Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

giovedì 28 aprile 2011

L'architettura

Come avvenne per altri rami dell’arte thai anche l’architettura e’ un amalgama di idee prese a prestito, in particolare d all’India, dallo Sri Lanka, dalla Cambogia. Sarebbe tuttavia sbagliato affermare che i thai copiarono. L’arte del XVII secolo in Thailandia presenta ed evidenzia tratti assolutamente originali a dispetto delle fonti di ispirazione.
Gli edifici creati dagli architetti thailandesi non avevano finalita’ puramente decorative, ma significati simbolici che essi cercavano di interpretare al miglior livello estetico possibile. Ogni elemento o quasi di una struttura religiosa thai, le strutture religiose rappresentano quasi il 95% dell’architettura clasica, e’ li per rappresentare un particolare aspetto del buddhismo Theravada. La disposizione dei monasteri e dei templi, le loro strutture evidenziano gli adattamenti locali di molti concetti della dottrina induista indiana.
Sukhothai e Srisatchanalai, le sole citta’ antiche che abbiano ancora sufficienti edifici intatti da poterne ricostruire la pianta non erano luoghi pianificati come Angkor Wat o Angkor Thom. Essi tuttavia risentono di una serie di concetti tipici dell’architettura khmer, fra cui l’allineamento degli edifici. Le due citta’ cambogiane erano state pensate e realizzate come raffigurazioni in pietra della cosmologia indu’. Al centro vi era una massiccia torre che rappresentava il monte Meru. , la citta’ di Brahma, la casa degli dei. La parte superiore era divisa in sette livelli o piani e in 33 ordini o file di altrettanti paradisi. All’apice del 33◦ piano sedeva Indra, che presiedeva l’universo. Stando ala leggenda la torre era circondata da 13 cerchi concentrici: sette oceani e sette catene di monti. L’ultima di esse andava a finire nell’enorme Oceano Primordiale. Ad Angkor gli architetti si accontentarono di meno di 13 anelli ma lesinarono qualto a grandiosita’. Il muro esterno di Angkor Thom misura 1Il muro esterno di Angkor Thom misura 12 chilometri su ciascun lato. Oltre al muro vi era un enorme fossato che rappresentava l’Oceano Primordiale in mezzo al quale stavano quattro isole. Una di esse era abitata dagli uomini. Il tempio serviva quindi come legame tangibile fra il mondo terreno e quello divino. Gli architetti di Sukhothai adottarono i cincetti indu’, sopratutto nella torre centrale che fini’ per diventare l’epicentro spirituale della citta’, il punto da cui fluivano tutte le benedizioni dai paradisi agli abitanti.
Lo stile khmer era perfetto per una cultura come qquella thai, profondamente legata all’acua. Dall’idea che una struttura religiosa debba essere circondata dall’acua per rappresentare i paradisi contenuti nell’Oceano Primordiale venne il concetto dello stile Sukhothai secondo il uale il wat e’ sempre circondato da laghetti. Inoltre in un paese dove i trasporti e le comunicazioni dipendevano dai fiumi e dai canali, eras naturale che le citta’ fossero protette da fossati. Sia Ayutthaya che Bangkok furono pensate come citta’ difese dall’acqua.
Le forme cilindriche e piramidali del monte Meru si riscontrano ovunque nell’architettura thai. La tecnica di dividere le strutture in file o ordini avrebbe potuto conferire alle strutture religiose una parvenza molto orizzontale e tozza. A cio’ si ovvio’ in diversi modi. Uno di questi, assai evidente nei prang, fu l’uso di angoli rientranti che solcavano la strutura con linee verticali, evitando pero’ di conferirle un aspetto a griglia. I thai hanno un’autentica e proverbiale avversione nei confronti delle linee rette e perpendicolari. Le colonne delle cappelle si assottigliano uindi man mano che si innalzano e sono collocate in modo da infilarsi verso l’interno. I muri, le porte e gli infissi delle finestre sono trapezioidali, piu’ larghi in fondo che in cima. Visti dal basso i tetti sovrapposti di una cappella finiscono in un arco parabolico. Vista di lato la linea del tetto si innalza a entrambe le estremita’ piuttosto che descrivere una linea retta perfettamente perpendicolare rispetto al terreno. L’effetto globale e’ di una morbida sinuosita’ che sembra negare la costruzione essenzialmente a blocchi. Massiccia, dettata sia dalla sua forma primaria , uella di un triangolo posto sopra un rettangolo, che dei materiali impiegati per erigere muri e colonne, spessi e pesanti.
I concetti indu’ che dettavano l’allineamento e la collocazione degli edifici erano applicati sia al complesso nel suo insieme sia alle singole entita’ che lo componevano.
Ad Ayutthaya questo concetto roguardava anche il posizionamento degli edifici in conformita’ con i punti cardinali del compassoe generalmente lungo un asse est-ovest. In questo periodo ci’ voleva dire assegnare al prang il ruolo di monumento principale, circondandolo con mura e prang secondari ma allineando gli edifici addizionali dietro e davanti ad esso, lungo una linea che univa il sorgere al tramontare del sole.

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