Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

domenica 2 marzo 2014

Scuole d'arte in Thailandia: l'indianizzazione.

http://india.evolutiontravel.it/infovacanze/
L’indianizzazione dell’Asia sud orientale e’ constatabile piu’ di quanto non sia spiegabile.
In data sconosciuta, ma sicuramente non oltre il 300 a.C., i Mon  e i Khmer divisi in due tribù, spinti dall'aspansione dell'impero cinese cominciarono le migrazioni. I Khmer, gli antenati dei cambogiani di oggi migrarono lungo il fiume Mekong, i Mons andarono a ovest e si stabilirono in  Thailandia e in Birmania meridionale. Oggi i Mons sono una razza numericamente insignificante, solo mezzo milione di Mons vivono in una piccola area a est del delta dell'Irrawaddy, ma in questo momento erano un'importante civiltà. 

Quando i Mons raggiunsero il Golfo del Bengala presero contatto con l'India, che era governato da un re eccezionale di nome Asoka, si era verso la metà del III secolo aC. Asoka invio' monaci buddisti per convertire i Mons. Gia' nel 200 a.C. c'era uno stato Mon, con capitale a Thaton, che commerciava regolarmente con l'India e ne aveva conosciuto e era sicuramente stato affascinato dall'enorme cultura di questa nazione.
Poi nel II secolo a.C. aumentarono i traffici fra l'India e la Cina, il problema era che il viaggio non era affatto facile. La via diretta attraversava l'altopiano tibetano, una camminata estenuante che solo i commercianti più resistenti erano disposti a provare. C'era un'altra alternativa ma non era affatto meglio, un trekking attraverso le giungle montagnose della Birmania e dello Yunnan , o ancora un lungo giro attraverso l'Asia centrale in zone infestate dai barbari.
I mercanti indiani non potevano non pensare a una via d'acqua, d'altra parte gli indiani gia' a quel tempo erano navigatori eccezionali e avevano navi di 60 metri capaci di portare fino a 700 persone. Cercarono una d'acqua e la trovarono nei mari del Sudest asiatico, l'area che avrebbe dovuto sostenere la maggior parte del traffico , lo Stretto di Malacca tra Malesia e Sumatra , era infestata da pirati locali , ma nel complesso questo era il modo più semplice e veloce per viaggiare tra due centri principali della civiltà dell'Asia .  
Per realizzare tutto questo ci vollero secoli e fu all'inizio dell’era cristiana che i primi mercanti indiani fondarono sulle coste indocinesi e malesiane delle colonie in cui creare dei depositi di mercanzie che in quel momento erano destinate senza dubbio ai paesi occidentali, sopratutto all’impero romano piuttosto che all’India o alla Cina. Gli annali cinesi ci parlano di 10  regni lungo le coste del Golfo di Thailandia, che si trovavano normalmente alla bocca dei fiumi, in modo che era facile la spedizione di merci che attraversano le giungle dell'interno della penisola su vie d’acqua.  
Queste spedizioni all’inizio toccarono solo le coste ma col tempo cominciarono a spingersi verso l’interno. Ad influire su questo processi ci fu anche il fatto che nel I secolo d.C. Roma decise di ridurre l’esportazione dell’oro verso l’India. I mercanti indiani avevano sentito sicuramente parlare, specie nelle leggende dei marinai, di una terra chiamata Suvannabhumi “Il paese dell’oro” e focalizzarono l’attenzione su questa. Queste colonie, formate sopratutto da adepti del Buddismo e dell’induismo, prosperarono e servirono da modello alle popolazioni indigene. L’immensita’ della cultura indiana raggiunse e coinvolse l’Indocina.
 L’intensificazione dei rapporti di carattere economico avvicino’ sempre di piu’ l’induismo alle comunita’ indigene. Sicuramente ci furono matrimoni misti, principi indiani e dotti vennero insieme alle spedizioni. Questi principi si sposarono con donne delle famiglie indigene regnanti e portarono con loro la corte dei brahmini, i cui rituali furono adottati dai re khmer. Il concetto indiano di re-dio fu cio’ che affascino’ i governanti khmer dato che permetteva loro di consolidificare il potere. I governanti locali chiamarono se stessi maharajah e imitarono le corti dell'India fino ai più piccoli dettagli.
Ma cosa vuol dire che in quel periodo la Thailandia e il Sudest asiatico furono indianizzati? A questa domanda partendo da Coedes hanno dato risposta fior di scienziati, fra cui si possono ricordare Robert L. Brown, W. Mabbett, Brian Harrison e molti altri.
Coedes ne diede il primo concetto:
"L'indianizzazione e' l'espansione di una cultura organizzata e formata su concezioni indiane della regalità, l'induismo e i culti buddisti e la lingua sanscrita".
Le concezioni che intervengono nel processo e che vengono largamente diffuse in modo piu' dettagliato sono: indianizzazione della fede come induismo e il buddismo; indianizzazione della lingua e della della letteratura, come il sanscrito Ramayana;  indianizzazione della regalita' e delle istituzioni amministrative, indianizzazione dell'arte e dell'architettura, indianizzazione del sistema sociale, come le caste e i riti di passaggio.
L'arte dal I all'VIII secolo nel sud della Thailandia fu dominata da India. Questa arte incluse oggetti fatti ​​in India ed importati, copie fatte in Thailandia e altra arte thai fatta su concetti indiani.
Il concetto del re dio influenzo' le popolazioni che allora abitavano la Thailandia  e fu ripreso piu' tardi dai thai che rimasero affascinati da tutto cio' che videro al momento del loro arrivo nelle terre che sarebbero poi diventate la loro patria. Il mondo in cui si trovarono a vivere era pervaso da architetture, arti, modelli di governo, concetti filosofici e religiosi, opere letterarie che li sbalordivano e li affascinavano. L'assimilazione della cultura indiana da parte dei thai avvene in modo cosi' rilevante che concetti indiani continuarono a influenzare la loro arte fino al XIX secolo, si pensi al Ramakian, derivato dal Ramayana, e a tutto cio' che quest'epopea ha portato nella cultura thai anche moderna o a certe statue che sicuramente sono moderne ma pur richiamano divinita' thai, il santuario di Erawan e' del secolo scorso, tanto per citarne solo una.
In base a quanto sopra in Thailandia il sistema di scrittura è basato sull'alfabeto indiano, il pali era la lingua del buddismo, il Dharmasastra indiano era la base del diritto e dell'amministrazione politica e la letteratura indiana è stata la base per il teatro, la letteratura, la danza e l'arte.
Il brahmanesimo era, e per alcuni aspetti rimane, la religione della corte e il re è stato considerato come la rappresentazione terrena del dio Vishnu. brahmanesimo, buddismo hinayana e buddismo mahayana erano le religioni.
Arte, architettura, governo, letteratura, religione e filosofia Indiane hanno avuto un impatto fondamentale in Thailandia, cio' nonostante i thai fossero migrati dalla Cina.
Regni indianizzati nel corso della storia del sud-est asiatico furono Funan, Champa, Khmer, Srivijara e il fenomeno  ha coperto quasi tutte le zone dell'Asia meridionale.
NIente rimane per quanto riguarda l'architettura del primo periodo nel sud Thailandia, neppure una descrizione, cosi' non se ne conosce il motivo. Si possono solo fare ipotesi. Anche gli edifici importanti erano fatti come quasi tutto il resto in legno e l'umidita' e gli insetti se li sono mangiati? Erano fatti in mattoni e sono stati distrutti dal passare del tempo aiutato dalla natura.
I principali resti di questo periodo per quanto riguarda la statuaria predominavano le statue di Vishnu, famosa quella che si trova in Wat Sala Thung in Chaiya che data dal IV secolo e ha influenze della scuola Gandhara del nord India. Il culto induista di Shiva e la sua convivenza con il culto buddista era presumibilmente ben stabilito dal sesto secolo, da questo periodo opere d'arte si trovano in numerose immagini di Buddha sia in bronzo che in pietra, esse riflettono influenze Gupta e di altre scuole indiane.  
Ma i mercanti indiani presero anche altre vie, a nord, si mossero attraverso le montagne della Birmania e si diressero sud verso la foce del Chao Phraya o a est verso l'Indocina. Da notare che una lampada in bronzo romana e' fra i primi ogggetti rinvenuti del III secolo d.C., fu trovata nella provincia di Kanchanaburi al Passo delle Tre Pagode. In tutta questa zona comuque statue di Vishnu e lingam con la faccia di Vishnu sono state ritrovati, seppur in numero minore che a sud. Stile indiano e' anche visibile nei vasi del VI secolo trovati in Chansen, nell'odierna provincia di Nakhon Sawan. Se in un primo periodo, dal I al VI secolo, in questa zona ci fu una forte influenza del regno di Funam, fu comunque nel VI secolo che la zona centrale della Thailandia produsse artisti capaci di allontarsi dagli stili tipici dell'arte indiana e di produrre statue con nuove caratteristiche.  Congiuntamente al Buddha ci furono statue di divinita' induiste. 
 Migliori esempi di arte di questo periodo si posso vedere al Museo Nazionale di Bangkok, al Museo Nazionale di Nakhon Si Thammarat, e a Wat Phra Mahathat Museum, Chaiya.
Non si puo’ concludere questa parte se non si dicono alcune parole su Coedès persona veramente importante per aver riportato alla luce il passato regno di Srivijaya e per aver concepito la teoria dell'indiazizzazione del Sudest asiatico.
Coedès era nato a Parigi il 10 agosto 1886 da una famiglia di ebrei ungheresi emigrati i cui antenati si erano spostati a Strasburgo prima del 1740. I suoi antenati avevano lavorato per il tesoro reale, suo nonno, Louis Eugene Coedes, è stato un pittore, allievo di Léon Coignet, Hyppolite suo padre lavorava come banchiere.
Dal 1903 al 1905 studio' presso l'Ecole Pratique des Hautes Etudes, Sezione Scienze Religiose, dove ebbe come maestro Alfred Foucher, docente di sanscrito, che lo introdusse ai metodi di archeologia e iconografia, dandogli le basi per diventare studioso, epigrafista, archeologo, storico, esperto di lingue. Con questo bagaglio Coedès si interesso' del Sudest asiatico.
Il 24 ottobre 1911, è nominato residente presso la Scuola francese d'Estremo Oriente, in sostituzione di Henri Maspero, figlio del celebre egittologo Gaston Maspero. Partì per la Cambogia alla fine del 1911.
Lo scoppio della prima guerra mondiale ha un effetto inaspettato sulla sua carriera. In primo luogo, viene riformato attraverso l'intervento del suo direttore Louis Finot che non vuole perdere i suoi ricercatori. Inoltre la Thailandia dichiara guerra alla Germania la conseguenza e' che si libera il posto di direttore alla biblioteca Vajirañana, l'attuale Biblioteca Nazionale, di Bangkok che era detenuto fino a quel momento da Oscar Frankfurter, un tedesco che torna in patria per evitare di essere internato in Siam. Il principe Damrong gli propone di sostituirlo, cosi' Coedes entra al servizio del governo siamese nel dicembre 1917, previa approvazione del Governatore generale dell'Indocina, Albert Sarraut.
Coedes divenne direttore della Biblioteca Nazionale di Thailandia nel 1918.
Nel 1919 la Thailandia gli conferisce la decorazione di Comandante di terza classe del piu' alto ordine dell'Elefante Bianco.
Nel 1926 la Francia gli conferisce la Legion d'Onore.
Nel 1929 divenne direttore della Scuola francese d'Estremo Oriente, che si trovava ad Hanoi, citta' dove rimase fino al 1946.
Torno' in Francia e a metà gennaio 1947, fu nominato curatore del museo Ennery, a Parigi.
Nell'anno accademico 1947, è nominato professore di etnografia a la Graduate School of Anthropobiology, docente di storia dell'Indocina presso l'École nationale de la France d'outre-mer e soprattutto docente di thai a l'École nationale des langues orientales vivantes. L'esperienza che ha pazientemente accumulato in oltre 35 anni tra i monumenti in Asia, a decifrare iscrizioni, a costruire relazioni con studiosi locali e i maggiori scienziati del mondo, sarà da quell momento utilizzata per costruire la prossima generazione di studiosi e orientalisti.
Il 14 febbraio 1958, l'Accademia di iscrizioni e belle lettere decide di ammettere Coedes fra le sue fila, concedendogli la sedia occupata in precedenza da Maurice Gaudefroy Demombynes.
Fra i moltissimi testi scritti da Coedes The Indianized States of Southeast Asia (1968, 1975) e The Making of South East Asia (1966) piu' numerosi articoli, nei suoi scritti sviluppo' il concetto dell'indianizzazione e della cultura Srivijaya.
A Georges Coedes si deve anche la riscoperta del regno di Srivijaya, il regno era incentrato sulla moderna città indonesiana di Palembang, ma con un'influenza che si estendeva da Sumatra alla Penisola malese e Java, estendendosi al sud Thailandia. Alcuni indonesiani, compresi quelli della zona di Palembang, non aveva sentito parlare di Srivijaya prima del 1920 quando Coedes publico' le sue scoperte e interpretazioni sui giornali olandesi e indonesiani, tuttavia fra la nobilta' e le elite istruite la storia dei regni precedent i, dei loro destini e delle dinastie era conosciuta.

E' morto il 2 ottobre 1969 a Neuilly-sur-Seine. 

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