Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

lunedì 28 marzo 2011

La fauna del nord.

Padre Bouvet, 1685, George Windsor Earl, 1837, Monsignor Pallegoix, 1854, Carl Alfred Bock, 1883, Reginald Le May, 1914, sono tutte persone che hanno raccontato, nei loro libri, splendori e meraviglie riguardo alla fauna che vive e viveva in Thailandia e descrivono le montagne del Lan Na, un tempo, abitate da una ricca fauna.
Grazie alla sua ubicazione, posta all’incrocio di tre diversi regni faunistici: l’indobirmano, il malese e l’indocinese, la Thailandi settentrionale un tempo era abitata da specie appartenenti a mondi differenti. Questa commistione, di eccezionale interesse e’ ancora oggi visibile nell’avifauna, che ha sofferto meno dei mammiferi per l’assalto dell’uomo. Entro un raggio di poche miglia si possono trovare ghiandaie e upupe, che appartengono agli ecosistemi europeo e indiano, i sunbirds dai mille colori e i vigorosi buceri, specie di tucani, tipici delle jubgle malesi, nonche’ aironi cinesi e pettirossi siberiani, tipici delle regioni settentrionali.
Si potevano trovare numerosi grandi mammiferi, gli elefanti selvatici vagavano nelle foreste: catturati e addomesticati da numerose tribu’ essi divennero i piu’ utilizzaqti animali da tiro della regione. Il rinnoceronte di Sumatrae quello indiano, ora quasie estinti, erano comuni, come diverse specie di cervidi: il sambar, il cervo pomellato, il tragulo, tutti molto rari adesso, o come il muntjak, ormai estinto in Thailandia. il serow e il goral , due specie che paiono progenitrii sia della capra che delle antilopi, vivono su ripide montagne calcaree e sono sfuggite allo sterminio grazie al loro caratteristico habitat, quasi inacessibile all’uomo. Lungo il confine birmano si poteva trovare uk tapiro; i grandi bovini selvatici comprendevano : il bufalo d’acqua selvatico o indiano, un’aggressivo bovino che pascola nella foresta decidua , e il banteng, animale un po’ meno terribike ma affascinante. Tutti i grandi mammiferi sono oggi estremamente rari, con appena 200 bufali rimasti in tutta la Thailandia. tigri e leopardi che una volta rappresentavano una minaccia per i villaggi, oggi sono pressoche’ estinti.
I felini piu’ piccoli, come il gatto marmorizzato, il gatto della giungla, il gatto leopardo, il gatto dorato asiatico e altri sopravvivono ancora in numero ridotto. L’orso nero tibetano e’ molto raro, ma l’orso nero malese in qualche modo sopravvive e si vede spesso in gabbie, alle fiere dei villaggi o negli zoo dei templi.
Mammiferi piu’ piccoli hanno meglio sopportato l’invadenza umana: ancora comuni sono i bitonrong, una specie di tasso, le lontre, le manguste, gli zibetti compresa la cibetta indiana, la civetta dellapalma comune, la civetta della palma mascherata, poi il porcospino dalla coda a cespuglio, la donnola, quella siberiana e quella istriata, molte specie di scoiattoli, ratti, compreso il ratto peloso del bambu’ e pipistrelli.
I primati della Thailandia settentrionale comprendono la proscimmia chiamata “lori gracile”, diverse specie di macachi (il reso, dell’Assam, dalla coda mozza, dalla coda ritorta) e il gibbone; in genere vengono cacciate per mandarle via e catturare i piccoli, che sono animali da compagnia. Pochi cuccioli sopravvivono alla caduta dagli albreri una volta che la madre e’ colpita a morte e ancora meno sono quelli che finiscono in gabbia. In passato la gente delle montagne proteggeva i gibboni, perche’ credeva che il loro richiamo avesse un effetto magico e benefico sulle culture, poi il crescente valore dei gibboni come animale da compagnia , insieme alla caduta dei valori tradizionali hanno cambiato la situazione.
Oggigiorno gli unici animali terribili che si possono incontrare nella giungla sono le sanguisughe e i 13 tipi di serpenti velenosi che sono diventati pericolosi grazie all’uomo , che ha causato la scomparsa delle aquile predatrici e dei fachi che ne regolavano il numero.
Si ritiene spesso, e ne abbiamo trattato da altra parte, che i buddhisti rispettino la vita degli animali, anche i piu’ umili, se cosi’ fosse la foresta abbonderebbe ancora di animali selvatici, unvece il National Resource profile publicato nel 1987 dal Cnr thailandese gia’ diceva che nessun grande mammifero sopravviveva al di fuori dei parchi nazionali.
Lo sterminio di questa ricca fauna nondipende dal commercio delle pellicce, dato che i tai non hanno mai imparato a conciare le pelli ma dal desiderio dei tai di provare qualsiasi cosa sia commestibile e alla medicina cinese, che seppur utile in molti casi, ha superstioni legate a presunte proprieta’ medicinali di certi animali, un esempio di questo e’ la credenza nei poteri afrodisiaci del corno di rinnoceronte che ha portato alla quasi totale estinzione delle due specie di rinnoceronte asiatico.
Nonostante la caccia sia stata praticata per secoli, la fauna selvatica era ancora relativamente abbobdante fino a 50 anni fa. Il fattore che ne ha enormemente accellerato l’estinzione e’ la distruzione dellhabitat naturale, in paricolare favorita da una drammatica crescita della popolazione e da un accresciuto utilizzo di macchinari agricoli.

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