Il muay thai continua a rimanere ai vertici della popolarita’ sportiva.
E’ un misto di boxe tradizionale e di arti marziali come karate e tae kwon do. E’ non solo uno sport o una forma di combattimento e’ uno spettacolo che si puo’ seguire dal vivo ma anche piu’ comodamente dai maxischermi di casa o degli alberghi. E’ spettacolo perche’ e’ una forma di arte estetica rappresentata su uno sfondo di musica e e folla con cerimonie e rituali. L’approccio per lo straniero e’ schoccante, il pugilato occidentale sembra cosa gentile se paragonato ai calci e alle ginocchiate tremende che i due contendenti aggiungono ai pugni tramite guantone. Non di rado accede che sia proprio un calcio a piedi nudi a mandare al tappeto chi lo riceve. Mix fra box occidentale e arte marziale d’oriente, questa pratica sportiva e’ fuori di dubbio molto violenta e al medesimo tempo cosi’ spettacolare da coinvolgere anche lo spettatore piu’ pacifista.
La storia del muay tai affonda le sue radici in oltre mezzo millennio di storia, a partire dagli albori del Quattrocento. Testimonianze scritte raccontano che si boxava nelle guerre fra Thailandia e Birmania.
Non ci sono prove certe della sua origine nel regno ma leggende dicono che fu per la prima volta praticata dai soldati nel periodo di Ayutthaya. Combattere in quei giorni dipendeva molto dalla forza individuale e dall’abilita’ dato che lo si faceva con spade, lancie e mani nude. I soldati si confrontavano col nemico faccia a faccia in uno stretto combattimento e tutte le parti del corpo potevano essere utilizzate per difesa comprese ginocchia e piedi. Si crede che la kick boxing fu alle origini praticata all’interno della famiglia reale e fra gli alti cortigiani e piu’ tardi si estese fra le persone comuni. Alcuni re, come Naresuan il Grande, vissuto fra la meta’ del XVI secolo e gli inizi del XVII furono pugili dilettanti di livello tutt’altro che disprezzabile.
Il primo civile conosciuto che pratico’ thai kick boxing fu Nai Khanomtom, un cittadino del villaggio di Pa Moke, nella provincia di Angthong, verso la fine del periodo di Ayutthaya. Nai Khanomtom fu preso prigioniero dalle armate birmane e si distinse sconfiggendo dieci pugili birmani. Si dice che il re birmano lo lodo’ per la sua abilita’ e disse che se anche i thai avessero combattuto senza spade il loro modo di combattere a mani nude poteva essere molto pericoloso.
Verso la fine del periodo di Ayutthaya mentre questo tipo di boxe era in piena fioritura molti re thai cominciarono a diventare professinisti in quest’arte. Re Taksin fu conosciuto anche come un maestro di muay tai.
Combattere senza armi divenne molto popolare e i campi di addestramento incrementarono nelle comunita’. Con uomini thai che imparavano questa boxe sia per combattere contro i nemici che per difesa personale.
Come arrivo’ la pace nel regno la muay tai si trasformo’ in uno sport popolare con competizioni tenute fra villaggi che avvenivano durante le feste religiose. Il Priap Muay , una competizione fra due villaggi rivali divenne un evento eccitante in cui un’arena all’aperto veniva sistemata nell’area del tempio del villaggio o in altra area all’aperto.
Per tutto questo periodo si combatte’ a oltranza e senza protezioni a ammorbidire i colpi. Piu’ tardi le mani nude furono sostituite dal Khad Chuak in cui le mani dei pugili erano avvolte con stringhe o cotone bianco. Il tempo del match era scandito facendo entrare dell’acqua in una conchiglia di noce di cocco vuota, per segnare l’inizio di ciascun round. Il round finiva quando la conchiglia era piena d’acqua e andava a fondo.
Le regole del muay tai erano all’inizio molto flessibili. Un pugile poteva attaccare il suo opponente anche quando questi era al tappeto o quando riposavano durante i round, un altro paio di pugili saliva sul ring ed essi si alternavano in questo modo fino alla fine del giorno o fino a che una parte non vinceva il combattimento.
Maggiori cambiamenti nella muay tai arrivarono nel 1918 quando guantoni da boxe rimpiazzarono le stringhe in cotone usate per coprire le mani.
Ma l’alto numero di decessi e di lesioni permanenti indussero il governo thailandese a proibire la pratica intorno agli anni Venti del secolo scorso. Furono forzate le regole dei combattimenti internazionali e appena un decennio dopo la boxe si ripresentava, riveduta e corretta, per l’entusiasmo dei suoi tantissimi appassionati. Le regole che scandiscono i tempi. La copertura del ring, l’uso dei guantoni, la maggior severita’ degli arbitri hanno portato il pugilato thai a uello internazionale. Restano pero’ vive e intramontabili procedure e cerimonie antiche e boxare divenne una famosa professione che generava grandi guadagni.
Oggi alcune regole hanno stemprato un po’ i toni crudi del match: gong ogni tre minuti, divieto di sputi e insulti all’avversario, proibizione di colpi alla testa inferti con i piedi, conchiglia per evitare lesioni ai genitali. Cio’ non toglie che i pugili corrano seri rischi e che possano avvenire incidenti anche mortali. Cio’ non toglie che il miraggio dei soldi possa essere fatale a tanti giovani fuggiti dalla poverta’ dei villaggi o dei sobborghi di Bangkok e saliti sul ring per cercare fortuna pagandola sa caro prezzo. Sembra di rivedere la storia della boxe nel mondo occidentale, pure lei costellata di morti di disperati e disillusi, di gente mandata a combattere sapendo di perdere in partenza in nome di interessi finanziari, di pugili suonati.
Ci sono cinque principi nella boxe thai: potere fisico e spirituale, perseveranza, rapidita’, intelligenza e arte di boxare.
L’allenatore quando ritiene che il suo allievo sia in grado di combattere uffucialmente gli assegna un nome di battaglia. I pugili oltrepassano le corde indossando una fascia intorno alla testa e ornamenti alla braccia, entrambi di valore scaramantico. La fascia viene tolta prima che il confronto inizi, gli ornamenti alle braccia vengono tenuti perche’ infondano all’atleta energia morale e lo proteggano, in quanto contengono una piccola immagine di Buddha. Qualche minuto prima che il much inizi, i contendenti si producono in una sorta di danza propiziatoria, all’interno del quadrato, rivolta allo spirito guardiano del muay tai.
I pugili thai onorano poi i loro maestri o khru e mostrano la loro devozione a questo insegnante in una cerimonia conosciuta come wai khru, che e’ costume sia praticata prima di ciscun match. Durante il wai khru entrambe le parti performano il wai tre volte in segno di rispetto per il proprio padre, la propria madre, il proprio insegnante, la triplice gemma di auspicio , tutte sacre creature che possono benederli nel vincere.
Una caratteristica unica del muay thai e’ che ciascun match e’ accompagnato da musica suonata da flauiti, tamburi e cimbali. Durante il wai khru il ritmo e’ piuttosto lento e muto ma dopo che l’arbitro ha finito di spiegare le regole del match, il ritmo si fa svelto e le melodie diventano piu’ alte aggiungendo eccitazione al match.
Ci sono due maggiori stadi in Bangkok il Ratchadamnoen e il Lumpini e combattimenti fra professionisti possono essere visti tutte le notti.
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