Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

lunedì 18 febbraio 2013

Breve storia dei cinesi in Thailandia.


Una delle domande piu' frequenti che si puo' porre chi e' curioso di questo Paese e' ma i cinesi in Thailandia? Nel senso come sono i cinesi arrivati a tanto in questo Paese? Va bene che sono considerati gli ebrei dell'Asia ma come hanno fatto a diventare cosi' importanti, addirittura essenziali? Ad avere in mano l'economia di un paese che per il resto mai e' stato colonizzato? A vedere cosa hanno conquistato, cosa hanno accaparato penso che nessuno si meravigliera' se ci sono persone che dicono che quella del paese mai colonnizato e' tutta una balla, la Thailandia l'hanno colonizzata loro e la colonizzazione dura ancora!
Per rispondere a queste domande occorre risalire a tanto tempo fa, alle prime testimonianze,  che ci restano oggi, di quando i cinesi sono arrivati da queste parti. Alcuni dei piu' bei bassorilievi lasciatici dai khmer si trovano in Angkor Thom, il complesso templare, che tutti conoscono considerato una delle meraviglie del mondo. uno di questi bassorilievi, quello che si trova nel cortile interno, rappresenta, con i dettagli piu' minuziosi, una giunca cinese, che assomiglia moltissimo a un tipo particolare di barca costruita in Siam e usata dagli stessi cinesi per commerciare nel Golfo di Thailandia fino a secoli abbastanza recenti. Due semplici considerazioni e cioe' il fatto che Ankor Thom fu completato non piu' tardi della prima decade del XII secolo e la data di arrivo dei thai nel delta del Chao Phraya e' nel XIII secolo, questo permette di dire che i cinesi erano gia' da queste parti quando arrivarono i thai. Viaggiatori e cronache thailandesi che risalgono a quel periodo ci parlano dei cinesi e  ci dicono che regolarmene essi si recavano in Cambogia per commerciare.
Il regno thai di Sukhothai fu istituito nella meta' del XIII secolo e la corte Mongol che regnava sulla Cina ne fece uno stato tributario, che dai cinesi veniva chiamato Hsien. Emissari cinesi si recarono a Sukhothai nel 1282, 1293 e 1294, richiedendo quest'ultima volta la presenza di Ramkamhaeng alla corte reale cinese. In seguito Ramkamhaeng mando' missioni alla corte cinese nel 1314, 1319 e l'ultima nel 1323. I traffici continuarono fino a che giunsero alla fine dopo il collasso della dinastia Mogol. Per decenni, durante il primo periodo della dinastia Ming non ci furono rapporti commerciali. Fu dopo questo periodo che riniziarono missioni per portare tributi da Ayutthaya alla capitale Ming di Nanchino. Nel 1370 furono presi accordi per cui Ayutthaya veniva riconosciuta come la legittima erede di Skhohai e quindi il vassallaggio della citta' stato poteva essere accettato.
A questa ratifica  seguirono altre missioni per commerci e affari di stato. Gia' da allora iniziarono le prime assimilazioni. Alle donne thai piacevano i cinesi, li sposavano e avevano figli e essi si adattavano facilmente alla situazione, il loro ingresso nella societa' di Ayutthaya fu facile e senza troppi traumi. Ai primi del XVI secolo c'era gia' un quartiere cinese in nella capitale siamese. Questo non deve stupire e non era un fatto nuovo o straordinario dato che le prime prove si assimilazione di cinesi in Siam risalgono a prima del XV secolo. una prova sta' nei famosi vasi Sawankhalok del periodo di Sukothai. I vasi furono introdotti dalla Cina intorno al 1300 e per lungo essi evidenziarono disegni e tecniche cinesi poi queste influenze sparirono intorno alla meta' del XV secolo il che significa che i discendenti dei vasai cinesi immigrati erano stati completamente assimilati in quel periodo.
Quando nel 1511 Albuquerque decise di mandare un ambasciatore in Siam da Malacca dovette ricorrere a giunche cinesi e De Campos afferma che in quel periodo commercianti cinesi si trovavano ovunque in Siam. Ci furono varie conferme e nel 1616 un olandese residente a Pattani scrisse che i cinesi erano molto superiori ai thai in quella zona. Secondo Van Vliet (1602-1663) i cinesi arrivavano in Thailandia  con grandi quantita' di merci, commerciavano, scambiavano e ripartivano con grandi carichi di legno pregiato e altre merci.
Secondo le cronache di Ayutthaya re Ekathotsarot (r. 1605-1610) fu molto interessato a tutti i modi possibili per arricchire il suo tesoro e si comporto' sempre benevolmente verso gli stranierei in modo particolare con portoghesi, spagnoli, filippini, giapponesi e cinesi. Fu durante il suo regno che un cinese scrisse: "Gli abitanti del Siam accettano i cinesi molo bene, molto meglio di quello che fanno i cittadini di altri paesi, Cosi' il Siam e' amico dei cinesi". L'andamento generale nei primi due secoli e mezzo della dinastia Ming fu quello di diminuire i tributi al Siam ma allo stesso tempo di incrementare i traffici e le immigrazioni. Grazie a questi commerci e ai guadagni che da essi derivavano il tesoro reale e il benessere del popolo aumentarono.
Tutto questo duro' bene o male fino al regno di Prasat Thong che impose pesanti tasse e prezzi di mercato calmierati facendo in modo che per un certo periodo nessun commerciante volesse entrare in Siam a meno che non fosse obbligato a farlo. La posizione dei commercianti cinesi raggiunse il suo nadir nel periodo che va dal 1620 al 1632, un periodo che comprende il regno di Re Songtham e i primi tre anni del regno di Prasat Thong. In questi anni i mercanti che lasciarono il paese non furono pochi, d'altra parte chi non se ne andava poteva essere cacciato od espulso, in quel periodo rimasero solo pochi ricchi mercanti arabi e cinesi. Ma dal 1632 la posizione dei mercanti cinesi torno' a splendere e rimase brillante fino alla fine del periodo di Ayutthaya, nel 1767.
Fu dopo pochi anni di regno di Prasat Thong che accaddero dei fatti che riportarono i cinesi alla ribalta. Il primo fu la persecuzione contro i giapponesi, dovuta al fatto che il re aveva usurpato il trono e nel momento in cui era avvenuto l'intrigo di palazzo i giapponesi si erano schierati contro di lui. Poi comincio' a sospettare nuovi intrighi fino a che nel 1632 massacro' la colonia giapponese in Ayutthaya e chi non peri' fu cacciato dal paese. I giapponesi cessarono le relazioni con il Siam, ma non solo, dal 1766, chiusero le loro frontiere a tutti gli stranieri, esclusi i cinesi. Il secondo fatto che porto' in questo momento i cinesi ad emergere fu il rapido adattamento di questi al sistema dei monopoli reali.essi riuscirono a convincere il re che avrebbe potuto realizzare grandi profitti solamente in un modo, utilizzando i commercianti cinesi, dato che essi erano, oltre che esperti nei traffici, i migliori marinai che poteva trovare, con accesso ai piu' importanti porti cinesi. E' ovvio che una vola che fu convinto di questo i cinesi cominciarono ad essere benvoluti da re Prasat Thong.e cominciarono ad essere designati a importanti uffici e posizioni. Cio' porto' nuove ricchezze dato che riuscirono a portare a termine importanti affari per conto proprio.
Oltre a cinesi, nel XVII secolo, c'erano inglesi e olandesi che commerciavano in Siam ma per tutto il periodo di Prasat Thong solo gli olandesi erano in grado di far loro una qualche concorrenza. Gli attriti fra i due giunsero a un culmine nel 1663, durante il regno di Re Narai, quando cinesi armati assediarono la postazione olandese di Ayutthaya e misero in fuga i concorrenti. Sembra che alcuni ufficiali del re abbiano incitato i cinesi all'azione. Gli olandesi insorsero con la forza e nel 1664 riuscirono a concludere un trattato con re Narai che danneggiava pesantemente gli interessi cinesi, l'articolo di un trattato dava agli olandesi il monopolio esclusivo sulle pelli di cervo e bovine. un altro articolo prevedeva che ne' il re ne' altra persona poteva avere il potere di porre qualsiasi cinese su una delle loro navi, ne' poteva portare nessun cinese all'interno dei loro confini e se avessero incontrato giunche o vascelli cinesi in mare potevano sequestrarli  con tutto l'equipaggio.
Alla morte di Re Narai la rivoluzione contro gli occidentali li caccio' dal regno per circa un secolo e mezzo. I traffici francesi e inglesi cessarono. Anche gli olandesi, che in un primo momento sembro' potessero conservare i loro monopoli intatti ebbero gravi problemi dal 1705 e da allora i loro traffici divennero sporadici. Ovviamente tutti i traffici svolti fino a quel momento dagli occidentali passarono ai cinesi. Essi non poteva essere considerati stranieri dai thai. In fin dei conti thai e cinesi venivano dallo stesso paese, la Cina. Essi cosi' poterono fermarsi, non solo, occuparono migliori posizioni e vista la situazione favorevole ci furono grandi migrazioni. Restarono e occuparono importanti posizioni non solo come mercanti. Non e' da pensare che la Thailandia una volta chiuse le frontiere agli occidentali sia diventato un paese in coma, anzi al contrario. I traffici con la Cina furono imponenti in questo periodo e senza i farang a rompere le scatole tutto veniva accaparrato da thai e cinesi. Questi ultimi divennero cosi' importanti che furono largamente impiegati nelle imprese reali. Essi arrivarono  a comprarsi importanti cariche. Quando il capitano Hamilton visito' Phuket, agli inizi del XVII secolo, racconto' che i governatori dell'isola erano in genere cinesi che avevano comprato la loro posizione alla corte del Siam e per rifarsi delle spese opprimevano la popolazione. Inoltre gia' da quel periodo i siamesi rispettavano i cinesi e li tenevano in alta considerazione essi li impiegavano in occupazioni che non amavano. Diverse erano le caratteristiche dei due gruppi e queste differenze facevano si che essi potessero amalgamarsi insieme, senza sovrapporsi. I caratteri di un thai e di un cinese non sono simili, cosi' per il loro essere i cinesi che arrivavano occupavano posti di lavoro che ai thai non interessavano. I thai preferivano lavorare in agricoltura, nel governo o impiegarsi in altri lavori, mentre i cinesi preferivano darsi al commercio, all'industria, alla finanza, alle miniere, o all'estremo in lavori dove potevano ricevere un salario come ufficiali, amministratori, raccoglitori di tasse. In pratica fra i due gruppi avveniva una divisione o per meglio dire una specializzazione nei lavori a seconda delle preferenze. Moli degli scrittori del XIX secolo che notarono queste differenze indagarono le differenze di carattere fra i due popoli. I cinesi si mostravano industriosi, orgogliosi di lavorare a lungo e in modo duro, fissi e tenaci nel perseguire i loro scopi, le loro ambizioni, i desideri di ricchezza, gli avanzamenti economici. I thai d'altra parte erano indolenti, riluttanti a lavorare se non per necessita', mai lo avrebbero fatto per qualcosa che non fosse immediato, essi erano contenti col loro appezzamento di terreno, non interessati al denaro ad avanzamenti economici e soddisfatti anche in una situazione di dipendenza.   . 
I cinesi giocarono un importante luogo durante l'assedio della capitale da parte dei birmani nel 1760, Turpin dichiara che erano 6.000 i cinesi impiegati nella difesa della citta'. Essi furono posti alla difesa delle chiese cristiane e si unirono ai portoghesi e agli olandesi nella difesa dei quartieri di questi. Tutto fu pero' inutile.
La maggior figura che sorse dalle ceneri della capitale era nata nel 1734 da padre cinese e da madre thai. Il padre di Taksin era infatti un Teochiu, un immigrato in un periodo imprecisato in Ayutthaya, che aveva fatto fortuna detenendo il monopolio del gioco d'azzardo nella citta'. La sua famiglia viveva dall'altra parte della strada dove si trovava il palazzo di un gentiluomo che, diede al futuro Thaksin, il nome di Sin "Ricco" e lo allevo' come fosse il figlio di un nobile, introducendolo a corte fin da adolescente come assistente reale. Inutile tracciare qui la storia di come Thaksin, una persona per meta' cinese, riusci' a porre l'intero paese sotto il suo controllo e a mantenerlo per 14 anni, egli fu colui che dopo la caduta di Ayutthaya istitui' la nuova capitale, Thonburi,e una sua biografia si trova nella galleria dei personaggi.
Vicino a Thonburi, dall'altra parte del fiume, dove oggi si trova il Grand Palace era stanziata la comunita' cinese di Bangkok, da quanto fosse li non e' dato sapere quello che e' certo prima del 1767, probabilmente dalla prima meta' del XVII secolo. Fu cosi' naturale che sotto la guida di Thaksin essi acquistassero maggiore e grande importanza.
Ma cinese o meno molto probabilmene Taksin non poteva fare diversamente. Furono missionari cattolici a parlarne. Se dopo la completa distruzione operata dai birmani fu possibile ripristinare uno stato siamese lo si deve anche alla grande disponibilita' dei cinesi. Furono i cinesi a porre il denaro, che avevano salvato, a mettere in circolazione l'oro e l'argento, fu la loro volona', il loro desiderio di fare industria che porto' a un rapido recupero del regno. Se essi, allora, non fossero stati cosi' avidi di guadagno, sicuramente la Thailandia oggi sarebbe stata tutta un'altra cosa.
Dopo che la pazzia si porto' via Thaksin e Chao Phraya Chakri sali' al trono, per suo volere, la capitale fu spostata da Thonburi a Bangkok e la Chinatown di allora dovette andarsene per lasciar posto al Grande Palazzo. Fu lui a spostare il rione cinese con i i suoi abitanti dove si trova oggi, Samphaeng.
I primi due re Chakri svilupparono i traffici dello stato e i monopoli reali a un livello mai raggiunto fino ad allora. A causa di questo, per incrementare la produzione e l'esportazione di prodotti siamesi, furono incoraggiate le immigrazioni di cinesi. Queste immigrazioni iniziate sotto Thaksin continuarono per tutto il XIX secolo. Fu in questo secolo che si comincio' a dire che in ogni thai c'e un po' di sangue cinese e che questo e' presente anche nella famiglia reale. Ci si puo' chiedere quando il sangue della famiglia reale thailandese fu mescolato con quello cinese. Sembra che questo sia successo fin dall'inizio della dinastia Chakri, fu lo stesso re Mongku ad asserire che il padre di Rama I si sposo' con la bellissima figlia di una ricca famiglia cinese e questa donna fu probabilmente la madre di Rama I. Re Rama I ebbe un grande harem che ospito' diverse concubine cinesi ma e' certo che la madre di Rama II fu una una thai. Dato questo Rama II fu cinese per 1/4 e Rama IV per 1/8. Rama IV pero' fu figlio di Rama III e della regina Suriyen che era figlia della sorella di Rama I e di un ricco padre cinese, quindi dato che sua madre aveva 3/4  e suo padre 1/4 di ascendenza cinese Rama IV, Mongkut, doveva essere per meta' cinese. Rama V, Chulalongkorn fu figlio di Rama IV e di una nipote di Rama II che doveva essere per 1/16 cinese, cosi' Chulalongkorn doveva essere per 1/4 cinese.
Il Siam riapri' al mondo durante il regno di Re Nang Klao, Rama III (1824 –1851), aveva chiuso le se frontiere nel 1688, quasi 150 anni di isolamento non avevano senz'altro permesso la creazione di una classe manageriale che potesse dialogare col mondo esterno, i cinesi continuavano ad essere vitali per il Paese. Sostituirono i thai nei loro commerci e relazioni internazionali      
Fu quello anche il periodo in cui ricchi cinesi cominciarono a scalare la upper class del Paese. Era allora comune per i cinesi che avevano fatto un sacco di soldi pagare per diventare nobili, raggiunto questo traguardo diventava consuetudine presentare le proprie figlie al re come ancelle in attesa con la possibilita' di diventare concubine. Una di queste la figlia di un cinese che era diventato nobile fu presa come moglie da re Mongkut e piu' tardi elevata a regina. Essa fu la madre della principessa Saowapa che piu' tardi divenne una delle regine di Rama V e la madre di Rama VI e Rama VII e quindi si puo' concludere che questi due sovrani erano per piu' della meta' cinesi per antenati.
Nel 1855 i traffici e i commerci statali cessarono, i cinesi si adeguarono. Cio' accadde in un periodo in cui l'economia siamese era in espansione e creo' necessita' di lavoratori, la carenza fu riempita da nuovi lavoratori cinesi che arrivati dalla Cina costruirono ferrovie, nuovi canali e altre infrastrutture moderne.   
Nel 1860 arrivo' in Thailandia uno dei cinesi piu' importanti per la storia del Regno, si chiamava Seng Sae Khu e come molti suoi compatrioti ottenne una concessione per raccogliere tasse dagli agricoltori, pago' un prezzo inferiore alle tasse che doveva raccogliere e col tempo accumulo' una piccola fortuna ma mai nella sua vita penso' per un solo momento che sarebbe stato ricordato e sarebbe passato alla storia in un tempo da lui molto molto lontano.. L'impiego come esattori fu uno dei piu' importanti lavori svolto dai cinesi, si adattava perfettamene al loro carattere e per come si movevano in questo campo erano apprezzati non solo dai regnanti thai ma anche dai poteri coloniali. A parte i loro datori di lavoro, per quello che facevano i cinesi non divennero molto popolari presso gli agricoltori thai. Ma ai governanti di quei giorni poco interessava come le tasse erano raccolte e quanto era raccolto,  bastava che la somma richiesta entrasse nei loro forzieri. Cio' permetteva agli esattori cinesi di chiedere piu' delle tasse volute dal sovrano ma questo li rendeva anche una delle piu' detestate classi della societa' thailandese. Essi erano completamente insensibili a pianti e grida mobilio, bestiame e terra erano facilmente confiscati se non venivano pagate le tasse che gli esattori cinesi imponevano. Se niente di valore era disponibile potevano essere presi membri della famiglia, usualmente la figlia o il figlio, per il pagamento. Questi ostaggi potevano essere tenuti fino a che le tasse non erano pagate, questa specie di schiavi potevano essere affittati come forza lavoro o vendute come prostitute e concubine.
La maggior parte dei cinesi che arrivavano in Thailandia fuggivano dalla corruzione della dinastia Quing, dal massiccio aumento della popolazione in Cina e dalle alte tasse imposte nel Paese. Seng Sae Khu entro' a fare parte di questo gruppo che fra le altre cose era facilmente riconoscibile dato che i cinesi, anche se sposavano donne thai e si creavano una famiglia in seno al paese, non cambiavano il proprio cognome. Se era veramente difficile riconoscerli per le loro caratteristiche fisiche essi erano facilmente identificabili dal loro nome. Con un lampo di genio e per difendere quel gruppo di suoi sudditi di cui si sentiva per discendenza di far parte, Re Rama VI (191-1925), un re per meta' cinese emano' una legge che diceva che i cinesi dovevano adottare cognomi thai, sia per facilitare l'assimilazione che per renderli meno facilmente identificabili. La maggior parte dei cinesi opto' per diventare thai.
Seng Sae Khu visse e mori' in perfetto anonimato. Era diventato ricco utilizzando quei metodi comuni a tutti i suoi connazionali raccoglitori di tasse, cioe' a una minoranza etnica meta' della quale faceva risalire i suoi antenati alla prefettura del Chaozhou, nel nord Guangdong. Quasi tutti si erano spostati da soli, non avevano cioe' portato con loro famiglie o donne e si erano sposati con le thai, una delle ragioni della loro integrazione, in questa societa'. La loro assimilazione avvenne in modo relativamente tranquillo comunque lontano dalle persecuzioni che divettero subire i cinesi in Indonesia da parte degli olandesi o nelle Filippine da parte degli spagnoli. I figli dei matrimoni misti erano sino-thailandesi e venivano chiamati Luk-jin in tailandese.
Nel tardo XIX secolo, quando la Thailandia era impegnato nella difesa della sua indipendenza dalle potenze coloniali, banditi cinesi di Yunnan iniziarono a razziare il Paese dando inizio a quelle che vennero poi chiamate Guerre Haw (1865 - 1890). Gli atteggiamenti nazionalisti thai a tutti i livelli si colorarono in quel periodo di sentimenti anti-cinesi. I membri della comunità cinese avevano a lungo dominato il commercio interno e avevano prestato servizio come agenti per i monopoli commerciali reali. Con l'ascesa di influenza economica europea, tuttavia, molti cinesi si spostarono al traffico dell'oppio e alla raccolta fiscale, entrambe erano occupazioni che in precedenza essi avevano disprezzato. Inoltre, commercianti, mugnai e coltivatori di riso cinesi furono accusati di una recessione economica che colpi' il Siam per quasi un decennio dopo il 1905. Le accuse di corruzione nei funzionari, le guerre tra le società segrete cinesi, l'uso di tattiche violente per riscuotere le tasse favorirono il sorgere di risentimenti thai contro i cinesi in un momento in cui la comunità si stava espandendo rapidamente a causa dell'immigrazione. I cinesi erano anche accusati di produrre povertà per il contadino thailandese, che doveva pagare tassi di interesse astronomici, quando in realtà, l'attività bancaria Thai era in una situazione altamente competitiva.
Nel 1879, i cinesi controllavano il 100% dei mulini a vapore per il riso, che per lo più erano stati venduti dagli inglesi. Sebbene la maggior parte dei principali uomini d'affari presenti nel paese fossero di origine cinese e i cinesi rappresentassero ormai una parte significativa della classe superiore thailandese, alcuni thai-cinese in questo periodo continuavano a vivere in capanne senza servizi elettrici e servizi igienici. 
La popolazione cinese in Thailandia passo' da 230.000 persone nel 1825 a 792.000 nel 1910, il 10%, nel 1932, circa il 12,2% della popolazione della Thailandia era cinese. Dal 1882 al 1917, da 13.000 a 34.000 cinesi per anno entravano nel paese. In totale, quasi 1,5 milioni di immigrati cinesi entrarono nel paese per la maggior parte si stabilirono in Bangkok. La maggior parte dei cinesi veniva dalla Cina meridionale da dove erano stati scacciati da inondazioni e siccità. Arrivati in Thailandia , si erano impiegati in occupazioni che richiedevano duro lavoro, abilità e 'imprenditorialità. Avevano cominciato a lavorare come fabbri, operai della ferrovia, minatori, conducenti di risciò. Mentre la maggior parte dei thailandesi erano impegnati nella produzione di riso, i cinesi portarono nuove idee e nuovi metodi di lavoro nella produzione di stagno e nelle piantagioni di gomma..
La tradizione dei matrimoni cinesi-thai diminui' fortemente all'inizio del XX secolo quando un gran numero di donne cinesi comincio' a emigrare in Thailandia, il fatto che i cinesi arrivassero con le famiglie creo' resistenze all'assimilazione. In precedenza le donne che emigravano erano una minima pare che non eccedeva il 2-3% del totale degli immigrati. La maggior parte delle donne cinesi che fino ad allora erano arrivate in Siam erano destinate ai bordelli. Fino a questo momento l'alternativa per i cinesi che emigravano erano due sole o , fregandose della moglie rimasta in Cina si risposavano, o rimanevano celibi per tutta la vita. Nella meta' del XIX secolo testimoni e studi asseriscono che in media dopo 5 anni dall'arrivo gli uomini immigrati si erano sposati con donne thai. La lingua e la poverta' sembra siano stati gli unici impedimenti per sposare una thai. per il resto, come oggi, poco contava la religione, sembra che fossero gli uomini cinesi ad adattarsi al credo religioso della controparte. Dato che normalmene i cinesi potevano offrire di piu' e trattavano le donne con piu' considerazione di quello che facevano i thai esse li accettavano piu' volentieri. quindi nel XIX secolo il matrimonio con una thai fu la regola per un cinese immigrato con un'occupazione e uno status che poteva permetterlo, questo cambio" agli inizi del XX secolo.
Fu intorno al 1910 che comincio' a svilupparsi il nazionalismo  cinese, incoraggiato da Sun Yat-sen, il leader della rivoluzione cinese, Questo si contrapponeva al nazionalismo thailandese. La comunità cinese sostenne anche un sistema scolastico separato per i suoi figli.   
Nel corso degli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale, le principali esportazioni dalla Thailandia furono riso, stagno, gomma e legno che erano sotto il controllo cinese mentre il predominio occidentale detenuto da australiani, europei e americani, si manifestava nel settore forestale, minerario, dei mulini a vapore per il riso, dove erano in concorrenza con i cinesi. Nel 1924, l'etnia cinese controllava 3 delle 9 segherie a Bangkok, il mercato del giardinaggio, la produzione di zucchero e l'esportazione del pesce. Nonostante il dominio britannico nell'economia tailandese negli anni intorno al 1890 i cinesi controllavano il 62% del business di import export, dato che operavano anche come agenti per gli inglesi.
I cinesi in Thailandia anche subito una discriminazione tra 1930 al 1950 sotto la dittatura militare del primo ministro Plaek Phibunsongkhram, a dispetto del fatto che fosse in parte cinese, egli stesso. Le società di Stato si impadronirono degli importanti settori delle materie prime riso, tabacco e petrolio, in quel periodo in mano cinesi rimasero il settore alimentare e del dettaglio, ma su questi furono poste una serie di nuove tasse e controlli se in mano ai cinesi. . Tuttavia, i cinesi erano ancora incoraggiati a diventare cittadini thailandesi, e nel 1970 è stato stimato che più del 90% dei cinesi nati in Thailandia lo aveva fatto. Nel 1975, sono state stabilite le relazioni diplomatiche con la Cina.
Interessante e' il numero di primi ministri e politici cinesi che si sono alternai in decenni recenti, ricordiamo qui i primi ministri: Phraya Manopakorn Nititada, 28 giugno 1932 -20 luglio 1933; Plaek Phibunsongkhram, 16 dicembre 1938 - 1 agosto 1944; Pridi Banomyong, 24 marzo 1946 - 23 agosto 1946; Thawan Thamrongnawasawat, 23 agosto 1946 - 8 novembre 1947;' Pote Sarasin, 21 settembre 1957 - 26 Dicembre 1957; Thanin Kraivichien, 8 ottobre 1976 - 19 ottobre 1977; Chatichai Choonhavan, 4 agosto 1988 - 23 febbraio 1991; Anand Panyarachun, 2 marzo 1991 - 23 marzo 1992, 10 giugno 1992 - 22 settembre 1992; Suchinda Kraprayoon, 7 aprile 1992-24 maggio 1992; Banharn Silpa-archa, 13 luglio 1995 - 24 Novembre 1996; Chavalit Yongchaiyudh, November 25, 1996 – November 8, 1997; Chuan Leekpai, 9 novembre 1997 - 9 febbraio 2001; Thaksin Shinawatra, 9 febbraio 2001 - 5 aprile 2006, 23 maggio 2006 - 19 settembre 2006; Surayud Chulanont, 1 ottobre 2006 - 29 gennaio 2008;' Samak Sundaravej, 29 gennaio 2008 - 9 settembre 2008; Abhisit Vejjajiva, 17 dicembre 2008 - 5 agosto 2011, Yingluck Shinawatra, 5 agosto 2011  presente. 
E visto che lo abbiamo nominato torniamo al nostro Signor Seng Sae Khu e al motivo per cui divento' famoso, non fu per merito suo ma di un suo pronipote che e' diventato in questi ultimi decenni l'uomo piu' ricco e allo stesso tempo piu' odiato e amato di Thailandia e il cinese piu' noto del paese, Thaksin Shinawara e della sorella di lui,Yingluck. A chi e' interessato a questo periodo consiglio l'ottimo ebook "Da Thaksin a Yingluck: la Saga dei Shinawatra" di Francesco Tortora, in vendita presso l'Indro.it
La  crisi del 2010 ha trasformato una fiorente economia e una delle piu' indipendenti e armoniose nazioni dell'Asia in un luogo dal futuro incerto dato che oggi  differenti interessi thai-cinesi si danno battaglia per avere la leadership su una nazione in cui l'elite e la classe media si sono ritrovate in strada contro i poveri della nazione. In Thailandia, un paese in cui, le differenze di stato e di classe erano sempre state temperate dal buddismo e da una monarchia patriarcale, qui una coscienza da militanti di classe e' una cosa nuova che e' stata risvegliata con la coscienza del vasto gap fra ricchi e poveri.
Oggi la principale caratteristica della minoranza cinese in Thailandia e' che attraverso l'assimilazione essa e' una minoranza non visibile, che solo in tempi di tensioni sociali torna a mostrarsi nuovamente Solo quando c'e' bisogno di un capro espiatorio essa torna a mostrarsi nuovamente. 
9,9 milioni di cinesi, il 15% della popolazione. di questo Paese, secondo i dati del 2012 sono thai cinesi e si stima che almeno il 50% - 55% (30 - 33 milioni di persone) hanno un po' di sangue cinese nelle vene. I thai cinesi fanno della Thailandia il Paese al mondo che ospita la piu' grande comunita' cinese al di fuori della Cina. La maggior parte di loro non parla piu' la propria lingua di origine ma solo thai e sono principalmente concentrati nelle aree costiere e in Bangkok. Quasi tutti questi thai-cinesi si dichiarano cittadini e appartenenti a questo paese. Qui molti dei loro antenati sono arrivati piu' di 1000 anni fa, in alcuni casi anche prima. qui hanno vissuto vicende straordinarie e accumulato ricchezze, discendenti di cinesi resi nobili in tempi precedenti sono oggi annoverati fra le principali famiglie del paese..Essi rappresentano una significativa percentuale della classe imprenditoriale e superiore del paese, sempre hanno giocato un ruolo essenziale nei settori degli affari del commercio e finanziario ma sono diffusi in tutti i settori lavorativi e si stima che producano il 50% dell'intero PNL thailandese.
Gia' negli anni '30 il 70% dei punti vendita al dettaglio e dall'80 al 90% dei mulini per il riso erano controllati da etnia cinese. Un sondaggio sulle 70 piu' importanti societa' thailandesi dimostro' che solo tre non erano di proprietà di thai cinesi. I cinesi controllavano oltre l'80% delle società quotate in borsa e in Thailandia si dice che 50 famiglie di etnia cinese controllavano la maggior parte dei settori di attività del paese o dall'81 al 90% della capitalizzazione di mercato complessiva dell'economia thailandese. Imprenditori thai cinesi erano influenti nei settori immobiliare, agricolo, bancario e finanziario, nonché nel commercio all'ingrosso.
Dei 25 imprenditori leader nel settore delle imprese tailandesi, 23 erano di etnia cinese o di parziale origine cinese. I thai cinesi controllavano anche 63 dei 70 gruppi d'affari piu' grandi in Thailandia, facevano eccezione la Thai Military Bank, Crown Property Bureau, e la Thai-Indian Corporation. Le imprese familiari erano estremamente comuni e venivano tramandate da una generazione a quella successiva. Il 90% del settore manifatturiero e il 50% del settore dei servizi in Thailandia erano controllati da etnia cinese. Secondo Financial Statistics delle 500 più grandi societa' per azioni in Asia controllate da cinesi all'estero nel 1994, 39 aziende erano concentrate in Thailandia con una capitalizzazione di mercato di 35 miliardi di dollari e un totale attivo di 94 miliardi di dollari. In Thailandia, l'etnia cinese controllava le quattro maggiori banche private, di cui Bangkok Bank, la banca più grande e più redditizia della regione.
A seguito della crisi finanziaria asiatica del 1997, le riforme strutturali imposte dal Fondo monetario internazionale (FMI) in Indonesia e Thailandia hanno portato alla perdita di molte posizioni monopolistiche a lungo detenute dalla élite cinese. Tuttavia, si stima che i cinese thai possiedano il 60% del commercio internazionale, il 90% di tutti gli investimenti locali nel settore commerciale, il 90% di tutti gli investimenti locali nel settore manifatturiero, e Il 50% di tutti gli investimenti locali nel settore bancario e finanziario.
I miliardari thailandesi con capitale superiore a  cinque miliardi di dollari fino a poco tempo fa erano 5 ed erano tutti cinesi, fra essi si trovava Chaleo Yoovidhya, comproprietario della Red Bull morto il 17 marzo 2012, Nuovo miliardario entrato nella lista e' oggi al terzo Charoen Sirivadhanabhakdi, rispettando la regola di discendenza cinese. 32 fra le 40 persone piu' ricche di Thailandia sono thai di discendenza cinese. Secondo le stime circa il 4% degli appartenenti alle famiglie cinesi sono milionari in dollari, questo significa circa 400,000 individui.
Se si prendono in considerazione tutte le comunità cinesi all'estero le aziende a conduzione thai-cinese sono oggi i maggiori investitori in Cina. Un esempio è Pokphand Charoen (CP Group), un conglomerato tailandese con 25 miliardi di dollari di vendite annuali, fondato dalla  famiglia thai-cinese Chearavanont. Pokphand Charoen è attualmente il più grande investitore straniero in Cina con centinaia di aziende di prodotti agro-alimentari, dedito alla produzione e alla vendita al dettaglio, al tempo libero, ad attivita' industriali, impiega più di 150.000 persone nel Paese. L'azienda e' nota in Cina  come il "Chia Tai Group" e "Da Zheng Ji Tuan". CP Group possiede e gestisce anche Tesco Lotus, uno dei più grandi operatori stranieri di ipermercati con 74 negozi e 7 centri di distribuzione in 30 città in tutta la Cina. Una delle aziende di punta del Gruppo CP in Cina è un centro commerciale Super Brand, e' costato 400 milioni di dollari ed e' il più grande centro commerciale nella zona più esclusiva di Shanghai, il quartiere degli affari di Pudong..
Reignwood Pine Valley, il piu' esclusivo campo da golf e country club della Cina e' stato fondato ed e' di proprietà di un uomo d'affari thai-cinese, Chanchai Rouyrungruen, gestore dei business della Red Bull in Cina. E' famoso come il campo più popolare in Asia, ha ospitato numerosi tornei di golf internazionali, come Johnnie Walker Classic, ed è stato visitato da ex presidente americano Bill Clinton. Nel 2008, il signor Chanchai è diventato il proprietario di affari nel continente cinese.
Anand Saha-Union, gruppo industriale leader in Thailandia, ha finora investito oltre 1,5 miliardi di dollari in Cina, ed ha in funzione più di 11 impianti elettrici in tre province della Cina. Con più di altre 30 imprese in Cina, l'azienda impiega circa 7.000 lavoratori cinesi.
Central Group, il più grande operatore della Thailandia di centri commerciali (e' proprietaria del grande magazzino leader in Italia, La Rinascente), con 3,5 miliardi di dollari di vendite annuali fondata dalla un famiglia thai-cinese Chirathivat, ha recentemente aperto tre nuovi grandi magazzini in Cina.

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