C’era una volta un regno molto prospero chiamato Panchalanakorn. Era governato da un re giusto chiamato Arthittawong. Il re aveva una moglie, chiamata regina Chanthatevi, che piu’ tardi diede i natali a un bambino chiamato Suthon. Il ragazzo crebbe fino a diventare un prestante e affascinate principe non comparabile con i principi dei regni vicini.
Il re dei naga, una creatura mitica simile a un serpente, associato con le forze dell’acqua e quindi con la distribuzione di queste sulla terra, possedeva il mitico potere di portare benessere e prosperita’ a qualsiasi regno. Capendo che re Arthittawong era un giusto benedisse il suo regno che divenne prospero grazie al dono di abbondanti piogge.
Il regno di Nakorn Mahapanchala condivideva il confine col regno di re Arthittawong ed era governato da un re cattivo, il cui nome era Nantharaj. A causa del suo governo oppressivo il suo regno soffriva di siccita’ e carestia.. Per sfuggire ai patimenti e alle tribolazioni i suoi cittadini migravano e trovavano rifugio nel regno di Panchalanakorn. Ovviamente re Nantharaj diventava sempre piu’ geloso di Arthittawong e sempre piu’ arrabbiato con il Naga che accusava di pregiudizi nella distribuzione delle piogge sulla terra.
Per vendicarsi del Naga, il re consulto’ il suo consigliere che si offri’ di trovare una persona capace di uccidere il Naga. Fece quindi il possibile per ingaggiare un vecchio brahmino che aveva poteri superiori al Naga. Dopo aver ricevuto istruzioni dal re, il brahmino si diresse verso la larga palude dove viveva il Naga. Qui recito’ parole magiche che rimescolarono le acque e crearono una grande onda che agito’ l’intera palude. Nel celebrare la cerimonia il brahmino doveva recarsi nella foresta a trovare tre radici che dovevano essere usate per catturare il Naga.
Sotto l’influenza delle parole magiche recitate dal brahmino, il Naga comincio’ a star male, era come se fosse bruciato dal fuoco. Emerse dalla palude e capendo il pericolo si stava avvicinando si trasformo’ in un giovane brahmino. Anche il Naga possedeva poteri magici ma quelli del brahmino erano superiori, occorreva agire d’astuzia. Cosi’ penso’ a un piano per interrompere la cerimonia ed eliminare il brahmino.
Mentre camminava nella foresta, il Naga travestito incontro’ un cacciatore, chiamato Bun, che cercava animali selvatici. Saluto’ il cacciatore e gli chiese di dove fosse. Il cacciatore rispose che era cittadino del regno di Panchalanakorn che era un regno prospero e che era stato benedetto dal re dei naga. Quindi il Naga travestito chiese al cacciatore cosa avrebbe fatto se qualcuno avesse voluto fare del male al Naga. Il cacciatore giuro’ che avrebbe ucciso quella persona senza pensarci due volte.
Il Naga fu felice nel sentire questo, rivelo’ la sua identita’ al cacciatore e gli disse del pericolo in cui si trovava. Per interrompere la cerimonia il cacciatore uccise il brahmino col suo arco. Il Naga felice ringrazio’ il cacciatore per il suo aiuto, lo invito’ nella sua citta’ sotto la palude, gli dono’ oggetti di grande valore e promise che lo avrebbe aiutato ad ottenere qualiasi cosa avesse chiesto.
Bun saluto’ il Naga e visse una vita confortevole, continuando a cacciare. Un giorno che si avventuro’ piu’ profondamente nella foresta incontro’ un eremita di nome Kassapa che gli racconto’ la storia delle kinnari, una creatura mitologica, meta’ cigno e meta’ umana. Un gruppo di kinnari dal monte Klaisas andava a nuotare allo stagno Bokkharani ogni settimana. Quando Bun vide la bellezza delle kinnari, penso’ di catturarne una da presentare al principe Suthon come regalo. Ma l’eremita gli disse che sarebbe stato impossibile catturare una kinnara senza l’uso di un lasso che apparteneva al re dei naga, questo perche’ la kinnara sarebbe potuta scappare velocemente.
Il cacciatore si reco’ allora dal re dei Naga e si fece prestare il lasso, il naga non voleva darlo al cacciatore in quanto agire in quel modo era peccato ma Bun gli aveva salvato la vita e c’era una profezia che diceva che la kinnara Manora e il principe Suthon erano nati per appartenere uno all’altro, a causa di tutto questo il naga acconsenti’ alla richiesta.
Ottenuto il lasso Bun riusci’ a catturare Manora che era una delle sette figlie di Thao Thummaraj. Questi era il re che governava il monte Klailas, Manora era la piu’ giovane delle sette figlie, la kinnara che non era riuscita a scappare dal lasso tirato da Bun. Questi la porto’ con lui nel regno di Panchalanakorn e la presento’ al principe Suthon. Appena si incontrarono i due si innamorarono, questo successe cosi’ rapidamente perche’ i due giovani erano gia’ stati marito e moglie in vite precedenti. Anche al re e alla regina piacque la kinnara, era bellissima e aveva buone maniere. Cosi’ si tenne una grande cerimonia e il cacciatore Bun ricette una forte ricompensa.
Nello stesso tempo il ciambellano del re divenne furioso con Manora dato che aveva sempre desiderato che sua figlia sposasse il giovane principe ma ora Manora sconvolgeva i suoi piani. Cosi’ decise che col tempo si sarebbe vendicato. Cospiro’ con il re di di un paese vicino facendo in modo che questi lanciasse un attacco al proprio regno. Per respingere l’avversario il ciambellano consiglio’ che le armate fossero guidate dal principe Suthon. In questo modo mentre il principe sarebbe stato lontano avrebbe avuto buone possibilita’ di eliminare Manora.
Una notte re Arthittayawong sogno’ che un gigante era entrato nel palazzo e tentava di rubargli il cuore, di colpo il re si sveglio’. Il re chiese l’aiuto del ciambellano per interpretare il suo sogno. Questi vide la possibilita’ di eliminare Manora e di aprire la strada alla propria figlia. Predisse allora che il nemico sarebbe entrato nel palazzo e avrebbe ucciso il re, i cittadini avrebbero sofferto e la citta’ sarebbe stata rasa al suolo. Il re divenne preoccupato e chiese una soluzione.
“Maesta! Il regno ha una cattiva fortuna. Animali con due e quattro gambe devono essere bruciati in una cerimonia sacrificale. Solo allora il nostro regno sara’ salvo”, disse il ciambellano..
In quel momento un aiuto alle parole del ciambellano arrivo’ dall’informazione che il principe Suthon era stato sconfitto in battaglia. Per sconfiggere questa cattiva sfortuna il ciambellano raccomando’ che per rendere la cerimonia piu’ sacra una creatura meta’ donna meta’ uccello come Manora sarebbe stata la miglior offerta sacrificale. Manora doveva essere bruciata. Il re e la regina tentarono di convincere il ciambellano ad usare altri animali, ma questi insistette. La coppia reale provava una grande simpatia per Manora e non riuscivano a immaginare come avrebbe reagito il principe ritornando dalla guerra e non trovando l’adorata moglie.
Al momento della cerimonia il re ordino’ che fosse preparata una pira fatta come il ciambellano aveva raccomandato e invito’ Manora a sacrificare se stessa nel fuoco. L’innocente Manora stava piangendo per i suoi genitori e il principe Suthon, l’atmosfera era piena di tristezza e amarezza. Ma in quel momento Manora ideo’ un piano per scappare. Chiese al re di poter ballare un’ultima volta, era una kinnara e amava la danza, il re non poteva rifiutare un’ultima richiesta e Manora chiese ali e coda. Si esibi’ poi di fronte a quella grande folla.
Mentre tutti erano attratti dalla bella creatura che danzava meravigliosamente, Manora approfitto’ di un attimo di distrazione per scappare. Volo’ in cielo e si diresse verso il monte Kailas fra lo stupore della folla.
Dopo aver vinto la sua guerra, il principe Suthon ritorno’ alla capitale ma seppe che l’amata moglie non era piu’ nel regno. Ne rimase estremamente amareggiato e dopo aver saputo la verita’ dichiaro’ che il ciambellano fosse considerato un traditore che doveva essere perseguito a norma di legge. Il principe saluto’ poi i genitori e si preparo’ a un lungo viaggio in cerca di Manora. La coppia reale cerco’ di convincerlo a desistere, ma il principe dichiaro’ che non poteva vivere senza la presenza della moglie. Accompagnato dal cacciatore Bun il principe si reco’ allo stagno Bokkharami e trovo’ l’eremita che gli disse che Manora si era fermata alla sua capanna e gli aveva detto di dire al principe di non seguirla dato che il viaggio era estremamente difficile e pericoloso. L’eremita diede poi al principe un mantello di crini e un anello, come gli aveva chiesto di fare Manora. Dopo aver visto i due oggetti il principe cadde in uno stato di amarezza. L’eremita provo’ simpatia per Suthon, gli disse che era a causa delle sue azioni nelle vite precedenti che per il momento dovevano stare separati e gli regalo’ una santa polvere medicinale che il principe avrebbe usato durante il lungo viaggio.
Lasciato il cacciatore Bun, Suthon inizio’ il lungo viaggio addentrandosi in una fitta foresta che era inaccessibile alle creature umane. Il luogo era pieno di frutta per lo piu’ velenosa, comunque con l’aiuto di piccole scimmie, pote’ mangiare anche se era il cibo di cui si cibavano gli animali. Passo’ attraverso una foresta di rattan che era inaccessibile a tutte le creature, dato che le spine di quegli alberi erano piene di veleno, il principe uso’ il mantello per coprire il suo corpo e fu guardingo. Una volta fu preda di un hasadeelink, mitico uccello con la bocca simile a alla zanna di un elefante, che lo porto’ al suo nido su un alto albero, dirigendosi poi da qualche parte in cerca di piu’ cibo. Il principe approfitto’ dell’occasione per scappare.
Dopo un certo tempo il principe no pote’ piu’ andare avanti era bloccato da due montagne magiche che si muovevano per colpirsi una con l’altra. Recito’ qui la formula magica che gli era stata data dall’eremita riuscendo cosi’ facilmente a passare.
Arrivo’ ad un’altra foresta che era piena di piante e animali velenosi. Qui uso’ la santa magica polvere cospargendosela su tutto il corpo. Passata felicemente anche questa foresta arrivo’ a un santuario dove si trovavano uccelli giganti. Si nascose nel buco di un grande albero e aspetto’ fino all’alba. Quella notte una coppia di uccelli parlo’ dell’invito ricevuto a partecipare a una cerimonia che si sarebbe tenuta il giorno dopo per Manora, si trattava i rimuovere gli odori umani dal suo corpo. La cerimonia si sarebbe tenuta tenuta per festeggiare il ritorno di Manora.
Dopo aver ascoltato gli uccelli, il principe si arrampico’ al loro nido e si nascose fra le piume dell’uccello aspettando di essere portato al monte Kailas. Quando l’uccello raggiunse il giardino e si poso’ su un albero Suthon scivolo’ fuori e si nascose in un cespuglio. Vide un gruppo di kinnari caricare acqua dallo stagno Anodata per portarla al bagno preparato per Manora. Segretamente il principe, senza essere visto, pose l’anello in una giara utilizzata per portare l’acqua. Mentre faceva il bagno Manora vide l’anello e lo riconobbe, immediatamente capi’ che il principe Suthon era arrivato a Kailas. Usci’ per cercarlo e finalmente i due si incontarono. Manora porto’ l’amato al suo castello.
Subito dopo l’arrivo di Suthon, re Thammaraj era stato informato che questi si trovava in citta’ sapeva e aveva capito che il principe provava profondo amore verso la figlia, altrimenti non avrebbe affrontato tutti quei pericoli per raggiungerla. Se li aveva superati doveva trattarsi di persona capace e intelligente. Anche cosi’ pero’ il re volle sapere quanto Suthon amava sua figlia. Decise che si doveva fare un test.
Qando arrivo’ il giorno, il re ordino’ alle sette figlie che erano tutte belle e identiche come gocce d’acqua di esibirsi in una danza. Il principe Suthon si senti’ il cuore pesante, non era possibile distinguerle. L’aiuto al principe per riunirsi col suo amore arrivo’ dal dio Indra che gli bisbiglio’ in un orecchio che un insetto sarebbe volato sul viso di una delle sette ragazze e quella ragazza sarebbe stata sicuramente sua moglie. Il principe vide l’insetto sul volto di Manora e la indico’ con la mano. Il re e tutti i presenti furono felici nel vedere la coppia innamorata abbracciarsi. Si celebro’ cosi’ la cerimonia matrimoniale. Dopo il matrimonio il principe Suthon chiese al suocero il permesso per recarsi con la moglie a visitare il suo regno. Il re acconsenti’ ed anzi si reco’ con loro in visita a Panchalanakorn. Re Thummaraj incontro’ il padre del principe Suthon, entrambi i due re si scambiarono regali e divennero amici. Dopo sette giorni di soggiorno re Thummaraj disse arrivederci alla figlia e ritorno’ nel suo regno. Tempo dopo il principe Suthon successe al trono, spese l’intera vita con Manora e come nelle migliori favole europee, vissero a lungo felici e contenti.
Questa e’ una leggenda famosissima in Thailandia, sen’altro una delle piu’ amate dal popolo Thailandese. Sia nelle danze classiche che nel teatro delle ombre Mahora rivaleggia con il Ramakian quanto a rappresentazione.
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