Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

domenica 8 maggio 2011

Gli zingari del mare.

Gli zingari di mare della Thailandia si dividono in tre gruppi:
Moken,
Urak Lawoi,
Mok len,
ma sono collettivamente chiamati chao lae, popolo del mare, dai thai. Hanno carnagione scura, densi e scuri capelli neri, corpo piccolo e robusto, caratteristiche che li distinguono dai tai.
Le loro credenze sono fermamente ancorate ai rituali animistici e non hanno nessun interesse a diventare buddhisti o mussulmani. Rinunciano a possessi materiali. Sono timidi, riservati, vulnerabili e percio’ evitano confronti. Credono nell’uguaglianza, qualsiasi autorita’ centrale e’ un anatema e non possono tollerare posizioni di autorita’.
Detto questo si capisce benissimo che i chao lae presentano tutte le credenziali necessarie che li fanno spingere ai piu’ bassi margini della societa': essi appaiono differenti, pensano in modo differente e adorano differenti dei.
Si stima che in Thailandia ci siano 4,000 kao lae, la maggior parte vivono itineranti sugli oceani: navigano, pescano, si immergono per le ostriche e si accampano di isola in isola. Altri vivono in villaggi decadenti fatti di ferro e cartone nelle isole del mare delle Andamane, prescando in area con forte diminuzioner di fauna marina o vendendo pezzi di gioielli e piccoli ornamenti da pochi soldi ai turisti.
La Thailandia accetta i chao lae come ospiti a lungo termine, non come cittadini. Essi non hanno diritti politici e nessuna sicurezza di titoli di possesso. Questo e il fatto di rifiutare di dialogare con qualsiasi cosa che e’ al di fuori del loro sistema di credenze ne ha fatto dei fuori casta.
Hanno una storia nascosta. Non hanno linguaggio scritto e l’evitare qualsiasi possesso li ha lsciati con pochi oggetti ereditari in base ai quali sia possibile tracciare il loro passato. Un’esistenza nomade non ha lasciato testimonianze monumentali e la loro taciturna natura preclude una storia orale. Favole coloniali li considerano i pirati che terrorizzano il traffico marino nello Stretto di Malacca.
Essi vivono all’interno di certi confini geografici, dalle isole del Myanmar a Longkawi, giusto a sud del confine marino tha-malesiano.
Circa 400 Moken sono quelli che piu’ esemplificano la romantica nozione di zingari del mare: intere famiglie vivono a bordo di barche e pescano, senza radici territoriali. Un migliaio di Moken vivovo in capanne sulle spiagge, da Surin all’estrema punta nord di Pukhet, usando barche dalla coda lunga per pescare.
Gli Ural Lawoi sono il piu’ grande numero sedentario, circa 2,500. Si trovano principalmente in Phuket, nel villaggio di Lo Sirey, vicino alla citta’ di Phuket e all’estremo nord dela spiaggia di Rawai. Altri insedisamenti si trovano nelle isole di Ko Phi Phi, Ko Lanta e nell’arcipelago di Tarutao.
I tre gruppi hanno differenti ma non dissimili linguaggi. Si sposano fra di loro e condividono lo stesso forte senso di comunita’ e soldarieta’.
I chao lae continuano a prescare per sopravvivere ma essi non possono competere con i battelli da pesca con grandi reti che sono dragate in mare dietro di loro e che hanno spopolato le loro tradizionali zone di pesca. Larghe aree di pesca sono state strappate loro in nome di un cinico e incomprensibile ambientalismo.
A causa delle frustazioni essi sono ricorsi all’esplosivo e ai veleni per incrementare la loro pesca e percio’ alla fine finiscono in prigione.
Ora viene loro impedito di raccogliere conchiglie e corallo che essi erano soliti vendere ai visitatori, cio’ a causa della mancanza non provocata da loro.
Un’attivita’ che comunque restera’ senz’altro ai chao lae e’ la raccolta dei nidi di rondine , che si trovano nei ristoranti di tutto il mondo fra le specisalita’ piu’ care. Sono gli zingari del mare, che non soffrono di vertiggini, a fare questo lavoro pericoloso e a arrampicarsi su traballanti impalcature per togliere il nido dalle rocce, spesso i nidi sono a un’altezza di oltre 100 metri,
Il loro futuro comunque e’ tetro.

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