Due volte al mese, nel giorno di luna piena e di luna nuova i monaci organizzano una speciale cerimonia per recitare le Patimokkha e confessare qualsiasi trasgressione. In queste occasioni ai laici non e' permesso assistere.
L'Abhisamacara parla di come eseguire le regole, e' l'istruzione, che spiega come mettere in pratica i 227 precetti, ad esempio come indossare l'abito o come comportarsi in publico e cosi' via.
Deve essere compreso che tutti gli insegnamenti pratici che un monaco riceve riguardano la sua funzione come tale. Non contano esperienze precedenti, al di fuori di quelle che personali di quando era laico, o quelle eventualmente acquisite ome novizio. E' ovvio che un monaco, come tutte le persone, e' il prodotto della sua societa' e del suo ambiente e quindi avra' molteplici interessi, brame, attaccamenti e vizi, in modo simile alla sua famiglia e ai suoi amici. Diventare monaco e' il primo passo per liberarsi da tali contaminazioni ma non e' detto che cio' accada in modo automatico, facilmente e rapidamente e puo' anche darsi che tale liberazione non avvenga mai. Cosi' molti monaci mostrano quella che ad occhi critici puo' apparire come una condotta sconveniente.
Dei 227 precetti che un monaco deve rispettare ce ne sono solo quattro che portano all'espulsione dal monacato senza possibilita' di ritorno: indulgere in atti sesuali, rubare, uccidere e falsamente proclamare di aver ottenuto uno stato soprannaturale, simile a quello di un arahant, uno che e' illuminato. Queso gruppo di quattro regole e' chiamato parajikas.
Altre offese sono trattate all'interno del monastero, piu' o meno seriamente, dipende dal caso. Alcune contravvenzioni, come ad esempio quella di sedere con una donna in un luogo dove non possono essere visti richiedono una pena di qualche sorta mentre altre richiedono solo di essere confessate. Alcuni dei precetti riguardano il comportamento in publico e i monaci thai sono, senza eccezioni, piu' quieti e piu' disgnitosi dei loro seguaci laici.
Uno dei precetti che i monaci devono rispettare e' di non possedere oro e argento, con diverse interpretazioni di questa regola. Alcuni sostengono che cio' significhi che i monaci non devono possedere denaro in qualsiasi forma compreso oltre al denaro cambiali, cheque, carte di debito o di credito. Altri prendono la regola piu' alla lettera e non la applicano alle moderne forme di denaro. Allo stesso tempo e' riconosciuto che ci sono situazioni in cui e' obligatorio usare denaro per esempio quando si viaggia o per fare un acquisto in certe circostanze, non pero' cibo dato che uno dei precetti stabilisce che e' un'offesa mangiare e bere cio' che non e' stato offerto. Idealmente acquisti dovrebbero essere fatti in favore del monaco da una persona laica che l'accompagna ma questo non sempre e' possibile. Nei monasteri che seguono piu' strettamente questa regola le donazioni sono gestite da persone laiche ma anche nei monasteri di vedute piu' larghe le persone laiche fanno donazioni ponendo il denaro in una busta prima di offrirlo al monaco, in questo modo il monaco e' come non maneggiase denaro.
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