Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

martedì 26 aprile 2011

Intarsi in madreperla.

Questa tecnica decorativa e’ in uso in Thailandia da molto tempo. Un editto promulgato nel primo periodo di Ayutthaya dichiara che gli utensili per fare intarsi in madreperla facevano parte delle insegne del rango regale. Durante i regni di re Tai Sa e di Re Borom Kot questa forma di artigianato divenne cosi’ popolare che un ufficio di abili artigiani fu aperto alla corte della citta. Il maggior lavoro del periodo che sopravvive ancora oggi sono i pannelli delle porte del vihan di Wat Phra Si Maha That in Phitsanulok.
Un maestro artigiano nella produzione di intarsi in madreperla, vissuto nel primo periodo Rattanakosin, fu Chao Praya Mahasena, Bunnang. Egli fece il trono di stato ora conservato al Dusit Maha Prasat Throne Hall , l’armadietto dello scritture nel mondop e le porte del mondop e dell’ubosoth di Wat Phra Kaeo.
Durante il terzo regno del periodo Rattakosin furono fatti grandi lavori di intarsio in madreperla: i pannelli delle porte dell’ubosith di Wat Phra Chetuphon e i piedi del Buddha recinato nello stesso tempio. Durante il quinto regno un notevole lavoro fu il set di porte dell’ubosith di Wat Ratchabophit.
La madreperla utilizzata e’ lo strato interno di una conchiglia di mare. Gli artigiani raccolgono le conchiglie, tolgono lo strato esterno, tagliano e puliscono la madreperla facendo piccoli pezzetti di materiale riflettente. Il disegno e’ prima abbozzato su carta. Ciascun intricato pezzo del disegno e’ poi fatto tagliando la madreperla con una seghetta corrosiva. I pezzi sono poi assembleati faccia all’ingiu’ e incollati su un foglio di carta.
Lo sfondo che deve ricevere il disegno in madreperla e’ ricoperto con lacca e la madreperla e’ pressata nella lacca e lasciata a seccare. La carta retrostante e’ lavata via e gli spazi fra i pezzetti di madreperla sono riempiti con lacca.
Segue poi un processo di raschiamento e pulitura fino a che la superficie del lavoro e’ piatta e capace di riflettere tinte di luce.


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