per questo”, quanto detto, a proposito del marito sarebbe pienamente accettabile. In un caso come quello, cosa potrei fare? Vado a mietere zizzania fra mia sorella e il marito? Questo non me lo sento e li sarebbe finita. A dire la verita’ sarebbe finita anche all’inizio dell’anno se, una volta firmato il contratto con Giovanna, non mi fossi sentito dire da lei: “Bene, sai cosa ti dico, che non vedi neanche questo”. Il riferimento a queste parole e’ in una telefonata con mia madre (registrata ovviamente).
Quello che io voglio sta nella coscienza di Fiorenza, ed e’ la verita del suo comportamento, e invece da mia sorella per il momento ricevo solo balle. Per avere questa verita’ sono disposto ad usare tutti gli strumenti che la legge mi consente, se lei si presenta da me e dice la verita’ e quindi mi da’ qualcosa che alla luce della ragione sia credibile, come lo era il caso prospettato sopra sono disposto fermarmi in qualsiasi momento. Quando stringero’ in mano qualcosa a cui posso credere, che spieghi veramente il perche’ di questa situazione sono pronto a stringere la mano e ad abbracciare mia sorella senza nessuna remora,
Mia sorella mi ha detto che dovevo mandarLe una lista con le cose che volevo, quale lista dal momento che quanto voglio si riassume in una sola parola:
La verita’.
Dovevo forse scrivere solo questo?
Distinti saluti, Fabio Fabbri.
P.S. Fiorenza mi ha detto che prendera’ l’appuntamento con lei per venerdi, io nel frattempo mi ritengo libero di prendere appuntamento con la controparte di quei contratti, come Nannetti, le persone che hanno comprato l’Anchisa, la villa e l’appartamento piu’ i veri notai. Prnso che Fiorenza abbia avuto il suo tempo utile quindi mi rivolgero’ agli altri.
Di questo rivolgersi all’avvocato mia sorella trova una scusa: “Sono andata da un avvocato perche’ tu hai detto che volevi una persona imparziale, volevi andare dai carabinieri ed ho pensato che un avvocato era meglio”. “Ho dovuto tanto insistere perche’ all’inizio non voleva ma poi ho accettato lui e’ una persona imparziale”. Questo e’ quello che dice mia sorella non credo che sia quello che dice il suo avvocato in quanto questi per la sua professione sa’ benissimo che c’e’ uno strumento giuridico da utilizzare in questo caso: la mediazione. Quindi se non voleva farlo come dice mia sorella sapeva che bastava un consiglio per evitarlo; “Se questo e’ quanto lei desidera dica a suo fratello che potete scegliere la forma di un arbitrato”. Mia sorella, se era quello che voleva sarebbe uscita da quello studio ben contenta. Quando poi in seguito mia madre parla non parla assolutamente di mediazione da parte di un avvocato ma che io ero responsabile dell’assunzione di un avvocato. Lo strumento giuridico cui mi mi riferisco e’ facilmente rintracciabile su internet basta una semplice ricerca con Google o altro motore utilizzando le parole: “Ministero di Giustizia, mediazione” vi appariranno miglia di pagine fra cui scegliere, inoltre per comodita’ ho dato un link sulla sinistra in “Siti utili”.
Un’altra cosa su questo ho tolto tre righe, puo’ darsi che un domani l’avvocato legga questo, come puo’ darsi di no, nel primo caso sono sicuro che capira’ il perche’ di questa mancanza. Ho tolto ovviamente la cosa che gli abvevo confidato affidandomi al suo segreto professionale e non e’ una cosa da cui abbia a perderci principalmente io.
Mia sorella disse che aveva portato tutte le carte all’avvocato, oggi, allorea non sapevo, mi piacrebbe chiedere: “Fra quelle carte era compresa la struttura della societa’? Cosa si divideva e cosa meno?”
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