Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

sabato 28 maggio 2011

Phra Rot e Maree.

Una volta, nel periodo in cui era in vita il Buddha, c’era un miliardario di nome Nondha che viveva in una grande casa e aveva un gran ammontare di ricchezza ma non aveva figli che si prendessero cura dei suoi beni. Un giorno egli ando’ a visitare il Buddha portando una dozzina di banane in offerta. Offrendo le banane espresse un desiderio che grazie ai meriti della sua donazione potesse avere un numero di figlie e figlie pari al numero delle banane.
Tornato a casa racconto’ alla moglie del desiderio espresso di fronte al Buddha. La moglie ne fu felice e tempo dopo rimase in stato interessante, fu solo l’inizio dato che in poco tempo diede alla luce dodici figlie, l’ultima delle quali fu chiamata Phao, era la piu’ bella e la piu’ intelligente. Dopo la sua nascita il destino del miliardario e di sua moglie cambio’ completamente, divennero poveri e sempre piu’ poveri, i loro commerci non erano piu’ buoni dato che le figlie crescendo odiavano quel lavoro.
Incapace di competere con la scarsita’ di cibo per alimentare le figlie il miliardario decise di vendere la sua casa per comprare cibo. Da ricchissimi a poveri, il pover’uomo porto’ la sua famiglia a vivere in una capanna in mezzo a un campo di riso. Da quel momento si guadagnarono da vivere facendo i contadini. Nonostante questo la coppia non aveva abbastanza cibo per dar da mangiare alle figlie affamate. Padre e madre erano amareggiati vedevano le figlie piangere chiedendo cibo e non sapevano cosa fare.
Nonostante l’uomo amasse le figlie la sua situazione divenne insostenibile, studio’ cosi’ un piano per abbandonare le figlie nella foresta. Nonostante le forti proteste della moglie, Nondha pose le figlie su un carro e le porto’ nella foresta. Prima di lasciarle raccolse molta frutta perche’ se ne cibassero e le lascio’ giocare. Mentre le figlie giocavano ritorno’ a casa da solo.
Stanche di giocare le dodici sorelle si sentiro affamate e cercarono il padre. Non vedendolo cominciarono a piangere. Solo Phao non ebbe paura, consolo’ le sorelle e disse loro che lei poteva ricordare molto bene la strada per tornare a casa. Prima del giungere della notte Phao fu capace di guidare tutte la sorelle a casa. Giunte a casa cercarono il cibo nella credenza, dopo il lungo viaggio erano affamate.
La coppia era sopraffatta dalla felicita’ e dall’amarezza. Erano felici di vedere le figlie ancora vive ma erano amareggiati pensando di dover sopportare di nuovo periodi difficili simili a prima. Le figlie comunque non si preoccupavano eccessivamente di cosa sarebbe successo il giorno dopo, quel giorno aveva cibo in quanita’ sufficiente da riempirsi stomaco e bocca. Esse erano felici mentre i loro genitori erano amareggiati, pensavano che tutti in famiglia sarebbero morti a causa delle privazioni.
Alla sera il padre penso’ a un nuovo piano per abbandonare le figlie. Questa volta porto’ le figlie nel piu’ profondo della foresta, cambio’ diverse strade, ando’ a zigzag in luoghi diversi, non voleva che le figlie ricordassero la strada come prima.
Quando capirono che il padre era sparito di nuovo, le dodici sorelle capirono che si erano perse nella foresta che era vicino a un’area controllata dalla vedova di un gigante, gigante lei stessa, il suo nome era Sunthamarn, mentre l’ultimo marito che era re si chiamava Phrasaka.
Quando Sunthamarn vide le bambine, non avendo figli, senti’ che le bambine le piacevano e che voleva adottarle o come sorelle piu’ giovani o come figlie. Aveva pro’ un’ulteriore ragione per adottarle, aveva biosogno degli occhi di quelle bambine perche’ erano gli ingredienti di una medicina che allungava la vita. Cosi’ si trasformo’ in una bellissima donna in modo che le bambine non avessero paura, sentimento che avrebbero provato certamente se si fosse presentata con le fattezze del gigante.
Entrata in confidenza con le bambine le invito’ a vivere nel suo palazzo, che era pieno di cibo, nella citta’ di Kanchaburi. Le bambine furono ben felici di sentire questo e acconsentirono a vivere con lei. La regina, perche’ nonostante tutto tale era la donna gigante, mando’ un messaggero a dire ai suoi cittadini di trasformarsi in esseri umani in modo che le sue figlie adottive non avessero paura. Da quel momento le dodici bambine vissero felicemente con la donna gigante, almeno fino all’eta’ adulta.
Un giorno la sorella piu’ anziana che stava passeggiando e gioendo nell’ammirare fiori, non si accorse del passare del tempo, cammino’ cosi’ molto lontano fino a raggiungere una zona che era proibita dove la la loro madre attiva, la donna gigante, Santhamarn, stava mangiando carne umana. Essa vide tutto questo incidentalmente e vide anche molte persone che erano tenute prigioniere. Cosi’ capi’ che la persona che le aveva adottate non era altri che una donna gigante che aveva cambiato le sue sembianze in quelle di una bellissima donna per affascinarle. Parlo’ con le sorelle e disse loro che aveva paura che la donna gigante un qualche giorno potesse divorarle. Tutte le sorelle decisero di scappare da quella citta’ scellerata.
Prima di scappare liberarono tutte le persone che erano tenute prigioniere in attesa di essere utilizzate come cibo dai giganti. Si nascosero fra i cespugli ma non si sentivano sicure dato che i giganti stavano perlustrando l’intera area. Fortunatamente con l’aiuto degli spiriti degli alberi e degli animali della foresta riuscirono a nascondersi tuttavia la regina non ordinava la fine delle ricerche.
Nello stesso tempo, durante una meditazione, un eremita vide tutto cio’ che era successo e provo’ simpatia e affetto per le sfortunate sorelle cosi’ ispiro’ nella mente dei giganti di cercarle nei luoghi in cui non erano, i giganti si stancarono e cessarono le ricerche. L’eremita disse poi alle ragazze che quanto stavano attraversando era la conseguenze di cattive loro azioni nelle vite passate. Nell’ultima di queste vite avevano persino abbandonato dodici neonati nella foresta. Cosi’ quella colpa le seguiva anche in questa vita e avrebbe continuato a seguirle anche nelle successive fino a che non si fossero reincarnate 500 volte, facendo cosi’ ammenda del loro peccato.
Dopo aver reso omaggio all’eremita le dodici sorelle continuarono il viaggio fino a che raggiusero uno stagno nella citta’ di Kutaranakorn che era governata da re Ronsitthiraj. Ogni giorno una donna gobba si recava con un secchio d’oro allo stagno per raccogliere acqua che poi portava a palazzo, sarebbe servita per il bagno del suo sovrano. Mentre stava raccogliendo l’acqua vide l’ombra di una bellissima donna che assomigliava a un angelo, penso’ che fosse la sua ombra ma quando senti’ le dodici sorelle ridere guardo’ nel posto giusto e le vide sopra un albero banyan. Penso’ che quelle persone dovevano essere angeli cosi’ corse ad informare il re che subito volle recarsi allo stagno dove la donna diceva di aver avuto la visione.
Vedendo le dodici sorelle il re fu colpito dalla loro bellezza, chiese loro chi erano e perche’ si trovassero li. Le ragazze informarono il re delle loro tristi vicende, il re disse loro di scendere dall’albero e le invito’ a vivere con lui nel suo palazzo. Il re fece poi delle ragazze le sue regine. Sebbene, finalmente, vivessero in quel palazzo come regine, quindi non mancava loro niente non potevano smettere di pensare ai genitori. Cosi’ si recarono dal re e chiesero il permesso di poter andare a prendere i genitori perche’ potessero vivere con loro a palazzo. Il re acconsenti’. La coppia, padre e madre, fu felicissima di potersi riunire con le figlie dopo una cosi’ lunga separazione.
Nello stesso tempo il gigante Santhamarn, lo stesso che una delle ragazze aveva visto mentre mangiava carne umana adotto’ come figlia una ragazza di nome Maree, che era figlia di un amico del marito di lei, chiamato Prathumraj. Quest’essere era un re dei demoni che governava la citta’ di Sritasana, questi aveva avuto due figlie da sua moglie, che era umana e che si chiamva regina Srisamuth. Quando un astrologo predisse che le due ragazze non potevano stare insieme altrimenti una calmita’ sconosciuta avrebbe posto fine a tutte le vite dei suoi sudditi, egli diede una delle sue figlie alla regina gigante Santhamarn che si era occupata di lei fino a quel momento.
Un po’ di tempo dopo Santhamarn udi’ della felice condizione in cui si trovavano le dodici sorelle, ne era gelosa, si arrabbio’ con loro. Cosi’ decise di recarsi alla citta’ di Kutaranakorn. Qui giunta attesa la donna gobba presso lo stagno dove questa era solita recarsi per raccogliere l’acqua per il bagno del re. La donna gigante trasformo’ se stessa in una donna bellissima, molto piu’ bella delle dodici sorelle. Si pose poi sopra l’lbero banyan e qui aspetto’ la domestica del re. Dopo aver visto la bellezza della donna sull’albero la gobba corse a avvertire il suo sovrano, che ando’ a vedere e rimse scioccato da tanta bellezza. Il re la porto’ a palazzo la donna, la elesse sua nuova regina e fece della donna gigante trasformata la sua nuova favorita. Da quel momento le dodici sorelle caddero in disgrazia perche’ la donna gigante usava parole magiche per far innamorare sempre di piu’ il re, tenerlo legato a lei fino al punto che egli fu completamente sotto il controllo di lei. A un certo punto la malvagia donna dise di essere ammalata e di aver bisogno degli occhi delle dodici sorelle da usare come medicina. Il re chiamo’ allora le dodici sorelle alla sua presenza e disse loro di togliersi in qualche modo gli occhi perche’ lui ne aveva bisogno. Phao fu la piu’ fortunata delle sorelle perche’ il re permise a lei di conservare un occhio.
Dopo aver avuto tutti i loro occhi il re condanno’ le precedenti regine a vivere una vita miserabile, una vita da persone detenute in un buio tunnel. Allo stesso tempo, dopo aver avuto gli occhi delle sorelle Santhamarn li spedi’ alla figlia adottiva perche’ li conservasse nella sua citta’. Piu’ tardi tutte le ragazze, eccetto Phao, si accosero di essere in stato interessante. Il dio Indra volse i suoi occhi benevoli verso le sorelle e subito capi’ che soffrivano e che si trovavano in un grosso guaio, non c’era nessuno che si preoccupasse di loro. Cosi’ diede ordine a una delle divinita’ maschili di nascere come figlio della sorella piu’ giovane. Come conseguenza anche Phao si ritrovo’ in stato interessante.
Il gigante intanto ordino’ ai suoi soldati di sorvagliare il tunnel cosiche’ nessuna assistenza fosse data alle sorelle. Si diceva che le dodici sorelle soffrivano tutto questo a causa delle loro vite precdenti. In una di queste giocavando sulle rive di un fiume catturarono dodici pesci, usarono un pezzo di ferro appuntito per togliere loro gli occhi, poi rilasciarono i pesci nell’acqua. Phao, in quell’occasione tolse un solo occhio al pesce che aveva catturato, cosi’ a lei era stato risparmiato un occhio.
Tutte le sorelle, eccetto Phao, ebbero piu’ tardi dei bambini che furono fatti a pezzetti e i pezzetti distribuiti fra le sorelle perche’ venissero mangiati. Erano giorni che esse venivano tenute senza mangiare ed avevano una fame tale che esse divorarono le creature a cui avevano appena dato la luce. Phao tuttavia non mangio’ quella carne, ogni volta che le veniva dato un pezzo del neonato lei trovava il modo per nasconderlo da qualche parte. Quando venne il momento anche per lei di dare alla luce un bambino essa impedi alle sorelle di ucciderlo, diede loro i pezzi di carne nascosti, comportandosi cosi’ impedi’ alle sorelle di sospettare che era sua intenzione mantenere il figlio in vita. Phao chiamo’ poi suo figlio Rotasen.
Anche utilizzando questi inganni tuttavia le guardie impararono della nascita di Rotasen, non ne informarono pero’ i loro padroni, dato che anche a loro piaceva il bambino aiutarono la madre ad averne cura. Quando Rotasen crebbe chiese alla madre perche’ loro, a differenza delle altre persone, dovevano vivere in un tunnel, cosi’ Phao racconto’ l’intera storia. Il giovane uomo si senti’ amareggiato nel vedere la madre e le zie soffrire in una simile condizione. Venne il momento in cui il Dio Indra scese sulla terra per insegnare a Rotasen tutti i trucchi dei vari tipi di giochi d’azzardo. Il dio regalo’ anche al ragazzo un gallo sacro chiese poi il permesso alla madre perche’ potesse lasciare il tunnel e dato che era ormai maturo affrontare il mondo esterno.
Cominciato il suo viaggio Rotasen arrivo’ na un padiglione publico, qui una folla di persone scommetteva osservando combattimenti fra galli. Cosi’ il giovane partecipo’ al gioco e alle scommesse e vinse abbastanza denaro per comprare cibo per sua madre e le zie. Improvvisamente il comportamento di Rotasen porto’ speranze in tutte le sorelle. Da quel giorno Rotasen ando’ ogni giorno ai combattimenti dei galli e ogni volta vinceva denaro facendo scommesse. La notizia di quelle vincite ragiunse re Ronsitthiraj che mando a chiamare il giovane uomo, desiderando conoscerlo. Il re invito’ il giovane a una partita di sakah, un gioo d’azzardo thai simile agli scacchi. Rotasen sfido’ il re: se egli avesse perso avrebbe servito il re per sempre, d’altra parte se avesse si accontentava di ben poco, dodici piatti di riso. Il re accetto’ la scommessa e perse due volte, cosi’ Rotasan ebbe dodici piatti di riso con cui sfamare sua madre e le zie.
Il giorno seguente il re chiamo’ Rotasasen al suo palazzo dorato per giocare di nuovo. Fu a questo punto che il re chiese al giovane chi fossero i suoi genitori e il giovane informo’ il re che sua madre era Phao che viveva con le sue dodici sorelle in un tunnel. Dopo aver saputo la verita’ il re abbraccio’ Rotasen e disse al giovane uomo che egli non era altro che suo figlio.
Qualche tempo dopo Wattha, il re della citta’ di Chinda ando’ a trovare re Ronsitthiraj, per divertimento organizzarono un combattimento di galli. Rotasen si offri’ volontario per affrontare il combattimento al posto del re suo padre, naturalmente vinse il combattimento. Da quel giorno il re amo’ il figlio sempre di piu’ e proclamo’ questo amore di fronte a tutti i sudditi: egli amava il figlio con l’anima e col cuore.
Dopo aver sentito l’annuncio del re la donna gigante Santhamarn, che si era trasformata in una bellissima donna dichiaro’ che era seriamente malata e che per guarire aveva bisogno di un tipo di frutto dal gusto acre conosciuto come manguahao o manaoho per preparare la medicina, questo frutto si trovava solo nella sua citta’ natale Santhamarn prego’ il maqrito, che era riluttante, di mandare il principe Rotasen a prendere i frutti per lei. Il re non era molto felice di aderire a quella richiesta ma mando’ il principe nella citta’ di Kachaburi..
Prima di partire il principe chiese al re di mandare ogni giorno cibo alla madre e alle zie. il re promise e permise al figlio di poter usare il suo cavallo personale, di nome Prachee, che aveva la capacita’ di volare. Santhamarn chiese a Rotasen di portare una lettera alla figlia. Il principe prese la lettera e la pose in una borsa che pendeva dal collo del cavallo, si appresto’ poi ad affrontare il lungo viaggio.
Dopo aver viaggiato per quialche tempo Roasen si fermo’ al cottage di un eremita per riposarsi e permettere al suo cavallo di brucare l’erba e di bere l’acqua che si trovavano li vicino. L’eremita noto’ subito il buon carattere del cavallo, decise di dargli un’occhiata da vicino, noto’ la borsa e noto’ la busta. Preso da curiosita’ decise di aprirla, senza chiedere permesso e vide uno strano messaggio che diceva che se l’uomo che portava quel messaggio arrivava di giorno doveva essere mangiato di giorno, se arrivava di notte di notte. L’eremita fu sorpreso dal messaggio, medito’ e seppe quello che doveva succedere. Cosi’ l’eremita penso’ che era meglio se il principe sposava la principessa Maree e governava la citta’ dei giganti invece di essere mangiato da questi.
Cosi’ l’eremita cambio il messaggio in questo: “Se l’uomo che porta il messaggio arriva di notte dagli il benvenuto di notte, ma se giunge di giorno dagli il benvenuto durante il giorno egli vuole diventare il tuo amato sposo”.
L’eremita torno’ poi alla sua capanna e si incontro’ con Rotasen che gli aracconto’ del suo viaggio verso la citta’ dei giganti. Il pio uomo benedi’ Rotasen e gli auguro’ buona fortuna per il viaggio.
Arrivato ai confini della citta’ di Kachaburi Rotasen vide l’esercito dei giganti, ebbe paura che i giganti fossero venuti per combattere con lui cosi’ consegno’ rapidamente la lettera con le istruzioni di Santhamarn e disse loro che era una lettera della loro regina alla figlia Maree. I giganti immediatamente cambiarono inchinarono le teste in segno di rispetto e presero in consegna la lettera di Rotasen per consegnarla alla principessa ceh fu ben felice di quel messaggio e si precipito’ a dare il benvenuto a Rotasen. Ella ordino’ alle cameriere di portare cibo e dolci per sfamare il principe. L’aspetto fisco del principe conquisto’ la principessa e fu ben felice di seguire le istruzioni datale dalla madre nella lettera. Maree ordino’ che la citta’ fosse decorata e si mettesse in festa dato che il suo matrimonio con il principe sarebbe avvenuto in breve tempo.
Dopo sette mesi di matrimonio Rotasen non provava nessun segno di entusiasmo nel pensare che doveva ritornare a casa per aiutare la sofferente madre e le sue sorelle. Il cavallo provo’ a ricordargli che era suo dovere ripagare il debito con la madre che lo aveva fatto nascere. Sfortunatamente il principe non voleva affronare seriamente la questione. Il cavallo si arrabbio’ moltissimo con il principe e gli ricorda che in tutto quel tempo sia sua madre che le sue zie potevano essere morte.
Dopo le brontolate ricevute dal cavallo il principe ritorno’ a palazzo e disse che era seriamente ammalato, cominciava finalmente a pensare alle persone care. Disse alla principessa Maree che aveva bisogno di aria fresca e che desiderava andare nei giardini reali. In realta’ il suo scopo era procurarsi il frutto necessario a Santhamarn senza che lo sapesse nessuno. Mentre Maree e i suoi servi si deliziavano osservando i fiori, Rotasen non visto si impadroni’ del frutto. Persuase poi la principessa di far ritorno a palazzo e diede istruzioni ai servi perche’ organizzassero musica e balli per intrattenere Maree e se stesso. Rorasen aveva pensato di far ubriacare Malee in modo che potesse dirgli qualcosa riguardo agli occhi di sua madre e delle zie.
Cio’ che Rotasen aveva pensato si realizzo’, Maree si ubriaco’ e gli disse il posto dove erano tenuti nascosti gli occhi e quale medicina doveva essere usata per ridar loro la vista. Ella gli disse anche di altri sacri filtri che potevano essere usati per creare montagne, foreste, vento, pioggia, nuvole e un’oceano colmo di acido. In totale il principe ricette otto npacchi.
A mezzanotte mentre Maree era in un sonno profondo, Rotasen raccolse gli occhi e le medicine e fuggi’ dalla citta’ col suo cavallo.
Cercando e non trovando il marito Maree decise di seguirlo. Le giunse vicino ma Rotasen utilizzo’ uno degli elisir che si trovavano nei pacchi per creare una foresta di grandi e fitti alberi che le bloccarono la via e le impedivano di avvicinarsi. Maree trovo’ la strada per passare atraverso la foresta. Ogni volta che superava un ostacolo il marito gliene creava un altro, ogni volta il suo amore verso di lui era messo a dura prova. Cosi’ Rotasen giunge all’ultimo pacco, gli ingredienti che conteneva potevano creare un oceano d’acido, Maree questa volta non pote’ seguirlo piu’ a lungo, si fermo’, pianse ed espresse il desiderio di essere anche nella prossima vita sua moglie. Poi cadde al suolo, il suo cuore si frantumo’ in sette pezzi e le mori’.
Cosi’ Rotasen torno’ alla citta’ di Kutaranakorn, incontro’ sua madre e alcune delle sue zie, dato che le altre erano morte di fame, il re non aveva mantenuto quanto aveva promesso! Si era preoccupato di piu’ della falsa malattia di Santhamarn. Quando questa fu informata della morte della figlia ne rimase scioccata, cadde al suolo, il suo cuore si divise in sette parti e mori’.
Dopo essere cosi’ stato liberato da quella terribile moglie il re ordino’ di rilasciare le sorelle e chiese loro di perdonarlo. Tutti erano cosi’ riuniti, escluso Rotasen che aveva amato veramente Maree e che aveva sofferto veramente per la perdita della moglie. Egli torno’ nel luogo in cui Maree aveva perso la vita. Fu sopraffatto dal dolore ma non sapeva cosa doveva fare, aveva amato Maree ma aveva dovuto aiutare sua madre e le zie prima di lei. Voleva seguire la moglie dopo la cremazione si diede la morte, trattenne il respiro finche’ fu finita.
Si dice che sia Maree che Rotasen espressero il desiderio di rinascere e di avere una nuova vita come marito e come moglie. Mentre la principessa Maree rinacque per essere Manora, Rotasen rinacque come principe Sunthon ma questa e’ un’altra storia (vedi).



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