Gli architetti thai furono sempre guidati da un’estetica universale profondamente legata al loro tempo e mai espressione del genio nindividuale. . Glia artisti erano funzionari o schiavi della casa reale, oppure monaci devoti a particolari wat. Ogni piu’ piccolo villaggio in Thailandia
L’edificio piu’ importante di un wat e’ il bot, o ubosoth, ospita un’immagine di Buddha e viene usato dai monaci come spazio per le riunioni e le ordinazioni dei novizi. In ogni wat c’e’ un solo bot.
Nel vihan si trova l’immagine principale di Buddha. Qui si riuniscono i fedeli per ascoltare i sermoni dei monaci, un wat puo’ avere anche piu’ di un vihan o anche non possederlo. E’ secondario per importanza al bot ma identico ad esso come struttura.
Sia bot che vihan norma;lte hanno tetti profondamente a picco con mattonelle verdi, noro e rosse e sono spesso costruiti su tre livelli, rappresentanti la triplice gemma del buddhismo.
Se bot e vihan hanno strutture simili come puo’ un profano o uno stesso thai buddhista riconoscere fra le due strutture? C’e’ un modo per differenziarle?
Questo modo e’ offerto dal muro di confine che e’ il basso muro che circonda il bot e non il vihan e che serve a demarcare l’area consacrata segnata dalle pietre bai sima. Questo muro ha le sue origini nel concetto di Sukhavadi nel Buddhismo Mahayana, che e’ la celestiale dimora delle felicita’. Fra le piu’ interessanti mura di cinta quelle di Wat Tepidaram a Bangkok: le mattonelle di porcellana e le statue cinesi che ritmano questo muro d i cinta tirato a calce, nonche’ nlarco a tutto sesto del portale di ispirazione europea, testimoniano l’eclettismo dell'architettura di Rattakosin.
Di rado i wat piu’ recenti sono stati progettati come unita’ di insieme e quindi risultano slegati e a volte disarmonici. Di frequente troppi codici sono stipati in uno spazio angusto. Poco si avverte di quel concetto di grandiosita’ insito nell’architettura religiosa stile Angkor dove l’occhio viene portato a salire ed ogni elemento risulta collegato all;’altro. Le porte che [otrebbero fungere da cornici a viste spettacolari sono troppo basse. Il wat va uindi osservato nei suoi singoli dettagli piuttosto che nel suo impatto globale.
I materiali basilari di costruzione variano a seconda dei periodi. Gli architetti d ello stile khmer o lopburi usavano pietra ve laterite, quelli dello stile sukhothai e lanna laterite e mattoni, a Bangkok e Ayutthaya si opto’ per i mattoni cementati con malta e ricoperti da uno o piu’ stati di stucco. La carenza di supporti tecnici e di una ma;ta molto resistente obligo’ gli architetti di Ayutthaya a progettare muri e colonne molto spessi per controbilanciare la spinta laterale degli altissimi tetti. Via bia che migliorano le tecniche di costruzione e la qualita’ dei materiali leganti muri e colonne si assottigliano.
Le pareti esterne dei bot e dei vihan possono essere completamente bianche po fittamente decorate con mosaici in porcellana, nattonelle di ceramica disegnate, uno strato di doratura, vernice, terracotta e tessere di mosaico a specchio. Queste decorazioni conferiscono al wat un aspetto fiabesco e luccicante. Foertemente osteggiato dai puristi del classico ma che lascia a bocca aperta i comuni mortali.
Il credo architettonico thai impone che il bot o il vihan debbano sorgere di fronte a una superficie d’acua. Questo dato che il Biddha arrivo’ all’Illuninazione stando seduto sotto un albero in riva a un fiume. Se il luogo manca di una fonte naturale i monaci provvederanno a farne costruire una artficiale. In mancanza assoluta di acqua bot e vihan saranno orientati verso il sole nascente. La simbologia dell’acqua venne portata agli estremi, durante il periodo di Ayutthaya, dalla dottrina buddhista Mahayana, la quale paragonava un esifucio religioso a una barca du salvataggio per i credenti. Sia in questo periodo che agli inizi di uello di Bangkok la simbologia della barca vebiva raffigurato con una linea cirva lungo la base dell’esificio, che corrispondeva alla linea del ponte dello scafo. Tali strutture presero il nome di Thawng Samphao, “carena di nave”.
Agli inizi del periodo di Ayutthaya gli interni dei wat erano rischiarati dalla luce che filtrava attraverso le fessure verticali ricavate nei muri, metodo alquanto insoddisfacente ed ereditato dalla tradizione architettonica khmer e in parte reso obligatorio dalla fragilita’ delle strutture che impedivano l’apertura di finestre larghe. Alle finestre si arrivo’ nel periodo di Bangkok situandole al disotto dei massicci architravi. Cinque, sette o nove per ciascun lato, sempre dispari in conformita’ alla preferenza thai per questa categoria numerica.
La porta d’ingresso si apre di fronte all’immagine di Buddha. Altre porte possono fiancheggiarla. Ciascuna porta e’ corredata da un paio di battenti collocati all’interno di un telaio che poggia direttamente sulla soglia dell’edificio. Battenti e scuretti sono in genere decorati con bassorilievi decorati con foglie d’oro e inserimenti di vetrini colorati, oppure di tessere di madreperla che compongono scene mitiche o ancora dorati e laccati.
Durante il tardo periodo di Sukhothai e gli inizi di quello di Ayutthaya i soggetti principali e piu’ ricorrenti dei battenti delle porte erano una coppia di Deva. O angeli con le spade che fungevano da guardiani del wat.
Il tetto coperto di mattonelle di argilla, colorate e vetrificate, oppure da lastre di legno del Nord, e’ uasi sempre strutturato in tre sezioni sovrapposte. I tetti dei templi di Ayutthaya erano in genere coperti da mattonelle marroni incorniciate di blu e verde. Uelli attuali sono nella stragrande maggioranza arancioni con bordi in giallo, blu o verde. Lungo i cornicioni file di camanelle in ottone, prpoducono sotto l’azione del vento o della pioggia un piacevole suono.
I frontoni o timpani dei bot e dei vihan corrispondono ad altrettante “tele”, riccamente decorati con mattonelle dorate o a specchio. Sulle due estremita’ del tetto piu’ alto e’ collocata una figura conosciuta come chor fa letteralmente “fascio di cielo”. Rappresenta il Garuda, l’uccello mitico del poema Ramayana che tiene nei suoi artigli due naga, serpenti. In alcuni casi la tesya del chofa e’ uella di un naga. Il chofa e’ l’elemento decorativo e simbolico che consacra il bot e il vihan. I soffitti delle strutture religiose possono essere molto semplici e spogli oppure ornati con motivi che riproducono fiori di loto o stelle.
Le pareti interne sono ricoperte, da terra al soffitto, con scene che rappresentano le vite del Buddha.
Attorno al bot corre il Phra Rabiang, il chiostro. Esso puo’ essere scandito da file di statue del Buddha o da dipinti murali che riproducono episodi del Ramakien, la versione thai del Ramayana. il chiostro e’ luogo di meditazione. Il phra rabiang serve per circoscrivere l’area interna o consacrata del tempio. In apparenza essa rocorda una galleria monastica o chiostro, essendo un corridoio chiuso da un tetto comev struttura. La parte esterna e’ un muro solido mentre la parte interna e’ formata da colonne che sostengonmo il tetto. Un tetto continuo circonda l’ubosot o il vihan da tutti e quattro i lati. Ciascun lato ha uno o npiu’ portali di entrata accentuati da tetti a piu’ l;ivelli. Ornati e decorati phra rabiang possono essere visti nel Tempio del Buddha di Smeraldo, in Wat Phra Chetuphon, in Wat Su-that e in Wat Benchamabophit. Alcuni templi usano il phra rabiang per ospitare un certo numero di statue di Buddha poste a intervalli regolari. Questo puo’ derivare dalla rappresentazione dell’assemblea del Buddha nel Buddhismo Mahayana, Esempi si possono vedere a Wat Phra Chetuphon , Wat Su-that e Wat Saket.
Qando manca il Phra Rabieng il wat e’; circondato dal Kampaaeng Keo, “muro ingioiellato”, a cui si acccede attraverso un cancello lavorato con motivi complessi e di estrema finezza.
Altre strutture frequenti nei wat sono i sala che possono avere diverse funzioni.
Il Sala Kamprien e’ una costruzione simile al bot ma priva di mura fra colonna e colonna. Acuista popolarita’ dopo il declino del vihan. I riti religiosi e le funzioni per ottenere meriti furono spostate nella sala kan parien. Questa struttura e’ sostanzialmente un larfo padiglione aperto sollevato su colonne, cosi’ che il piano terreno e’ spazio utilizzabnile. Il piano principale e’ sollevato nel mezzo definendo cosi’ lo spazio per le funzioni rituali. C’e’ normalmente un palco per un capitolo di monaci e una starua di Buddha. Qui i mobaci recitano le preghiere per i fedeli dalle 12:00 alle 13:00.
I sala rai sono padiglioni di riposo per laici devoti, I sala rai sono padiglioni aperti , costruiti a intervalli nell’area del tempio. Alcuni conosciuti come sala din, sono costruiti a livello con un pavimento lievemente sollevato, altri conosciuti come sala yok sono sollevati in alto su una solida terrazza con scalini.
Altri tipi di sala servivano, ad esempio, come refettorio per i monaco o di ricovero notturno per i viandanti.
Una delle strutture piu’ antiche ed importanti e’ il prang. Arrivo’ in Thailandia dall’India, via Angkor Wat e fu adottato per la prima volta nei templo khmer del Nordest. nell’induismo la sua porziionme superiore era decorata con le quatro faccie di Brahma, orientate in direzione dei quattro punti cardinali. Il buddhismo lo fece suo, alterandone pero’ la struttura originale.Alvcuni ravvisano nel prang la la raffigurazione di un germoglio di loto altri del lingam. organo sessuale maschile, di Shiva.
Il chedi e’ una delle piu’ belle forme architettoniche thai e trae le sue origini dallo Sri Lanka. come il prang all;’inizio serviva a contenere le ceneri di Buddha e in seguito anche le sue scritture.
Altre strutture possono essere comprese o meno nell’area del wat.
Hor Thrai o biblioteca, questo edificio serviva come deposito per le sacre scritture. Era normalmente una struttura in legno che si ergeva in uno stagno, cio’ ad evitare che insetti e roditori potessero distruggere la collezione. L’entrata era attraverso un ponte rettangolare. Gli hor trai del nord sono un’eccezione. E’ costruito su un’alta e solida base con un’elevata porta di entrata raggiungibile tramite scalini. Gli hor trai sono normalmente molto decorati, alcuni sono coperti con lai rod nam o pittura laccata e dorata come uno conservato al Suan Pakkard Palace. Altri sono coperti con disegni fatti di specchietti multicolori. I piu’ decorati sono quelli nei piu’ importanti templi reali. Questi nedifici sono normalmente costruiti nella forma di mondop.
Fra le piu’ belle biblioteche esistenti in Thailandia quella di Wat Phra Singh, in mattoni stuccati e ornata di altorilievi raffiguranti divinita’.
A segnare I rutmi di vita di un wat ci puo’ essere inoltre un campanile, che puo’ nanche richiamare i fedeli a certe funzioni.
Nei temple reali si trova inoltre il vestibolo reale la cui funzione era quella di padiglione regale. Veniva utilizzata dal re per cambiarsi gli abiti rehali e indossare quelli monastici. In modo da poter entrare nel tempio e viceversa. Lasciando il tempio per tornare al palazzo. Nil sala plueng krueng e’ un padiglione sollevato e chiusp.n l’entrata al padiglione avviene attraverso un palco che e’ sollevato a vlivello di un palanchino e ha gradini dalla parte opposta. Come padiglione regale questo btipo di sala e’ usualmente molto decorato. E’ costruito nel muro di fronte dei maggiori templi regali come Wat Ratchabophit e Wat Bovornives.
Gli ambienti comuni, o kuti, usati dai monaci, risultano molto spartani se paragonati agli altri edifici dei wat. Sono dormitori, celle di meditazione, capanne di legno su palafitte.
Nel passato uesti alloggiamenti erano situati a sud del wat o sul lato destro nel caso in cui il wat si affacciasse all’acqua. Si credeva infatti che qualora essi fossero posti direttamente davanti all’immagine di Buddha cio’ avrebbe condotto i monaci a morte prematura; la collocazine a sinistra del wat avrebbe recato gravi malattie, quella sul retro discordia nella comunita’ religiosa. Oggi ueste superstizioni non trovano alcun credito e sono definitivamente tramontate.
Per concludere occorre fare un accenno all’albero della bodhi molto importanti nella religione buddhista in quanto Siddharta Gautama pervenne al risveglio sotto un albero di Ficus religiosa. La pianta originale, che si trovava a Bodhgaya venne distrutta nel VII secolo da un re mussulmano del Bengala. A Bodhgaya rimane tuttora un un fico religioso che si e’ sviluppato dai suoi pollini.numerosi temp;i in Thailandia sono stati costruiti attorno ad alberi della bodhi, anch’essi cresciuti da pollini portati dall’India dai pellegrini.
Nessun commento:
Posta un commento