Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

lunedì 16 maggio 2011

La seta.

La seta e’ una fibra animale prodotta da certi insetti e utilizzata per la costruzione di oggetti come cuscini, coperte, vestiti, tessuti, ecc... E’ formata dalla copertura o ragnatela di fili emessa da certi insetti per proteggersi prima di diventare adulti. Nell’uso commerciale col termine seta ci si riferisce quasi interamente al prodotto dalla crisalide di diverse specie di farfalle del genere Bombix, famiglia Bombicidae, comunemente chiamate bachi da seta. Ssicurando la sopravvivenza di questo particolare tessuto.
I bachi da seta non devono essere considerati vermi anche se hanno perso la loro abilita’ di volare per il fatto di essere stato allevati fin dall’antichita e di non esistere piu’ allo stato selvatico piu’ che vermi si possono considerare farfalle.
La seta e’ il filamento continuo di protezione che si sviluppa attorno a ciascun insetto piccolo. Alla fine della muta i bachi da seta vengono posti su vassoi di bambu’ detti jo dove formano la bava filamentosa che forma il bozzolo dal quale si ricavera’ la seta.
Prima della stagione delle piogge la femmina depone circa 500 uova dalle quali escono bruchi pelosi che si cibano solo di foglie di gelso.
Dopo aver ucciso la crisalide i bozzoli vengono immersi nell’acqua bollente per eliminare la sostanza appiccicosa che avvolge la seta.
I bozzoli vengono poi battuti con una sorta di scopa a cui restano attaccati i fili di seta che l sono quindi raggrupati in numero da tre a quindici e torti a formare matasse. Ogni bozzolo fornisce circa 600 metri di filo, la seta grezza si ottiene da un filo ancora avvolto in uno strato vischioso. La seta selvaggia o tussah e’ prodotta da un bruco selvatico che vive fra gli alberi.
Il filo non lavorato e’ color giallo vivo, il colore della seta thailandese, che per la maggior parte e’ prodotta nel’altopiano di Korat, nel nordest variano da un oro pallido a un verde molto pallido. Prima di essere tinto va lavato in un decotto di scorza e foglie di banano. Le tinture tradizionali nimpiegate sono l’indaco le bacche di krajai, le radici di thalang. A est di Chiang Mai si puo’ visitare una bigattiera, cioe’ il luogo dove si pratica l'allevamento dei bachi, e assaggiare le crisalidi tostate tolte dai bozzoli.

La fama della Thailandia come produttore di seta e’, forse sorprendentemente, un fenomeno molto recente, anche se e’ certo che esso ha antiche origini, archeologi hanno scoperto seta antica di 3,000 anni fra le rovine di Ban Chiang, localita’ nella priovincia di Udon Thani, che e’ considerata uno dei primi centri di civilizzazione del Sudest Asiatico.
La scoperta della seta si fa invece risalire alla Cina, circa nel 2700 a.C. e il segreto della sua produzione fu tenuto nascosto per millenni. L’esportazione di tutto cio’ che riguardava il baco da seta era proibita. Insieme a jade e spezie la seta era il principale prodotto commerciato lungo la Strada della Seta, nel 100 a.C. Questa strada era la principale rotta commerciale che univa la Cina con l’Europa. Una strada lunga 6,400 km. che partiva da Xian in Cina, seguiva la Grande Muraglia a nordest , si arrampicava su per le montagne del Pamir, attraversava l’Afganistan e arrivava a est del mar Mediterraneo dove i beni erano portati su barche romane. La seta veniva portata a ovest, mentre lana, argento e oro viaggiavano verso est. 
Con la caduta di Roma la strada divenne non sicura. Riprese vita nel periodo Mongolo e Marco Polo la utilizzo’ per i suoi viaggi. Col tempo alcuni bachi furono portati fuori dalla Cina e la tecnica si diffuse ad altri paesi dell’Asia, compresa la Thailandia. La scoperta di seta in Bang Chiang tuttavia suggerirebbe che partendo da un certo periodo ci furono differenti luoghi di lavorazione.
Dopo questo primo preriodo la lavorazione della seta puo’ esser fatta risalire ai giorni degli imperi khmer, 802-1431, giu’ nel tempo a Sukhothai, Ayutthaya e durante la dinastia Chakri.
In molti villaggi del Nordest la produzione della seta in tutti questi secoli e’ cambiata di poco. I bachi da seta si cibano delle foglie di una pianta forte, il gelso, che riesce a sopravvivere alle cattive condizioni dell’area, da ricordare che la maggior produzione di seta si e' avuta e si ha nel nordest. Il gelso fa parte della famiglia delle Moraceae, composta da circa 1,000 specie di piante decidue e sempreverdi, suddivise in circa 40 generi. Queste piante vivono per lo piu’ in regioni tropicali e subtropicali. I bachi da seta si cibano quasi esclusivamente delle foglie del gelso bianco (Moraceae alba). Gli abitanti dei villaggi ancora raccolgono i bozzoli dagli alberi e li filano in lisci, lucenti e flessibili fili. Un telaio antico comincia poi a tesserli nel favoloso tessuto.
Oggi la seta e’ un tessuto commerciale di valore e la seta del nordest e’ famosa in tutto il mondo per la sua bellezza il disegno artistico, i colori.
Ma quest’industria e’ sopravvisuta alla distruzione. Alla fine del XIX una massa di tessuti a piu’ basso costo, fatti in fabbriche della Cina e del Giappone afflui’ sul mercato thailandese. Nel 1902 Re Rama V decise di aumentare la qualita;’ della seta thai e invito’ un gruppo di sericultori dal Giappone, una scuola fu aperta in Korat e uno stabilimento per l’allevamento dei bachi da seta in Buriram, nuovi telai giapponesi furono importati , lo spirito conservativo dei villaggi rese pero' impossibile l'espansione di questa industria. Nonostante tutti gli sforzi possibili fatti da Re Chulalongkorn per tenere viva questa forma di artigianato cadde in un serio declino e arrivo’ vicino all’estinzione. La produzione artigianale della seta, un intricato processo che richiede molto lavoro non poteva competere con il prezzo e la disponibilita’ dei prodotti di massa. Negli anni ‘50 del secolo scorso l’attivita’ di tessitura della seta era un’attivita’ moribonda.
La sua rinascita e la conquista della fama internazionale e’ oggi attribuita a un americano Jim Thompson, 1906-1967, un architetto, nativo del Delaware, che prestava servizio militare come membro dell’Office Strategic Service, OSS precursore della CIA. Dopo aver servito come militare in Europa, durante la II guerra mondiale Thompson arrivo’ in Asia insieme al gruppo mandato in Thailandia per liberarla dall'occupazione giapponese. Egli si uni’ all’OSS e fu stazionato in Bangkok per un breve periodo prima di spostarsi a New York. Ma fu subito di ritorno in Thailandia dove il suo spirito imprenditoriale e l’occhio per la squisita bellezza della seta locale lo porto’ a far risorgere l’industria in Thailandia e a introdurla nel resto del mondo. Egli dedico’ i rimanti 30 anni della sua vita a promuovere la seta thai. Mando’ scampoli a Londra, Milano, New York e Parigi gradualmente costruendo una clientela mondiale. Fu in questo periodo che gli fu chiesto, di prepare i costumi per il film “Il re e io”, questo film che fu censurato in Thailandia contribui’ a creare all’estero la fama dell’industria della seta thailandese. Grande disegnatore e innovatore introdusse la tintura a colori rapidi che conserva la distinta luminosita’ e brillantezza dei colori, nuovi colori e nuove trame per il mercato occidentale e introdusse la seta pesante che poteva essere usata in tapezzeria.
Thompson ricobbe e fece riconoscere la tessitura della seta come una forma d’arte e parte di un tradizionale modo di vita. A Pakthongchai, nella provincia di Nakhon Ratchasima, la sua compagnia, la Jim Thompson Thai Silk Company costrui’ la piu’ grande struttura per la tessitura della seta del mondo. Piu’ di 70 industrie si trovano oggi nel distretto di Pakthonchai rendendolo la piu’ importante area di produzione di seta in Thailandia e uno dei piu' grandi centri i bproduzione al mondo.
Il 27 marzo 1967 Jim Thompson scomparve, senza lasciare tracce, mentre passeggiava, solo, in Malesia. La presente regina di Thailandia, Sirikit, una promotrice instancabile di artigianato e arte tradizionale thailandese, prese la bacchetta lasciata da Thompson intorno agli anni ’70, dando al lavoro di Thompson una nuova dimensione. Le sue apparizioni in publico con bellissimi abiti di seta tradizionale thai diedero una nuova popolarita’ al prodotto. 
  
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