http://india.evolutiontravel.it/infovacanze/ |
L’indianizzazione dell’Asia sud orientale e’
constatabile piu’ di quanto non sia spiegabile.
In data sconosciuta, ma sicuramente non oltre il
300 a.C., i Mon e i Khmer divisi in due
tribù, spinti dall'aspansione dell'impero cinese cominciarono le migrazioni. I
Khmer, gli antenati dei cambogiani di oggi migrarono lungo il fiume Mekong, i
Mons andarono a ovest e si stabilirono in
Thailandia e in Birmania meridionale. Oggi i Mons sono una razza
numericamente insignificante, solo mezzo milione di Mons vivono in una piccola
area a est del delta dell'Irrawaddy, ma in questo momento erano un'importante
civiltà.
Quando i Mons raggiunsero il Golfo del Bengala
presero contatto con l'India, che era governato da un re eccezionale di nome
Asoka, si era verso la metà del III secolo aC. Asoka invio' monaci buddisti per
convertire i Mons. Gia' nel 200 a.C. c'era uno stato Mon, con capitale a
Thaton, che commerciava regolarmente con l'India e ne aveva conosciuto e era
sicuramente stato affascinato dall'enorme cultura di questa nazione.
Poi nel II secolo a.C. aumentarono i traffici fra
l'India e la Cina, il problema era che il viaggio non era affatto facile. La
via diretta attraversava l'altopiano tibetano, una camminata estenuante che
solo i commercianti più resistenti erano disposti a provare. C'era un'altra
alternativa ma non era affatto meglio, un trekking attraverso le giungle
montagnose della Birmania e dello Yunnan , o ancora un lungo giro attraverso
l'Asia centrale in zone infestate dai barbari.
I mercanti indiani non potevano non pensare a una
via d'acqua, d'altra parte gli indiani gia' a quel tempo erano navigatori
eccezionali e avevano navi di 60 metri capaci di portare fino a 700 persone.
Cercarono una d'acqua e la trovarono nei mari del Sudest asiatico, l'area che
avrebbe dovuto sostenere la maggior parte del traffico , lo Stretto di Malacca
tra Malesia e Sumatra , era infestata da pirati locali , ma nel complesso
questo era il modo più semplice e veloce per viaggiare tra due centri principali
della civiltà dell'Asia .
Per realizzare tutto questo ci vollero secoli e
fu all'inizio dell’era cristiana che i primi mercanti indiani fondarono sulle
coste indocinesi e malesiane delle colonie in cui creare dei depositi di
mercanzie che in quel momento erano destinate senza dubbio ai paesi
occidentali, sopratutto all’impero romano piuttosto che all’India o alla Cina.
Gli annali cinesi ci parlano di 10 regni
lungo le coste del Golfo di Thailandia, che si trovavano normalmente alla bocca
dei fiumi, in modo che era facile la spedizione di merci che attraversano le
giungle dell'interno della penisola su vie d’acqua.
Queste spedizioni all’inizio toccarono solo le
coste ma col tempo cominciarono a spingersi verso l’interno. Ad influire su
questo processi ci fu anche il fatto che nel I secolo d.C. Roma decise di
ridurre l’esportazione dell’oro verso l’India. I mercanti indiani avevano
sentito sicuramente parlare, specie nelle leggende dei marinai, di una terra
chiamata Suvannabhumi “Il paese dell’oro” e focalizzarono l’attenzione su
questa. Queste colonie, formate sopratutto da adepti del Buddismo e
dell’induismo, prosperarono e servirono da modello alle popolazioni indigene.
L’immensita’ della cultura indiana raggiunse e coinvolse l’Indocina.
L’intensificazione dei rapporti di carattere
economico avvicino’ sempre di piu’ l’induismo alle comunita’ indigene.
Sicuramente ci furono matrimoni misti, principi indiani e dotti vennero insieme
alle spedizioni. Questi principi si sposarono con donne delle famiglie indigene
regnanti e portarono con loro la corte dei brahmini, i cui rituali furono
adottati dai re khmer. Il concetto indiano di re-dio fu cio’ che affascino’ i
governanti khmer dato che permetteva loro di consolidificare il potere. I
governanti locali chiamarono se stessi maharajah e imitarono le corti
dell'India fino ai più piccoli dettagli.
Ma cosa vuol dire che in quel periodo la
Thailandia e il Sudest asiatico furono indianizzati? A questa domanda partendo
da Coedes hanno dato risposta fior di scienziati, fra cui si possono ricordare
Robert L. Brown, W. Mabbett, Brian Harrison e molti altri.
Coedes ne diede il primo concetto:
"L'indianizzazione e' l'espansione di una
cultura organizzata e formata su concezioni indiane della regalità, l'induismo
e i culti buddisti e la lingua sanscrita".
Le concezioni che intervengono nel processo e che
vengono largamente diffuse in modo piu' dettagliato sono: indianizzazione della
fede come induismo e il buddismo; indianizzazione della lingua e della della
letteratura, come il sanscrito Ramayana;
indianizzazione della regalita' e delle istituzioni amministrative,
indianizzazione dell'arte e dell'architettura, indianizzazione del sistema
sociale, come le caste e i riti di passaggio.
L'arte dal I all'VIII secolo nel sud della
Thailandia fu dominata da India. Questa arte incluse oggetti fatti in India
ed importati, copie fatte in Thailandia e altra arte thai fatta su concetti
indiani.
Il concetto del re dio influenzo' le popolazioni
che allora abitavano la Thailandia e fu
ripreso piu' tardi dai thai che rimasero affascinati da tutto cio' che videro
al momento del loro arrivo nelle terre che sarebbero poi diventate la loro
patria. Il mondo in cui si trovarono a vivere era pervaso da architetture,
arti, modelli di governo, concetti filosofici e religiosi, opere letterarie che
li sbalordivano e li affascinavano. L'assimilazione della cultura indiana da
parte dei thai avvene in modo cosi' rilevante che concetti indiani continuarono
a influenzare la loro arte fino al XIX secolo, si pensi al Ramakian, derivato
dal Ramayana, e a tutto cio' che quest'epopea ha portato nella cultura thai
anche moderna o a certe statue che sicuramente sono moderne ma pur richiamano
divinita' thai, il santuario di Erawan e' del secolo scorso, tanto per citarne
solo una.
In base a quanto sopra in Thailandia il sistema
di scrittura è basato sull'alfabeto indiano, il pali era la lingua del
buddismo, il Dharmasastra indiano era la base del diritto e dell'amministrazione
politica e la letteratura indiana è stata la base per il teatro, la
letteratura, la danza e l'arte.
Il brahmanesimo era, e per alcuni aspetti rimane,
la religione della corte e il re è stato considerato come la rappresentazione
terrena del dio Vishnu. brahmanesimo, buddismo hinayana e buddismo mahayana
erano le religioni.
Arte, architettura, governo, letteratura,
religione e filosofia Indiane hanno avuto un impatto fondamentale in
Thailandia, cio' nonostante i thai fossero migrati dalla Cina.
Regni indianizzati nel corso della storia del
sud-est asiatico furono Funan, Champa, Khmer, Srivijara e il fenomeno ha coperto quasi tutte le zone dell'Asia
meridionale.
NIente rimane per quanto riguarda l'architettura
del primo periodo nel sud Thailandia, neppure una descrizione, cosi' non se ne
conosce il motivo. Si possono solo fare ipotesi. Anche gli edifici importanti
erano fatti come quasi tutto il resto in legno e l'umidita' e gli insetti se li
sono mangiati? Erano fatti in mattoni e sono stati distrutti dal passare del
tempo aiutato dalla natura.
I principali resti di questo periodo per quanto
riguarda la statuaria predominavano le statue di Vishnu, famosa quella che si
trova in Wat Sala Thung in Chaiya che data dal IV secolo e ha influenze della
scuola Gandhara del nord India. Il culto induista di Shiva e la sua convivenza
con il culto buddista era presumibilmente ben stabilito dal sesto secolo, da
questo periodo opere d'arte si trovano in numerose immagini di Buddha sia in bronzo
che in pietra, esse riflettono influenze Gupta e di altre scuole indiane.
Ma i mercanti indiani presero anche altre vie, a nord, si mossero
attraverso le montagne della Birmania e si diressero sud verso la foce del Chao
Phraya o a est verso l'Indocina. Da notare che una lampada in bronzo romana e'
fra i primi ogggetti rinvenuti del III secolo d.C., fu trovata nella provincia
di Kanchanaburi al Passo delle Tre Pagode. In tutta questa zona comuque statue
di Vishnu e lingam con la faccia di Vishnu sono state ritrovati, seppur in
numero minore che a sud. Stile indiano e' anche visibile nei vasi del VI secolo
trovati in Chansen, nell'odierna provincia di Nakhon Sawan. Se in un primo
periodo, dal I al VI secolo, in questa zona ci fu una forte influenza del regno
di Funam, fu comunque nel VI secolo che la zona centrale della Thailandia
produsse artisti capaci di allontarsi dagli stili tipici dell'arte indiana e di
produrre statue con nuove caratteristiche.
Congiuntamente al Buddha ci furono statue di divinita' induiste.
Migliori esempi di arte di questo periodo si posso vedere al Museo
Nazionale di Bangkok, al Museo Nazionale di Nakhon Si Thammarat, e a Wat Phra
Mahathat Museum, Chaiya.
Non si puo’ concludere questa parte se non si dicono alcune parole su Coedès persona veramente importante per aver riportato alla luce il passato regno di Srivijaya e per aver
concepito la teoria dell'indiazizzazione
del Sudest asiatico.
Coedès era nato a Parigi il 10 agosto 1886 da una
famiglia di ebrei ungheresi emigrati i cui antenati si erano spostati a Strasburgo
prima del 1740. I suoi antenati avevano lavorato per il tesoro reale, suo
nonno, Louis Eugene Coedes, è stato un pittore, allievo di Léon Coignet,
Hyppolite suo padre lavorava come banchiere.
Dal 1903 al 1905 studio' presso l'Ecole Pratique
des Hautes Etudes, Sezione Scienze Religiose, dove ebbe come maestro Alfred
Foucher, docente di sanscrito, che lo introdusse ai metodi di archeologia e
iconografia, dandogli le basi per diventare studioso, epigrafista, archeologo,
storico, esperto di lingue. Con questo bagaglio Coedès si interesso' del Sudest
asiatico.
Il 24 ottobre 1911, è nominato residente presso
la Scuola francese d'Estremo Oriente, in sostituzione di Henri Maspero, figlio
del celebre egittologo Gaston Maspero. Partì per la Cambogia alla fine del
1911.
Lo scoppio della prima guerra mondiale ha un
effetto inaspettato sulla sua carriera. In primo luogo, viene riformato
attraverso l'intervento del suo direttore Louis Finot che non vuole perdere i
suoi ricercatori. Inoltre la Thailandia dichiara guerra alla Germania la
conseguenza e' che si libera il posto di direttore alla biblioteca Vajirañana,
l'attuale Biblioteca Nazionale, di Bangkok che era detenuto fino a quel momento
da Oscar Frankfurter, un tedesco che torna in patria per evitare di essere
internato in Siam. Il principe Damrong gli propone di sostituirlo, cosi' Coedes
entra al servizio del governo siamese nel dicembre 1917, previa approvazione
del Governatore generale dell'Indocina, Albert Sarraut.
Coedes divenne direttore della Biblioteca
Nazionale di Thailandia nel 1918.
Nel 1919 la Thailandia gli conferisce la
decorazione di Comandante di terza classe del piu' alto ordine dell'Elefante
Bianco.
Nel 1926 la Francia gli conferisce la Legion
d'Onore.
Nel 1929 divenne direttore della Scuola francese
d'Estremo Oriente, che si trovava ad Hanoi, citta' dove rimase fino al 1946.
Torno' in Francia e a metà gennaio 1947, fu
nominato curatore del museo Ennery, a Parigi.
Nell'anno accademico 1947, è nominato professore
di etnografia a la Graduate School of Anthropobiology, docente di storia
dell'Indocina presso l'École nationale de la France d'outre-mer e soprattutto
docente di thai a l'École nationale des langues orientales vivantes.
L'esperienza che ha pazientemente accumulato in oltre 35 anni tra i monumenti
in Asia, a decifrare iscrizioni, a costruire relazioni con studiosi locali e i
maggiori scienziati del mondo, sarà da quell momento utilizzata per costruire
la prossima generazione di studiosi e orientalisti.
Il 14 febbraio 1958, l'Accademia di iscrizioni e
belle lettere decide di ammettere Coedes fra le sue fila, concedendogli la
sedia occupata in precedenza da Maurice Gaudefroy Demombynes.
Fra i moltissimi testi scritti da Coedes The
Indianized States of Southeast Asia (1968, 1975) e The Making of South
East Asia (1966) piu' numerosi articoli, nei suoi scritti sviluppo' il
concetto dell'indianizzazione e della cultura Srivijaya.
A Georges Coedes si deve anche la riscoperta del
regno di Srivijaya, il regno era incentrato sulla moderna città indonesiana di
Palembang, ma con un'influenza che si estendeva da Sumatra alla Penisola malese
e Java, estendendosi al sud Thailandia. Alcuni indonesiani, compresi quelli
della zona di Palembang, non aveva sentito parlare di Srivijaya prima del 1920
quando Coedes publico' le sue scoperte e interpretazioni sui giornali olandesi
e indonesiani, tuttavia fra la nobilta' e le elite istruite la storia dei regni
precedent i, dei loro destini e delle dinastie era conosciuta.
● Ultimi post. ● I piu' letti. ● "Amici in Bangkok". ● Fabio: Google+ ● Facebook. ● Ma insomma me la vuoi raccontare sta Thailandia? ● Francesco: Google+ ● Facebook. ● La vita. ● Gli articoli. ● Consuelo: la vita. ● Google+ ● Facebook. ● YouTube.
Nessun commento:
Posta un commento