Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

sabato 23 aprile 2011

I monaci.

Strettamente parlando i monaci, o bhikku, sono uomini che soddisfano un certo set di richieste e che hanno richiesto di diventare membri dell’ordine, la sangha che e’ il nome della famiglia monastica buddista. Essi vengono accettati per il periodo che desiderano stare, sia questo un breve periodo o a vita. Essi si vestono in modo facilmente indentificabile e seguono regole di condotta tese a liberli dalle complicate richieste della societa’. Quale sia il numero esatto dei monaci in Thailandia in un certo momento e difficile da dire, imposssibile. Generalmente ci sono 460,000 monaci ordinati in Thailandia, tuttavia questo numero fluttua in base alle procedure di ordinazione e di abbandono della vita monastica. Non c’e’ nessun obligo ad aderire all’ordine ma ogni pio uomo thai sente che deve farlo, almeno una volta nelle vita. Non non e’ escuso neppure il sovrano. L’attuale re, Bumiphol, fu ordinato a Wat Bowonnivet nel 1957 e ha camminato a piedi per le strade con la ciotola delle offerte in mano. Dato che la maggior parte delle ordinazioni temporanee per i tre mesi del phansa, la quaresima buddhista, durante la stagione delle piogge, si puo’ senz’altro dire che in questo periodo si raggiunge il massimo numero di monaci, ma stabilire quanti questi siano e’ tutt’altra cosa. Ci sono due principalmente tipi di monaci, divisione che deriva falle due grandi correnti in cui si e’ diviso il buddhismo: i monaci della corrente Mahayana e quielli della corrente Theravada, i primi sono chiamati anche monaci del “Grande veicolo”, i secondi del “Piccolo veicolo”. I primi si sono principalmente espansi a nord dell’Asia, i secondi a sud. A parte il modo di giungere alla salvezza, ci sono fra le due scuole alcune differenze: i monaci mahayana sono normalmente monaci a vita e possono consumare il pasto della sera. I monaci della seconda scuola possono entrere e uscire piu’ volte dall’ordine e cessano di mangiare a mezzogiornom ninoltre sono quelli che seguono la piu’ antica disciplina. I primi sono in numero molto inferiore ai secondi. La destimazione finale di entrambi gli ordini e’ il nirvana.
Nel sudest asiarico, all’interno della corrente Theravada, ci sono vari tipi di monaci, in Thailandia ce ne sono due: Mahanikaya, la Grande Setta, che copre la maggior parte dei monaci in Thailandia, e un gruppo piu’ piccolo Dhammayutikanikaya che segie una lievemente piu’ stretta interpretazione delle regole dei monaci. In precedemza c’era c’era anche una terza nikaya di monaci gli Arannanikanikaya, che abitavano nella foresta.
Farsi monaco significa rinunciare a ogni possesso terreno e agni desiderio. La regola monastica impone il celibato, la poverta’ e la non violenza. Numerosi sono i monaci che si dedicano allo studio delle scritture buddhiste e alla meditazione ma nei villaggi essi hanno anche ruoli attivi insegnano e fungono da consiglieri e mediatori. Ci si rivolge a loro nelle occasioni piu’ diverse: dai funerali all’inaugurazione di una casa o di una azienda. Per secoli le uniche scuole, riservate ai giovani di sesso maschile furono i templi, dove i monaci impartivano sia l’istruzione religiosa che quella laica. Anche elle adopo l’introduzione delle scuole di stato e private i monaci hanno continuato ad essere considerati depositari di erudizione e saggezza. Entrando in una libreria ci si puo’ accorgere che sono molti i libri scritti da monaci in Thailandia, questi libri sono spesso letti e usati per risolvere situazioni di conflitto. Questa funzione di giudici fa si che la persona di un villaggio a cui si tributano piu’ onori sia il monaco anziano, che ha uno stato sociale pari, se non superiore al, phai yai ban, capo del villaggio.
Cibo e quanto necessita gli sono assicurati dalla generosita’ della gente. Questa che in Italia potrebbe essere definita elemosina qui non lo e’ per niente e nessuno si sognerebbe di chiamarla in quel modo. Per prima cosa il primo beneficiario di quell’offerta non e; il monaco ma chi offre. Visto che lo scopo di questa vita e’ ottenere meriti per migliorare la qualita’ della vita futura, il monaco rappresenta un tramite, un’occasione per ottenere questo. L’offerta fatta al monaco migliora le qualita’ del karma e fa pendere della bilancia rappresentante il bene a vostro favore. Questo e’ tanto vero che il monaco puo’ benedire l’offerente per quell’offerta ma non lo ringrazia e lo status del monaco rimane fra i due quello superiore.
La superiorita’ di qualsiasi monaco rispetto a un uono laico e’ evidente nella lingua Thai che ha ideato uno specioale vocabolario per parlare con e sui monaci. E’ anche evidente in tutti gli aspetti di iterazione fra monaco e laico: il laico mangia dopo, cammina dietro e siede piu’ in basso. Ci sono varie ragioni secolari e religiose per rispettare un monaco in Thailandia.
Si, ma cosa fanno i monaci tutto il giorno? Molti di loro studiano, praticano, meditano, scrivono, leggono, pregano. Alcuni possono anche predire la fortuna, giocare ai cavalli o ripare le televisioni poste nei loro quartieri. Nei villaggi molti monaci continuano a svolgere una funzione importante provvedendo un’educazione base ai figli degli agricoltori. Molti aiutano a migliorare la qualita’ della vita insegnando artigianato e commercio alla popolazione adulta e costituiscono cooperative per creare pozzi, ponti e dighe.
E cosa non fanno? Se si entra in un wat e ci si sofferma abbastanza si puo’ sen’altro notare che, con una enorme area a disposizione nessun monaco si dedica a lavori di giardinaggio. Questi sono tutti svolti dalle mae chi, le suore. Fu il Buddha stesso ad ordinare loro di evitare qualsiasi cosa connessa con l’agricoltura. Ci sono due motivi per questo. Primo, l’India dei tempi di Buddha era divisa in caste. La prima casta era quella dei re e dei guerrieri e il Buddha, come figlio di re, apparteneva a questa; i brahmini erano una casta di studiosi e insegnanti, la seconda casta; i mercanti formavano la terza classe; sotto queste classi, alle loro varianti e sottocaste stavano gli umili agricoltori e lavoratori che si sporcavano le mani nel piantare, raccogliere e altre occupazioni. Sebbene il Buddha non onorasse la tradizionale divisione in caste ebbe paura che la gente si sarebbe trovata in una posizione scomoda se le caste basse dovevano vivere e mangiare con quelle alte.egli arrivo’ a un compromesso in questa materia, accetto’ senza discriminazione membri di qualsiasi casta, anche gli intoccabili, ma pribi’ ai monaci di dedicarsi a lavori di agricoltura cosiche la gente non potesse criticare che monaci di caste alte facessero lavori unili e degradanti.
La seconda ragione e’ che gli agricoltori uccidono animali e insetti. Questo violava la legge che impediva ai monaci di uccidere qualsiasi creatura vivente. Pribendo questa occupazione ai suoi monaci il Buddha evito’ publiche critiche e creo’ interna coesione teologica allo stesso tempo.
Occore anche sempre avere in mente che i monaci ricevono il loro cibo dalle offerte della gente laica e che anche i loro templi sono sostenuti dalle offerte dei laici. E che essi formano un’onorata parte della societa’. Il Buddha desidero’ evitare qualsiasi modo di vita che causasse ai suoi monaci di essere criticati o disprezzati. Questa e’ una ragione per cui i monaci in Thailandia sono molto attenti sul loro comportamento
Come im ogni grande comunita’ ci sono monaci in Bangkok che non seguono titti i 227 voti monasticie c’e’ una minoranza che si comporta in un modo che non ha niente a che fare col monacato. E’ ovvio che con 100,000 uomini in una istituzione come la sangha ce ne possono essere alcuni cattivi, qualche volta questi si espongono portando sensazionale abominio e diffamazione sull’istituzione buddhista nel suo intero. Mas da quel che so’ dall’Italia non ci sono comportamenti simili anche fra i preti della religione cattolica? La grande maggioranza comunque, qui come la, si erge a esempio di virtu’ in un mondo che sta diventando sempre meno virtuoso. E’ inoltre sicuramente vero che persone rispettate nella societa’ hanno preso i voti di poverta’, che impedisce loro di mangiare dopo mezzogiorno e di celibato, dato che permettere il matrimonio ai monaci darebbe origine a una casta. Durante i salmi i monaci siedono in fila su una piattaforma che li solleva fisicamente sopra i laici.
Tutti i monaci prendono i voti di poverta’ e umilta’ ed essi sono cosi’ tanto occupati col relativo stato all’inyerno dell’ordine come lo sono i laici all’esterno. Sebbene tutti i monaci vestano la stessa uniforme il loro stato diventa evidente dal tipo di ventaglio che portano. L’abate di un importante wat e’ alla cima della gerarchia locale ed e’ persona importante sia all’interno della gerarchia religiosa che di quella laica. Niente puo’ succedere nel wat e nel villaggio senza che egli lo conosca e lo approvi.
Le donne rappresentano un vero problema per i monaci. Esse non possono toccare un moaco ne’ il vestito che egli indossa. Questo e’ assoluramente tabu’. Se cio’ accade, anche per errore, il monaco deve sottoporsi a un lungo rituale di purificazione. E’ anche tabu’ per una donna dare direttamente qualcosa a un monaco, ogni oggetto deve essere passato da un uomo, oppure posti a terra in modo che il monaco possa prebderlo, oppure appoggiato su un pezzo di stoffa color zafferano che igni monaco porta con se a questu scopo. I monaci possono porre il sacro filo intorno ai polsi di una donna ma devono farlo senza toccarla. I monaci siedono sui sedili posteriori in un bus ed e’ pe questo che le donne evitano quei sedili. I9n Bangkok, quando un monaco entra in un bus affollato un posto viene subito trovato per lui in nquesti sedili, privilegio non accordato alle bianche suore.
Per concludere ci si potrebbe chiedere se un farang puo’ farsi monaco. Chiunque se maschio e soddisfa i requisiti puo’ richiede l’ordinazione, qualunque sia la nazionalita’. Non c’e’ nessuna regola che dica che un monaco deve essere Thai e/o parlare Thai, anche se in ogni caso occorre memorizzare il servizio dell’ordinazione che e’ in pali. Il Buddha non era Thai e non parlava questa lingua, ma attraverso il sistema delle traduzioni, ancora oggi, egli parla al mondo.

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