Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

lunedì 16 maggio 2011

Oreficieria e gioielleria.

Nel 1957 fu scoperto il piu’ ricco tesoro del paese, un insieme di oggetti che hanno fatto paragonare la scoperta a quella del tesoro di Tutankamon. Era letteralmente una montagna di oggetti d’oro interrati nella cripta di una torre del XV secolo in Wat Ratchaburana ad Ayutthaya. Sebbene molto fosse andato perso per via dei tombaroli archeologi del Diparimento di Belle Arti contarono circa 2,000 pezzi , compresa una spettacolare collezione di insegne regali, ornamenti e gioielleria. Oltre che nel Museo Nazionale una parte della collezione si trova al Museo Chao San Phraya in Ayutthaya. I gioielli rivelano un alto grado di artigianato e sono associatti con la vita ari9stocratica del periodo.
La manifattura di gioielli in oro certamente non inizio’ in Ayutthaya, i Khmer, che controllarono gran parte del paese fino al XIII secolo, sicuramente usarono oro e pezzi d’oro furono trovati in Sukhothai, inoltre le lastre incise che furono si trovate a Wat Si Chum in Sukhothai illustrano storie Jataka in cui figure indossano elanbrati ornamenti comprese collane e corone.
L’iscrizione attribuita a Ram Khamhaeng specifica che era permesso il libero scambio di argento e oro, anche se indossare oro era strettamente riservato alla nobilta’ e il libero uso di ornamenti in oro fu permesso solo dalla meta’ del XIX secolo, sotto il regno di Re Rama v.
L’uso di oro si puo’ comunque far risalire ancora piu’ avanti basta tornare col pensiero a una delle cause dell’indianizzazione. Nel I secolo d.C. Roma decise di ridurre l’esportazione di oro in India. I navigatori e i commercianti indiani cominciarono a guardarsi intorno e focalizzarono la loro attemzione su quella massa di terra conosciuta nelle leggende dei marinai come Suvannaphumi, “La Terra dell’Oro”.
I lavori di Ayutthaya furono il piu’ alto punto nella storia della gioielleria dell’oro. Dopo la distruzione di Ayutthaya la passione per l’oro rivisse i primi tempi del periodo di Bangkok, alla corte di Re Rama I e il piacere con cui i ricchi tai indossavano questi ornamenti fu spesso notata da visitatori stranieri. Ma una diminuzione di entusiasmo per la produzione interna a favore di quella europea si ebbe nel regno di Re Rama V, quando un certo numero di gioiellieri stranieri aprirono le loro succursali in Bangkok, compreso Faberge’. Clienti con gusto meno rifinito erano soddisfatti da orefici cinesi immigrati. Scrive Carl Block nel 1888:
“La manifattura di gioielli in oro e argento, che si svolge nella grande e estesa Bangkok, e’ interamente nelle mani dei cinesi.”
Oggi e’ nella citta’ di Petchaburi, a sudovest di Bangkok, che la vecchia tradizione dell’oreficieria e’ tenuta viva dai discendenti dei primi maestri orefici. 


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