L’argento e’ un elemento metallico chimico, uno degli elementi di transizione, simbolo chimico Ag, numero atomico 47, ha il piu’ alto potere, rispetto a qualsiasi altro metallo, di condurre elettricita’, e’ intermidiario fra il rame e l’oro nella tavola degli elenti. Questo significa che possiede caratteristiche dell’uno e dell’altro. E’ utilizzato in molte industrie da quella fotografica a quella chimica a quella dei circuiti e dei conduttori elettronici. Dietro tutte queste incompremsibili parole sta un bianco, famoso metallo prezioso conosciuto dai tempi antichi all’uomo per la sua bellezza.
Come altrove anche in Thailandia la lavorazione dell’argento a fini estetici ha un’antica tradizione. Tavolette votiva dell’VIII secolo sono state ritrovate nella provincia di Maha Sarakham nel nord-est e miniature in argento ndi stupa risalenti all’XI secolo sono state trovate nel sud Thailandia.
Influenze tecniche raggiunsero il paese da tutte le direzioni in periodi differenti e mentre le tecniche di lavorazione del metallo prezioso furono per la prima volta introdotte dall’India, le principali influenze stilistiche provennero dalla Cina e dalla Birmania. L’influenza Birmana si manifesto’ sopratutto in Chiang Mai, particolarmente nel XVIII secolo sotto il regno di Re Chao Kawila, desiderando ricostruire la citta’ dopo la lunga occupazione da parte dei birmani, agevolo’ l’immigrazione di comunita’ di Sham che lavoravano argento e lacca. Da allora la Wua Lai Road ha mentenuto una lunga tradfizione di negozi di argenteria. Questi negozi sono stati favoriti negli anni recenti dall’incremento della domanda turistica ma l’aumento di produzione dovuto a questo ha comportato uno scadimento della qualita’. In Bangkok l’influenza stilistica fu principalmente cinese, cominciando dal periodo di Rattanakosin. L’immigrazione dei cinesi del XIX secolo, per la maggior parte proveniente dal Fukien e dal Kwangtung fu in parte invisa da molti thai per il fatto che i cinesi rapidamente cominciarono a dominare i commerci, come quello dell’argento assimilando se stessi nella societa’ thailandese piu’ che in qualsiasi alta nazione del Sudest Asiatico. Tanto che si potrebbe quasi dire che se e’ vero che la Thailandia non subi' la colonnizazione da parte di qualsiasi potenza occidentale subi’ quella da parte dei cinesi. Questo e' cosi' vero che Friedrich Ratzel poteva scrivere nel 1876:
“Mentre da altre parti essi si guadagnano da vivere principalmente come mercanti e solo secondariamente come minatori e pescatori, nel Siam essi controllano l’intera vita economica.”
Se i cinesi portarono con loro nuove abilita’ ed esperienze, fra cui era compresa la lavorazione dell’argento, le loro regole di organizzazione in corporazioni escludevano i thai, almeno fino a quando fra i due gruppi non cominciarono matrimoni misti.
Nel corso ndegli anni tuttavia le loro tecniche cominciarono a mostrare influenze tai. Tamto che Silvya Frazer-Lo nel suo libro Silerware of South-east Asia poteva scrivere nel 1988:
“I loro lavori sono diventati virtualmente indistinguibili da quelli degli artigiani thai indigeni. Essi sono capaci di produrre oggetti di ispirazione sia tai che cinese con uguale abilita’.”
Nel XIX comunque, anche per l'argento come per l'oro cominciarono a manifestarsi influenze occidentali.
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