Dong Hung Temple. |
Le palme Palmyra sono conosciute anche col nome di Borassus. Un genere di palme native delle regioni tropicali di Africa, Asia e Nuova Guinea. Sono alte fino a 30 m. Hanno foglie lunghe da 2 a 3 m, a ventaglio, fiori piccoli raccolti in densi grappoli, e frutti grandi, marroni, approssimativamente sferici.
La palma Corypha umbraculifera e' conosciuta anche come palma talipot. Questa pianta originaria del Sud India e Sri Lanka fu in breve coltivata in tutta l'Asia, dal nord al sud della Cina. Si tratta di una delle più grandi palme al mondo, singoli esemplari hanno raggiunto altezze fino a 25 m, con fusti fino a 1,3 m di diametro. Si tratta di una palma con grandi foglie palmate, simili a fan, fino a 5 m di diametro, con un picciolo fino a 4 m, e fino a 130 foglie. Sono queste le palme che furono usate dalle culture del Sudest asiatico, compresa la Thailandia, per realizzare i manoscritti su foglie di palma. Queste palme sono utilizzate anche per coprire i tetti, e la linfa viene utilizzato per fare il vino di palma.
Inizialmente la conoscenza era tramandata a voce ma poi con l'invenzione
dell'alfabeto e la sua diffusione in Thailandia e nel Sudest asiatico
le persone cominciarono a scrivere su foglie di palma seccate o trattate
con fumo. Per lungo tempo ci furono solo due materiali disponibili per la scrittura, le foglie di palma e i khoi, ognuno era riservato a un particolare tipo di scrittura. Questi due materiali servirono come carta del mondo antico a partire dal V secolo avanti Cristo e forse anche prima. Le foglie erano ricavate dai due tipi di palme sopra descritte. Una volta scritto, ogni documento aveva un periodo limitato di vita prima di dover esser nuovamente copiato su una nuova serie di foglie di palma essiccate. Con la diffusione della cultura indiana nel Sudest asiatico la Thailandia, insieme ad altri paesi , diventano la sede di grandi collezioni di documenti su foglie di palma.
Le foglie di palma individuali venivano seccate e tagliate un lastre di i 35 e i 45 cm. di lunghezza e larghe da 5 a 7.5 cm. Lo scrivano prendeva un ago appuntito simile a una penna e con questo incideva la superficie. Quando il testo era scritto la superficie veniva strofinata con inchiostro che andava a riempire le aree scolpite, rendendo le lettere visibili. Questi libri di foglie di palma erano usati solo per testi religiosi e raramente erano illustrati.
Come in Italia, per lungo tempo, nei monasteri sono vissuti monaci amanuensi che hanno prodotto opere d'arte che raggiunsero il loro culmine dal XIV al XV secolo cosi' in Thailandia monaci e studiosi thai si dedicarono alla stessa opera, solo che dato che qui il processo per ottenere la carta arrivo' piu' tardi queste persone scrivevano su materiali che esistevano in natura. Come per tutte le altre arti durante il periodo di Ayutthaya il solo soggetto dei manoscritti fu la religione. In periodi piu'
tardi i manoscritti parlarono di arte della guerra, del modo di addestrare elefanti, e di medicina tradizionale.
Per quanto riguarda i libri khoi gli autori dei manoscritti e i loro patroni vedevano nel loro lavoro un'opera sacra che avrebbe fatto guadagnare loro meriti e si pensava anche che chi leggeva quelle pagine avrebbe guadagnato meriti. Non c'e' da meravigliarsi dato che in modo simile pensavano gli amanuensi.
I manoscritti khoi prendevano il nome dalla carta su cui venivano scritti. Questa carta era preparata sulla base di antiche formule. La corteccia necessaria per la`carta era presa da alberi khoi e imbevuta d'acqua. Era poi battuta con magli di legno fino a che la corteccia si separava dalla fibra. Questa fibra era posta su una superficie piatta e posta a seccare al sole fino a che guadagnava la consistenza del cartone. Gli angoli erano tagliati e i fogli erano piegati, in numero da 70 a 80, cosi' che il tutto andava a formare un libro che aperto arrivava a 18 metri di lunghezza.
Le pagine del manoscritto erano lette in orizzontale, nelle versioni precedenti al XVII secolo le illustrazioni erano nel centro del panello. In altri periodi si puo' trovare sul foglio intero e in alcuni manoscritti piu' tadi le illustrazioni erano poste agli angoli di ciascun pannello con il testo che le separava.
L'inchiostro con cui le parole erano scritte era fatto con il nerofumo che copriva il soffito della zona dove veniva acceso il fuoco in cucina. Questo veniva poi combinato con un certo numero di liquidi per dare consistenza e lasciato a seccare in un blocco duro. Quando lo scrittore voleva scrivere, strofinava il blocco contro una pietra e aggiungeva acqua.
Le illustrazioni erano considerate una parte importante dell'opera ed erano ottenute con pigmenti naturali mescolati con la linfa dell'albero krating per fare in modo che aderissero alla carta. Le spazzole del pittore erano tradizionalmente fatte con i peli interni delle orecchie della mucca. Dettagli finissimi venivano realizzati utilizzando un unico pelo di gatto.
I manoscritti khoi che sono sopravvissuti dal periodo di Ayutthaya trattano solo argomenti religiosi come il Traiphum e il Tosachat. Due vere opere d'arte furono prodotte nel periodo di Thonburi commissionate da Taksin. nel 1776. Una delle due ha viaggiato parecchio e si trova oggi al Museo di Berlino. E' la piu' lunga quasi 60 metri di foglie contenenti 109 illustrazioni. Il secondo manoscritto si trova al Museo Nazionale di Bangkok .
I manoscritti del periodo di Bangkok allargano il numero dei soggetti trattati comprendendo strategia militare, addestramento di elefanti e di cavalli, anche in questo periodo furono realizzati grandi capolavori come i Tamra Thepharup, che sono trattati iconografici.
Con l'introduzione delle macchine per la stampa nel XIX secolo il periodo della scrittura su foglie di palma si concluse, ma molti governi fecero tutti gli sforzi possibili per preservare questi documenti.
Senza togliere niente ai manoscritti thai di cui abbiamo parlato, che devono essere considerati dei capolavori, nel 1997 l'UNESCO ha riconosciuto la "Collezione di Manoscritti Medici Tamil" Memoria del Registro Mondiale.
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